Opposizione al decreto di perquisizione emesso dal P.M. (art. 252-bis) ed all'esecuzione della perquisizione (art. 352, comma 4-bis)

Angelo Salerno

Inquadramento

La Riforma Cartabia, d.lgs. n. 150/2022 ha introdotto la possibilità per l'indagato di presentare opposizione avverso il decreto di perquisizione emesso dal Pubblico Ministero e all'esecuzione della perquisizione.

Formula

AL GIUDICE....

PRESSO IL TRIBUNALE DI....

OPPOSIZIONE AL DECRETO DI PERQUISIZIONE EMESSO DAL P.M. (ART. 252-BIS c.p.p.)

OVVERO

OPPOSIZIONE ALL'ESECUZIONE DELLA PERQUISIZIONE (ART. 352, COMMA 4-BIS, c.p.p.)

Il sottoscritto, Avv....., difensore di fiducia/d'ufficio di...., indagato/imputato/persona nei cui confronti è stata disposta, con decreto del...., perquisizione personale/locale, eseguita in data.... [1], nei confronti di.... [2] ;

Rilevato che il.... ha avuto notizia del decreto/ dell'esecuzione della perquisizione;

Rilevato che, a seguito dell'attività di perquisizione, non è stato disposto sequestro [3] ;

Ritenuto che.... [4] ;

P.Q.M.

Chiede dichiararsi l'illegittimità del decreto di perquisizione emesso in data...., da.... /l'illegittimità dell'esecuzione della perquisizione eseguita in data...., da.....

Luogo e data....

Firma Avv.....

Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022.

[1]Tra la data dell'esecuzione o dell'avvenuta conoscenza della perquisizione e l'opposizione non possono decorrere, a pena di decadenza, più di dieci giorni.

[2]Indicare se la perquisizione è stata eseguita nei confronti dell'opponente indagato o di persona diversa, legittimata all'opposizione.

[3]L'eventuale disposizione di un sequestro impedisce di procedere ai sensi degli artt. 252-bis c.p.p. e 352, comma 4-bis, c.p.p., dovendosi proporre in tal caso riesame reale.

[4]Indicare i motivi per cui si ritiene che la perquisizione sia avvenuta fuori dei casi previsti dalla legge.

Commento

Inquadramento generale

Con d.lgs. n. 150/2022, entrato in vigore il 30 dicembre 2022, è stato introdotto il nuovo art. 252-bis c.p.p., ai sensi del cui comma 1, salvo che alla perquisizione sia seguito il sequestro, contro il decreto di perquisizione emesso dal Pubblico Ministero la persona nei cui confronti vengono svolte le indagini e la persona nei cui confronti la perquisizione è stata disposta o eseguita possono proporre opposizione, sulla quale il Giudice provvede in camera di consiglio, ex art. 127 c.p.p.

Qualora l'indagato non coincida con la persona nei cui confronti è stata disposta o eseguita la perquisizione, questi deve risultare portatore di un interesse concreto a farne valere la illegittimità, stante la natura impugnatoria del rimedio, che presuppone tale requisito.

Competente a provvedere in merito all'opposizione prevista dall'art. 252-bis c.p.p. è il Giudice procedente, cui l'opposizione deve essere presentata, ai sensi del comma 2 dell'art. 252-bis c.p.p., a pena di decadenza, entro dieci giorni dalla data di esecuzione del provvedimento o dalla diversa data in cui l'interessato ha avuto conoscenza dell'avvenuta perquisizione.

Attraverso tale istituto, il legislatore ha inteso colmare la lacuna di tutela stigmatizzata dalla Corte EDU (Corte EDU, Sez. I, 27 settembre 2018, Brazzi c. Italia), secondo cui l'assenza di un controllo giurisdizionale preventivo o quantomeno a posteriori sull'attività di perquisizione disposta in corso di indagini, in assenza di sequestro di beni – caso in cui può essere proposto riesame reale – viola l'art. 8 della Convenzione, che tutela il diritto alla vita privata e familiare.

Il rimedio, come si avrà modo di evidenziare, è stato esteso anche ai casi di perquisizione, senza successivo sequestro, effettuata dagli ufficiali di polizia giudiziaria, nei casi ex art. 352 c.p.p., in relazione ai quali sia intervenuta convalida da parte del Pubblico Ministero.

L'accoglimento della opposizione non determina tuttavia alcun effetto invalidante sul decreto di perquisizione e sulle relative risultante, essendo volto esclusivamente ad accertarne l'illegittimità, in linea con quanto sancito dalla giurisprudenza di legittimità in ordine agli effetti dell'illegittimità della perquisizione sul successivo sequestro del corpo del reato o delle cose pertinenti al reato, che costituisce un atto dovuto ex art. 253 c.p.p., sì da escludere l'illegittimità conseguenziale del sequestro o l'inutilizzabilità in sede probatoria (Cass. I, n. 38605/21, Cass. S.U., n. 5021/1996).

L'opposizione sarà accolta quando il g.i.p. accerti che la perquisizione è stata disposta fuori dei casi previsti dalla legge.

Questi ultimi sono disciplinati dall'art. 247 c.p.p., ai sensi del quale è possibile procedere a perquisizione personale quando vi è fondato motivo di ritenere che taluno occulti sulla persona il corpo del reato o cose pertinenti al reato. Quando invece vi è fondato motivo di ritenere che tali cose si trovino in un determinato luogo ovvero che in esso possa eseguirsi l'arresto dell'imputato o dell'evaso, è disposta perquisizione locale.

Si tratta di uno strumento di ricerca della prova che ha ad oggetto il corpo del reato ovvero le cose pertinenti al reato.

Il comma 1-bis dell'art. 251 c.p.p., introdotto con l. n. 48/2008, prevede inoltre che, quando vi è fondato motivo di ritenere che dati, informazioni, programmi informatici o tracce comunque pertinenti al reato si trovino in un sistema informatico o telematico, ancorché protetto da misure di sicurezza, ne è disposta la perquisizione, adottando misure tecniche dirette ad assicurare la conservazione dei dati originali e ad impedirne l'alterazione.

Nei casi previsti dall'art. 247 c.p.p., la perquisizione è disposta con decreto motivato e alla sua esecuzione può procedere personalmente il Pubblico Ministero, ovvero disporre che l'atto sia compiuto da ufficiali di polizia giudiziaria delegati con lo stesso decreto.

Ai sensi del successivo art. 248 c.p.p., in sede di esecuzione, quando sia volta alla ricerca una cosa determinata, il soggetto destinatario della perquisizione può essere invitato a consegnarla e, ove consegni la cosa oggetto di ricerche, non si procede alla perquisizione, salvo che risulti utile per la completezza delle indagini.

Il comma 2 dell'art. 248 c.p.p. consente altresì, per rintracciare le cose da sottoporre a sequestro o per accertare altre circostanze utili ai fini delle indagini, di esaminare presso banche atti, documenti e corrispondenza nonché dati, informazioni e programmi informatici, procedendo a perquisizione in caso di rifiuto.

Il Codice di procedura penale prevede una serie di garanzie in favore della persona sottoposta a perquisizione, distinguendo a seconda che si tratti di una perquisizione personale ovvero locale.

Nel primo caso, ai sensi dell'art. 249 c.p.p., prima di procedere alla perquisizione personale è consegnata una copia del decreto all'interessato, con l'avviso della facoltà di farsi assistere da persona di fiducia, purchè questa sia prontamente reperibile e risulti idonea (non deve cioè trattarsi di persona minore degli anni quattordici o palesemente affetta da infermità di mente ovvero in stato di manifesta ubriachezza o intossicazione da sostanze stupefacenti o psicotrope; né di persona sottoposta a misure di sicurezza detentive o a misure di prevenzione).

Il comma 2 dell'art. 249 c.p.p. impone inoltre che la perquisizione sia eseguita nel rispetto della dignità e, nei limiti del possibile, del pudore di chi vi è sottoposto.

In caso invece di perquisizioni locali, l'art. 250 c.p.p. prevede che, al momento dell'inizio delle operazioni, copia del decreto di perquisizione locale è consegnata all'imputato o indagato, se presente, e a chi abbia l'attuale disponibilità del luogo, con l'avviso della facoltà di farsi rappresentare o assistere da persona di fiducia, alle medesime condizioni sopra indicate previste per la perquisizione personale.

In mancanza dell'indagato o imputato e di persona che abbia la disponibilità attuale del luogo oggetto di perquisizione, copia del decreto è consegnata e l'avviso è consegnata a un congiunto, un coabitante o un collaboratore ovvero, in mancanza, al portiere o a chi ne fa le veci.

Ai sensi del comma 3 dell'art. 250 c.p.p., in sede di esecuzione di perquisizione locale, può essere disposto, con decreto motivato, che siano perquisite le persone presenti o sopraggiunte, quando sussistano elementi tali da ritenere che le stesse possano occultare il corpo del reato o cose pertinenti al reato. Può essere inoltre ordinato, enunciandone nel verbale i motivi, che taluno non si allontani prima che le operazioni siano concluse, con possibilità di trattenere e ricondurre coattivamente sul luogo chi non si attenga a tali prescrizioni.

Il successivo art. 251 c.p.p. prevede limiti temporali all'esecuzione della perquisizione in un'abitazione o nei luoghi chiusi adiacenti a essa, che non può essere iniziata prima delle ore sette e dopo le ore venti, salvo che, in casi urgenti, il Pubblico Ministero disponga, per iscritto, che la perquisizione sia eseguita fuori dei suddetti limiti temporali.

Quanto rinvenuto a seguito della perquisizione è sottoposto a sequestro, ai sensi dell'art. 252 c.p.p., nel rispetto delle prescrizioni di cui agli artt. 259 e 260 c.p.p., relativi a custodia e apposizione dei sigilli.

Le perquisizioni in caso di flagranza o di esecuzione di misure cautelari

Ulteriori ipotesi di perquisizione, personale o locale, è disciplinata dall'art. 352, comma 1, c.p.p., che ha riguardo ai casi in cui, nella flagranza del reato o nel caso di evasione, gli ufficiali di polizia abbiano fondato motivo di ritenere che sulla persona si trovino occultate cose o tracce pertinenti al reato che possono essere cancellate o disperse ovvero che tali cose o tracce si trovino in un determinato luogo o che ivi si trovi la persona sottoposta alle indagini o l'evaso.

Ai sensi del comma 2 dell'art. 352 c.p.p., anche in sede di esecuzione di un'ordinanza che dispone la custodia cautelare o di un ordine che dispone la carcerazione nei confronti di persona imputata o condannata per delitti per cui è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza di reato, ovvero al fermo di una persona indiziata di delitto, gli ufficiali di polizia giudiziaria possono procedere a perquisizione personale o locale se sussistono particolari motivi di urgenza, che non consentono la emissione di un tempestivo decreto di perquisizione, e si abbia fondato motivo di ritenere che sulla persona si trovino occultate cose o tracce pertinenti al reato che possono essere cancellate o disperse ovvero che tali cose o tracce si trovino in un determinato luogo o che ivi si trovi la persona sottoposta alle indagini o l'evaso.

Nelle ipotesi di cui ai commi 1 e 2 dell'art. 352 c.p.p., la perquisizione domiciliare può essere eseguita anche fuori dei limiti temporali previsti dall'art. 251 c.p.p., quando il ritardo potrebbe pregiudicarne l'esito.

Il comma 1-bis dell'art. 352 c.p.p., anch'esso introdotto con l. n. 48/2008, prevede che nelle medesime ipotesi e a fronte dei medesimi presupposti, adottando misure tecniche dirette ad assicurare la conservazione dei dati originali e ad impedirne l'alterazione, gli ufficiali di polizia giudiziaria possano procedere altresì alla perquisizione di sistemi informatici o telematici, ancorché protetti da misure di sicurezza, su cui si abbia fondato motivo che risultino occultati dati, informazioni, programmi informatici o tracce comunque pertinenti al reato che possono essere cancellati o dispersi.

Il verbale delle operazioni compiute deve essere trasmesso, senza ritardo e comunque non oltre quarantotto ore, al Pubblico Ministero del luogo ove la perquisizione è stata eseguita e questi, nelle quarantotto ore successive, provvede o meno alla convalida della perquisizione.

La Riforma Cartabia è intervenuta altresì sul testo dell'art. 352 c.p.p., introducendo il nuovo comma 4-bis, ai sensi del quale, salvo che alla perquisizione sia seguito il sequestro, entro dieci giorni dalla data in cui hanno avuto conoscenza del decreto di convalida, la persona nei cui confronti vengono svolte le indagini e la persona nei cui confronti la perquisizione è stata disposta o eseguita possono proporre opposizione, sulla quale il Giudice competente per la fase processuale in corso, provvede in camera di consiglio.

In forza dell'espresso richiamo all'art. 252-bis, comma 3, c.p.p., il Giudice accoglie l'opposizione quando accerta che la perquisizione è stata disposta fuori dei casi previsti dalla legge.

Casi specifici di perquisizione: la perquisizione presso gli uffici dei difensori

Unitamente ai casi di perquisizione d'urgenza in materia di stupefacenti, ex art. 103, d.P.R. n. 309/1990, e di armi, ex art. 41 T.U.L.P.S., un caso particolare di perquisizione è disciplinato dall'art. 103 c.p.p. e riguarda gli atti di indagine posti in essere nei confronti del difensore, assistiti da più elevate garanzie procedurali.

Ai sensi del comma 1 dell'art. 103 c.p.p., le perquisizioni presso gli uffici dei difensori sono possibili solo quando gli stessi difensori o altre persone che svolgono stabilmente attività nello stesso ufficio sono imputati o indagati, limitatamente ai fini dell'accertamento del reato loro attribuito, e allo scopo esclusivo di rilevare tracce o altri effetti materiali del reato o per ricercare cose o persone specificamente predeterminate.

Inoltre, il comma 3 dell'articolo prevede che, nell'accingersi a eseguire una perquisizione presso l'ufficio di un difensore, l'autorità giudiziaria, a pena di nullità, deve darne avviso al Consiglio dell'ordine degli Avvocati del luogo, onde consentire al presidente o a un consigliere da questo delegato di assistere alle operazioni, consegnandogli, se interviene e ne fa richiesta, copia del provvedimento.

È infine previsto, ai sensi del comma 4, che alle perquisizioni presso gli uffici dei difensori debba procedere personalmente il Giudice ovvero, nel corso delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero e, in quest'ultimo caso, in forza di motivato decreto di autorizzazione del Giudice.

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