Opposizione al rigetto del pubblico ministero dell'istanza di restituzione (art. 263, comma 5)

Alessandro Leopizzi
Riccardo Lottini

Inquadramento

Contro il decreto del pubblico ministero che accolga o rigetti la richiesta di dissequestro, gli interessati possono proporre opposizione al giudice delle indagini preliminari, che provvede con procedimento in camera di consiglio.

Formula

AL TRIBUNALE PENALE DI.... UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

OPPOSIZIONE AL RIGETTO DEL PUBBLICO MINISTERO DELL'ISTANZA DI RESTITUZIONE

* * *

Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia/ufficio di....

1....., nato a.... il....;

2....., nata a.... il....;

indagato [1] nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R.,

per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)....

per i reati previsti e puniti dagli artt.

a).... c.p.

b)...., l..... /....

c)...., d.P.R.....

d)...., d.lgs.....

PREMESSO

che, in data...., è stato eseguito da (specificare l'articolazione di polizia giudiziaria che ha compiuto l'atto, di iniziativa o su delega del pubblico ministero) sequestro probatorio a carico di.... ed avente ad oggetto i seguenti beni mobili/immobili [2] ;

che non sussistono dubbi sull'appartenenza del bene, di proprietà del signor.... [3] ;

che il suddetto sequestro appare non necessario, in quanto (specificare le circostanze o le proposte alternative che giustificherebbero la richiesta di restituzione dei beni);

(OVVERO)

che il suddetto sequestro appare non più necessario, in quanto (specificare le circostanze sopravvenute che giustificherebbero la richiesta di restituzione dei beni);

che, sulla scorta di questi condivisibili motivi, è stato richiesto al pubblico ministero il dissequestro dei beni suddetti;

che questa richiesta è stata rigettata in data...., sulla base (riassumere la motivazione, solitamente già di per sé, sintetica, del provvedimento del pubblico ministero);

che questo rigetto appare illegittimo e comunque non condivisibile, in quanto (indicare le ragioni poste a fondamento dell'opposizione);

presenta formale

OPPOSIZIONE

al suddetto provvedimento del pubblico ministero e, per l'effetto,

CHIEDE

che siano restituiti all'avente diritto, signor...., i beni oggetto di sequestro [4], come da verbale in data.... del/della (indicare l'articolazione di polizia giudiziaria che ha eseguito il sequestro).

Si allegano i seguenti documenti.

1)....;

2)....;

Luogo e data....

Firma....

Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022.

[1]Può proporre l'istanza chiunque deteneva legittimamente il bene in sequestro o abbia comunque diritto alla sua restituzione in forza di una relazione giuridica con la res tutelata dall'ordinamento. Occorre ricordare che nel momento in cui entrerà a pieno regime la disciplina introdotta con il d.lgs. n. 150/2022 (c.d. Riforma Cartabia) il deposito degli atti scritti dovrà avvenire esclusivamente con modalità telematiche nel rispetto della normativa che verrà dettata con decreti del Ministero della Giustizia. Il deposito del documento analogico rappresenterà l'eccezione. Attualmente, in attesa della piena entrata in vigore della Riforma, che richiede decreti attuativi del Ministero (il nuovo regime entrerà in vigore trascorsi 15 giorni dall'emanazione di detti decreti), il deposito cartaceo da parte degli avvocati è ancora consentito per atti diversi da quelli che devono essere depositati con il PDP (come si ricava dal persistere del vigore, nel regime transitorio, delle vecchie formulazioni degli artt. 110 e 116 comma 3-bis c.p.p.: v. art. 87 comma 4 d.lgs. n. 150/2022 e del posticipo dell'entrata in vigore del nuovo art. 111-bis c.p.p. trascorsi 15 giorni dall'emanazione dei decreti del Ministero della Giustizia, nonché dall'art. 87 comma 5 che posticipa l'entrata in vigore degli artt. 111 commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, 111-bis, 111-ter c.p.p., 122-comma 2-bis). La presente istanza può essere dunque depositata anche in modo analogico. In via transitoria, ai sensi dell'art. 87-bis d.lgs. n. 150/2022, il deposito è possibile anche mediante invio di posta elettronica certificata all'indirizzo indicato dal Direttore generale per i sistemi informatici automatizzati, che ne specifica anche le modalità tecniche.

[2]Specificare nel dettaglio la consistenza di quanto oggetto di sequestro (con coordinate catastali in caso di immobili).

[3]Ovvero di una società commerciale o di un altro soggetto collettivo.

[4]La richiesta può essere anche parziale e riguardare alcuni beni soltanto, prestando temporanea acquiescenza all'imposizione del vincolo per il resto del compendio.

Commento

Presupposti dell'opposizione

Durante le indagini preliminari, il proprietario di un bene sequestrato (o comunque il titolare di altre situazioni soggettive tutelate dall'ordinamento), anche qualora rivesta altresì la qualità di persona sottoposta alle indagini, può richiedere al pubblico ministero la restituzione, anche solo parziale, dei beni in sequestro.

Se il magistrato inquirente accoglie questa istanza, è ipotizzabile il rischio di precoce volatilizzazione di possibili elementi di prova, anche a favore di altri indagati o della persona offesa. Peraltro, di solito questo pericolo è evitato dalla tradizionale cautela degli uffici di procura nella valutazione di richieste di questo tipo.

Ancora più intuibili le esigenze di garanzia a fronte di un provvedimento di rigetto, tenuto conto della qualità di parte, sia pure pubblica e “imparziale” del pubblico ministero. Il sistema, e in particolare il principio di parità delle parti, impongono dunque la possibilità di adire un giudice.

Contro il decreto del pubblico ministero, dunque, sia che disponga la restituzione o sia che respinga la relativa richiesta, gli interessati possono proporre opposizione al giudice delle indagini preliminari, che provvede con il rito camerale di cui all'art. 127 c.p.p. (art. 263, comma 5, c.p.p.).

Occorre in primo luogo coordinare il perimetro operativo di questo rimedio con la tutela parallelamente offerta dall'istituto del riesame reale di cui al combinato disposto degli artt. 257, comma 1, 355, comma 3, e 324 c.p.p.

La linea di confine tracciata dalla giurisprudenza è sufficientemente netta: in sede di opposizione avverso il decreto del pubblico ministero di rigetto della richiesta di restituzione delle cose sequestrate a fini probatori, il giudice per le indagini preliminari non può ordinare il dissequestro per motivi che attengono alla legittimità del provvedimento genetico, in quanto la competenza a decidere la fondatezza del fumus del reato contestato è riservata in via esclusiva al tribunale del riesame Cass. V, n. 14039/2020; Cass. II, n. 50169/2015). Sono viceversa suscettibili di piena valutazione eventuali circostanze sopravvenute.

In particolare, la mancata indicazione di un termine di durata del vincolo non incide sulla validità originaria del provvedimento, ma l'eccessivo ed ingiustificato protrarsi del sequestro può abilitare l'interessato alla richiesta di revoca della misura, nel presupposto della illegittimità del suo ulteriore mantenimento nel tempo (Cass. II, n. 5650/2014). L'autorità giudiziaria, infatti, al fine di esaminare un'ampia massa di dati i cui contenuti sono potenzialmente rilevanti per le indagini, può disporre un sequestro dai contenuti molto estesi, provvedendo, tuttavia, nel rispetto del principio di proporzionalità e adeguatezza, alla immediata restituzione delle cose sottoposte a vincolo non appena sia decorso il tempo ragionevolmente necessario per gli accertamenti (Cass. VI, n. 53168/2016).

Legittimazione

Quanto ai requisiti per la proposizione dell'istanza, il soggetto che richiede il dissequestro deve fornire la prova rigorosa della esistenza di un suo diritto legittimo su di essa, non potendosi prescindere dall'accertamento dello ius possidendi (Cass. V, n. 9284/2014, che ha confermato il diniego alla restituzione di una somma di denaro, rinvenuta in una busta e sequestrata nei confronti di ignoti per il reato di cui all'art. 624-bis c.p., in favore di un soggetto che aveva denunciato lo stesso giorno del sequestro il furto dalla propria abitazione di una somma di poco inferiore a quella trovata, assumendo di averla vinta al lotto).

L'accertamento è ancora più stringente quando si verta in merito a cose pertinenti a reato di suscettibili di successiva confisca obbligatoria: in tal caso, il terzo che ne invochi la restituzione qualificandosi come proprietario o titolare di altro diritto reale è tenuto a provare i fatti costitutivi della sua pretesa e, in particolare, oltre alla titolarità del diritto vantato, anche la propria estraneità al reato, la mancata percezione di qualsiasi profitto derivante dal fatto penalmente sanzionato e la buona fede, intesa come assenza di condizioni in grado di configurare a suo carico un qualsivoglia addebito di negligenza (Cass. I, n. 68/2013 e Cass. I, n. 48673/2015, entrambe in tema di sequestro di un veicolo adoperato per favorire l'ingresso clandestino in Italia di cittadini extracomunitari).

Questioni sulla titolarità dei beni

Il terzo proprietario deve essere sentito in camera di consiglio, con le forme previste dall'art. 127 c.p.p., quando l'istanza di restituzione sia stata presentata da un terzo soggetto.

Qualora, nonostante questa fluida modalità di contraddittorio, permangano incertezze sulla reale appartenenza dei beni (rectius, sorga “controversia sulla proprietà delle cose sequestrate”), il giudice rimette le parti davanti al giudice civile, mantenendo nel frattempo il sequestro (art. 263, commi 1 e 3 c.p.p.). Questo provvedimento, di natura interlocutoria e privo di contenuto decisorio, formale o sostanziale, non pregiudica i diritti delle parti, che possono essere fatti valere nel giudizio civile, e non può pertanto essere a sua volta impugnato (Cass. V, n. 9108/2013. Analogamente, in tema di pronuncia del tribunale del riesame, Cass. II, n. 35665/2014 e del giudice dell'esecuzione, Cass. I, n. 6769/2018).

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