Atti sessuali con minorenne e prostituzione minorile

Angelo Salerno

1. Bussole di inquadramento

Il delitto di atti sessuali con minorenne

Il delitto di atti sessuali con minorenne, punito dall'art. 609-quater c.p., consiste nella condotta di chi, fuori dei casi di violenza sessuale, ex art. 609-bis c.p., compia atti sessuali con una persona che, al momento del fatto, non abbia compiuto gli anni quattordici ovvero gli anni sedici, qualora il soggetto agente sia l'ascendente, il genitore – anche se adottivo – o il relativo convivente, nonché quando si tratti del tutore o di altra persona cui il minore sia stato affidato per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia o che conviva con il minore.

Assume rilevanza penale, ai sensi del comma 2 dell'art. 609-quater c.p., altresì la condotta dell'ascendente, del genitore, anche se adottivo, o dei relativi conviventi, nonché del tutore o di altra persona cui il minore sia stato affidato per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia o che conviva con il minore, che, abusando dei poteri connessi alla propria posizione, abbia compiuto atti sessuali con una persona minore che abbia compiuto i sedici anni.

Il bene giuridico tutelato dalla fattispecie in esame è il sano e corretto sviluppo della sessualità del minore (Cass. III, n. 23205/2018), il cui consenso al compimento di atti sessuali è ritenuto inefficace dal legislatore in ragione della condizione di immaturità fisica o psicologica in cui si trova la persona offesa.

A seconda dell'età di quest'ultima, il delitto può essere commesso da chiunque, se si tratta di persona offesa infra-quattordicenne, ovvero dai soli soggetti qualificati indicati dal comma 1, n. 2 e dal comma 2 dell'art. 600-quater c.p., in riferimento rispettivamente ai minori che abbiano compiuto gli anni quattordici ma non ancora gli anni sedici ovvero dei minori che abbiano già compiuto gli anni sedici.

Le fattispecie criminose punite dall'articolo in esame sono dunque tre e riguardano, in primo luogo (art. 609 quater, comma 1, n. 1, c.p.) gli atti sessuali compiuti – fuori delle ipotesi di violenza ex art. 609 bis c.p. – con una persona che non abbia compiuto gli anni quattordici, che in ragione della propria età è ritenuta dal legislatore incapace di esprimere un valido consenso al compimento di tali atti.

Deve tuttavia evidenziarsi che, in forza del comma 5 dell'art. 600-quater c.p., il fatto non è punibile se posto in essere – fuori dei casi di violenza sessuale ex art. 609-bis c.p. – da altro minore, quando la persona offesa abbia già compiuto i tredici anni e la differenza di età tra di essi non superi i quattro anni.

La seconda ipotesi presa in considerazione dal legislatore (art. 600-quater, comma 1, n. 2, c.p.) riguarda le condotte ai danni di un minore infra-sedicenne (che abbia compiuto però gli anni quattordici, operando altrimenti la fattispecie sub n. 1), poste in essere da un soggetto che vanti una relazione qualificata con la persona offesa, tale da agevolare la realizzazione degli atti sessuali, sfruttando la fiducia e la vicinanza del minore.

Qualora la persona offesa, minore, abbia invece compiuto gli anni sedici, è necessario che il soggetto agente che si trovi in una delle condizioni richieste dalla norma incriminatrice abbia abusato dei poteri connessi alla sua posizione per compiere atti sessuali con la persona offesa. Oltre il sedicesimo anno di età non è cioè sufficiente che il soggetto agente vanti una relazione qualificata con il minore, dovendosi accertare la sussistenza di poteri ad essa connessi e il relativo abuso che abbia consentito o agevolato il compimento degli atti sessuali.

Alle fattispecie alternative originariamente previste dall'art. 600-quater c.p., la l. n. 238/2021, c.d. legge europea 2019-2020, nel recepire la direttiva n. 2011/93/UE, relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, ha affiancato un'ulteriore ipotesi di reato: il nuovo comma 3 dell'art. 609-quater c.p. prevede infatti oggi che, fuori dei casi già esaminati, di cui ai commi precedenti, chiunque compie atti sessuali con persona minore che ha compiuto gli anni quattordici, abusando della fiducia riscossa presso il minore o dell'autorità o dell'influenza esercitata sullo stesso in ragione della propria qualità o dell'ufficio ricoperto o delle relazioni familiari, domestiche, lavorative, di coabitazione o di ospitalità, è punito con la reclusione fino a quattro anni.

L'elemento soggettivo del delitto, in ciascuna delle fattispecie esaminate, è il dolo generico, che non è escluso, ai sensi dell'art. 609-sexies c.p., in caso di errore sull'età della persona offesa, purché non si tratti di errore inevitabile e quindi scusabile.

Il delitto di atti sessuali con minorenne si perfeziona con il compimento del primo atto sessuale con il minore, raggiungendo la sua consumazione allorché l'attività sessuale sia cessata.

Ogni qual volta si accerti che il soggetto agente abbia posto in essere atti idonei e univoci rispetto al compimento di atti sessuali con il minore, che non si siano verificati per cause estranee alla sua volontà, deve ritenersi configurato il tentativo del delitto ex art. 609-quater c.p. (Cass. III, n. 28373/2001).

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Il delitto di atti sessuali con minorenne concorre con il delitto di prostituzione minorile?

Orientamento dominante della Corte di Cassazione

Il reato di prostituzione minorile, che punisce le condotte di induzione, favoreggiamento o sfruttamento della prostituzione del minore degli anni diciotto, concorre con quello di atti sessuali con minorenne, compiuti nell'ambito delle attività di prostituzione di quest'ultimo, sia per la differente oggettività giuridica che per la diversità degli elementi costitutivi.

Lo sviluppo della sessualità del minore trova tutela, oltre che mediante le fattispecie criminose punite dall'art. 609-quater c.p., anche attraverso la repressione penale dei fenomeni di prostituzione minorile.

L'art. 600-bis c.p. punisce infatti, al comma 1, chiunque recluta o induce alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni diciotto ovvero favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la prostituzione di una persona di età inferiore agli anni diciotto, ovvero altrimenti ne trae profitto.

Il comma 2 del medesimo articolo, facendo salvi i casi in cui il fatto costituisca un più grave reato, punisce altresì chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di un corrispettivo in denaro o altra utilità, anche solo promessi, sanzionando penalmente in questo modo anche la clientela dell'attività di prostituzione minorile.

Quest'ultima fattispecie appare alternativa rispetto al delitto ex art. 609-quater, comma 1, n. 1), c.p., in ragione dell'età di riferimento, che va dai quattrodici ai diciotto anni, sicché, a fronte di atti sessuali posti in essere con minori infra-quattordicenni, contro prestazione di danaro o altra utilità, anche solo promessi, troverà de plano applicazione l'art. 609-quater c.p., salvo che non sussistano i presupposti del delitto di violenza sessuale aggravata exartt. 609-bis e 609-ter c.p.

Una parziale sovrapposizione può invece verificarsi rispetto alle condotte di cui all'art. 609-quater, comma 1, n. 2, c.p. e comma 2, in relazione ai minori che abbiano compiuto i quattordici anni di età. In tal caso troverebbe tuttavia applicazione la clausola di riserva di cui all'art. 609-bis, comma 2, c.p., che fa salvi, come anticipato, i più gravi reati integrati dalla condotta del soggetto agente. È invece punita meno gravemente la sopra descritta condotta di cui al comma 3 dell'art. 609-quater c.p., sicché in caso di sovrapposizione tra le due fattispecie potrà trovare applicazione quella punita dall'art. 600-bis c.p.

Diverso è il caso in cui a concorrere siano le condotte di atti sessuali con minorenne, di cui all'art. 609-quater c.p., e di induzione, reclutamento, sfruttamento, favoreggiamento, gestione, organizzazione o controllo della prostituzione minorile.

In primo luogo, va evidenziato che manca, nel testo del comma 1 dell'art. 600-bis c.p. alcuna clausola di riserva.

Tanto premesso, deve darsi atto dell'orientamento costante della Corte di Cassazione, che ha escluso alcuna forma di specialità o assorbimento tra le fattispecie in esame, affermando che il reato di prostituzione minorile concorre con quello di atti sessuali con minorenne, compiuti nell'ambito delle attività di prostituzione di quest'ultimo, sia per la differente oggettività giuridica che per la diversità degli elementi costitutivi (Cass. III, n. 40383/2019; Cass. III, n. 1860/2011). I giudici di legittimità hanno infatti osservato che l'elemento aggiuntivo e dominante del mercimonio del corpo rende la fattispecie di cui all'art. 600-bis, comma 1, c.p. ontologicamente diversa rispetto a quella di cui all'art. 609-quater c.p. (Cass. III, n. 32339/2015).

3. Azioni processuali

Ulteriori attività difensive

Per la fattispecie in esame si possono esperire le seguenti ulteriori attività difensive: Richiesta di riesame di un'ordinanza che applica una misura coercitiva (art. 309); Appello contro un'ordinanza in materia cautelare (art. 310); Richiesta di giudizio abbreviato (art. 438, comma 1); Richiesta dell'indagato di applicazione della pena nel corso delle indagini preliminari (art. 447, comma 1).

ProcedibilitàPer il reato di atti sessuali con minorenne ex art. 609-quater c.p. si procede sempre d'ufficio.

Improcedibilità delle impugnazioni (e prescrizione del reato)

Il termine-base di prescrizione del delitto di atti sessuali con minorenne, nei casi di cui al comma 1, è pari a ventiquattro anni, in forza del comma 6 dell'art. 157 c.p., che prevede il raddoppio del termine ordinario di prescrizione, pari alla pena detentiva edittale massima di dodici anni.

Nei casi di lieve entità, di cui al comma 3 dell'art. 609-quater c.p., il termine-base di prescrizione è pari a otto anni e non si procede al raddoppio dello stesso, espressamente escluso dal citato comma 6 dell'art. 157 c.p.

I predetti termini-base di prescrizione sono suscettibili di aumento, in presenza del sopravvenire di eventi interruttivi, nella misura di un quarto fino rispettivamente ad un massimo di trent'anni (commi 1 e 2) e di dieci anni (comma 3) (cfr. artt. 160 e 161 c.p.), oltre i periodi di sospensione (cfr. artt. 159 e 161 c.p.).

Diversamente, per le fattispecie di cui ai commi 2 e 3 dell'art. 609-quater c.p., il termine base di prescrizione è pari a sei anni, suscettibile di aumento, nella misura di un quarto (conf. artt. 160 e 161 c.p.), in presenza di atti interruttivi, fino al termine massimo di sette anni e sei mesi, oltre i periodi di sospensione (cfr. artt. 159 e 161 c.p.).

Con riferimento ai fatti commessi a partire dal 1° gennaio 2020, ai sensi dell'art. 161-bis c.p., il termine di prescrizione cessa definitivamente con la pronuncia della sentenza di primo grado, fermo restando che, nel caso di annullamento che comporti la regressione del procedimento al primo grado o a una fase anteriore, la prescrizione riprende il suo corso dalla data della pronunzia definitiva di annullamento.

Il dies a quo della prescrizione, ai sensi dell'art. 158, comma 3, c.p., decorre per i fatti commessi successivamente all'entrata in vigore della norma (3 agosto 2017) dal compimento del diciottesimo anno di età della persona offesa, salvo che l'azione penale sia stata esercitata precedentemente. In quest'ultimo caso il termine di prescrizione decorre dall'acquisizione della notizia di reato.

A partire dal 1° gennaio 2020 (cfr. art. 2, comma 3, l. n. 134/2021), inoltre, per tutti i casi di atti sessuali con minorenne costituiscono causa di improcedibilità dell'azione penale ex art. 344-bis c.p.p., la mancata definizione:

— del giudizio di appello entro il termine di due anni;

— del giudizio di cassazione entro il termine di un anno;

salva proroga per un periodo non superiore ad un anno nel giudizio di appello ed a sei mesi nel giudizio di cassazione quando il giudizio d'impugnazione risulta particolarmente complesso in ragione del numero delle parti o del numero o della complessità delle questioni di fatto o di diritto da trattare;

salva sospensione nei casi previsti dall'art. 344-bis, comma 6, c.p.p.;

salva diversa modulazione dei predetti termini in applicazione della normativa transitoria (cfr. art. 2, commi 4 e 5, l. n. 134/2021).

Misure precautelari e cautelari

Arresto e fermo

Con riguardo al reato di atti sessuali con minorenne:

— è consentito l'arresto obbligatorio in flagranza di reato nei casi di cui ai commi 1 e 2 (art. 380 c.p.p.);

— è consentito l'arresto facoltativo in flagranza di reato nei casi di cui al comma 3 (art. 381, comma 2, c.p.p.);

— è consentito il fermo (art. 384 c.p.p.), fuori dei casi di cui al comma 3.

Misure cautelari personali

Nei confronti dell'indagato per il delitto di atti sessuali con minorenne sono applicabili misure cautelari coercitive (artt. 281-286-bis c.p.p.), poiché l'art. 280, comma 1, c.p.p. consente l'applicazione delle predette misure ai soli delitti per i quali la legge stabilisce la pena della reclusione superiore nel massimo a tre anni; è altresì applicabile, ad eccezione dei casi di cui al comma 3 dell'art. 600-quater c.p., anche la misura della custodia cautelare in carcere, poiché l'art. 280, comma 2, c.p.p. consente l'applicazione della predetta misura ai delitti per i quali la legge stabilisce la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni

Ai sensi dell'art. 275, comma 3, c.p.p., in presenza di gravi indizi di colpevolezza per il delitto in esame, nei confronti dell'indagato è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari o che, in relazione al caso concreto, le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure.

Competenza, forme di citazione a giudizio e composizione del tribunale

Competenza

In tutti i casi di atti sessuali con minorenne è competente per materia il tribunale (cfr. art. 6 c.p.p.), che decide in composizione collegiale (cfr. artt. 33-bis e 33-ter c.p.p.).

Citazione a giudizio

Per il delitto di atti sessuali con minorenne si procede sempre con udienza preliminare.

Composizione del tribunale

Il processo per il delitto di atti sessuali con minorenne si svolgerà sempre dinanzi al tribunale in composizione collegiale.

4. Conclusioni

Il legislatore nazionale, sulla spinta del diritto internazionale (Convenzione di Istanbul, Convenzione di Lanzarote) ed europeo (Direttiva 2011/93/UE), ha progressivamente rinvigorito e affinato la tutela della libertà sessuale e dello sviluppo psico-fisico e sessuale del minore, offrendo strumenti di intervento sempre più incisivi ed efficaci.

Il sistema di tutela approntato dal legislatore opera su un triplice fronte: da un lato, infatti, vengono punite più gravemente, in forza del combinato disposto degli artt. 609-bis e609-ter c.p., le condotte di violenza sessuale poste in essere ai danni di un minore.

Dall'altro, il legislatore sanziona altrettanto gravemente il compimento di atti sessuali con il minore, quand'anche non siano frutto di una condotta coercitiva o induttiva, avendo tuttavia riguardo all'età della persona offesa ovvero alla relazione qualificata tra essa e il soggetto agente.

Ultima ma non meno rilevante forma di tutela è rappresentata dalle norme esaminate in materia di prostituzione minorile, cui si affiancano i delitti in materia di pedo-pornografia, che consentono di combattere l'altrettanto allarmante fenomeno della mercificazione dei minori sul piano sessuale.

Le fattispecie criminose apprestate dal legislatore sono tra di esse complementari e coordinate, pur essendo ravvisabile, come si è avuto modo di osservare, una parziale sovrapposizione tra le singole condotte, destinate in tal caso a concorrere, ove non sia stata espressamente prevista una clausola di riserva.

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