Richiesta di accesso ad un programma di giustizia riparativa (art. 129-bis)InquadramentoCon il d.lgs. n. 150/2022 è stata introdotta nella legislazione penale una disciplina organica della giustizia riparativa, prevedendosi – attraverso l'interpolazione delle norme del Codice Penale, del Codice di Procedura Penale e di alcuni atti di normazione primaria – che essa si introduca nel procedimento penale: il legislatore delegato ha disciplinato l'inserimento della giustizia riparativa nel procedimento penale mediante la norma di portata generale contenuta nell'art. 129-bis c.p.p. FormulaTRIBUNALE DI.... SEZIONE PENALE RICHIESTA DI ACCESSO AD UN PROGRAMMA DI GIUSTIZIA RIPARATIVA Il sottoscritto Avv....., nella propria qualità di difensore e procuratore speciale di...., imputato/vittima del reato nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R., CONSIDERATO CHE lo svolgimento di un programma di giustizia riparativa può essere utile alla risoluzione delle questioni derivanti dal fatto per cui si procede e non comporta un pericolo concreto per gli interessati e per l'accertamento dei fatti; CHIEDE che codesto Ill.mo Tribunale disponga l'invio di.... al Centro per la Giustizia Riparativa per l'avvio di un programma di giustizia riparativa. Firma Avv..... CommentoPrincipi generali Il d.lgs. n. 150/2022, nel dare attuazione ai principi e ai criteri fissati all'art. 1, comma 18, l. n. 134/2021, ha fornito una definizione “nazionale” di giustizia riparativa, ne ha individuato gli obiettivi, ha chiarito quali connotazioni abbia, in cosa consista, come vi si acceda, come si svolga e quali esiti debba avere, ha regolamentato le strutture e gli strumenti per la sua attuazione nell'ambito di una disciplina organica della giustizia riparativa, ha disciplinato l'inserimento della giustizia riparativa nel procedimento penale mediante la norma di portata generale contenuta nell'art. 129-bis c.p.p. L'analisi complessiva della disciplina, in mancanza di definizione espressa, consente di definire la giustizia riparativa solo per esclusione: essa non è un rito speciale, ma si atteggia, piuttosto, come procedimento incidentale, parallelo alla giustizia contenziosa, non è una causa di estinzione del reato, fatta eccezione per l'ipotesi della remissione tacita di querela ai sensi del riformato art. 152 c.p., non è un'alternativa al processo, alla pena o alla giustizia penale, non è una causa di non punibilità o di non procedibilità e non è una circostanza attenuante, ma è un elemento che consente il riconoscimento, in sede di trattamento sanzionatorio, della circostanza attenuante di cui all'art. 62, comma 1, n. 6, c.p. (Relazione su novità normativa n. 2 del 2023 dell'Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione). Volendo allora trovare una definizione che individui, in positivo, la natura della giustizia riparativa nell'ambito del procedimento penale, si potrebbe affermare che essa costituisca un sistema multiforme, nuovo nel panorama della giustizia penale, che si affianca alla giustizia penale tradizionale e procede in parallelo ad essa, mirando a soddisfare bisogni, aspettative e obiettivi che solo in alcuni aspetti collimano con quelli cui quest'ultima ambisce (su tali aspetti, Bortolato, La riforma Cartabia: la disciplina organica della giustizia riparativa. Un primo sguardo al nuovo decreto legislativo, in Questione Giustizia, 2022). Definizioni e obiettivi La giustizia riparativa è costituita, secondo la nozione indicata all'art. 42 del d.lgs. n. 150/2022, da “ogni programma che consente alla vittima del reato, alla persona indicata come autore dell'offesa e ad altri soggetti appartenenti alla comunità di partecipare liberamente, in modo consensuale, attivo e volontario, alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l'aiuto di un terzo imparziale, adeguatamente formato, denominato mediatore”. La vittima del reato, secondo la medesima disposizione, è la persona fisica che ha subito direttamente dal reato qualunque danno patrimoniale o non patrimoniale, nonché il familiare della persona fisica la cui morte è stata causata dal reato e che ha subito un danno in conseguenza della morte di tale persona. Il successivo art. 43 d.lgs. n. 150/2022 chiarisce gli obiettivi perseguiti dalla nuova disciplina, prevedendo che i “programmi di giustizia riparativa tendono a promuovere il riconoscimento della vittima del reato, la responsabilizzazione della persona indicata come autore dell'offesa e la ricostituzione dei legami con la comunità”, che questi ultimi devono essere svolti da almeno due mediatori con le garanzie previste dal decreto, facendo riferimento ai fini indicati all'art. 53 d.lgs. n. 150/2022, ossia alla mediazione tra la persona indicata come autore dell'offesa e la vittima del reato, anche estesa ai gruppi parentali, ovvero tra la persona indicata come autore dell'offesa e la vittima di un reato diverso da quello per cui si procede, valorizzando il dialogo riparativo e ogni altro programma dialogico guidato da mediatori, svolto nell'interesse della vittima del reato e della persona indicata come autore dell'offesa. Disciplina processuale e disciplina transitoria L'art. 129-bis c.p.p. prevede che, in ogni stato e grado del procedimento, l'autorità giudiziaria possa disporre, anche d'ufficio, l'invio dell'imputato e della vittima del reato al Centro per la Giustizia Riparativa di riferimento, per l'avvio di un programma di giustizia riparativa. La richiesta dell'imputato o della vittima del reato deve essere proposta personalmente o per il tramite di procuratore speciale; l'invio degli interessati è disposto con ordinanza dal Giudice che procede, sentite le parti, i difensori nominati e, se lo ritiene necessario, la vittima del reato, ove reputi che lo svolgimento di un programma di giustizia riparativa possa essere utile alla risoluzione delle questioni derivanti dal fatto per cui si procede e non comporti un pericolo concreto per gli interessati e per l'accertamento dei fatti. Nel corso delle indagini preliminari provvede il Pubblico Ministero con decreto motivato. Al termine dello svolgimento del programma di giustizia riparativa, l'autorità giudiziaria acquisisce la relazione trasmessa dal mediatore. La concreta attuazione dei programmi di giustizia riparativa e la progressiva realizzazione del complessivo sistema immaginato dal legislatore è previsto che parta dalla ricognizione e dalla valorizzazione del patrimonio di esperienze e servizi già esistenti ed operativi: pertanto, la prima disposizione transitoria (art. 92 d.lgs. n. 150/2022) in materia affida alla Conferenza Locale della Giustizia Riparativa il compito di provvedere, entro il 30 giugno 2023, alla ricognizione dei servizi di giustizia riparativa in materia penale erogati a tale data da soggetti pubblici o privati specializzati convenzionati con il Ministero della Giustizia. La Conferenza valuta tali soggetti con riferimento all'esperienza maturata almeno nell'ultimo quinquennio e i curricula degli operatori in servizio al 30 dicembre 2022, verificando altresì la coerenza delle prestazioni erogate e dei requisiti posseduti dagli operatori con quanto disposto dagli artt. 42,64 e 93 d.lgs. n. 150/2022, e redige al termine un elenco da cui attingono gli enti locali per la prima apertura dei centri di mediazione. Le disposizioni in materia di giustizia riparativa troveranno applicazione nei procedimenti penali e nella fase di esecuzione della pena a decorrere dal 30 giugno 2023 al fine di consentire la piena operatività del sistema pubblico, che nel disegno del legislatore deve intendersi quale vera e propria fonte privilegiata di erogazione dei servizi di giustizia riparativa. Ai fini della prima composizione dell'elenco dei mediatori esperti, sono ivi inseriti, a domanda, i soggetti che, alla data del 30 dicembre 2022, possiedono determinati requisiti soggettivo-professionali (art. 93 d.lgs. n. 150/2022). |