Richiesta di pronuncia di sentenza di non luogo a procedere nel procedimento con citazione diretta (art. 554-ter)

Angelo Salerno

Inquadramento

Il d.lgs. n. 150/2022 ha introdotto nel rito monocratico per procedimenti introdotti con citazione diretta a giudizio, ex art. 550 c.p.p., un'udienza predibattimentale, analoga all'udienza preliminare innanzi al g.u.p., in occasione della quale il Giudice del dibattimento potrà pronunciare sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell'imputato, qualora ravvisi una causa di estinzione del reato, una causa di improcedibilità o di proscioglimento o comunque ritenga che gli elementi raccolti non consentano di pervenire ad una ragionevole previsione di condanna.

Formula

AL GIUDICE MONOCRATICO, DOTT.SSA/DOTT.....

DEL TRIBUNALE DI....

RICHIESTA DI PRONUNCIA DI SENTENZA DI NON LUOGO A PROCEDERE

(ART. 554-TER c.p.p.)

Il sottoscritto, Avv....., difensore di fiducia/d'ufficio di...., imputato nel procedimento n..... R.G.N.R. e n..... R.G.....;

Rilevato che.... (esposizione dei motivi per cui si ritiene sussistente una causa di estinzione del reato, di non procedibilità ovvero di proscioglimento o che gli elementi a carico dell'imputato non consentano una ragionevole previsione di condanna);

Rilevato altresì che, dalla pronuncia di sentenza di non luogo a procedere non conseguirebbe l'applicazione di misure di sicurezza diverse dalla confisca, per le seguenti ragioni....:

CHIEDE

Che sia pronunciata, nei confronti del proprio assistito, sentenza di non luogo a procedere per.... (enunciazione della causa tra quelle sopra indicate).

Luogo e data....

Firma Avv.....

Commento

La nuova udienza predibattimentale nei procedimenti con citazione diretta a giudizio

Il d.lgs. n. 150/2022, c.d. Riforma Cartabia, ha introdotto una nuova fase preliminare nel giudizio dibattimentale innanzi al Giudice monocratico, disciplinata dall'art. 554-bis c.p.p., che trova applicazione nei procedimenti per reati in relazione ai quali l'art. 550 c.p.p. prevede la citazione diretta a giudizio.

Si tratta dell'udienza di comparizione predibattimentale a seguito di citazione diretta a giudizio, che, ai sensi del comma 1 dell'articolo, si svolge in camera di consiglio, con la partecipazione necessaria del Pubblico Ministero e del difensore dell'imputato. La riforma ha integrato, in esecuzione della delega conferita con l. n. 134/2021, l'elenco delle fattispecie per le quali, pur non prevedendo una pena edittale detentiva massima non superiore a quattro anni, è prevista la citazione diretta a giudizio, con conseguente estensione inoltre dell'ambito operativo della messa alla prova.

In sede di udienza predibattimentale ex art. 554-bis, comma 2, c.p.p., il Giudice procede agli accertamenti relativi alla costituzione delle parti, ordinando la rinnovazione degli avvisi, delle citazioni, delle comunicazioni e delle notificazioni di cui dovesse dichiarare la nullità.

Trova applicazione, al pari di quanto avviene in sede di udienza preliminare, innanzi al g.u.p., la disciplina dell'assenza di cui agli artt. 420 e ss. c.p.p.

In sede di udienza predibattimentale, inoltre, devono essere sottoposte al Giudice e quindi decise le questioni preliminari di cui all'art. 491, commi 1 e 2, c.p.p. e, in particolare, le questioni concernenti la competenza per territorio o per connessione, le questioni di nullità relative, quelle riguardanti la costituzione di parte civile, la citazione o l'intervento del responsabile civile e della persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria oltre che l'intervento degli enti e delle associazioni previsti dall'art. 91 c.p.p.; del pari, devono essere affrontate le questioni concernenti il contenuto del fascicolo per il dibattimento e la riunione o la separazione dei giudizi, salvo che la possibilità di proporle sorga soltanto nel corso del dibattimento.

Il comma 3 dell'art. 554-bis c.p.p. prevede che tali questioni sono precluse se non sono proposte subito dopo compiuto per la prima volta l'accertamento della costituzione delle parti e sono decise immediatamente. La norma precisa altresì che le medesime questioni non possono essere riproposte nell'udienza dibattimentale.

Viene altresì richiamata la disciplina di cui ai commi 3 e ss. dell'art. 491 c.p.p., in forza dei quali le questioni preliminari sono discusse dal Pubblico Ministero e da un difensore per ogni parte privata, nei limiti di tempo strettamente necessari alla illustrazione delle stesse e senza repliche. A seguito della discussione, il Giudice provvede in merito agli atti che devono essere acquisiti al fascicolo per il dibattimento ovvero eliminati da esso, nonché sulle questioni preliminari, con ordinanza.

Il comma 4 dell'art. 554-bis c.p.p. prevede inoltre che, ove il reato sia procedibile a querela di parte, il Giudice debba verificare se il querelante, ove presente, sia disposto a rimettere la querela e il querelato ad accettare la remissione.

In sede di udienza predibattimentale, inoltre, qualora sia stata ravvisata una violazione del disposto dell'art. 552, comma 1, lett. c), c.p.p. (che richiede l'enunciazione del fatto, in forma chiara e precisa, delle circostanze aggravanti e di quelle che possono comportare l'applicazione di misure di sicurezza, con l'identificazione dei relativi articoli di legge), il Giudice, anche d'ufficio, sentite le parti, inviti il Pubblico Ministero a riformulare l'imputazione e, ove lo stesso non vi provveda, dichiari, con ordinanza, la nullità dell'imputazione, disponendo la restituzione degli atti al Pubblico Ministero. Si tratta di un potere analogo a quello riconosciuto al g.u.p., in sede di udienza preliminare, ai sensi dell'art. 423 c.p.p., come novellato dalla Riforma Cartabia.

Ai sensi del comma 6 dell'art. 554-bis c.p.p., inoltre, al fine di consentire che il fatto, la definizione giuridica, le circostanze aggravanti e quelle che possono comportare l'applicazione di misure di sicurezza, siano indicati in termini corrispondenti a quanto emerge dagli atti, il Giudice, anche d'ufficio, sentite le parti, può invitare il Pubblico Ministero ad apportare le necessarie modifiche e, ove questi non vi provveda, può disporre, con ordinanza, la restituzione degli atti al Pubblico Ministero.

Qualora invece il Pubblico Ministero modifichi dell'imputazione, dovrà procedere alla relativa contestazione all'imputato in udienza, nel cui verbale è inserita la modifica dell'imputazione; quando tuttavia l'imputato non sia presente in aula, neanche mediante collegamento a distanza, il Giudice dovrà sospendere il processo, rinviandolo a una nuova udienza e disponendo che il verbale sia notificato all'imputato, entro un termine non inferiore a dieci giorni dalla data della nuova udienza.

Se la modifica dell'imputazione da parte del Pubblico Ministero determini l'attribuzione del reato alla cognizione del tribunale in composizione collegiale, invece che monocratica, l'inosservanza delle disposizioni sulla composizione del Giudice deve essere rilevata o eccepita, a pena di decadenza, immediatamente dopo la nuova contestazione ovvero, nel caso di rinvio con notifica all'imputato non presente, prima del compimento di ogni altro atto nella nuova udienza.

Qualora invece, ferma l'attribuzione al Giudice in composizione monocratica, a seguito della modifica risulti che per il reato contestato è prevista l'udienza preliminare e questa non si è tenuta, la relativa eccezione deve essere proposta, a pena di decadenza, entro gli stessi termini sopra indicati.

L'ultimo comma dell'art. 554-bis c.p.p. prevede infine che il verbale dell'udienza predibattimentale sia redatto in forma riassuntiva, a norma dell'art. 140, comma 2, c.p.p., che affida al Giudice il compito di vigilare affinché sia riprodotta nell'originaria genuina espressione la parte essenziale delle dichiarazioni, con la descrizione delle circostanze nelle quali sono rese se queste possono servire a valutarne la credibilità.

I possibili esiti dell'udienza predibattimentale

L'art. 554-ter c.p.p. disciplina i possibili esiti dell'udienza predibattimentale e prevede, al comma 1, che, qualora emerga la sussistenza di una causa che estingue il reato o per la quale l'azione penale non doveva essere iniziata o non deve essere proseguita, ovvero se risulta che il fatto non è previsto dalla legge come reato, che il fatto non sussiste, che l'imputato non lo ha commesso, che il fatto non costituisce reato o che l'imputato non è punibile per qualsiasi causa, il Giudice pronuncia sentenza di non luogo a procedere.

Qualora dunque tali circostanze emergano in sede di udienza predibattimentale, al pari di quanto previsto per l'udienza preliminare, la disposizione in esame deroga al disposto generale di cui all'art. 129 c.p.p. (che consente invece la pronuncia di una sentenza, non revocabile, di non doversi procedere), prevedendo che anche il Giudice del dibattimento, in tale veste, pronunci una sentenza di non luogo a procedere. La ratio della riforma è infatti quella di introdurre un'udienza “filtro” anche nei procedimenti con citazione diretta a giudizio, per i quali non è prevista quindi l'udienza preliminare innanzi al g.u.p.

A conferma di tale impostazione deflattiva del carico di procedimenti gravanti sul dibattimento, il secondo periodo del comma 1 dell'art. 554-ter c.p.p. prevede che il Giudice pronunci sentenza di non luogo a procedere anche quando gli elementi acquisiti non consentono una ragionevole previsione di condanna. Si tratta della stessa formula adoperata in relazione alla sentenza di non luogo a procedere in sede di udienza preliminare, volta a garantire un filtro più efficace dei processi meritevoli di essere istruiti in sede dibattimentale e che sostituisce la previgente formula dell'inidoneità degli elementi raccolti a sostenere l'accusa in giudizio.

L'art. 554-ter c.p.p. rinvia inoltre, in quanto compatibili, alle disposizioni dettate dagli artt. 425, comma 2, 426 e 427 c.p.p. per l'udienza preliminare, relativi rispettivamente all'applicazione delle circostanze attenuanti, ai requisiti della sentenza e alla condanna del querelante alle spese. Il legislatore, con il d.lgs. n. 31/2024, c.d. Correttivo alla Riforma Cartabia, ha integrato la norma in esame mediante il richiamo ai commi 2, 3 e 4 dell'art. 424 c.p.p., secondo cui il giudice è chiamato a dare immediata lettura del provvedimento, che equivale a notificazione per le parti presenti, con deposito immediato in cancelleria e diritto per le parti stesse di ottenerne copia. Qualora invece non sia possibile procedere alla redazione immediata dei motivi della sentenza, il giudice deve provvedere non oltre il trentesimo giorno da quello della pronuncia. È stata così colmata la lacuna normativa in ordine ai tempi di deposito della sentenza all'esito dell'udienza predibattimentale.

L'ultimo periodo del comma 1 dell'art. 544-ter c.p.p. prevede infine che il Giudice non può pronunciare sentenza di non luogo a procedere se ritiene che dal proscioglimento debba conseguire l'applicazione di una misura di sicurezza diversa dalla confisca.

Ai sensi del comma 3 dell'articolo, qualora il Giudice non emetta sentenza di non luogo a procedere e non siano richiesti riti alternativi, ai sensi del comma 2, dovrà invece essere fissata la data dell'udienza dibattimentale, per la prosecuzione del giudizio, innanzi a un Giudice diverso da quello che abbia celebrato l'udienza predibattimentale, con restituzione del fascicolo del Pubblico Ministero.

È inoltre previsto un termine non inferiore a venti giorni, che deve intercorrere tra la data del provvedimento e la data fissata per l'udienza dibattimentale.

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