Elezione di domicilio della persona offesa (art. 90, comma 1-bis)InquadramentoLa persona offesa dal reato, nel primo atto in cui interviene o successivamente nel corso del procedimento, ha la facoltà di dichiarare o eleggere domicilio. Oltre a indicare un luogo fisico per la ricezione degli atti, la persona offesa può indicare un indirizzo di posta elettronica certificata o un altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato. In caso di nomina di un difensore la notifica alla persona offesa va sempre eseguita con invio dell'atto al difensore in qualità di domiciliatario ex lege ai sensi dell'art. 33 disp. att. c.p.p. FormulaALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI.... (DOTT.....) AL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI PRESSO IL TRIBUNALE DI.... AL GIUDICE DELL'UDIENZA PRELIMINARE PRESSO IL TRIBUNALE DI.... AL TRIBUNALE PENALE DI.... SEZIONE IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA (DOTT.....) AL TRIBUNALE PENALE DI.... IN COMPOSIZIONE COLLEGIALE DICHIARAZIONE/ELEZIONE DI DOMICILIO DELLA PERSONA OFFESA DAL REATO (ART. 90, COMMA 1-BIS, c.p.p.) Il sottoscritto...., nato a...., il...., residente a.... in via...., in qualità di persona offesa del reato in merito al procedimento penale n..... /.... R.G.N.R. iscritto a carico dell'indagato/imputato...., nato a.... il...., residente a...., in via....; per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)...., commesso in...., il....; OVVERO per i reati previsti e puniti dagli artt.: a).... c.p., commesso in...., il....; b).... l..... /...., commesso in...., il....; c).... d.P.R..... /...., commesso in...., il....; d).... d.lgs..... /...., commesso in...., il....; PREMESSO che nel procedimento penale sopra indicato il sottoscritto risulta iscritto quale persona offesa del reato previsto dall'art....., commesso a.... in data....; visto l'art. 90, comma 1-bis, c.p.p., DICHIARA/ELEGGE DOMICILIO nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R. • nel luogo di residenza, ovvero a.... in via.... n.....; OVVERO • nel luogo ove svolge attività lavorativa, ovvero a.... in via.... n.....; OVVERO • presso l'abitazione di...., ubicata a.... in via.... n.....; OVVERO • presso lo studio dell'Avv..... del Foro di...., che contestualmente viene nominato difensore opp. già nominato in atti; OVVERO • al seguente indirizzo di posta elettronica certificata:.... @pec.it; OVVERO • al seguente servizio elettronico di recapito certificato qualificato:..... Luogo e data.... Firma.... CommentoLa Riforma Cartabia L'art. 5, comma 1, lett. d) del d.lgs. n. 150/2022, in attuazione della legge-delega n. 134/2021, ha previsto all'art. 90, comma 1-bis, c.p.p. che la persona offesa ha la facoltà di dichiarare o eleggere domicilio nel procedimento penale. Tale atto presuppone ovviamente che la vittima del reato abbia la conoscenza del procedimento penale, in cui risulta iscritta quale persona offesa dal reato. La conoscenza può derivare dall'avere proposto denuncia per un fatto criminoso o dall'essere stata sentita dalla polizia giudiziaria come persona informata sui fatti. Ma può derivare anche dal compimento di attività (come una consulenza tecnica ai sensi dell'art. 360 c.p.p. o un incidente probatorio) che impone all'autorità procedente di avvisare la persona offesa dal reato al fine di consentirle l'esercizio dei diritti e delle facoltà previsti dal codice di rito. Va evidenziato che la Riforma Cartabia non ha abrogato né modificato l'art. 33 disp. att. c.p.p., che risulta tutt'oggi vigente. Secondo tale disposizione, quindi, nel caso in cui la persona offesa abbia nominato un difensore, il domicilio s'intende eletto presso quest'ultimo (è domiciliatario ex lege). Si deve ritenere che tale disposizione prevalga sull'eventuale dichiarazione o elezione di domicilio (fisico o digitale) compiuta dalla persona offesa. Pertanto, in caso di nomina di un difensore, la notifica alla vittima del reato dovrà essere sempre eseguita con invio (con modalità telematiche) al difensore e non presso il domicilio dichiarato o eletto dalla p.o. Sulla prevalenza dell'art. 33 disp. att. c.p.p. si è più volte espressa la Suprema Corte (Cass. III, n. 15521/2019; Cass. VI, n. 11168/2015) e la prassi degli uffici giudiziari prima della Riforma Cartabia era pacifica sul punto. Inoltre, va evidenziato che tale disciplina è stata oggi estesa dalla novella legislativa anche all'indagato, per il quale le notifiche (successive alla prima) nel corso delle indagini preliminari vanno effettuate sempre al difensore (di fiducia o di ufficio), anche se ha dichiarato o eletto domicilio. La persona offesa ha la facoltà di indicare come domicilio il luogo in cui vive (luogo di residenza o di dimora) o il luogo in cui lavora (studio professionale, sede di una società, esercizio pubblico di cui è titolare o presso cui è dipendente). In questo caso si tratterà di dichiarazione di domicilio, in quanto la vittima del reato indica un luogo per la ricezione degli atti a lei destinati in cui la stessa è reperibile e, quindi, un luogo in cui la p.o. è in grado di ricevere personalmente l'atto da notificare. Parimenti la vittima del reato può indicare un luogo nella diponibilità di soggetti terzi, che vengono pertanto incaricati di ricevere l'atto per suo conto. In questo caso viene effettuata un'elezione di domicilio, in quanto la persona offesa incarica della ricezione dell'atto un soggetto terzo. Il processo di informatizzazione del processo penale, fortemente incentivato dalla Riforma Cartabia con numerose nuove disposizioni del codice di rito, ha determinato la previsione che la persona offesa, per la ricezione dell'atto da notificare, in alternativa ad un luogo fisico possa indicare un luogo digitale nella sua disponibilità. Si deve trattare di un servizio elettronico che dia garanzia di certezza sull'identità di chi riceve l'atto da recapitare. Pertanto, la persona offesa non può indicare un semplice indirizzo di posta elettronica ordinaria, ma, se intende riceve l'atto in formato digitale, deve indicare o un indirizzo di posta elettronica certificata o un altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato. La disciplina in oggetto si applica nel caso in cui la persona offesa non sia anche querelante. Infatti, nel caso in cui la vittima del reato abbia sporto querela allora si applica il nuovo art. 153-bis c.p.p. (domicilio del querelante e notificazioni al querelante). Tale norma, a differenza della persona offesa non querelante, prevede per il querelante l'obbligo, nell'atto di querela, di dichiarare o eleggere domicilio per la comunicazione e la notificazione degli atti del procedimento. Tale obbligo ha lo scopo evidente di responsabilizzare la persona offesa querelante per semplificare gli incombenti del procedimento penale a carico dell'autorità giudiziaria. Anche in questo caso è prevista la facoltà di indicare un domicilio telematico (indirizzo di posta elettronica certificata o altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato). Il comma 2 dell'art. 153-bis c.p.p. puntualizza che il querelante ha comunque la facoltà di dichiarare o eleggere domicilio anche successivamente alla formulazione della querela. Da tale disposizione si deduce che l'omessa dichiarazione o elezione di domicilio non incide sulla validità o sull'ammissibilità della condizione di procedibilità. La dichiarazione o elezione di domicilio successiva all'atto di querela può essere formalizzata o con una dichiarazione raccolta a verbale (ad esempio, nel caso in cui la persona offesa sia sentita a sommarie informazioni dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero) oppure con una dichiarazione depositata con modalità telematiche ex art. 111-bis c.p.p. ovvero mediante telegramma o lettera raccomandata con sottoscrizione autenticata da un notaio, da altra persona autorizzata o dal difensore. Infine, la suddetta dichiarazione può essere anche effettuata presso la segreteria del pubblico ministero procedente o presso la cancelleria del Giudice procedente. Con le medesime modalità appena indicate, il querelante ha l'obbligo di comunicare il mutamento del domicilio dichiarato o eletto (art. 153-bis, comma 3, c.p.p.). Va precisato, però, che anche nel caso del querelante, qualora abbia nominato un proprio difensore, si applica sempre l'art. 33 disp. att. c.p.p., risultando così domiciliato ex lege presso il difensore. In caso di mancanza, insufficienza o inidoneità della dichiarazione o elezione di domicilio (art. 153-bis, comma 5, c.p.p.), qualora il querelante sia anche privo di difensore, le notificazioni sono eseguite mediante deposito dell'atto da notificare presso la segreteria del pubblico ministero procedente o della cancelleria del Giudice procedente. Pertanto, da un lato la novella legislativa pone a carico del querelante l'obbligo di dichiarare o eleggere domicilio, dall'altro lato sanziona la mancanza, l'insufficienza o l'inidoneità della stessa prevedendo il deposito dell'atto da notificare presso la segreteria o la cancelleria dell'A.G. procedente. Ciò allo scopo evidente di garantire speditezza al procedimento penale, semplificando l'attività di notificazione degli atti alla persona offesa querelante. Per la disciplina transitoria va menzionato l'art. 86 del d.lgs. n. 150/2022, in attuazione della legge-delega n. 134/2021, in riferimento alle querele proposte prima dell'entrate in vigore del suddetto decreto. Tale norma prevede che in caso di mancanza di dichiarazione o elezione di domicilio e di assenza di difensore l'atto deve essere notificato al querelante con le modalità ordinarie previste dall'art. 157, commi 1, 2, 3, 4 e 8, c.p.p. Non essendo contemplate da tale disposizione le ipotesi di insufficienza e inidoneità della dichiarazione o elezione di domicilio, in tali casi dovrà essere applicata la norma sulla notificazione mediante deposito in segreteria o cancelleria. Pertanto, la disciplina dell'art. 153-bis, comma 5, c.p.p. si applica solo alle querele promosse dopo il 30 dicembre 2022. |