Decreto di esecuzione di richiesta di cooperazione internazionale (art. 724)InquadramentoA seguito della riforma del Libro XI del codice di procedura penale la competenza funzionale relativa all'esecuzione di una richiesta di cooperazione internazionale c.d. passiva è stata attribuita al procuratore della Repubblica del capoluogo del distretto, che provvede all'esecuzione degli atti richiesti ovvero alla trasmissione al g.i.p. ove si tratti di atti che devono essere compiuti dal Giudice. FormulaPROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ... n. ... Decreto di esecuzione di richiesta di assistenza giudiziaria (e di autorizzazione alla presenza di rappresentanti o incaricati dell'Autorità richiedente) -artt. 724 e ss. c.p.p.- Il Procuratore della Repubblica, letti gli atti del procedimento indicato in epigrafe, ed in particolare la richiesta di assistenza giudiziaria formulata da: ... (indicare l'Autorità richiedente) rilevato che la predetta richiesta è formulata sulla base delle seguenti convenzioni internazionali: ... (indicare le convenzioni internazionali richiamate nella richiesta di cooperazione e la loro effettiva applicabilità nei rapporti con l'Italia) Rilevato che non sono ravvisabili motivi di rifiuto ai sensi dell'art. ... dell'Accordo (inserire i riferimenti alla convenzione posta a fondamento della richiesta) né i motivi di diniego ai sensi dell'art. 724, comma 7, c.p.p., ed in particolare che 1) Gli atti richiesti non sono vietati dalla legge né contrari a principi dell'ordinamento giuridico dello Stato; 2) (ipotesi alternative): 2a) Il fatto per cui procede l'autorità straniera è previsto come reato dalla legge italiana, ed in particolare dall'articolo (indicare la disposizione normativa del codice penale o delle leggi speciali dell'ordinamento italiano che contemplano la corrispondente fattispecie penale); 2b) gli strumenti sovranazionali su cui è basata la richiesta e prima menzionati prevedono l'assistenza a prescindere dalla doppia incriminazione e tali disposizioni devono ritenersi prevalenti, ex art. 696 c.p.p., rispetto alla disciplina dettata dall'art. 724, comma 7, lett. b) c.p.p.; 2c) il fatto per cui procede l'autorità straniera non è previsto dalla legge italiana ma l'imputato ha liberamente espresso il suo consenso alla domanda di assistenza giudiziaria; 3) (ipotesi alternative) 3a) Non sussistono fondate ragioni per ritenere che considerazioni relative alla razza, alla religione, al sesso, alla nazionalità, alla lingua, alle opinioni politiche o alle condizioni personali o sociali possano influire sullo svolgimento o sull'esito del processo; 3b) seppure vi siano fondate ragioni per ritenere che considerazioni relative alla razza, al sesso, alla nazionalità, alla lingua, alle opinioni politiche o alle condizioni personali o sociali possano influire sullo svolgimento o sull'esito del processo, l'imputato ha espresso liberamente il suo consenso alla domanda di assistenza giudiziaria, che risulta pertanto eseguibile ex art. 724, comma 7, lett. c); Rilevato che non risultano neppure configurabili i motivi di rifiuto espressamente previsti per la richiesta di cooperazione avente ad oggetto indagini e sequestro a fini di confisca ex art. 723-bis, comma 3, lett. a) e b) c.p.p. e precisamente [1] : a) Gli atti richiesti non sono contrari a principi dell'ordinamento giuridico dello Stato, non sono vietati dalla legge e si tratta di atti che sarebbero consentiti qualora si procedesse nello Stato per gli stessi fatti; b) Non vi sono ragioni per ritenere che non sussistono le condizioni per la successiva esecuzione della confisca; Rilevato che la Procura della Repubblica del capoluogo del Distretto di ... risulta competente ex art. 724, comma 4, c.p.p., Rilevato che: (ipotesi alternative) a) la richiesta ha ad oggetto acquisizioni probatorie da compiersi davanti al Giudice ovvero attività che secondo la legge italiana devono essere svolte dal Giudice, b) la richiesta ha ad oggetto attività che non richiedono l'intervento del Giudice ai sensi dell'art. 724, comma 2, c.p.p., Rilevato altresì che nella richiesta di cooperazione sopra indicata l'Autorità Giudiziaria straniera ha indicato forme di compimento degli atti che non risultano contrarie ai principi dell'ordinamento giuridico dello Stato, ex art. 725, comma 1, c.p.p., Rilevato che l'Autorità Giudiziaria straniera ha richiesto di essere autorizzata a partecipare (o ha richiesto l'autorizzazione alla partecipazione di rappresentanti o incaricati) al compimento degli atti richiesti, e che non emergono motivi ostativi a detta partecipazione, ai sensi dell'art. 725 c.p.p., P.Q.M. visti gli artt. 696,724 e ss. del c.p.p. (in alternativa) chiede al Giudice per le indagini preliminari –sede il compimento di (indicare gli atti che devono essere compiuti dal Giudice); (ovvero) dichiara esecutiva la richiesta di cooperazione sopra indicata, provvedendo ex art. 724, comma 3, c.p.p. con separati atti. Manda la Segreteria per la comunicazione del presente decreto al Ministero della Giustizia - Ufficio I Cooperazione Penale Internazionale - settore Rogatorie, ai sensi dell'art. 725, comma 3, c.p.p., trattandosi di Stato non appartenente all'Unione Europea [2]. Luogo e data ... Il procuratore della Repubblica ... 1. Da inserire solo nel caso si tratti di richiesta di cooperazione avente ad oggetto indagini e sequestro a fini di confisca ex art. 723-bis c.p.p. 2. Si evidenzia che tale comunicazione al Ministero è prevista solo nelle ipotesi in cui la richiesta di partecipazione di magistrati o funzionari al compimento degli atti provenga da Stati terzi, mentre nessuna comunicazione dovrà essere formulata nel caso provenga da Stati membri dell'U.E. CommentoL'esecuzione delle rogatorie passive nel nuovo libro XI del codice di procedura penale Un rapporto di assistenza giudiziaria può instaurarsi in base ad una convenzione ratificata e resa esecutiva o in forza del principio di reciprocità non convenzionale e di cortesia internazionale. Si rammenta che la disciplina codicistica ha natura sussidiaria, come previsto espressamente dall'art. 696 c.p.p., e conseguentemente trova applicazione solo nelle ipotesi in cui la normativa internazionale sovranazionale (o la relativa normativa interna di ratifica) non preveda diversamente. La nuova disciplina introdotta con la riforma del libro XI del codice di procedura penale ha completamente riscritto i poteri del Ministro in materia (cfr. in particolare l'art. 723 c.p.p.) ed ha altresì spostato la competenza funzionale, per l'esecuzione delle richieste di cooperazione, dalla procura Generale presso la Corte di appello (e dalla Corte di appello) al Procuratore della Repubblica del capoluogo del distretto (ed al relativo Giudice per le indagini preliminari) nel quale deve compiersi l'attività richiesta. L'art. 724 c.p.p. prevede che il Procuratore della Repubblica, ricevuti gli atti trasmessi dal Ministro della giustizia o direttamente dall'autorità straniera a norma di convenzioni internazionali in vigore per lo Stato: 1) se la rogatoria ha per oggetto acquisizioni probatorie da compiersi davanti al Giudice ovvero attività che secondo a legge italiana devono essere svolte dal Giudice, presenta senza ritardo le proprie richieste al Giudice per le indagini preliminari, 2) negli altri casi il procuratore della Repubblica dà senza ritardo esecuzione alla richiesta, con decreto motivato. Nell'ipotesi in cui la domanda di assistenza giudiziaria abbia per oggetto atti che devono essere eseguiti in più distretti all'esecuzione provvede il procuratore del luogo nel quale deve compiersi il maggior numero di atti ovvero, se di eguale numero, quello nel cui distretto deve compiersi l'atto di maggiore importanza investigativa. Qualora il procuratore della Repubblica ritenga che sussista la competenza di altro Ufficio, trasmette gli atti a tale ufficio. In caso di contrasto si applicano gli artt. 54,54-bis e 54-ter c.p.p. Qualora la richiesta di assistenza giudiziaria richieda l'intervento del Giudice, in caso di contrasto, gli atti sono trasmessi alla Corte di Cassazione, che decide secondo le forme previste dagli artt. 32, comma 1 e 127 c.p.p., in quanto compatibili. Il procuratore della Repubblica competente trasmette senza ritardo al procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo copia delle rogatorie dell'autorità straniera che si riferiscono ai delitti di cui all'art. 51, comma 3-bis e comma 3-quater c.p.p. Verifiche da compiere al fine di eseguire una richiesta di cooperazione: a. Legittimazione attiva: Il Procuratore della Repubblica dovrà in primo luogo procedere alla verifica relativa alla legittimazione attiva dell'Autorità straniera richiedente (nei soli casi in cui vi sia stata trasmissione diretta - atteso che in caso di trasmissione tramite Autorità centrale tale verifica è compiuta in via preliminare dal Ministero della Giustizia - e sempre che tale modalità di trasmissione sia espressamente prevista dallo strumento internazionale applicabile). b. Controllo di legittimità: La Procura della Repubblica nel delibare la richiesta svolge funzioni di controllo di legittimità secondo i parametri previsti dal comma 7 dell'art. 724 c.p.p. (analoghe funzioni vengono svolte anche nel caso di atti di competenza del Giudice, in cui si avrà sostanzialmente un doppio controllo di legittimità), relativamente ai seguenti aspetti: 1) rispondenza degli atti richiesti alla legge e ai principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato; 2) osservanza del principio di doppia incriminazione (ove non espressamente escluso dallo strumento sovranazionale applicabile), salvo che l'imputato abbia liberamente espresso il suo consenso alla domanda di assistenza giudiziaria; si rammenta che molti strumenti sovranazionali prevedono che l'assistenza debba essere prestata anche a prescindere dalla doppia incriminazione. Tra gli strumenti di più ampia applicazione si ricorda che tale esclusione è ad esempio contenuta nella Convenzione di Strasburgo del 1959, che prevede come regola generale l'assistenza a prescindere dalla doppia incriminazione (fatta salva la possibilità per gli Stati di richiedere tale requisito, attraverso apposita riserva da formulare all'atto del deposito dello strumento di ratifica o in un momento successivo, ai sensi dell'art. 5, in relazione ai provvedimenti di sequestro e perquisizione). Si ricorda comunque che l'Italia non ha formulato tale riserva e pertanto la verifica della doppia incriminazione potrà essere eseguita solo nei confronti di Stati Parte della convenzione che abbiano formulato espressa riserva ai sensi dell'art. 5, in applicazione del principio di reciprocità. Va comunque evidenziato che ai sensi della CAAS (Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen, ormai superata, nei rapporti tra i Paesi membri dell'Unione europea, dalla Convenzione di Bruxelles del 2000) l'assistenza richiesta da uno Stato aderente a Schengen avente ad oggetto un sequestro o una perquisizione era dovuta anche in mancanza della doppia punibilità. 3) verifica di insussistenza di motivi discriminatori (ed in particolare che non vi siano fondate ragioni per ritenere che considerazioni relative alla razza, alla religione, al sesso, alla nazionalità, alla lingua, alle opinioni politiche o alle condizioni personali o sociali possano influire sullo svolgimento o sull'esito del processo), comunque superabili in caso di consenso dell'imputato, liberamente espresso. c. Oggetto della richiesta di cooperazione: L'atto oggetto della richiesta di cooperazione deve essere finalizzato allo svolgimento di attività istruttoria, funzionale all'acquisizione delle prove e di sequestro di beni a fini di confisca (art. 724, comma 1, c.p.p.). L'espresso riferimento all' «acquisizione delle prove e di sequestro di beni a fini di confisca» ha creato qualche problema interpretativo in relazione all'individuazione dell'autorità competente all'esecuzione di richieste di citazione di periti, dell'imputato o di altri soggetti processuali. Ed invero l'art. 726 c.p.p. prevede, in relazione alla citazione dei testimoni, la competenza del procuratore della Repubblica del luogo dove deve essere eseguita, il quale provvede alla notificazione a norma dell'art. 167. In considerazione della lettera della norma, dottrina e giurisprudenza hanno sempre ritenuto che per le citazioni di soggetti diversi da quelli espressamente contemplati (testimoni), e quindi per la citazione di periti, imputati e altri soggetti processuali, dovesse quindi farsi ricorso al procedimento di exequatur dinanzi alla Corte di appello. Nonostante il difetto di coordinamento e nonostante la lettera dell'art. 724 c.p.p., deve ritenersi che la competenza per la citazione di periti e altri soggetti processuali sia oggi demandata al procuratore del distretto. D'altro canto una diversa interpretazione, che configurasse la competenza del procuratore della Repubblica del luogo, si tradurrebbe in un'ingiustificata interpretatio abrogans del citato art. 726 c.p.p., nonché dell'art. 726-bis c.p.p., che prevede la notifica all'imputato a cura del procuratore della Repubblica del luogo solo nei casi in cui le convenzioni o gli accordi internazionali consentono la notificazione diretta all'interessato a mezzo posta e questa non venga utilizzata. D'altro canto l'interpretazione proposta, che attribuisce al procuratore del capoluogo del distretto la competenza ad eseguire le richieste di notifica di citazioni a periti, imputati ed altri soggetti processuali diversi dai testimoni (espressamente contemplati dall'art. 726 c.p.p.), salvo i casi rientranti nella previsione dell'art. 726-bis c.p.p. risulta omogenea a quella adottata in sede di attuazione della convenzione di Bruxelles, che attribuisce detta competenza proprio al Procuratore del capoluogo del Distretto. Sospensione dell'esecuzione Nel caso in cui dall'espletamento della richiesta di cooperazione possa derivare pregiudizio per le indagini o a procedimenti penali in corso nello Stato né può essere disposta la sospensione. In mancanza di un termine, la stessa deve essere ricollegata alla causa della sospensione, consentendo quindi l'esecuzione della richiesta una volta venute meno le esigenze interne. Il consenso nell'ambito delle procedure di cooperazione giudiziaria. Art. 205- bis disp. att. c.p.p. Come abbiamo visto in precedenza, l'art. 724 c.p.p. prevede la possibilità di dare esecuzione ad una richiesta di cooperazione internazionale anche nelle ipotesi in cui difetti il principio della doppia incriminazione (e sempre che lo strumento sovranazionale non preveda espressamente deroghe a tale principio), ovvero nelle ipotesi in cui vi siano fondate ragioni per ritenere che considerazioni relative alla razza, alla religione, al sesso, alla nazionalità, alla lingua, alle opinioni politiche o alle condizioni sociali possano influire sullo svolgimento o sull'esito del processo, ove l'imputato abbia liberamente espresso il suo consenso alla domanda di assistenza giudiziaria. In tali ipotesi, quindi, prima di rigettare la richiesta ai sensi dell'art. 724, comma 7, lett. b) e c), il procuratore della Repubblica dovrà consultare l'imputato, al fine di verificare se lo stesso intenda prestare il proprio consenso. Si rammenta che ai sensi dell'art. 205-bis disp. att. c.p.p., norma di portata generale che disciplina l'espressione del consenso nelle procedure di cooperazione giudiziaria, prevede che «quando è previsto dal codice o da accordi internazionali, per l'espletamento di determinati atti, che l'interessato esprima il proprio consenso in una procedura di cooperazione giudiziaria, il consenso espresso non può essere revocato, salvo che l'interessato ignorasse circostanze di fatto rilevanti ai fini della sua decisione ovvero esse si siano successivamente modificate» (art. 205-bis disp. att. c.p.p.). La norma, pur prevedendo in linea generale l'irretrattabilità, prevede tuttavia, come abbiamo visto, la possibilità di far valere eventuali vizi del consenso, ove «l'interessato ignorasse circostanze di fatto rilevanti ai fini della sua decisione ovvero esse si siano successivamente modificate». Nulla dice tuttavia la norma sulle modalità ed il termine entro cui far valere l'eventuale vizio del consenso, il che chiaramente potrebbe creare in futuro problemi applicativi non irrilevanti. |