Quesito in tema di ricostruzione dinamica incidente stradaleInquadramentoI reati di omicidio stradale (art. 589-bis c.p.) e di lesioni personali stradali (590-bis c.p.) costituiscono fattispecie colpose che hanno per oggetto condotte in danno della vita e della incolumità personale commesse con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale. Le pene, assai severe, sono aggravate in caso di delitto perpetrato da chi si trovi in stato di ebbrezza alcolica o di intossicazione da stupefacenti ovvero abbia commesso violazioni particolarmente significative (elevata velocità, circolazione contromano, mancato rispetto del semaforo rosso, etc.) ovvero ancora si sia dato alla fuga dopo l'incidente. Gli accertamenti sulla concreta dinamica del sinistro, vòlti alla compiuta ricostruzione delle condotte poste in essere da tutti i soggetti coinvolti e delle specifiche disposizioni del codice della strada che sono state violate con incidenza causale sull'evento lesivo, risultano dunque fondamentali per una corretta qualificazione dei fatti. FormulaN..... /.... R.G.N.R. PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI.... Accerti il consulente tecnico, previo sopralluogo nei luoghi dove si è verificato il sinistro, previo esame dei veicoli coinvolti e di quant'altro in sequestro (segnalando immediatamente l'avvenuta visione dei mezzi, onde consentirne la restituzione agli aventi diritto ed il risparmio all'Erario di ogni spesa superflua) previo esame e della documentazione agli atti [1] (nonché della ulteriore documentazione che il medesimo consulente acquisirà con l'ausilio della Polizia Giudiziaria) e compiuti tutti gli accertamenti del caso in riferimento all'incidente stradale occorso in data.... in...., via (località)....: – lo stato dei luoghi, specificando le caratteristiche della strada, la segnaletica orizzontale e verticale presente all'epoca dei fatti, le condizioni del fondo stradale, eventuali peculiarità; – le condizioni meteorologiche, di visibilità e di traffico, al momento dei fatti; – le caratteristiche tecniche e lo stato manutentivo dei veicoli coinvolti nel sinistro, specificando eventuali anomalie tecniche pregresse; – la condotta di guida tenuta dal conducente del veicolo (indicare marca e modello), targato...., specificandone la direzione di marcia, la presumibile velocità e le manovre concretamente poste in essere; – la condotta di guida tenuta dal conducente del veicolo (indicare marca e modello), targato...., specificandone la direzione di marcia, la presumibile velocità e le manovre concretamente poste in essere (ovvero la condotta concretamente tenuta dal pedone o dal ciclista); – le cause e la dinamica dell'incidente stradale; – il rapporto causale tra le suddette condotte e le conseguenze dannose del sinistro, precisando altresì le manovre, concretamente possibili per ciascuno dei soggetti coinvolti, che avrebbero potuto evitare il prodursi dell'evento. Riferisca, infine, di ogni ulteriore elemento egli ritenga necessario per l'accertamento dei fatti e comunque utile ai fini di giustizia. [1]Ad esempio, rilievi, planimetrie e schizzi elaborati dalla polizia giudiziaria intervenuta al momento del fatto, verbali di sommarie dichiarazioni rese da testimoni oculari dell'incidente, verbali di sanzioni amministrative per violazioni al codice della strada già elevati a taluno dei conducenti dei veicoli coinvolti. In particolare, risulta indispensabile il confronto con il consulente medico legale eventualmente nominato per i necessari accertamenti autoptici. CommentoIl reato di omicidio stradale Dopo un lungo e articolato dibattito, sono stati introdotti nel codice penale dalla l. n. 41/2016, i reati di omicidio e lesioni personali “stradali”. Le nuove fattispecie hanno natura di titolo autonomo di reato e non costituiscono ipotesi aggravate dei reati di omicidio colposo e di lesioni colpose (Cass. III, n. 15238/2020; Cass. IV, n. 29721/2017). Quanto in particolare all'omicidio stradale, viene espunta dall'ambito dell'art. 589 c.p., la condotta di chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, che ora costituisce un titolo autonomo di reato ed è punita con la reclusione da due a sette anni (art. 589-bis, comma 1, c.p.). La nuova ipotesi delittuosa (al pari del delitto di lesioni personali stradali), dunque, è un reato comune, dal momento che, per l'espressa lettera della legge, il soggetto attivo può essere “chiunque”. L'elemento soggettivo è costituito da una particolare ipotesi di colpa specifica. Non sono dunque sufficienti le semplici imprudenza, negligenza o imperizia (cioè la cosiddetta colpa generica, che rientra tuttora nella disciplina generale dettata dall'art. 589 c.p.), ma è necessaria la violazione di “norme sulla disciplina della circolazione stradale”. Queste “norme” possono ragionevolmente identificarsi con il codice della strada (d.lgs. n. 285/1992) e con il relativo regolamento di attuazione (d.P.R. n. 495/1992), solo che si tenga conto della espressa previsione dell'art. 43 c.p. (che descrive, per l'appunto la colpa specifica quale “inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline”) e del rango di norma primaria e secondaria rispettivamente attribuito al primo e al secondo dei suddetti testi normativi. Giova sottolineare come tale profilo, schiettamente soggettivo, abbia anche riflessi tutt'altro che indifferenti sulla perimetrazione dell'autore del fatto. E invero la estrema latitudine della disposizione impone di ritenere integrata la nuova fattispecie non solo in caso di condotte commesse da chi sia alla guida di veicoli a motore, ma anche dai conducenti di mezzi a braccia, a trazione animale o di biciclette (cfr. art. 47 c.d.s.) e persino dai pedoni. In altre parole, l'autore del reato è in ogni caso un utente della strada, tenuto in quanto tale al rispetto della disciplina di settore. Può darsi l'esempio di chi, attraversando la strada di corsa lontano dalle strisce pedonali, si scontri con un ciclista, facendolo cadere e provocandone la morte a seguito di trauma cranico. Ciò, ovviamente, non vale a rendere la fattispecie un'ipotesi di reato proprio, dal momento che chiunque (o perlomeno chiunque abbia una minima possibilità di deambulazione, anche assistita) può ricoprire, perlomeno, il ruolo di pedone. Peraltro, la portata quasi omnicomprensiva di molte norme cautelari dettate dal codice della strada restringe enormemente l'ambito delle condotte sorrette da semplice colpa generica: è difficile, a mero titolo di esempio, ipotizzare un sinistro che non derivi dal mancato rispetto dell'art. 140 comma 1 c.d.s. (“Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale”). A fronte di questi unici elementi specializzanti, resta invece immutata per il resto rispetto all'omicidio colposo “ordinario” la struttura del fatto di reato. Sono infatti identici l'oggetto giuridico tutelato (la vita umana), la condotta (qualsiasi comportamento causalmente idoneo a cagionare l'evento, trattandosi di uno dei cosiddetti reati a forma libera), l'oggetto materiale (un essere umano), l'evento (il decesso della persona offesa), il necessario nesso eziologico tra condotta ed evento. Analogamente a quanto già previsto per l'ipotesi ordinaria, l'ultimo comma dell'art. 589-bis c.p. introduce, per i casi di omicidio stradale plurimo ovvero di omicidio stradale in concorso formale con lesioni stradali, uno speciale meccanismo di determinazione che unifica, solo quoad poenam, i plurimi delitti commessi con un'unica condotta: “si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni diciotto”. Alla condanna (ovvero alla sentenza di patteggiamento) per omicidio stradale e per lesioni personali stradali consegue la revoca della patente (cfr. nuovo art. 222 comma 2, quarto periodo c.d.s.; i successivi commi 3-bis, 3-ter e 3-quater regolano il periodo minimo prima del quale il titolare di patente revocata può conseguirne una nuova e l'istituto della inibizione alla guida sul territorio nazionale, annotata nell'anagrafe nazionale conducenti, per i titolari di patenti di guida rilasciate da Stati esteri). La Corte Costituzionale ha tuttavia dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 222, comma 2, quarto periodo, c.d.s., nella parte in cui non prevede che, in caso di condanna per i reati di omicidio stradale o lesioni personali stradali, gravi o gravissime, il giudice possa disporre, in alternativa alla revoca della patente di guida, la sospensione della stessa, allorché non ricorra alcuna delle circostanze aggravanti previste dai rispettivi commi 2 e 3 degli artt. 589-bis e 590-bis c.p. (Corte cost. n. 88/2019). Si rammenta che il codice della strada non trova applicazione all'interno di spazi condominiali (garage, piazzali, cortili, etc.) e in ogni altra area non aperta al pubblico transito (art. 2 comma 1 c.d.s.: “Ai fini dell'applicazione delle norme del presente codice si definisce «strada» l'area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali”. Cfr. anche Cass. IV, n. 35415/2013, secondo cui tali norme trovano diretta applicazione in relazione alla circolazione dei veicoli sulle strade aperte al pubblico transito, mentre assumono unicamente il valore di criteri e canoni di diligenza e prudenza – ovvero di semplice colpa generica – in relazione allo spostamento di veicoli all'interno di aree private non aperte alla pubblica circolazione). L'omicidio stradale aggravato In alcuni casi, tutti aventi ad oggetto la conduzione di veicoli a motore e concernenti violazioni sintomatiche di una speciale pericolosità (derivante dalle minorate condizioni del conducente per l'assunzione di alcol o droghe ovvero da condotte di guida eccezionalmente imprudenti), si prevedono circostanze aggravanti ad effetto speciale che parametrano ex novo la sanzione edittale. Queste aggravanti trovano applicazione, in primo luogo, nei confronti di chi abbia commesso un omicidio stradale in stato di ebbrezza alcolica, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,8 e non superiore a 1,5 grammi per litro (stante il richiamo a quanto disposto dagli artt. 186, comma 2, lett. b), c.d.s.): – essendosi posto alla guida di un qualunque veicolo a motore (art. 589-bis, comma 4 c.p., che prevede la reclusione da cinque a dieci anni); – esercitando professionalmente, quale conducente, l'attività di trasporto di persone, nell'ambito dell'attività di servizio di noleggio con conducente ovvero quale tassista ovvero ancora quale conducente di veicolo a servizio di linea: autobus, autosnodato, autoarticolato, autotreno, filobus, etc. (art. 589-bis, comma 3, c.p., che, richiamando i veicoli indicati dall'art. 186-bis comma 1 lett. b) c.d.s., prevede la reclusione da otto a dodici anni); – esercitando professionalmente, quale conducente, l'attività di trasporto di cose per conto terzi, anche nell'ambito di attività di servizio di linea o di servizio di piazza (art. 589-bis, comma 3 c.p., che, richiamando i veicoli indicati dall'art. 186-bis, comma 1, lett. c), c.d.s., prevede la reclusione da otto a dodici anni); – conducendo un autoveicolo di massa complessiva a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate ovvero un autoveicolo trainante un rimorchio con massa complessiva totale a pieno carico dei due veicoli superiore a 3,5 tonnellate ovvero un autobus e altro autoveicolo destinato al trasporto di persone (quando il numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, sia superiore a otto) ovvero di un autoarticolato e un autosnodato (art. 589-bis, comma 3, c.p., che, richiamando i veicoli indicati dall'art. 186-bis, comma 1 lett. d), c.d.s., prevede la reclusione da otto a dodici anni). Qualora il tasso alcolemico accertato sia superiore ad 1,5 grammi per litro ovvero in caso di alterazione psico-fisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, chiunque cagiona per colpa la morte di un uomo alla guida di un veicolo a motore è punito con la reclusione da otto a dodici anni, indipendentemente dalla tipologia del veicolo (art. 589-bis, comma 2 c.p., che richiama quanto disposto dagli artt. 186, comma 2, lett. c) e 187 c.d.s.). Sono inoltre puniti con la reclusione da cinque a dieci anni, ai sensi dell'art. 589-bis, comma 5 c.p., gli omicidi stradali commessi da conducente di veicolo a motore che: – abbia attraversato un'intersezione con il semaforo rosso; – abbia circolato contromano; – abbia effettuato una manovra di inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi; – abbia effettuato un sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua; – abbia proceduto in un centro urbano ad una velocità pari o superiore al doppio di quella consentita e comunque non inferiore a 70 km/h; – abbia proceduto su strade extraurbane ad una velocità superiore di almeno 50 km/h a quella massima consentita (ad ogni buon conto, il nuovo art. 590-quinquies c.p. specifica che “ai fini degli artt. 589-bis e 590-bis si intendono per strade extraurbane le strade di cui alle lettere A, B e C del comma 2 dell'art. 2 del codice della strada”, ovvero le autostrade e le strade extraurbane principali e secondarie, “e per strade di un centro urbano le strade di cui alle lettere D, E, F e F-bis del medesimo comma 2” ovvero le strade urbane di scorrimento, le strade urbane di quartiere; le strade locali; gli itinerari ciclopedonali. In tal modo, le ultime due categorie – strade vicinali o interpoderali, piste ciclabili, percorsi pedonali, etc. – sono sempre considerate “urbane”, anche quando si snodano su un tracciato extraurbano). La lettera della disposizione richiama una correlazione (a cui non può non attribuirsi natura causale) tra la specifica violazione e l'evento soltanto per gli ultimi due casi sopra descritti (mediante la formula “a seguito di manovra cagioni per colpa la morte di una persona”). Pare però indubitabile che, per tutte le circostanze sinora elencate (ciascuna delle quali tipizza una specifica violazione cautelare), la responsabilità per l'ipotesi aggravata non si estenda a tutti gli omicidi stradali verificatisi contestualmente alla violazione delle suddette norme cautelari, ma sia limitata a quegli eventi particolari che le norme stesse erano dirette ad evitare, secondo il principio generale della cosiddetta concretizzazione del rischio, così da scongiurare il pericolo, sia pure non troppo frequente, di un'imputazione meramente oggettiva (cfr., in termini, da ultimo, Cass. IV, n. 24462/2015, laddove la Corte ha escluso che la circolazione di un autoarticolato lungo la Costiera Amalfitana in giorno festivo, avvenuta in violazione del divieto specifico dettato dalla normativa di settore, potesse di per sé sola determinare la configurabilità del delitto di omicidio colposo a carico del camionista, atteso che la disposizione regolamentare sopra richiamata era diretta a tutelare le esigenze di scorrevolezza del traffico veicolare e non espressamente a prevenire eventuali sinistri. Sul punto, cfr. anche Valbonesi, Causalità della colpa negli incidenti stradali: verso un recupero dell'ortodossia del rimprovero colposo, in Giust. pen., 2018, II, 433). La pena è ulteriormente aumentata, se i fatti sono commessi da persona non munita di patente di guida o con patente sospesa o revocata, ovvero nel caso in cui il veicolo sia di proprietà dell'autore del fatto e al contempo risulti sprovvisto di assicurazione obbligatoria. Secondo il nuovo art. 590-quater c.p., quando ricorrono le circostanze aggravanti di cui all'art. 589-bis commi 2, 3, 4, 5 e 6 c.p. (ovvero quelle previste dagli artt. 589-ter, 590-bis, commi 2, 3, 4, 5 e 6 e 590-ter c.p.), le concorrenti circostanze attenuanti diverse dalla minore età dell'autore (art. 98 c.p.) ovvero dalla minima partecipazione di chi abbia cooperato nel delitto colposo (art. 114 c.p.) non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni si operano sulla quantità di pena determinata ai sensi delle predette aggravanti. La pena, viceversa, è diminuita, sino alla metà, in caso di concorso di colpa (art. 589-bis comma 7: “qualora l'evento non sia esclusiva conseguenza dell'azione o dell'omissione del colpevole”). Disposizioni procedurali È stata estesa anche all'omicidio stradale e alle lesioni stradali la procedura dettata dall'art. 224-bis c.p.p. per il prelievo coattivo in caso di mancato consenso dell'interessato. Si aggiunge, altresì, un nuovo ultimo comma (oziosamente rubricato “3-bis”, piuttosto che “4”) all'art. 359-bis c.p.p., secondo cui, in caso di rifiuto del conducente di sottoporsi agli accertamenti sul tasso alcolico o sull'assunzione di stupefacenti, il decreto di urgenza per il prelievo coattivo può essere adottato dal pubblico ministero anche oralmente (cioè, in parole povere, rispondendo alla chiamata degli operanti sul cellulare del turno di reperibilità H24), con successiva ratifica per iscritto, da trasmettersi entro 48 ore per la convalida del Gip, che deve provvedere entro le successive 48 ore. Nel caso, in teoria pressoché eccezionale, in cui non sia comunque possibile ottenere tempestivamente il decreto del P.M., gli ufficiali di polizia giudiziaria possono procedere direttamente, mediante accompagnamento dell'indagato presso la struttura sanitaria pubblica più vicina, con obbligo di avviso al difensore (che ha facoltà di assistere). |