Richiesta di restituzione di beni in sequestro (art. 578-ter comma 2)

Pietro Insolera

Inquadramento

Nell'ambito della “Riforma Cartabia” sulla giustizia penale, con il d.lgs. n. 150/2022 (entrato in vigore dopo un primo differimento, il 31 dicembre 2022, per effetto del d.l. n. 162/2022 conv. con l. 199/2022, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 304/2022) è stata dettata un'apposita disciplina con riferimento alla sorte dei beni sottoposti a confisca non obbligatoria nella sentenza di primo grado, nel caso in cui si verifichi la peculiare ipotesi di “prescrizione processuale” di cui all'art. 344-bis c.p.p. in appello o nel giudizio di cassazione. Lo scopo perseguito dal riformatore è farsi carico dei beni in sequestro, impedendone la reintroduzione nel circuito criminale, stabilendo la perdurante efficacia della misura ablativa nelle more dell'attivazione del procedimento di prevenzione, istituendo un collegamento stabile tra procedimento penale e procedimento di prevenzione per effetto del quale il bene confiscato potrà essere oggetto di misura di prevenzione patrimoniale. In base alla nuova disciplina, si determinerà il trasferimento del procedimento ad impulso di parte in sede di prevenzione, tramite ordinanza della Corte di Appello o della Corte di Cassazione nella quale dovranno enunciarsi le ragioni che giustificano la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica distrettuale o alla Procura Nazionale Antimafia competente per l'emissione della misura di prevenzione patrimoniale.

Formula

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI.... - DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA (OPPURE) PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA

R.G.M.P. N.....

R.G. APP. N..... (OPPURE) R.G.N N.....

Il sottoscritto Avv..... del Foro di...., difensore di fiducia del Sig..... imputato nel sopra emarginato procedimento penale dinnanzi alla Corte di Appello di.... /Corte di Cassazione;

PREMESSO

Che la Corte di Appello di.... /Corte di Cassazione, dichiarata l'improcedibilità dell'azione penale ai sensi dell'art. 344-bis c.p.p. e rilevata la natura non obbligatoria della confisca applicata nella sentenza impugnata, pronunciava ordinanza ai sensi dell'art. 578-ter, comma 2, c.p.p. in data...., con la quale disponeva la trasmissione degli atti al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo del distretto.... /Procuratore Nazionale Antimafia, competente a proporre l'applicazione delle misure patrimoniali di cui al titolo II del Libro I del d.lgs. n. 159/2011 (sequestro ai sensi degli artt. 20,22, d.lgs. n. 159/2011; confisca ai sensi dell'art. 24, d.lgs. n. 159/2011);

Che è inutilmente maturato il termine di novanta giorni ex art. 578-ter, comma 3, c.p.p. decorrente dalla prefata ordinanza emessa dalla Corte di Appello di.... /Corte di Cassazione in data...., non avendo il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo del distretto.... /Procuratore Nazionale Antimafia chiesto e ottenuto entro tale termine la applicazione da parte del Tribunale competente di alcuno dei provvedimenti di cui al d.lgs. n. 159/2011, ed essendo dunque cessato, ai sensi dell'art. 578-ter, comma 3, c.p.p. ogni effetto del sequestro a fini di confisca disposto nel procedimento penale

OPPURE

Che, alla luce degli elementi in atti nel procedimento penale e delle argomentazioni poste a fondamento dell'ordinanza emessa dalla Corte di Appello di.... /Corte di Cassazione ai sensi dell'art. 578-ter, comma 2, c.p.p. in data...., risultano del tutto insussistenti i presupposti che legittimano il sequestro di prevenzione ai sensi degli artt. 16,20 e/o dell'art. 22, d.lgs. n. 159/2011;

OPPURE

Che ricorrono nel caso di specie le condizioni di cui all'art. 20, comma 3, d.lgs. n. 159/2011.

Per tali motivi

CHIEDE

La immediata restituzione di tutti i beni oggetto di misura ablativa al legittimo proprietario/al soggetto nella legittima disponibilità dei beni attinti da sequestro, Sig.....

Luogo e data....

Firma Avv.....

Commento

L'art. 33, comma 1, lett. c), d.lgs. n. 150, inserendo nel codice di rito un nuovo art. 578-ter, ha inteso regolare il complesso rapporto tra declaratoria di improcedibilità ai sensi dell'art. 344-bis c.p.p. e confisca. Il legislatore delegato ha esplicitato nella relazione di accompagnamento al testo il duplice presupposto essenziale di tale intervento. Se, da una parte, in esito ad una nota e complessa evoluzione giurisprudenziale che ha coinvolto Corte EDU, Corte costituzionale e Sezioni Unite (in particolare relativa alla c.d. Confisca urbanistica ex art. 380, comma 2, T.U. Ed., si v. Corte cost., sent. n. 49/2015; Cass., S.U., sent. n. 13539/2020), sfociata poi anche nell'inserimento dell'art. 578-bis c.p.p. con d.lgs. n. 21/2018, è ormai pacifico che la confisca penale presuppone la presenza di una condanna, almeno intesa in senso “sostanziale”, ossia quale accertamento dell'elemento oggettivo e soggettivo del reato raggiunto in un procedimento penale rispettoso di tutte le garanzie costituzionali e convenzionali della materia penale; dall'altra, le decisioni ex art. 344-bis c.p.p. impedirebbero al Giudice delle impugnazioni di proseguire nell'esame nel merito e di giungere a una condanna definitiva, caducando la precedente pronuncia. La declaratoria di improcedibilità ai sensi dell'art. 344-bis c.p.p. costituisce uno sbarramento processuale tale da precludere in radice la «prosecuzione del giudizio, anche solo finalizzata all'accertamento della responsabilità da un punto di vista sostanziale e svincolato dalla forma assunta dal provvedimento» (Relazione illustrativa, p. 328). Esclusa dunque la possibilità di proseguire il processo penale ai soli effetti della confisca, nonché la possibilità di trasferire la causa in sedi extra penali, si è stabilita la privazione degli effetti della misura ablatoria in sede penale, salvo le ipotesi di confisca obbligatoria prevista dalla legge anche fuori dai casi di condanna (per esempio art. 240, comma 2, n. 2, c.p., a norma del quale è sempre ordinata la confisca “delle cose la fabbricazione, l'uso, il porto, la detenzione o l'alienazione delle quali costituisce reato, anche se non è stata pronunciata condanna”).

In tutti gli altri casi di confisca applicata nella sentenza oggetto di gravame, il Giudice dell'impugnazione dovrebbe limitarsi a revocare la confisca applicata e ordinare la restituzione. A temperamento della rigidità di tale disposto, il legislatore delegato ha dato forma ad un inedito canale di raccordo stabile tra procedimento penale ordinario e di prevenzione, prevedendosi al comma 2 dell'art. 578-ter c.p.p., che, qualora vi siano beni in sequestro oggetto di confisca nella sentenza impugnata, i giudici dell'impugnazione, dichiarata improcedibile l'azione penale, debbono emettere ordinanza con la quale trasmettono gli atti al procuratore della Repubblica presso il capoluogo del distretto o al Procuratore nazionale antimafia, competenti a proporre le misure di prevenzione patrimoniali. Predetta trasmissione ha la funzione di semplice stimolo ad attivare il procedimento di prevenzione, da svolgersi nel rispetto della disciplina di settore dettata dal c.d. “codice antimafia”. Allo scopo di garantire maggiore effettività all'innovazione normativa in discussione e a quella dell'art. 578, comma 1-bis, si è infine aggiunto un nuovo art. 175-bis nelle disposizioni di attuazione al codice di rito, il quale dispone che la Cassazione e la Corte di Appello, nei procedimenti con parti civili o beni in sequestro, si pronuncino entro il termine di sessanta giorni decorrenti dal maturare dei termini di cui all'art. 344-bis c.p.p., al fine di “evitare il pregiudizio che un ritardo nella declaratoria di improcedibilità potrebbe produrre all'azione della parte civile e alle esigenze di pronta attivazione dell'autorità giudiziaria compente per le misure di prevenzione” (Relazione illustrativa, 331). (per approfondimenti v. Relazione su novità normativa n. 2 del 2023 dell'Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, 161-162; Gialuz, Per un processo penale più efficiente e giusto. Guida alla lettura della riforma Cartabia (profili processuali), in www.sistemapenale.it, 2 novembre 2022, § 14.2; Capone, Le impugnazioni tra speditezza e garanzie, in Dir. pen. proc., 2023, 1, 184 ss., 191; La Rocca, Improcedibilità temporale e confisca, in Spangher (a cura di), La riforma Cartabia, Roma, 2022, 559 ss.).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario