Ordinanza di incompetenza del Giudice per le indagini preliminari (art. 22)

Angelo Salerno
Alessandro Leopizzi

Inquadramento

Durante le indagini preliminari, il Giudice decide ogni questione di competenza con semplice ordinanza (che produce effetti limitatamente al solo provvedimento sottoposto alla sua attenzione) e trasmette poi gli atti al Pubblico Ministero.

Formula

TRIBUNALE PENALE DI ...

UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

ORDINANZA DI INCOMPETENZA

art. 22 c.p.p.

Il Giudice,

letti gli atti del procedimento penale indicato in epigrafe, nei confronti di:

1. ..., nato il ... a ..., residente in ..., difeso di ufficio/fiducia dall'Avv. ... del Foro di ...;

2. ..., nata il ... a ..., residente in ..., difesa di ufficio/fiducia dall'Avv. ... del Foro di ...;

per il reato previsto e punito dall'art. ...;

per i reati previsti e puniti dagli artt. ... .

In ... Commesso/Accertato in ..., il ... .

Ritenuto che il difensore di ... ha presentato eccezione di incompetenza di questo Tribunale per materia (ovvero per territorio) (ovvero per connessione);

che tale eccezione è basata su ... (riportare sinteticamente le ragioni poste a sostegno dell'eccezione);

Considerato che l'eccezione di incompetenza per territorio (ovvero per connessione) è stata tempestivamente proposta, ai sensi dell'art. 21 c.p.p.;

(ovvero)

che l'eccezione di incompetenza per materia è comunque rilevabile, anche d'ufficio, in ogni stato e grado del procedimento, ai sensi dell'art. 21 c.p.p.;

che, in ogni caso, l'eccezione risulta fondata, in quanto ... (motivare la soluzione prescelta per la questione di competenza);

che, dunque, competente a provvedere è la suddetta Autorità giudiziaria;

Per Questi Motivi

Dichiara la competenza del (indicare l'ufficio giudiziario giudicante ritenuto competente).

Dispone la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero per l'ulteriore seguito.

Manda la Cancelleria per le comunicazioni e gli altri adempimenti di rito.

Luogo e data ...

Il Giudice per le indagini preliminari ...

Firma ...

Commento

Il codice disciplina in maniera più fluida la definizione delle questioni di competenza durante le indagini preliminari, in considerazione della natura ancora in qualche modo magmatica di questa prima fase procedimentale, diretta ad acquisire ogni utile elemento per le determinazioni inerenti l'eventuale esercizio dell'azione penale.

Secondo l'art. 22, comma 1, c.p.p., dunque, il Giudice per le indagini preliminari, se riconosce – di ufficio oppure a seguito di eccezione di parte – la propria incompetenza per materia o per territorio o per connessione, pronuncia semplicemente ordinanza e dispone la restituzione degli atti al Pubblico Ministero.

Durante il dibattimento, viceversa, ai sensi del successivo art. 23, la declaratoria di incompetenza deve assumere la forma della sentenza e prevedere la trasmissione degli atti direttamente al Giudice competente, senza alcun regresso a fasi preliminari all'esercizio dell'azione penale.

L'ordinanza di incompetenza, peraltro, produce effetti soltanto in relazione al provvedimento richiesto (naturale conseguenza della natura incidentale dei poteri attribuiti al Giudice per le indagini preliminari). Essa pertanto, pur rappresentando con ogni evidenza un tassello di rilievo nella complessiva economia processuale, non vincola il Pubblico Ministero procedente alla immediata trasmissione degli atti ad altro ufficio di procura istituito presso l'organo giurisdizionale competente, come individuato nel provvedimento del Giudice. Peraltro, alla conclusione delle indagini preliminari, gli elementi a sostegno dell'ipotesi originaria ben potrebbero essere corroborati da ulteriori risultanze investigative.

In deroga a questa regola generale, il Giudice per le indagini preliminari a cui sia stata sottoposta dal Pubblico Ministero una richiesta di misura cautelare personale o reale può, o meglio deve, provvedere ugualmente, dal momento che l'indifferibilità del provvedimento invocato è uno degli elementi costitutivi dell'istituto (cosiddetto periculum libertatis. Anzi, secondo Cass. V, n. 54016/2017, in tema di misure reali, il Giudice può disporre il sequestro preventivo, senza essere tenuto, a differenza di quanto previsto per le misure cautelari personali, a valutare la sussistenza del requisito dell'urgenza). Nondimeno, le misure cautelari disposte dal Giudice che si dichiara incompetente per qualsiasi causa, contestualmente (e quindi in seno alla stessa ordinanza cautelare) ovvero successivamente, cessano di avere effetto se, entro venti giorni dalla ordinanza di trasmissione degli atti, il Giudice competente non provvede ad emettere una nuova ordinanza cautelare che confermi integralmente il primo provvedimento (art. 27 c.p.p.). Vista la estrema ristrettezza dei termini, sarà dunque necessario per il Pubblico Ministero provvedere senza indugio alla trasmissione degli atti alla procura presso l'ufficio giudicante competente perché possa reiterare a quest'ultimo la richiesta cautelare, qualora ne condivida il contenuto.

Il tribunale del riesame, investito dell'impugnazione di un provvedimento impositivo di misura cautelare reale, può sindacare la competenza territoriale del Giudice che ha emesso la misura stessa, solo se l'azione penale non è stata ancora esercitata: successivamente, resta riservata al Giudice di merito ogni valutazione sulla competenza (Cass. III, n. 16478/2016).

Qualora inoltre il tribunale del riesame operi una diversa qualificazione giuridica del reato, escludendo la riconducibilità dei fatti alle ipotesi criminose ricomprese nell'art. 51, comma 3-bis, c.p.p., deve dichiarare l'incompetenza del Giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo del distretto in cui ha sede il Giudice competente, conservando il potere, nel caso in cui tale verifica abbia esito negativo, di annullare il provvedimento, ovvero, nel caso contrario, di provvedere ai sensi dell'art. 27 c.p.p., laddove ravvisi l'urgenza anche di una sola delle esigenze cautelari riscontrate (Cass. I, n. 32956/2022). Deve ritenersi inammissibile il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del tribunale del riesame proposto per far valere l'incompetenza territoriale del Giudice della misura nel caso in cui il tribunale del riesame abbia annullato il provvedimento per carenza di gravità indiziaria (Cass. III, n. 9748/2022).

Le prove già acquisite dal Giudice incompetente non divengono di per sé inefficaci (art. 26, comma 1, c.p.p.). Dal momento che è il dibattimento l'ordinaria sede di formazione della prova, per quanto attiene all'incompetenza dichiarata dal Giudice per le indagini preliminari, tale norma dispiegherà i suoi effetti soltanto sulle prove assunte mediante incidente probatorio, nonché sui verbali degli atti irripetibili e sugli esiti delle intercettazioni, trattandosi di atti investigativi comunque suscettibili di essere poi inseriti nel fascicolo del dibattimento. In ogni caso, le dichiarazioni rese al Giudice incompetente per materia, se ripetibili, sono utilizzabili soltanto nell'udienza preliminare e per le contestazioni in sede di esame del testimone ovvero dell'imputato o di una delle altre parti private (art. 26, comma 2, c.p.p.).

Mantiene la sua efficacia davanti alla nuova autorità giudiziaria, all'esito della trasmissione degli atti, anche l'avviso di conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell'art. 415-bis c.p.p., se già ritualmente effettuato dal Pubblico Ministero precedente, dal momento che la rinnovazione della notifica è necessaria solo se vengono svolte ulteriori indagini o vengono contestati altri reati o circostanze aggravanti diverse, altrimenti, in presenza di un quadro probatorio invariato, essa avrebbe solo l'effetto di ritardare il processo, danneggiando in primo luogo l'imputato presunto innocente (Cass. III, n. 20765/2010, successivamente confermata da Cass. V, n. 10288/2018).

È inammissibile, in base al principio di tipicità dei mezzi di impugnazione, il ricorso per cassazione proposto dal Pubblico Ministero contro l'ordinanza di incompetenza emessa dal Giudice per le indagini preliminari, salvo i casi di abnormità (Cass. S.U., n. 42030/2014. Cfr. anche la più recente Cass. V, n. 54016/2017, relativa a una vicenda procedimentale in cui il Giudice per le indagini preliminari si era dichiarato incompetente ai sensi dell'art. 27 c.p.p. e aveva emesso il provvedimento di sequestro preventivo, di modo che la Corte ha anche rilevato carenza di interesse in concreto a ricorrere da parte del Pubblico Ministero).

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