Dichiarazione di domicilio della persona sottoposta alle indagini (art. 161)InquadramentoL'indagato, nel primo atto compiuto con il suo intervento dalla polizia giudiziaria, dal pubblico ministero o dal Giudice, viene invitato a dichiarare o eleggere domicilio. La dichiarazione di domicilio può riguardare un indirizzo PEC o altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato. La dichiarazione o elezione di domicilio rileva ai fini della notificazione dell'avviso di fissazione dell'udienza preliminare, del decreto di citazione a giudizio, del decreto di citazione nel giudizio direttissimo, del decreto di giudizio immediato e della citazione nel giudizio di appello. Per tutti gli altri atti l'indagato risulta domiciliato ex lege presso il difensore (di fiducia o di ufficio), al quale dovranno essere eseguite le notificazioni con modalità telematiche. In caso di indagato detenuto tutte le notificazioni devono essere eseguite sempre nel luogo di detenzione mediante consegna di copia alla persona. FormulaALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI.... (DOTT.....) AL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI PRESSO IL TRIBUNALE DI.... AL GIUDICE DELL'UDIENZA PRELIMINARE PRESSO IL TRIBUNALE DI.... AL TRIBUNALE PENALE DI.... SEZIONE IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA (DOTT.....) AL TRIBUNALE PENALE DI.... IN COMPOSIZIONE COLLEGIALE DICHIARAZIONE/ELEZIONE DI DOMICILIO DELLA PERSONA SOTTOPOSTA ALLE INDAGINI (ART. 161 C.P.P.) Il sottoscritto...., nato a...., il...., residente a.... in via...., in qualità di indagato in merito al procedimento penale n..... /.... R.G.N.R. iscritto a suo carico per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)...., commesso in...., il....; OVVERO per i reati previsti e puniti dagli artt.: a).... c.p., commesso in...., il....; b).... legge.... /...., commesso in...., il....; c).... d.P.R..... /...., commesso in...., il....; d).... d.lgs..... /...., commesso in...., il....; PREMESSO che nel procedimento penale sopra indicato il sottoscritto risulta iscritto quale persona sottoposta a indagini per il reato previsto e punito dall'art....., commesso a.... in data....; visto l'art. 161 c.p.p., per l'eventuale notificazione dell'avviso di fissazione dell'udienza preliminare, del decreto di citazione a giudizio, del decreto di citazione nel giudizio direttissimo, del decreto di giudizio immediato e della citazione nel giudizio di appello, DICHIARA/ELEGGE DOMICILIO nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R. • nel luogo di residenza, ovvero a.... in via.... n.....; OVVERO • nel luogo ove svolge attività lavorativa, ovvero a.... in via.... n.....; OVVERO • presso l'abitazione di...., ubicata a.... in via.... n.....; OVVERO • presso lo studio dell'Avv..... del Foro di...., che contestualmente viene nominato difensore opp. già nominato in atti; OVVERO • al seguente indirizzo di posta elettronica certificata:.... @pec.it; OVVERO • al seguente servizio elettronico di recapito certificato qualificato:.... Luogo e data.... Firma.... CommentoLa Riforma Cartabia L'art. 10, comma 1, lett. o), del d.lgs. n. 150/2022, in attuazione della legge-delega n. 134/2021, ha modificato la disciplina prevista dall'art. 161 c.p.p. in tema di dichiarazione o elezione di domicilio da parte dell'indagato. Tale atto presuppone ovviamente che l'indagato abbia la conoscenza del procedimento penale a suo carico. La conoscenza può derivare da un atto di polizia giudiziaria (d'iniziativa o delegato) o del pubblico ministero oppure semplicemente da una richiesta ex art. 335, comma 3, c.p.p. L'indagato può indicare come domicilio il luogo in cui vive (luogo di residenza o di dimora) o il luogo in cui lavora (studio professionale, sede di una società, esercizio pubblico di cui è titolare o presso cui è dipendente). In questo caso si tratterà di dichiarazione di domicilio, in quanto l'indagato indica un luogo per la ricezione degli atti a lui destinati in cui lo stesso è reperibile e, quindi, un luogo in cui la persona sottoposta a indagini è in grado di ricevere personalmente l'atto da notificare. Parimenti l'indagato può indicare un luogo nella diponibilità di soggetti terzi, che vengono pertanto incaricati di ricevere l'atto per suo conto. In questo caso viene effettuata un'elezione di domicilio, in quanto la persona sottoposta a indagini incarica della ricezione dell'atto un soggetto terzo. Il processo di informatizzazione del processo penale, fortemente incentivato dalla Riforma Cartabia con numerose nuove disposizioni del codice di rito, ha determinato la previsione che l'indagato, per la ricezione dell'atto da notificare, in alternativa ad un luogo fisico possa indicare un luogo digitale nella sua disponibilità. Si deve trattare di un servizio elettronico che dia garanzia di certezza sull'identità di chi riceve l'atto da recapitare. Pertanto, l'indagato non può indicare un semplice indirizzo di posta elettronica ordinaria, ma, se intende ricevere l'atto in formato digitale, deve indicare o un indirizzo di posta elettronica certificata o un altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato. La novella legislativa ha introdotto il comma 1 nell'art. 161 c.p.p. Tale norma pone a carico della polizia giudiziaria l'obbligo di informare l'indagato che le successive notificazioni (diverse dalla notificazione dell'avviso di fissazione dell'udienza preliminare, del decreto di citazione a giudizio, del decreto di citazione nel giudizio direttissimo, del decreto di giudizio immediato e della citazione nel giudizio di appello) saranno effettuate mediante consegna al difensore di fiducia o di ufficio. L'obbligo informativo si concretizza in occasione del primo atto compiuto con l'intervento dell'indagato e sempre che la p.g. procedente sia in grado di indicare le norme di legge che si assumono violate, la data e il luogo di commissione del fatto e l'autorità giudiziaria procedente. Contestualmente la persona sottoposta alle indagini è altresì avvertita che ha l'onore di indicare al difensore ogni recapito, anche telefonico, o indirizzo di posta elettronica nella sua disponibilità, ove il difensore possa effettuare le comunicazioni nonché informarlo di ogni successivo mutamento. La disciplina dell'art. 161 c.p.p. va coordinata con il nuovo art. 157-bis c.p.p. (notifiche all'imputato non detenuto successive alla prima). Tale norma prevede che tutte le notificazioni “successive alla prima” sono eseguite mediante consegna al difensore (di fiducia o di ufficio). L'art. 161, comma 1, c.p.p., invece, prevede che sono eseguite con consegna al difensore tutte le notificazioni successive all'avvertimento previsto da tale disposizione. Secondo la previsione dell'art. 157-bis c.p.p. sembrerebbe che, dopo l'avvertimento di cui al 161, comma 1, c.p.p., deve essere eseguita una prima notificazione nel domicilio dichiarato o eletto e le successive debbano essere effettuate con consegna al difensore. In realtà, l'interpretazione corretta delle due norme porta a ritenere che già la prima notificazione, successiva all'avvertimento di cui al comma 1 dell'art. 161 c.p.p., debba essere eseguita con consegna al difensore. Con le nuove disposizioni il legislatore ha di fatto esteso all'indagato la disciplina delle notifiche alla persona offesa che abbia nominato un difensore (ex art. 33 disp. att. c.p.p.). Infatti, in entrambi i casi la notifica deve essere eseguita al difensore anche nel caso vi sia stata dichiarazione o elezione di domicilio. Lo scopo, considerato che oggi le notifiche al legale sono eseguite sempre con modalità telematiche, è semplificare e accelerare i tempi di esecuzione delle notificazioni. Tuttavia, per l'indagato la regola non è generale come per la persona offesa, in quanto gli atti introduttivi del giudizio o di esercizio dell'azione penale devono essere notificati sempre presso il domicilio dichiarato o eletto dall'imputato, imponendo al Giudice di verificare, prima di dichiararne l'assenza, se l'imputato abbia avuto conoscenza effettiva del processo e se la sua mancata presentazione a giudizio sia frutto di una scelta volontaria e consapevole (art. 420-bis c.p.p.). Va aggiunto che l'indicazione del difensore quale domiciliatario ex lege dopo che l'indagato ha ricevuto l'avviso dell'art. 161, comma 1, c.p.p. esclude qualsiasi possibilità per il difensore (sia di fiducia che di ufficio) di rifiutarsi di ricevere l'atto indirizzato al proprio assistito. Sotto questo aspetto va puntualizzato che il difensore di fiducia non ha più la possibilità di non accettare la notificazione in caso di elezione di domicilio presso di lui, perché è stato abrogato il comma 8-bis dell'art. 157 c.p.p., che lo prevedeva. Mentre il difensore di ufficio ha conservato tale facoltà ai sensi dell'art. 162, comma 4-bis, c.p.p., anche se la Riforma Cartabia ha posto a suo carico l'obbligo di comunicare all'imputato la mancata accettazione della domiciliazione o le cause che hanno impedito tale comunicazione. L'art. 161, comma 1, c.p.p., così come modificato dalla Riforma Cartabia, prevede che il Giudice, il Pubblico Ministero o la polizia giudiziaria, nel primo atto compiuto con l'intervento della persona sottoposta alle indagini, la invitano a dichiarare uno dei luoghi indicati nell'art. 157, comma 1, o un indirizzo di posta elettronica certificata o altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato, ovvero a eleggere domicilio per le notificazioni dell'avviso di fissazione dell'udienza preliminare, degli atti di citazione in giudizio ai sensi degli artt. 450, comma 2, 456, 552 e 601, nonché del decreto penale di condanna. Contestualmente la persona sottoposta alle indagini o l'imputato sono avvertiti che hanno l'obbligo di comunicare ogni mutamento del domicilio dichiarato o eletto e che in mancanza di tale comunicazione o nel caso di rifiuto di dichiarare o eleggere domicilio, nonché nel caso in cui il domicilio sia o divenga inidoneo, le notificazioni degli atti indicati verranno eseguite mediante consegna al difensore, già nominato o che è contestualmente nominato, anche d'ufficio. In caso di indagato detenuto scatta l'obbligo di fare la dichiarazione o elezione di domicilio, con atto ricevuto a verbale dal direttore dell'istituto di pena (art. 161, comma 3, c.p.p.). Il comma 4 dell'art. 161 c.p.p. indica la consegna al difensore come modalità generale di esecuzione della notificazione in caso di dichiarazione o elezione di domicilio mancante, insufficiente o inidonea. In caso di domicilio eletto presso lo studio del difensore il comma 4-bis dell'art. 161 c.p.p. fissa l'obbligo di comunicarlo immediatamente al legale. |