Istanza di esecuzione all' estero di decisioni di sospensione condizionale e di sanzioni sostitutive (D.Q. 2008/947/GAI)InquadramentoLa D.Q. 2008/947/GAI ha introdotto un ulteriore strumento basato sul mutuo riconoscimento, volto a rendere effettivo il reinserimento sociale del destinatario di decisioni di sospensione condizionale o di sanzioni sostitutive, consentendone l'esecuzione nello Stato membro in cui lo stesso ha residenza legale e abituale o nel quale intende stabilirsi per altre ragioni. FormulaALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ... Istanza di esecuzione all'estero di decisioni di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive (ai sensi del d.lgs. n. 38/2016 e della decisione quadro 2008/947/GAI del Consiglio, del 27 novembre 2008) Il/la sottoscritto/a ..., nato/a a ... il ..., ..., residente in ..., PREMESSO CHE In data ... nei confronti del sottoscritto è stata emessa (indicare i dati della sentenza o della decisione di liberazione condizionale). Divenuta irrevocabile in data .... RILEVATO che gli obblighi e le prescrizioni imposti devono essere adempiuti e osservati per un periodo di tempo non inferiore a sei mesi che il sottoscritto ha la propria residenza legale e abituale in altro Stato membro dell'Unione europea e precisamente in ... ; ovvero che pur non avendo residenza legale o abituale nello Stato ..., ha interesse ad eseguire la condanna alla sanzione sostitutiva/alternativa o la sospensione condizionale in altro Stato Membro dell'Unione europea (esplicitare qui le ragioni della richiesta, ed in particolare relazioni familiari, coniugali, rapporti lavorativi, ragioni sanitarie etc.); Per tutto quanto sinora esposto, il sottoscritto CHIEDE di trasmettere alle competenti Autorità dello Stato ... la decisione sopra menzionata, nonché il relativo certificato, per il riconoscimento e la conseguente esecuzione in detto Stato, ai sensi del d.lgs. n. 38/2016 e della D.Q. 2008/947/GAI del Consiglio, del 27 novembre 2008. Vorrà la S.V. provvedere alla previa acquisizione del consenso dello Stato di esecuzione (nella sola ipotesi in cui si richieda l'esecuzione in uno Stato in cui l'interessato non abbia residenza legale e abituale). Luogo e data ... Firma ... (autentica) ... (Firma) ... CommentoLa d ecisione quadro 2008/947/GAI (c.d. probation ) Il 27 novembre 2008 il Consiglio ha adottato la D.Q. 2008/947/GAI, relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze e alle decisioni di sospensione condizionale in vista della sorveglianza delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive. L'ambito applicativo di tale decisione quadro è limitato alle predette decisioni, con esclusione - quindi - delle pene detentive o delle misure restrittive della libertà personale, nonché del riconoscimento e l'esecuzione delle sanzioni pecuniarie e delle decisioni di confisca. L'obiettivo dichiarato della decisione quadro in esame è quello di favorire la riabilitazione sociale delle persone condannate, migliorare la protezione delle vittime e del pubblico in generale e favorire l'applicazione di opportune misure di sospensione condizionale e di sanzioni socialmente utili, nel caso di autori di reati che non vivono nello Stato di condanna (art. 1 D.Q.). La materia era già disciplinata dalla Convenzione del Consiglio d'Europa del 30 novembre 1964 per la sorveglianza delle persone condannate o liberate sotto condizione, la cui ratifica in Italia è stata autorizzata con l. n. 772/1973, che ha trovato tuttavia scarsa applicazione pratica, anche in considerazione dell'esiguo numero degli Stati che l'hanno sinora ratificata. Ai sensi della decisione quadro in esame l'autorità dello Stato di emissione può trasmettere una sentenza o una decisione di sospensione condizionale allo Stato membro in cui la persona condannata risieda abitualmente e legalmente nei casi in cui quest'ultima sia ivi ritornata o voglia ritornarvi (art. 5), ovvero ad uno Stato membro diverso da quello in cui la persona condannata risieda legalmente e abitualmente, con il consenso dello stesso. Tali provvedimenti devono essere accompagnati da un certificato (il cui modulo è allegato alla decisione quadro). La decisione quadro prevede che la c.d. doppia incriminabilità può essere opposta solo ove la condanna riguardi reati non rientranti nell'elenco contemplato dall'art. 10, coincidente con quello contenuto nella decisione quadro 2008/909/GAI. Analoghe a quelle contemplate da quest'ultima decisione quadro sono anche le ipotesi di rifiuto previste dall'art. 11. A seguito del riconoscimento del provvedimento dell'autorità competente dello Stato di emissione la sorveglianza e l'applicazione delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive sono disciplinate dalla legislazione dello Stato di esecuzione (art. 13). Se la natura o la durata delle misure di sospensione condizionale o delle sanzioni sostitutive ovvero la durata del periodo di sospensione condizionale sono incompatibili con la legislazione dello Stato di esecuzione, l'autorità competente di quest'ultimo può adattarle alla natura e alla durata delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni lavorative ovvero alla durata del periodo di sospensione condizionale previste dalla propria legislazione a reati equivalenti; in tal caso devono corrispondere il più possibile alla misura irrogata nello Stato di emissione. Ove si proceda all'adattamento perché la durata supera il massimo previsto dalla legislazione dello Stato di esecuzione, la durata della misura di sospensione condizionale, della sanzione sostitutiva o del periodo di sospensione condizionale adattati non possono essere inferiori al massimo previsti nella legislazione dello Stato di esecuzione per reati equivalenti (art. 9). In ogni caso le misure adattate non possono essere più severe o più lunghe delle misure o sanzioni originariamente disposte (art. 9). Salvo espressa dichiarazione contraria, lo Stato di esecuzione è altresì competente per tutte le ulteriori decisioni connesse con una sospensione condizionale della pena, una liberazione condizionale, una condanna condizionale e una sanzione sostitutiva, in particolare in caso di inosservanza di una misura di sospensione condizionale o di una sanzione sostitutiva o qualora la persona condannata commetta un nuovo reato. Tali ulteriori decisioni comprendono in particolare: a. la modifica degli obblighi o delle istruzioni contenuti nella misura di sospensione condizionale o nella sanzione sostitutiva, o la modifica della durata del periodo di sospensione condizionale; b. la revoca della sospensione dell'esecuzione della sentenza o la revoca della decisione sulla liberazione condizionale; c. l'imposizione di una pena detentiva o di una misura restituiva della libertà personale in caso di sanzione sostitutiva o condanna condizionale” (art. 14). La decisione quadro prevede inoltre alcune ipotesi, nelle quali può aversi un ritrasferimento della competenza alle autorità dello Stato di emissione. Il termine per l'implementazione della decisione quadro era il fissato per il 6 dicembre 2011. L'attuazione in Italia della decisione quadro In Italia la decisione quadro è stata attuata con il d.lgs. n. 38/2016 “Disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2008/947/GAI del Consiglio, del 27 novembre 2008, relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze e alle decisioni di sospensione condizionale in vista della sorveglianza delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 61/2016, ed entrato in vigore il 29 marzo 2016. Segue. Ambito di applicazione La normativa di attuazione contiene, all'art. 2, diverse definizioni rilevanti, ai fini della delimitazione dell'ambito di applicazione della decisione quadro: - sospensione condizionale della pena: pena detentiva o misura restrittiva della libertà personale, la cui esecuzione è sospesa condizionalmente al momento della condanna, con l'imposizione di obblighi e prescrizioni; - condanna condizionale: una sentenza in cui l'irrogazione della pena sia condizionalmente differita con l'imposizione di uno o più obblighi e prescrizioni o in cui detti obblighi e prescrizioni siano disposti in luogo della pena detentiva o della misura restrittiva della libertà personale; - Sanzione sostitutiva: una sanzione, diversa dalla pena detentiva o da una misura restrittiva della libertà personale o dalla pena pecuniaria, che impone obblighi o impartisce prescrizioni; - Liberazione condizionale: una decisione che prevede la liberazione anticipata di una persona condannata dopo che questa abbia scontato parte della pena detentiva, anche attraverso l'imposizione di obblighi e prescrizioni (art. 2). È altresì individuata la tipologia di obblighi oggetto della sorveglianza: - Obbligo di comunicare ogni cambiamento di residenza o di posto di lavoro all'autorità indicata nel provvedimento impositivo; - Divieto di frequentare determinati locali, posti o zone del territorio dello Stato di emissione o dello Stato di esecuzione; - Restrizioni del diritto di lasciare il territorio dello Stato di esecuzione; - Prescrizioni che impongono determinate condotte o che attengono alla residenza, all'istruzione e alla formazione, alle attività ricreative o, ancora, che limitano o prescrivono modalità di esercizio di un'attività professionale; - Obbligo di presentarsi nelle ore fissate all'autorità indicata nel provvedimento impositivo; - Obbligo di evitare contatti con determinate persone; - Obbligo di non utilizzare determinati oggetti che sono stati usati o che potrebbero essere usati a fini del reato; - Obbligo di risarcire i danni causati dal reato e di darne conseguentemente prova; - Obbligo di svolgere un lavoro o una prestazione socialmente utile; - Obbligo di cooperare con un addetto alla sorveglianza o con un rappresentante di un servizio sociale; - Obbligo di assoggettarsi a un trattamento terapeutico o di disintossicazione (art. 4) Dalle definizioni contenute nella normativa di attuazione, più aderenti alla lettera della decisione quadro che alla normativa interna, sembrano riconducibili al relativo ambito applicativo sanzioni sostitutive, misure alternative, ma anche messa alla prova, liberazione condizionale, lavoro di pubblica utilità. In proposito si segnala che con recenti pronunce la Suprema Corte ha espressamente affermato la possibilità di esecuzione all'estero della misura alternativa dell'affidamento in prova ai servizi sociali, condivisibilmente superando il precedente orientamento maggioritario, che escludeva tale possibilità (Cass. I, n. 15091/2019, secondo cui “l'affidamento in prova, che si prospetta quale trattamento in libertà alternativo alla detenzione, pare assimilabile, al di là del dato letterale, a una "sanzione sostitutiva", per come tale categoria è descritta dall'art. 2, lett. e), ossia una sanzione (misura) che impone obblighi e impartisce prescrizioni, implicando esso, per l'appunto, obblighi e prescrizioni del tutto compatibili con quelli elencati nel successivo art. 4... Sicchè, per come ne sono strutturati i contenuti, non vi sarebbero effettivi impedimenti alla sua esecuzione nel paese che aderisce alla decisione quadro, quando obblighi e prescrizioni imposti debbano essere adempiuti e osservati per un periodo di tempo non inferiore ai sei mesi (art. 6, comma 1), risultando superabili tutti gli argomenti addotti a sostegno della soluzione negativa: restando assicurato il controllo in ordine alla puntuale osservanza delle prescrizioni imposte e alla corretta esecuzione della misura, così come l'attività di sostegno e di assistenza del servizio sociale (art. 4, lett. l), restando garantito il reinserimento del condannato ed anzi implementato dal mantenimento dei legami familiari, dei rapporti sociali con la comunità del paese di abituale dimora, dell'attività lavorativa, delle occasioni di studio; né essendo più di ostacolo l'esercizio di poteri autoritativi al di fuori del territorio nazionale, a ragione del trasferimento di competenza dell'attività di sorveglianza degli obblighi e delle prescrizioni impartite alle competenti autorità dello stato di esecuzione, salvo a riassumere l'esercizio del potere di sorveglianza nei casi previsti dall'art. 8, comma 2, tra cui è prevista la valutazione, ai fini della decisione da assumere, della durata e del grado di osservanza delle prescrizioni e degli obblighi impartiti durante il periodo in cui la persona condannata è stata sorvegliata all'estero). Segue . La procedura “attiva” Il Capo II del decreto legislativo di attuazione disciplina la procedura c.d. attiva. La competenza è attribuita (art. 5) al Pubblico Ministero competente per l'esecuzione (il Pubblico Ministero presso il Giudice indicato all'art. 665 c.p.p.) il quale provvede, ove ciò sia conforme all'obiettivo di favorire il reinserimento sociale e la riabilitazione della persona condannata o di rafforzare la protezione delle vittime o della collettività, alla trasmissione della sentenza o della decisione di liberazione condizionale all'autorità competente dello Stato membro in cui la persona condannata ha la residenza legale e abituale, immediatamente dopo il passaggio in giudicato della sentenza ovvero immediatamente dopo la decisione di liberazione condizionale, sempre che gli obblighi e le prescrizioni imposti devono essere adempiuti e osservati per un periodo di tempo non inferiore a sei mesi (art. 6). La decisione deve essere trasmessa unitamente al certificato di cui all'allegato I al decreto (corrispondente al certificato allegato alla D.Q.) Nel caso in cui la trasmissione sia disposta in favore dell'autorità competente di uno Stato membro diverso da quello della residenza legale e abituale, su richiesta dell'autorizzato, è necessario acquisire preliminarmente il consenso di detto Stato. L'art. 7 prevede la trasmissione diretta tra le autorità giudiziarie, nelle ipotesi in cui la traduzione del certificato non sia necessaria o vi abbia provveduto l'autorità giudiziaria, altrimenti la trasmissione avverrà tramite autorità centrale (Ministero della giustizia). È contemplata la possibilità del ritiro del certificato da parte del Pubblico Ministero, sempre che l'esecuzione non abbia già avuto inizio, quando l'autorità competente dello Stato di esecuzione, a tal fine richiesta, comunica che la legislazione di quello Stato prevede, in riferimento al reato per cui è intervenuta condanna e per il caso di violazione degli obblighi e prescrizioni oggetto di esecuzione, l'applicazione di una misura restrittiva della libertà personale della durata superiore a quella prevista per situazioni corrispondenti dalla legislazione interna. Allo stesso modo, e sempre che l'esecuzione non abbia avuto inizio, può provvedere quando riceve comunicazione che l'autorità dello Stato di esecuzione ha assunto la decisione di adattare le misure di sospensione condizionale secondo la legislazione di quello Stato. A seguito della comunicazione del riconoscimento da parte dell'Autorità dello Stato di esecuzione, ai sensi dell'art. 8 l'autorità giudiziaria italiana non è più tenuta alla adozione dei provvedimenti necessari alla sorveglianza degli obblighi e delle prescrizioni impartiti, salvo nei casi di ritiro del certificato prima indicati. L'autorità giudiziaria italiana riassume inoltre l'esercizio del potere di sorveglianza in conseguenza della comunicazione, ad opera dell'autorità competente dello Stato di esecuzione, della cessazione della propria competenza per l'esecuzione, in ragione del fatto che la persona condannata si è sottratta all'esecuzione o non ha più in quello Stato la residenza o la dimora abituale. Può, altresì, riassumere la competenza quando tiene conto, ai fini della decisione da assumere, della durata e del grado di osservanza delle prescrizioni e degli obblighi impartiti durante il periodo in cui la persona condannata è stata sorvegliata all'estero. Segue . Procedura “passiva” La competenza per il riconoscimento è attribuita alla Corte di appello nel cui distretto la persona condannata ha la residenza legale e abituale nel momento in cui il provvedimento è trasmesso o lì ha manifestato la volontà di trasferire la sua residenza legale o abituale. La Corte di appello è competente non solo per il riconoscimento ma anche per la ricezione della richiesta (art. 12). Ai sensi dell'art. 10 la Corte di appello riconosce la sentenza o la decisione di liberazione condizionale quando ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: a) la persona condannata ha la residenza legale e abituale nel territorio dello Stato o ha manifestato la volontà di stabilirvi la residenza legale e abituale; b) il fatto per cui la persona è stata condannata è previsto come reato anche dalla legge nazionale, indipendentemente dagli elementi costitutivi o dalla denominazione del reato, salvo quanto previsto dall'art. 11 (Deroghe alla doppia punibilità); c) la durata e la natura degli obblighi e prescrizioni impartiti sono compatibili con la legislazione italiana, salva la possibilità di un adattamento nei limiti stabiliti dai commi 2 e 3, e purché non sussistano i motivi di rifiuto indicati nell'art. 13 del decreto legislativo di attuazione (Motivi di rifiuto del riconoscimento). Nel caso in cui la natura o la durata degli obblighi e delle prescrizioni impartiti ovvero la durata della sospensione condizionale della pena, delle sanzioni sostitutive o della liberazione condizionale siano incompatibili con la disciplina prevista dall'ordinamento italiano per i corrispondenti reati, la Corte di appello, dandone informazione alla autorità competente dello Stato di emissione, procede ai necessari adeguamenti, con le minime deroghe necessarie rispetto a quanto previsto dallo Stato di emissione. In ogni caso l'adeguamento non può comportare l'aggravamento, per contenuto o durata, degli obblighi e delle prescrizioni originariamente imposti. In tal senso anche Cass. I, n. 49733/2022, secondo cui “in tema di esecuzione in Italia di sentenza di condanna estera con sospensione condizionale della pena sotto vigilanza, l'adattamento nell'ordinamento interno, nella forma di espiazione alternativa dell'affidamento in prova, non può prevedere l'imposizione al condannato di obblighi e prescrizioni ulteriori che ne aggravino, per contenuto o durata, il trattamento penale”. Se la durata degli obblighi e delle prescrizioni o la durata della sospensione condizionale della pena, delle sanzioni sostitutive o della liberazione condizionale supera il massimo previsto dalla legislazione italiana, l'adattamento è operato con riferimento al limite massimo previsto per reati equivalenti. Il procedimento si svolge in camera di consiglio, nelle forme previste dall'art. 127 c.p.p. Il termine per l'adozione della decisione sul riconoscimento e sul trasferimento della sorveglianza è di trenta giorni dal ricevimento della richiesta e degli atti ad essa allegati. Tuttavia quando, per circostanze eccezionali, non è possibile rispettare il termine per la decisione, il presidente della corte informa dei motivi, anche tramite il Ministero della giustizia, l'autorità competente dello Stato di emissione. In questo caso il termine è prorogato di venti giorni. La relativa sentenza è soggetta a ricorso per cassazione e si applicano le disposizioni di cui all'art. 22 della l. n. 69/2005; in tal caso il termine per il riconoscimento è prorogato di ulteriori 30 giorni. L'esecuzione della decisione di riconoscimento è demandata al procuratore generale. La decisione definitiva è immediatamente trasmessa al Ministero della giustizia che provvede a informarne l'autorità competente dello Stato di emissione. A seguito della sentenza di riconoscimento l'esecuzione è disciplinata secondo la legge italiana. Si applicano altresì le disposizioni in materia di amnistia, indulto e grazia. La Corte di appello è competente per le decisioni connesse alla sospensione condizionale della pena, alla liberazione condizionale e alle sanzioni sostitutive, in particolare in caso di inosservanza degli obblighi e delle prescrizioni imposti o qualora venga commesso un nuovo reato. Delle decisioni adottate informa, senza ritardo, l'autorità competente dello Stato di emissione. Nel caso in cui la persona condannata si sottrae all'osservanza degli obblighi e delle prescrizioni impartiti o non ha più la residenza legale e abituale nello Stato italiano, il procuratore generale presso la Corte di appello informa l'autorità competente dello Stato di emissione dell'avvenuta cessazione dei poteri di sorveglianza. |