Istanza di rinvio alla Grande Camera (art. 43 CEDU)InquadramentoLa richiesta di rinvio della decisione alla Grande Camera, prevista dall'art. 43 CEDU, costituisce uno strumento eccezionale volto a prevenire il contrasto tra le decisioni della Corte e può avvenire d'ufficio ovvero su richiesta di parte. FormulaAlla Cancelleria della CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO Consiglio di Europa 67075 Strasburgo Cedex Francia Istanza di rinvio in Grande Camera Ricorso n. ... Decisione ... Emessa il ... [1] Il ricorrente, esaminata la decisione sopra indicata emessa dalla (indicare la sezione) della Corte europea dei diritti dell'uomo sul ricorso n. ... contro lo Stato italiano, chiede il rinvio alla Grande Camera della Corte, ai sensi dell'art. 43, par. 1 della Convenzione e dell'art. 73, par. 1 del Regolamento. Qualora la presente richiesta dovesse essere accolta, il ricorrente si riserva di presentare ulteriori memorie dinanzi alla Grande Camera. I. PREMESSA La sentenza nel caso in esame è stata emessa in data ... . Il termine per presentare la richiesta di rinvio scade, pertanto, in data ... . La ... Sezione della Corte si è pronunciata nei seguenti termini [2]: ... . II. PRESUPPOSTI PREVISTI DALL'ART. 43 DELLA CONVENZIONE Il ricorrente ritiene che le conclusioni della decisione nel caso indicato richiedano un nuovo esame da parte della Grande Camera. In particolare si evidenzia, ai fini dell'accoglimento della presente richiesta, che la sentenza ... tratta di un'importante questione di carattere generale, poiché: ...; ...; e/o solleva una questione concernente l'interpretazione e/o applicazione della Convenzione e dei suoi Protocolli. In particolare si rileva un contrasto tra i principi affermati nella/e decisioni ... e quelli della decisione in esame e/o si rappresenta che uno o più principi sviluppati nel caso in esame richiedano di essere maggiormente chiariti e/o si rappresenta che il caso in questione affronta un tema nuovo che richiede un maggiore approfondimento e/o si rappresentano le conseguenze che l'impatto della decisione avrebbe sull'ordinamento nazionale. Specificatamente: ...; ... . III. CONCLUSIONI Alla luce delle considerazioni sopra esposte, il ricorrente chiede che la Corte voglia accogliere la richiesta di rinvio del caso davanti alla Grande Camera. 1. Inserire nome della decisione (es. Contrada c. Italia) e data della sua adozione. 2. È opportuno riportare il dispositivo della decisione e/o riassumere i punti salienti sollevati nel ricorso e la difesa del Governo. Vedi anche art. 73 del regolamento della Corte “Rinvio alla Grande Camera su istanza di parte”1. Ai sensi dell'art. 43 della Convenzione, ogni parte può in situazioni eccezionali, nel termine di tre mesi a far data dalla pronuncia della sentenza resa da una Camera, depositare per scritto in cancelleria un'istanza di rinvio alla Grande Camera, specificando i gravi problemi di interpretazione o di applicazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, o una grave questione di carattere generale che, a suo giudizio, merita di essere esaminata dalla Grande Camera. 2. Un collegio di cinque giudici della Grande Camera costituito conformemente all'art. 24, paragrafo 5 del presente regolamento esamina la domanda sulla sola base del fascicolo esistente. La accoglie solo se ritiene che il caso sollevi una simile questione. La decisione di rigetto dell'istanza non necessita di motivazione. 3. Se il collegio accoglie l'istanza, la Grande Camera si pronuncia con sentenza. CommentoIl quadro istituzionale La Corte EDU ha sede a Strasburgo ed è stata istituita nel 1959 dall'omonima Convenzione, firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed entrata in vigore nel settembre del 1953, oggetto di ratifica da parte dell'Italia con legge e ratificata dall'Italia con l. n. 848/1955. La Corte costituisce un organo giurisdizionale internazionale ed è composta da un numero di giudici corrispondente a quello degli Stati membri del Consiglio di Europa, organizzazione internazionale intergovernativa, il cui statuto è stato sottoscritto il 5 maggio 1949, a Londra, con la finalità di tutelare i diritti umani nella regione europea. Non vi è sovrapposizione tra l'Unione Europea e il Consiglio d'Europa, che costituiscono entità autonome e differenti, stante altresì la non corrispondenza degli Stati membri delle due istituzioni, dal momento che non tutti i quarantasei Stati che aderiscono al Consiglio d'Europa sono Stati membri dell'Unione Europea, come ad esempio la Turchia o l'Ucraina. I giudici della Corte EDU sono eletti dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sulla base di liste di tre candidati proposte da ciascuno Stato, ed esercitano il loro mandato a titolo individuale, senza rappresentare gli Stati di provenienza, per un periodo non rinnovabile pari a nove anni. La composizione della Corte è variabile, in quanto i ricorsi palesemente inammissibili sono esaminati da un Giudice unico, mentre un Comitato di tre giudici può pronunciarsi con voto unanime sull'ammissibilità e sul merito nei casi già coperti giurisprudenza consolidata. Diversamente, la decisione è assunta a maggioranza dei componenti di una Camera, in numero di sette. Ciascuna Camera è composta dal Presidente della Sezione cui è assegnato il caso, ossia il Giudice eletto dallo Stato contro cui il ricorso è presentato, nonché da ulteriori cinque giudici, designati a rotazione dal Presidente della Sezione. Sono invece diciassette i componenti della Grande Camera, che esamina i casi rimessi a seguito di remissione da parte di una Camera o di accettazione di apposita richiesta di rinvio delle parti. Siedono nella composizione della Grande Camera il Presidente e il vice Presidente della Corte, nonché i presidenti delle Sezioni, oltre al Giudice eletto dallo Stato contro cui è stato proposto ricorso e altri giudici appositamente sorteggiati. La Corte EDU svolge funzioni consultive e giurisdizionali. Le prime, ai sensi dell'art. 47 CEDU, consistono nel fornire pareri motivato in ordine all'interpretazione della Convenzione e dei relativi Protocolli, su richiesta del Comitato dei Ministri. Nello svolgimento della sua funzione giurisdizionale, la Corte viene invece adita su ricorso degli Stati membri, ai sensi dell'art. 33 CEDU, ovvero – a far data dal 1998 – su ricorso individuale di cittadini, organizzazioni non governative o gruppi di individui, ai sensi dell'art. 34 CEDU. La Corte ha competenza riguardo l'interpretazione e l'applicazione della Convenzione e dei relativi protocolli, ivi compresa la tutela e il rispetto dei diritti e delle garanzie ivi previsti. Le sentenze della Corte EDU sono motivate e soggette a pubblicazione, vincolando alla decisione assunta gli Stati membri del Consiglio d'Europa che siano stati parte nella controversia. L'esecuzione viene monitorata dal Comitato dei Ministri, ai sensi dell'art. 46 CEDU, cui viene trasmesso il relativo fascicolo e che procede quindi a consultare lo Stato membro interessato per concordare modalità e tempistiche dell'esecuzioni, onde prevenire nuove violazioni della Convenzione. Difatti, ogni Stato membro ha il dovere di evitare il verificarsi di nuove violazioni, mediante adattamento della legislazione vigente o interventi su singoli provvedimenti adottati in violazione della Convenzione, potendo in caso contrario essere sanzionato per le violazioni successive. È altresì previsto il riconoscimento di un'equa riparazione nei confronti del ricorrente vittorioso, a carico dello Stato membro condannato. L'art . 43 CEDU L'art. 43 CEDU, rubricato “Rinvio dinnanzi alla Grande Camera”, è stato introdotto dal Protocollo n. 11 e prevede, al par. 1, che entro il termine di tre mesi a decorrere dalla data della sentenza di una Camera, ciascuna delle parti in causa possa chiedere che il caso sia rinviato innanzi alla Grande Camera. Si tratta di un termine previsto a pena di decadenza e legato al termine entro cui le decisioni della Corte divengono definitive, decorsi tre mesi dalla decisione. Il rinvio innanzi alla Grande Camera può investire tutte o alcune delle questioni oggetto della decisione, ivi compreso il calcolo dell'equa soddisfazione richiesta ex art. 41 CEDU. Il par. 1 dell'art. 43 CEDU fa riferimento a “casi eccezionali” e il successivo par. 2 prevede che un collegio composto da cinque giudici della Grande Camera deliberi in ordine all'accoglimento o meno della richiesta di rinvio, che avverrà quando la questione oggetto del ricorso sollevi “gravi problemi di interpretazione”, allorché cioè riguardi aspetti su cui la Corte non si sia ancora pronunciata o comunque di rilevante valore per l'evoluzione della giurisprudenza della stessa; ovvero di applicazione della Convenzione o dei suoi Protocolli”, tale da determinare un rilevante intervento legislativo o la modifica di procedimenti amministrativi di uno Stato membro, come nel caso di problemi strutturali che richiedano l'adozione di “sentenze pilota”; o infine “un'importante questione di carattere generale”, come nel caso di questioni di natura politica o che involgano interessi generali dello Stato membro nei cui confronti sia diretta la decisione. Qualora il collegio predetto accolga la domanda di rinvio, sarà dunque la Grande Camera a pronunciarsi con sentenza sul caso, come previsto dal par. 3 dell'art. 43 CEDU. In tal caso la Grande Camera potrà pronunciarsi in toto sulla causa, senza essere vincolata alle questioni sollevate con la domanda di rinvio. La sentenza pronunciata dalla Grande Camera sostituisce quella della Camera da cui proviene il rinvio e sarà immediatamente definitiva, come sancito dal successivo art. 44 CEDU, che per le sentenze delle Camere prevede invece, come anticipato, un periodo di tre mesi a seguito della decisione, perché divengano definitive, a meno che non intervenga prima la dichiarazione delle parti di non intendere adire la Grande Camera ovvero la richiesta di rinvio sia rigettata dall'apposito collegio di cui sopra. |