Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 21 - Ciclo di vita digitale dei contratti pubblici.

Anna Corrado

Ciclo di vita digitale dei contratti pubblici.

1. Il ciclo di vita digitale dei contratti pubblici, di norma, si articola in programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione.

2. Le attività inerenti al ciclo di vita di cui al comma 1 sono gestite, nel rispetto delle disposizioni del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, attraverso piattaforme e servizi digitali fra loro interoperabili, come indicati all'articolo 22.

3. I soggetti che intervengono nel ciclo di vita digitale dei contratti pubblici operano secondo le disposizioni della presente Parte e procedono all'atto dell'avvio della procedura secondo le disposizioni del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005 e dell'articolo 3 della legge 13 agosto 2010, n. 136.

Inquadramento

L'art. 21 introduce il concetto di ciclo di vita digitale del contratto che indica tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici, da intendersi come le attività riguardanti le procedure di gara fino alla completa esecuzione del contratto. Come viene chiarito nella Relazione al Codice l'idea di fondo è che tutte le attività devono essere conoscibili e riconducibili a un numero identificativo iniziale assegnato alla singola procedura, avviata con il Codice Unico di Progetto (CUP) e il Codice Identificativo di gara (CIG), acquisito direttamente attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici di ANAC. Il ciclo di vita digitale riferito al singolo contratto si articola nelle fasi previste dalla disposizione, cioè la programmazione, con il riferimento all'ambito in cui si inserisce la procedura da indire, la progettazione, che rappresenta l'ideazione della documentazione di gara, la pubblicazione, che comporta la conoscibilità, per la generalità dei soggetti interessati, dell'avvio della procedura e che permette ai potenziali interessati di partecipare, l'affidamento che, in disparte la tipologia di procedura utilizzata, culmina con l'individuazione del soggetto con cui sarà stipulato il contratto e, infine, la fase di esecuzione del contratto.

Proprio a riprova del fatto che si è voluto creare un collegamento tra le varie fasi, affinché questo non si perda durante tutto lo svolgimento del contratto e anche dopo, la “tracciabilità” e la conoscibilità che si è voluta assicurare con la riforma si ricava anche dalla disposizione inserita nell'articolo 209 del Codice, nella parte in cui si introduce, nell'ambito dell'art. 120 del c.p.a. (d.lgs. n. 104/2010), l'obbligo di inserire in tutti gli atti di parte e in tutti i provvedimenti del giudice il Codice identificativo di gara (CIG) con la espressa previsione che in caso di mancata indicazione il giudice lo inserisce in ogni caso e anche d'ufficio, su segnalazione della segreteria.

Trattandosi di ciclo di vita “digitale” naturalmente il comma 2 dell'art. 21 dà atto che le attività che caratterizzano le varie fasi dovranno essere realizzate digitalmente nel rispetto della disciplina contenuta nel CAD, su piattaforme interoperabili e utilizzando i servizi digitali messi a disposizione dall'ecosistema di e-procurement (art. 22), consentendo, così, la produzione di dati e lo scambio degli stessi tra banche dati.

Il comma 3, infine, introduce la regola generale per cui sia le stazioni appaltanti sia gli operatori economici devono operare digitalmente attraverso i sistemi digitali.

Ai fini della tracciabilità dei flussi finanziari, all'atto dell'avvio della procedura di gara deve essere acquisito il codice identificativo di gara (CIG) secondo quanto previsto dall'art. 3 l. n. 136/2010 secondo cui «5. Ai fini della tracciabilità dei flussi finanziari, gli strumenti di pagamento devono riportare, in relazione a ciascuna transazione posta in essere dalla stazione appaltante e dagli altri soggetti di cui al comma 1, il codice identificativo di gara (CIG), attribuito dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture su richiesta della stazione appaltante e, ove obbligatorio ai sensi dell'articolo 11 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, il codice unico di progetto (CUP). ....».

La stessa prescrizione è richiamata all'art. 83 del Codice con la previsione che nei bandi o negli avvisi di gara è indicato il codice identificativo di gara (CIG) acquisito attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici.

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