Richiesta di esame degli atti, ascolto delle registrazioni e visione delle comunicazioni telematiche (art. 268, comma 6)InquadramentoCon la presente istanza si chiede al P.M. l'autorizzazione ad ascoltare le registrazioni delle intercettazioni e/o di prendere cognizione dei flussi di comunicazione informatici o telematici al fine di poter indicare al giudice quali intercettazioni acquisire e far trascrivere, nonché esaminare i verbali e i decreti autorizzativi delle operazioni di intercettazione per verificare la regolarità delle stesse. Occorre sottolineare che comunque l'autorizzazione discende dalla legge e il P.M. non può negare l'ascolto e l'esame della documentazione (verbali e decreti) relativi alle intercettazioni. FormulaALLA PROCURA DELLA REPUBBLICAPRESSO IL TRIBUNALE DI.... RICHIESTA DI ESAME DEGLI ATTI, ASCOLTO DELLE REGISTRAZIONI E VISIONE DELLE COMUNICAZIONI TELEMATICHE (ART. 268, COMMA 6 C.P.P.) Il sottoscritto Avv....., difensore di fiducia/ufficio del Sig....., nato a.... il...., indagato nel procedimento nr..... /.... R.G.N.R. - nr..... /.... R.G. PREMESSO visto l'avviso di cui all'art. 268, comma 6 c.p.p. che è stato notificato allo scrivente difensore in data...., con il quale si dà atto del deposito delle registrazioni delle intercettazioni disposte nel presente procedimento, e dei verbali e dei decreti autorizzativi delle relative operazioni CHIEDE alla S.V.Ill.ma di poter ascoltare le registrazioni delle intercettazioni ed esaminare i verbali e i decreti di autorizzazione di dette operazioni. Luogo e data.... Firma.... Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022. CommentoLa disciplina delle intercettazioni attualmente in vigore La disciplina delle intercettazioni, rimasta immutata per decenni, è stata in epoca recente oggetto di due importanti riforme, la prima realizzata con il d.lgs. n. 216/2017 (c.d. Riforma Orlando), che però non è mai sostanzialmente entrata in vigore, in quanto, in attesa che divenisse operativa, è stata sostituita dal d.l. n. 161/2019 conv. nella l. n. 7/2020 che detta una disciplina diretta a regolare le intercettazioni disposte nei procedimenti penali iscritti dopo il 31 agosto 2020 (v. sull'individuazione dei termini per l'applicazione della nuova disciplina Cass. VI, n. 9846/2022). Si pone il problema di quale disciplina, se quella precedente oppure quella successiva, sia applicabile nel caso in cui una parte dei reati siano iscritti prima del 1° settembre 2020 e altri dopo (v. in termini problematici Relazione massimario n. 35/2020, p. 5). Le facoltà dei difensori dell'indagato: il diritto di ascolto delle registrazioni L'art. 268, comma 6 c.p.p., attualmente in vigore, oltre a imporre al P.M. di dare avviso al difensore dell'indagato, del deposito delle intercettazioni, dei verbali e dei decreti relativi all'autorizzazione delle operazioni consente ai difensori degli indagati di esaminare gli atti, ascoltare le registrazioni e/o prendere cognizione dei flussi di comunicazioni informatiche o telematiche. Il diritto del difensore di ascoltare le registrazioni di conservazioni o comunicazioni intercettate, così come anche di estrarne copia, dopo il deposito effettuato ai sensi dell'art. 268, comma 4 c.p.p., non è suscettibile di limitazione né è subordinato ad alcuna autorizzazione, per cui ogni compressione di tale diritto dà luogo alla nullità di ordine generale a regime intermedio prevista dall'art. 178 lett. c) c.p.p. (Cass. IV, n. 57195/2017; Cass. VI, n. 41362/2013 che spiega che un tale diritto non può essere surrogato dalla lettura dei brogliacci, cfr. anche Cass. VI, n. 32391/2019). Su questa falsariga, la Corte di Cassazione ha spiegato che non è abnorme il provvedimento del tribunale che dichiara nullo il decreto del P.M. che ha rigettato la richiesta della difesa di avere copia di tutti i file delle intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate in sede di indagine nel processo, disponendo il rilascio delle relative copie al difensore (Cass. VI, n. 18082/2018). La Suprema Corte ha avuto modo di precisare, in più di una occasione, che il diritto di prendere cognizione delle intercettazioni non comporta però la possibilità di ascoltare le registrazioni di conversazioni o comunicazioni intercettate direttamente sul server della Procura nella cui memoria sono conservate le tracce audio originali, in quanto tale accesso non è previsto dall'art. 268, comma 6, c.p.p. e l'ascolto delle tracce originali può essere garantito attraverso opportuni sistemi tecnici, quali la duplicazione, eseguibile anche in remoto dalla polizia giudiziaria, dei file estratti dai supporti informatici su cui vengono riprodotte tali tracce (Cass. VI, n. 44006/2017 che ha precisato che il mancato accesso al server dell'ufficio inquirente, ovvero agli originali dei file audio, non determina una condizione di inutilizzabilità delle intercettazioni; v. anche Cass. VI, n. 43654/2011). Qualora non si sia provveduto ai sensi dell'art. 268 comma 6 c.p.p., l'esame può avvenire anche dopo l'emissione dell'avviso di cui all'art. 415-bis c.p.p. il cui comma 2-bis (introdotto dall'art. 2 d.l. n. 161/2019) adesso prevede che l'atto contenga l'avvertimento che il difensore, qualora non si sia proceduto ai sensi dell'art. 268 commi 4, 5 e 6, ha facoltà di esaminare per via telematica gli atti depositati relativi alle intercettazioni. |