Eccezione di incompetenza per connessione al giudice per le indagini preliminari (art. 22)

Alessandro Leopizzi
Angelo Salerno

Inquadramento

Nel corso delle indagini preliminari, il giudice, se riconosce, anche su impulso di parte, la propria incompetenza per connessione, pronuncia ordinanza e dispone la restituzione degli atti al pubblico ministero.

Formula

TRIBUNALE PENALE DI.... UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

ECCEZIONE DI INCOMPETENZA PER CONNESSIONE

* * *

Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia/ufficio di....

1....., nato a.... il....;

2....., nata a.... il....;

indagato nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R.,

per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)....

per i reati previsti e puniti dagli artt.

a).... c.p.

b)...., l..... /....

c)...., d.P.R.....

d)...., d.lgs.....

PREMESSO

che (riassumere sinteticamente il particolare momento procedimentale, per quanto possa rivestire rilievo ai fini della decisione del giudice: misura cautelare in atto, pendenza della richiesta di incidente probatorio, accertamenti tecnici non ripetibili in via di espletamento, etc.) [1] ;

che il reato per cui si procede, per come iscritto nel registro di cui all'art. 335 c.p.p., risulta connesso, ai sensi dell'art. 12 c.p.p., ad altro procedimento e nello specifico al procedimento penale pendente presso la procura della Repubblica di.... al n..... /.... NR;

che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – da più persone in concorso;

(OVVERO)

che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – da più persone in cooperazione colposa fra loro;

(OVVERO)

che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – da più persone con condotte indipendenti che hanno determinato l'evento;

(OVVERO)

che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – con una sola azione od omissione ovvero con più azioni od omissioni esecutive di un medesimo disegno;

(OVVERO)

che i reati oggetto del presente procedimento sarebbero stati commessi – in ipotesi – per eseguire o per occultare i reati oggetto del citato procedimento n..... /.... NR pendente presso la procura della Repubblica di....;

che, invero, (illustrare le ragioni di connessione tra i due procedimenti)

che la competenza per materia determinata dalla connessione (ovvero la competenza per territorio determinata dalla connessione) opera dunque in favore della procura di...., in quanto (specificare le ragioni per cui la competenza opera in favore del suddetto ufficio giudiziario);

che dunque è competente a procedere l'autorità giudiziaria di....;

presenta, ai sensi dell'art. 22 c.p.p., formale

ECCEZIONE DI INCOMPETENZA PER CONNESSIONE

e, per l'effetto,

CHIEDE

che il giudice adìto voglia pronunciare la conseguente ordinanza e disporre la trasmissione degli atti al pubblico ministero.

Si allegano i seguenti documenti.

1)....;

2).....

Luogo e data....

Firma....

[1]L'invocata ordinanza di incompetenza produce effetti limitatamente al provvedimento richiesto (art. 22, comma 2 c.p.p.). Essa non impone pertanto la trasmissione degli atti da parte del pubblico ministero procedente ad altro ufficio di procura istituito presso l'organo giurisdizionale competente come individuato nel provvedimento del giudice. Per ottenere un simile obiettivo la parte deve invece presentare apposita richiesta al magistrato inquirente ai sensi dell'art. 54-quater, comma 1 c.p.p. (se del caso giovandosi poi del rimedio para-impugnatorio previsto dal successivo comma 3 del medesimo articolo).

Commento

La giurisdizione dei giudici ordinari si declina secondo i criteri di competenza (materia, territorio, connessione).

Due o più procedimenti sono connessi, secondo quanto stabilito dall'art. 12 c.p.p.:

a) se il reato per cui si procede è stato commesso da più persone in concorso (art. 110 c.p.) o cooperazione fra loro (113 c.p.), o se più persone con condotte indipendenti hanno determinato l'evento (41 c.p.);

b) se una persona è imputata di più reati commessi con una sola azione od omissione ovvero con più azioni od omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso (art. 81, commi 1-2 c.p. Secondo Cass. II, n. 17090/2017, la connessione fondata sull'astratta configurabilità del vincolo della continuazione è idonea a determinare lo spostamento della competenza soltanto quando l'identità del disegno criminoso sia comune a tutti i compartecipi, giacché l'interesse di un imputato alla trattazione unitaria di fatti in continuazione non può pregiudicare quello del coimputato a non essere sottratto al giudice naturale);

c) se dei reati per cui si procede gli uni sono stati commessi per eseguire o per occultare gli altri (art. 61, n. 1 c.p., cosiddetta connessione teleologica, configurabile anche quando non vi sia identità fra gli autori del reato fine e quelli del reato mezzo, ferma restando la necessità di accertare che l'autore di quest'ultimo abbia avuto presente l'oggettiva finalizzazione della sua condotta alla commissione o all'occultamento di un altro reato. Cfr. Cass. S.U., n. 53390/2017).

La connessione opera su procedimenti originariamente rimessi a un giudice individuato secondo le regole della competenza per materia e per territorio.

La competenza per materia della corte di assise esercita una vis attractiva nei confronti di tutti i procedimenti connessi di competenza del tribunale (art. 15 c.p.p.).

Analogamente opera questa regola per i procedimenti di cosiddetta competenza distrettuale ai sensi dell'art. 51, commi 3-bis e 3-quinquies c.p.p., rispetto ai procedimenti relativi ad altri reati connessi, anche quando tali reati siano più gravi dei primi (Cass. I, n. 32765/2016).

In caso di più procedimenti connessi attribuiti alla competenza territoriale di più giudici ugualmente competenti per materia, procede il giudice competente per il reato più grave e, in caso di pari gravità, al giudice competente per il reato commesso in data più risalente. I delitti si considerano più gravi delle contravvenzioni. Fra delitti o fra contravvenzioni si considera più grave il reato per il quale è prevista la pena più elevata nel massimo ovvero, in caso di parità dei massimi, la pena più elevata nel minimo; se sono previste pene detentive e pene pecuniarie, di queste si tiene conto solo in caso di parità delle pene detentive non potendo assumere carattere dirimente a fronte di una pena edittale detentiva più alta, ma senza pena pecuniaria (Cass. VI, n. 2629/2022). In tale verifica, deve farsi esclusivo riferimento alle sanzioni edittali nella misura della pena vigente al momento dell'esercizio dell'azione penale (Cass. I, n. 348/2017), restando priva di rilevanza, nel caso in cui queste si equivalgano, la maggiore o minore entità del danno in concreto provocato dalle singole condotte criminose (Cass. VI, n. 52550/2016). Per la connessione derivante dal concorso o dalla cooperazione (o comunque dalle condotte indipendenti) di più persone, quando le azioni od omissioni sono state commesse in luoghi diversi, se dal fatto è derivata la morte di una persona, è competente il giudice del luogo in cui si è verificato l'evento (art. 16). Occorre inoltre avere riguardo alla pena in astratto complessivamente considerata, come chiarito dalla Corte di Cassazione, in relazione ad una fattispecie di reato associativo, ritenuto più grave in relazione ai reati fine, sì da determinare lo spostamento della competenza nei confronti di tutti gli imputati, a nulla rilevando che la pena per i meri partecipi risulti inferiore rispetto alla pena prevista per uno dei reati fine connessi, in quanto la competenza va determinata unitariamente con riguardo al reato complessivamente considerato (Cass. VI, n. 2629/2022).

Qualora non sia possibile individuare il luogo di consumazione del reato più grave, non è consentito far ricorso alle regole suppletive stabilite nell'art. 9 c.p.p. (riferite, sia per la collocazione, sia per il contenuto letterale, a procedimenti relativo a un singolo reato), si deve avere invece riguardo al luogo di consumazione del reato che, in via decrescente, si presenta come il più grave fra quelli residui (Cass. II, n. 3850/2016).

La peculiare posizione dei minorenni è tutelata dall'art. 14 c.p.p., secondo cui la connessione non opera tra procedimenti relativi a imputati che al momento del fatto erano minorenni e procedimenti relativi a imputati maggiorenni, né tra procedimenti per reati commessi quando l'imputato era minorenne e procedimenti per reati commessi quando era maggiorenne.

Regole particolari disciplinano la connessione tra procedimenti spettanti a giudici ordinari e speciali in favore della Corte costituzionale rispetto al giudice ordinario e in favore del giudice ordinario rispetto a quello militare, quando il reato comune è più grave di quello militare (art. 13 c.p.p. Secondo Cass. S.U., n. 18621/2016, non sono apprezzabili le circostanze aggravanti comuni, ma soltanto quelle ad effetto speciale che importino un aumento di pena superiore ad un terzo).

Le regole sulla competenza derivante dalla connessione di procedimenti non sono subordinate alla pendenza dei procedimenti nello stesso stato e grado, essendo anche quello basato sulla connessione un criterio originario e autonomo di attribuzione della competenza (Cass. S.U., n. 27343/2013. Cfr. anche le note di Casiraghi, Competenza per connessione e giudice naturale, in Cass. pen., 2013-12, 4492 ss. e Liguori, Connessione e pendenza dei procedimenti nella stessa fase: la dottrina fa breccia nelle sezioni unite, in Cass. pen., 2013-11, 3810 ss.). Da ciò deriva che la competenza così radicatasi resta invariata per tutto il corso del processo, indipendentemente dalle successive vicende relative ai procedimenti riuniti, per il principio della perpetuatio iurisdictionis (Cass. VI, n. 12405/2017).

I procedimenti connessi sono attribuiti alla competenza di un solo giudice, il quale non è comunque obbligato alla riunione, per quanto questa sia evidentemente la soluzione ordinaria (artt. 17 e 18 c.p.p.).

L'incompetenza per connessione dovrà comunque essere rilevata o eccepita, a pena di decadenza, prima della conclusione dell'udienza preliminare ovvero, per i procedimenti a citazione diretta, entro il termine previsto dall'art. 491, comma 1 c.p.p. per la proposizione delle questioni preliminari (art. 21 c.p.p.).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario