Ricorso per cassazione improcedibile se la copia del provvedimento è priva dell’attestazione di cancelleria

Redazione scientifica
04 Settembre 2023

La Cassazione torna a ribadire un importante principio in tema di impugnazione di sentenza nativa digitale: la mancanza dell'attestazione di pubblicazione della cancelleria, nonché della relativa data e numero, rende il ricorso per cassazione improcedibile ai sensi dell'art. 369 c.p.c.

Nella vicenda in esame è sorta la questione relativa all'improcedibilità del ricorso per violazione dell'art. 369, comma 2, n. 2, c.p.c. Il Collegio sottolinea infatti che «il ricorrente ha depositato una copia della sentenza che non reca, in realtà, alcuna attestazione di avvenuta pubblicazione, nessuna data di pubblicazione e nessun numero identificativo; né, a ben vedere, alcuna attestazione di conformità all'originale informatico, e neanche che la copia prodotta sia stata tratta dal fascicolo telematico».

Ai sensi dell'art. 369 c.p.c., la produzione della copia autentica della sentenza impugnata (con relazione di notificazione) costituisce condizione di procedibilità del ricorso per cassazione. Viene inoltre precisato che la copia deve recare l'attestazione della cancelleria di avvenuta pubblicazione del provvedimento, nonché la data ed il numero di tale pubblicazione. Secondo la consolidata giurisprudenza di questa stessa Corte, infatti, la pubblicazione delle sentenze redatte in formato nativo digitale si perfeziona solo «nel momento in cui il sistema informatico provvede, per il tramite del cancelliere, ad attribuire alla sentenza il numero identificativo e la data, poiché è da tale momento che il provvedimento diviene ostensibile agli interessati» (Cass. civ. n. 2362/2019; Cass. civ. n. 24891/2018; Cass. civ. n. 21192/2021).

In considerazione di tale premessa, la Corte afferma che «in caso di produzione di una copia del provvedimento impugnato attestata conforme all'originale presente nel fascicolo informatico, ma priva dell'attestazione di pubblicazione della cancelleria, nonché della relativa data e del relativo numero, il ricorso per cassazione è da ritenere improcedibile ai sensi dell'art. 369 c.p.c., come del resto già affermato da questa Corte, sulla base di principi di diritto dai quali non si ravvisano motivi per discostarsi».

Infatti «per quanto in linea generale sia possibile produrre in giudizio copie o duplicati del provvedimento impugnato estratti dal fascicolo telematico, attestando la conformità del relativo contenuto all'originale contenuto nel predetto fascicolo, ai fini della procedibilità del ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 369 c.p.c. deve comunque trattarsi di copie o duplicati recanti l'attestazione di cancelleria della pubblicazione del provvedimento, con la relativa data e il numero attribuito dal sistema. In caso contrario sarebbe impossibile per la Corte di cassazione verificare se e quando il provvedimento impugnato sia effettivamente venuto ad esistenza e quale sia il suo numero identificativo; ciò senza contare che la copia prodotta non potrebbe ritenersi effettivamente conforme al provvedimento impugnato (e impugnabile), cioè quello oggetto di avvenuta regolare pubblicazione. La produzione di una copia della sentenza incerta nella data e priva di numero di pubblicazione non consente, d'altronde, di verificare la tempestività della impugnazione né, in caso si ritenesse il ricorso suscettibile di accoglimento, consente la formulazione di un corretto dispositivo di accoglimento che, coordinato con la motivazione, deve individuare con esattezza il provvedimento cassato».

(Fonte: Diritto e Giustizia)

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