Richiesta di sospensione della misura cautelare interdittiva (art. 49, d.lgs. n. 231/2001)

Antonella Marandola

Inquadramento

Quando sono state applicate delle misure cautelari a carico della persona giuridica, questa può chiederne la sospensione al fine di poter realizzare gli adempimenti a cui la legge condiziona l'esclusione delle sanzioni interdittive. A fronte della richiesta, il Giudice, sentito il Pubblico Ministero, se ritiene di accogliere la richiesta, determina una somma di denaro a titolo di cauzione, dispone la sospensione della misura e indica il termine per la realizzazione delle condotte riparatorie (art. 17, d.lgs. n. 231/2001). Nel caso di mancata, incompleta o inefficace esecuzione delle attività entro il termine fissato dal Giudice, la misura cautelare viene ripristinata e la somma depositata a garanzia è devoluta alla Cassa delle ammende. Diversamente, se il Giudice ritiene correttamente adempiute le condotte richieste all'ente revoca la misura cautelare e ordina la restituzione della somma depositata o la cancellazione dell'ipoteca o l'estinzione della fideiussione prestata.

Formula

AL.... (INDICARE L'AUTORITÀ GIUDIZIARIA)

PROC. N..... R.G.

RICHIESTA DI SOSPENSIONE DELLA MISURA CAUTELARE INTERDITTIVA EX ART. 49, D.LGS. N. 231/2001

Il sottoscritto Avv....., del Foro di...., con studio in...., via...., n....., rappresentante e difensore, giusta procura ad litem ex art. 100 c.p.p.[1] depositata presso (la segreteria del Pubblico Ministero in data....) oppure (presso la cancelleria di questo Giudice in data....), di.... (denominazione dell'ente, associazione, società);

rilevato che nei confronti del suddetto ente pende il procedimento n..... R.G.N.R. Procura della Repubblica presso il Tribunale di...., per l'illecito dipendente dal reato di cui all'art....., per il quale si procede nei confronti di.... (nome e cognome del soggetto cui è attribuito il reato presupposto);

rilevato che al suddetto ente è stata applicata, con provvedimento del Giudice delle indagini preliminari di...., emesso in data.... e notificato all'ente medesimo in data...., la misura cautelare interdittiva della.... (specificare il tipo di misura applicata);

visto l'art. 49, d.lgs. n. 231/2001

CHIEDE

la sospensione dell'esecuzione del summenzionato provvedimento cautelare per (giorni) oppure (mesi).... ovvero per il diverso termine che la S.V. riterrà congruo, al fine di consentire a.... (denominazione dell'ente, associazione, società) di realizzare gli adempimenti di cui all'art. 17, d.lgs. n. 231/2001 e, in particolare, per:

– procedere al risarcimento integrale del danno causato dal reato determinato in €.... e all'eliminazione delle sue conseguenze dannose o pericolose.... (precisare gli adempimenti che verranno posti in essere e le misure che verranno adottate a tal fine);

– adottare un modello organizzativo idoneo a prevenire la consumazione di reati della specie di quello che ha dato luogo alla responsabilità dell'ente ed in particolare.... (illustrare il modello organizzativo, eventualmente attraverso un prospetto da allegare all'istanza);

– mettere a disposizione,.... (precisare le modalità attraverso cui si intende assolvere l'obbligo), il profitto conseguito dall'ente, che a tal fine viene quantificato in €...., per la sua eventuale confisca ai sensi dell'art. 19, d.lgs. n. 231/2001.

CON OSSERVANZA

Luogo e data....

sottoscrizione del difensore....

[1]1. Per la procura speciale ad litem, v. formula in argomento.

Commento

Principi generali

Tenuto conto della natura della persona giuridica, ferma restando l'applicabilità della disciplina ordinaria prevista per le misure cautelari, il d.lgs. n. 231/2001, fra i meccanismi peculiari dedicati all'ente, annovera quello della c.d. richiesta di sospensione dell'esecuzione della misura cautelare in corso di esecuzione: a tutela delle esigenze special preventive, giustificate in ragione della natura e funzioni del soggetto collettivo, si prevede, infatti, che già nel corso dell'esecuzione della misura l'ente possa porre in essere una serie di condotte che neutralizzano l'intervento cautelare, al pari delle omologhe sanzioni finali.

Legittimazione

La richiesta di sospensione può essere presentata dall'ente (attraverso il suo rappresentante legale) o dal suo difensore.

Forma della richiesta

La domanda di sospensione della cautela in corso di esecuzione presuppone che: a) l'ente abbia (o intende) eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato, anche mediante l'adozione e l'attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; b) deve aver risarcito integralmente il danno ed eliminato le conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero si sia comunque efficacemente adoperato in tal senso anche ponendo a disposizione della persona offesa una somma costitutiva del risarcimento del danno prodotto o, comunque, abbia posto in essere delle condotte che garantiscano la presa materiale della somma da parte del danneggiato (Cass. II, n. 11209/2016; Cass. II, n. 326/2013), non è sufficiente la semplice messa a disposizione di una somma di denaro comunicata con una lettera raccomandata giustificata dal fatto dell'impossibilità di provare e quantificare da subito il risarcimento del danno e di identificare i danneggiati dal reato. In caso di incertezza sull'esatta determinazione del danno (al pari di impossibilità dell'ente a risarcire) assume risalto la seconda parte della lett. a) dell'art. 17, in base alla quale devono essere eliminate le conseguenze dannose o pericolose del reato e, comunque, l'ente deve essersi efficacemente adoperato ai fini risarcitori nei limiti dell'esigibilità. Il che presuppone gioco forza una determinazione del danno e delle conseguenze non per iniziative unilaterali, ma in virtù di una collaborazione o comunque contatto tra parti contrapposte (Cass. II, n. 11209/2016). Analogamente, risultano inutili le attività risarcitorie e la messa a disposizione del profitto, se non stati adottati ex post efficaci modelli di organizzazione (Trib. Milano 28 ottobre 2004, in Corr. mer., 2005, 325 ss.). In ordine al profitto deve trattarsi dei beni direttamente percepiti a seguito della consumazione del reato e non il loro equivalente (Cass. VI, n. 6248/2012) ovvero i beni che costituiscono il reimpiego del profitto originariamente conseguito (Cass. VI, n. 27760/2010). Il profitto deve tener conto non solo del vantaggio economico attuale, immediatamente conseguito dal reato, ma deve comprendere anche l'utile potenziale (Cass. II, n. 11209/2016).

Le forme e i tempi

La richiesta deve avere carattere concreto e specifico (non deve essere generica), rispetto alla misura cautelare in corso. L'atto deve essere articolato e contenere garanzie e riscontri precisi alla volontà di adempiere da parte dell'ente (Trib. Milano 28 ottobre 2004, in Corr. mer., 2005, 327; G.I.P. Trib. Milano 20 settembre 2004, in Foro it., 2005, II, 566). Per agevolare il suo accoglimento, è opportuno che si esplicitino gli obiettivi da perseguire, le condotte attuabili e le modalità della loro realizzazione con indicazione del piano finanziario approntato al riguardo ed eventuale situazione economica della società; il modello di organizzazione deve tenere conto della struttura organizzativa dell'ente della sua natura e ruolo.

Termini

In piena conformità all'ottica special-preventiva che assume l'assolvimento delle menzionate attività, il termine ultimo per la presentazione dell'istanza è la dichiarazione di apertura del dibattimento ex art. 62, d.lgs. n. 231/2001.

La presentazione della richiesta di sospensione della cautela presuppone che esista già anche la statuizione in ordine alla sua applicazione (Trib. Milano 28 ottobre 2004, in Corr. mer., 2005, 326-327). Tuttavia, nulla esclude che essa possa essere avanzata, in via del tutto subordinata, nel corso della stessa udienza fissata ai sensi dell'art. 47, d.lgs. n. 231/2001 (G.I.P. Trib. Milano 20 settembre 2004, in Foro it., 2005, II, 567): in tal caso il Giudice delibera con ordinanza. Il provvedimento, in tal caso, potrebbe essere unico e riguardare tanto i motivi sottostanti la cautela, quanto la sospensione della stessa. Una tale scelta acquista un particolare significato alla luce dell'effetto devolutivo dell'appello di cui all'art. 52, d.lgs. n. 231/2001 (Trib. Milano 28 ottobre 2004, in Corr. mer., 2005, 327).

Modalità

La domanda può essere presentata tanto in udienza quanto fuori udienza al Giudice delle indagini preliminari o il Giudice che procede. Essa richiede la forma scritta.

Il procedimento

A fronte della domanda il Giudice dovrà sentire il P.M. In caso di accoglimento: il Giudice dispone con ordinanza la sospensione dell'esecutività della misura cautelare e fissa a carico dell'ente la somma di denaro (che non può essere inferiore alla metà della sanzione pecuniaria minima prevista per l'illecito per il quale si procede) che dovrà versare a titolo di cauzione da depositare presso la Cassa delle ammende o, se è stata indicata dall'ente, in alternativa, la garanzia ipotecaria o la fideiussione, fissa un termine entro il quale la società deve adempiere.

Decorso il termine indicato nell'ordinanza se l'autorità ritiene soddisfacenti le condotte riparatorie poste in essere, revoca la misura cautelare ed ordina la restituzione della somma depositata o la cancellazione dell'ipoteca; mentre la fideiussione si estingue.

Nel caso di mancata, incompleta o inefficace esecuzione delle attività nel termine fissato, il Giudice potrebbe valutare l'adeguatezza del termine concesso, ed ammettere una sua proroga (Cass. VI, n. 25761/2017).

Si ricorda che il medesimo adempimento può condurre, successivamente, alla revoca della misura ex art. 50, d.lgs. n. 231/2001. In caso di esito negativo, la misura cautelare (che è quella applicata ab initio) riprende efficacia e la somma depositata o per la quale è stata prestata garanzia è devoluta alla Cassa delle ammende. L'ordinanza è suscettibile di appello.

La ripresa dell'esecuzione della misura non esclude che la domanda possa essere ripresentata ai sensi dell'art. 50, d.lgs. n. 231/2001: il Giudice sarà, in tal caso, libero di valutare la completezza e l'idoneità delle condotte riparatorie, senza che la precedente attività possa avere, sul punto, alcuna ripercussione.

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