Istanza di revoca della sospensione per incapacità dell'imputato (art. 72)InquadramentoLa sospensione del procedimento per incapacità processuale dell'indagato/imputato è revocata non appena risulti, dagli accertamenti peritali disposti all'uopo con cadenza tendenzialmente semestrale, che lo stato mentale di quest'ultimo ne consente la cosciente partecipazione al procedimento. FormulaTRIBUNALE PENALE DI.... UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI ISTANZA DI REVOCA DELLA SOSPENSIONE DEL PROCEDIMENTO PER INCAPACITÀ REVERSIBILE DELL'INDAGATO [1] (ovvero) TRIBUNALE PENALE DI.... UFFICIO DEL GIUDICE DELL'UDIENZA PRELIMINARE ISTANZA DI REVOCA DELLA SOSPENSIONE DEL PROCEDIMENTO PER INCAPACITÀ REVERSIBILE DELL'IMPUTATO [2] (ovvero) TRIBUNALE DI.... SEZIONE PENALE IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA (DOTT.....) IN COMPOSIZIONE COLLEGIALE ISTANZA DI REVOCA DELLA SOSPENSIONE DEL PROCEDIMENTO PER INCAPACITÀ REVERSIBILE DELL'IMPUTATO [3] * * * Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia/ufficio di........ 1....., nato a.... il....; 2....., nata a.... il....; indagato (ovvero imputato) nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R., per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.).... per i reati previsti e puniti dagli artt. a).... c.p. b)...., l..... /.... c)...., d.P.R..... d)...., d.lgs..... PREMESSO che, con ordinanza in data...., sono stati disposti accertamenti peritali diretti a verificare se l'indagato (ovvero l'imputato) fosse in grado di partecipare coscientemente al procedimento; che il perito nominato, Dott....., nel proprio elaborato depositato in data...., ha affermato che (riportare, anche citandoli testualmente e riscontrandoli con ulteriori emergenze indiziarie o probatorie, i brani di maggior rilevanza dell'elaborato per quanto attiene alla condizione di reversibilità dell'incapacità processuale); che, con ordinanza in data....,sul presupposto della riscontrata incapacità processuale e della sua natura reversibile, è stata conseguentemente disposta la sospensione del procedimento e la contestuale nomina all'indagato (ovvero all'imputato) di un curatore speciale, nella persona del Signor....; che gli ulteriori accertamenti disposti ai sensi dell'art. 72, comma 1 c.p.p. sullo stato di mente dell'indagato (ovvero dell'imputato) (e comunque l'ulteriore documentazione medica che si allega) evidenziano come le attuali facoltà mentali di quest'ultimo ne consentano la cosciente partecipazione al procedimento; che, in particolare, (specificare le ragioni per cui si ritiene non più sussistente l'incapacità processuale, se del caso anche in motivato dissenso con le conclusioni della nuova perizia, supportandole con riflessioni sulla coerenza intrinseca dell'elaborato e sulla sua aderenza al contenuto del fascicolo del pubblico ministero o del dibattimento [4], con allegazione di una eventuale consulenza tecnica di parte, con precedenti giudiziari in termini) [5] ; che deve dunque ritenersi cessata la causa di sospensione del procedimento; CHIEDE che il giudice voglia revocare la propria ordinanza di sospensione resa in data...., con ogni eventuale ulteriore disposizione per il prosieguo del presente procedimento penale. Si allegano i seguenti documenti. 1)....; 2)..... Luogo e data.... Firma.... [1]Qualora non sia ancora stata esercitata l'azione penale. [2]Qualora sia stata esercitata l'azione penale, ma il procedimento sia ancora nella fase dell'udienza preliminare (con esclusione quindi dei reati per i quali è prevista la citazione diretta a giudizio). [3]Qualora sia stato emesso il decreto che dispone il giudizio da parte del giudice dell'udienza preliminare oppure il decreto di citazione diretta da parte del pubblico ministero). [4]A seconda che il procedimento penda davanti al giudice per le indagini preliminari o dell'udienza preliminare oppure davanti al giudice del dibattimento. [5]L'alternativa dipenderà ovviamente dall'incrocio tra il contenuto della relazione del perito e le strategie difensive: qualora l'elaborato supporti l'obiettivo di ottenere una pronuncia che postuli un'incapacità reversibile ed anzi già “rientrata”, l'atto di parte avrà toni adesivi e potrà permettersi una certa concisione; in caso contrario, l'apparato motivazionale dovrà necessariamente avere una maggior consistenza. CommentoL'ordinanza di sospensione del procedimento per l'accertata infermità di mente dell'indagato o dell'imputato che ne impedisca la cosciente partecipazione al procedimento, postula oggi che tale stato mentale sia reversibile (art. 71, comma 1 c.p.p., come modificato dall'art. 1, comma 21, l. n. 103/2017). In caso contrario (anche all'esito dei nuovi accertamenti peritali con cadenza semestrale ex art. 72 c.p.p.), infatti, il giudice deve viceversa pronunciare, previa revoca dell'eventuale ordinanza di sospensione del procedimento, sentenza di non luogo a procedere (in udienza preliminare) o sentenza di non doversi procedere (nella fase processuale in senso stretto), ai sensi dell'art. 72-bis c.p.p., purché si tratti di ragioni attinenti alle condizioni di salute mentale e non anche per impedimenti connessi a patologie fisiche (Cass. VI, n. 14853/2021). La norma originaria non distingueva tra i casi di incapacità temporanea e di accertata incapacità permanente e immodificabile. Il giudice pertanto aveva sempre l'onere esplicito di procedere al controllo sullo stato di mente dell'indagato, secondo la suddetta scadenza periodica semestrale (o anche più breve, se necessario), mediante accertamenti peritali. In presenza di una patologia tale da non lasciar fondatamente ipotizzare un recupero, anche minimo, delle potenzialità intellettuali, si cadeva quindi nel paradossale fenomeno degli “eterni giudicabili”: indagati o imputati affetti da patologie irreversibili costretti a un periodico e inutile ritorno nelle aule di giustizia, solo al fine di accertare la mancata sopravvenienza di un miracolo. La giurisprudenza di legittimità aveva cercato di limitare le incongruità e le diseconomie della norma, per quanto possibile in via pretoria, affermando che il meccanismo dettato dal codice aveva l'evidente obiettivo di evitare una stasi prolungata del procedimento, ma andava letto in un'ottica conforme al canone di ragionevolezza. Il giudice, pertanto, fermo il controllo sulla situazione dell'incapace ogni sei mesi, poteva nondimeno valutare l'effettiva necessità di disporre una nuova perizia ovvero di rinviarla ad un momento successivo (Cass. IV, ord., n. 4973/2012). Un ulteriore sviluppo esegetico era stato proposto dalla Corte costituzionale che, dopo precedenti sentenze di segno contrario, ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 159, comma 1 c.p. nella parte in cui non esclude la sospensione della prescrizione qualora si accerti che l'incapacità dell'imputato di partecipare coscientemente al processo non è suscettibile di mutare. Lasciata di nuovo libera di decorrere, la prescrizione avrebbe accompagnato al suo esito naturale un procedimento di fatto inutile, ma l'incapace avrebbe dovuto ancora essere sottoposto con cadenza semestrale a nuove, cicliche verifiche delle sue condizioni (Corte cost. n. 45/2015). È dunque sicuramente apprezzabile il suaccennato intervento del legislatore in forza del quale la sospensione con verifiche a intervalli regolari viene disposta soltanto quando si accerti che “lo stato mentale dell'imputato è tale da impedirne la cosciente partecipazione al procedimento e che tale stato è reversibile”. Lo stato di acclarata reversibilità della patologia, colora di un senso nuovo, allora, la sequenza di accertamenti prevista, di regola, due volte all'anno. Se da questi accertamenti risulta che lo stato mentale dell'indagato ne consente la cosciente partecipazione al procedimento, la sospensione deve essere immediatamente revocata. Qualora, dopo l'ordinanza di sospensione disposta a norma dell'art. 71 c.p.p., il giudice ritenga che l'imputato abbia riacquistato tale capacità ed abbia congruamente motivato sul punto, non costituisce nullità l'omessa adozione di un formale provvedimento di revoca della precedente ordinanza di sospensione, essendo tale determinazione implicita nella valutazione al riguardo esplicitata dal giudice (Cass. n. 5681/2017, che ha confermato la ritualità del provvedimento di riunione del procedimento a carico di un imputato già destinatario di accertamenti peritali in merito alla sua capacità di partecipare coscientemente al giudizio e della conseguente sospensione, previo stralcio della sua posizione). L'ordinanza di revoca della precedente sospensione per incapacità processuale non è impugnabile, neppure sotto il profilo della abnormità, se non congiuntamente all'impugnazione contro la sentenza, a norma dell'art. 586, comma 1 c.p.p., in quanto provvedimento che permette al procedimento di riprendere il suo corso verso la celebrazione del giudizio e quindi diretto a rimuovere una situazione di stasi del processo che non può più progredire verso il suo naturale epilogo rappresentato dalla sentenza, e contro il quale non è previsto alcun mezzo di gravame (Cass. I, n. 29936/2010). È stata reputata legittima la revoca del provvedimento di sospensione disposta quando, risultando da perizia medica effettuata dopo considerevole lasso di tempo dai primi accertamenti che le patologie originarie non apparivano più tali da impedire una cosciente partecipazione al giudizio, il giudice abbia disposto, su richiesta della difesa, nuovi accertamenti strumentali non eseguibili coattivamente (nella specie, risonanza magnetica) e l'imputato si sia rifiutato di sottoporvisi (Cass. I, n. 17704/2010). |