Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 39 - Programmazione e progettazione delle infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale.Codice legge fallimentare Artt. 201, 202, 203 Programmazione e progettazione delle infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale. 1. Le disposizioni del presente articolo disciplinano le procedure di pianificazione, programmazione e progettazione delle infrastrutture strategiche la cui realizzazione riveste carattere di urgenza e di preminente interesse nazionale ai fini della modernizzazione e dello sviluppo della Nazione. 2. Il Governo qualifica una infrastruttura come strategica e di preminente interesse nazionale con delibera del Consiglio dei ministri, in considerazione del rendimento infrastrutturale, dei costi, degli obiettivi e dei tempi di realizzazione dell'opera. La qualificazione è operata su proposta dei Ministri competenti, sentite le regioni interessate, ovvero su proposta delle regioni al Governo, sentiti i Ministri competenti. 3. L'elenco delle infrastrutture di cui al presente articolo è inserito nel documento di programmazione, aggiornato, di norma, con cadenza annuale, denominato "Documento di programmazione delle infrastrutture strategiche (DPIS)", con l'indicazione 1: a) dei criteri di rendimento attesi in termini di sviluppo infrastrutturale, riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale, sostenibilità ambientale, garanzia della sicurezza strategica, contenimento dei costi dell'approvvigionamento energetico del Paese, adeguamento della strategia nazionale a quella della rete europea delle infrastrutture; b) degli esiti della valutazione delle alternative progettuali; c) dei costi stimati e dei relativi stanziamenti; d) del cronoprogramma di realizzazione. 4. Gli interventi di cui al comma 3 sono automaticamente inseriti nelle intese istituzionali di programma e negli accordi di programma quadro ai fini della individuazione delle priorità e ai fini dell'armonizzazione con le iniziative già incluse nelle intese e negli accordi stessi. 5. Per l'approvazione dei progetti relativi agli interventi di cui al comma 3 si applicano le disposizioni di cui all'articolo 38. A tal fine, i termini di cui al terzo periodo del comma 5 dell'articolo 38 sono ridotti a trenta giorni e quelli di cui al comma 9, primo periodo, del medesimo articolo 38 a quarantacinque giorni e non sono prorogabili. 6. Il Consiglio superiore dei lavori pubblici, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, istituisce un comitato speciale per l'esame dei progetti relativi agli interventi di cui al presente articolo. 7. Ai fini della verifica preventiva dell'interesse archeologico di cui all'articolo 38, comma 8, il progetto di fattibilità tecnico ed economico relativo agli interventi di cui al comma 1 del presente articolo, è trasmesso dalla stazione appaltante alla competente soprintendenza decorsi quindici giorni dalla trasmissione al Consiglio superiore dei lavori pubblici del progetto di fattibilità tecnico-economico medesimo. Le risultanze della valutazione di assoggettabilità preventiva dell'interesse archeologico sono acquisite nel corso della conferenza dei servizi di cui all'articolo 38, comma 3. 8. In presenza di dissensi qualificati ai sensi dell'articolo 14-quinquies, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241, la procedura di cui ai commi 4, 5 e 6 del medesimo articolo può essere sostituita dall'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e trasporti, previa deliberazione del CIPESS, integrato dai presidenti delle regioni o delle province autonome interessate, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Il predetto decreto approva il progetto di fattibilità tecnico-economica delle infrastrutture di cui al presente articolo e produce i medesimi effetti di cui all'articolo 38, comma 10. 9. Il monitoraggio delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per la prevenzione e la repressione di tentativi di infiltrazione mafiosa è attuato da un Comitato di coordinamento presieduto da un Prefetto, istituito presso il Ministero dell'interno, secondo procedure approvate con delibera CIPESS, su proposta del medesimo Comitato di coordinamento. Si applicano, altresì, le modalità e le procedure di monitoraggio finanziario di cui all'articolo 36 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114 2. 9-bis Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della giustizia e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sono individuate le modalità di funzionamento e la composizione del Comitato di cui al comma 9. Nelle more dell'adozione del decreto di cui al primo periodo continuano ad applicarsi le disposizioni del decreto del Ministero dell'interno 21 marzo 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 6 aprile 2017, n. 81 3. [1] Alinea modificato dall'articolo 13, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 31 dicembre 2024, n. 209. [2] Comma modificato dall'articolo 13, comma 1, lettera b), del D.Lgs. 31 dicembre 2024, n. 209. [3] Comma aggiunto dall'articolo 13, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 31 dicembre 2024, n. 209. InquadramentoLa norma in rassegna disciplina le procedure di pianificazione, programmazione e progettazione delle infrastrutture strategiche la cui realizzazione riveste carattere di urgenza e di preminente interesse nazionale ai fini della modernizzazione e dello sviluppo della Nazione. Viene quindi confermato il superamento (già operato con il previgente codice del 2016) delle disposizioni speciali di cui alla legge n. 443/2001 (cd. Legge Obiettivo). Del resto, il d.lgs. n. 163/2006 dedicava alle infrastrutture strategiche un ampio corpo di disposizioni (artt. 161-194); il che si spiega agevolmente con il fatto che, nell'assetto del 2006, la disciplina costituiva un corpus a sé stante, un sistema per lo più conchiuso che imponeva una autonoma regolamentazione. Prima con il codice del 2016 e ora con il d.lgs. n. 36/2023, si è invece configurato non più un modello “che prevedeva corsie preferenziali per la realizzazione di opere assistite dal contingente favore degli dei, ma un ritorno al glorioso modello assai ottimistico e razionale comprensivo della programmazione” (Portaluri, 1061). Sino alla data di entrata in vigore del codice del 2016, il quadro normativo nazionale era stato significativamente caratterizzato dall'applicazione della Legge Obiettivo, che nasceva con la finalità del rilancio infrastrutturale del Paese attraverso il “superamento di particolarismi e localismi esasperati”. Tale obiettivo avrebbe dovuto essere perseguito attraverso la centralizzazione del processo di individuazione ed ammissione al finanziamento delle opere considerate strategiche per il Paese, così da consentire e facilitare la riduzione dell'impatto dei veti da parte degli Enti Locali, e da disegnare un regime speciale per un numero limitato di opere prioritarie, creando una “corsia preferenziale” per il finanziamento, l'approvazione progettuale e l'esecuzione delle opere definite quali infrastrutture strategiche nazionali. Tale disciplina ha poi avuto un'evoluzione che ha condotto alla proliferazione delle opere considerate strategiche, a fronte, però, di una mancanza di disponibilità di risorse pubbliche a copertura delle stesse: infatti, dal primo elenco di 196 opere strategiche della Legge Obiettivo, approvato dal CIPE il 21 dicembre 2001, per un totale di circa 125 miliardi di euro, si è passati a quello contenuto nell'Allegato XI Infrastrutture al Documento di Economia e Finanza del 2013, con 231,8 miliardi di euro, di cui soli 118 miliardi disponibili (Caringella, Protto 822). Progettazione e realizzazione delle infrastrutture e insediamenti prioritari per lo sviluppo del paese non rispondono più alla logica della specialità, ma risultano assoggettate essenzialmente alla disciplina ordinaria sui lavori pubblici (Carullo, Iudica, 1405). Infrastrutture insediamenti prioritari mantengono, pertanto, il loro carattere di singolarità, con limitato riguardo ad aspetti – non più legati alla fase di scelta del contraente – ma programmatori, di progettazione e di monitoraggio (Tariciotti, 2790). In questa prospettiva, si pone la disposizione in rassegna che è, infatti, dedicata: alla individuazione e qualificazione delle infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale e al loro inserimento nel documento di economia e finanza (DEF) (commi da 2 a 4); alla procedura di approvazione dei relativi progetti (commi da 5 a 8); al monitoraggio di tali opere per la prevenzione e repressione di tentativi di infiltrazione mafiosa (comma 9). Il decreto correttivo (D. Lgs. 209/2024)Il Decreto correttivo è intervenuto introducendo varie modifiche in materia di Programmazione e progettazione delle infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale. In particolare, la modifica di cui al comma 3 comporta che l'elenco di siffatte infra- strutture sia inserito non più nel documento di economia e finanza, bensì in un documento di programmazione, aggiornato di norma annualmente e denominato “Documento di programmazione delle infrastrutture strategiche (DPIS)”. Al comma 9 viene previsto che il Comitato di coordinamento istituito per il monitoraggio delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per la prevenzione e la repressione di tentativi di infiltrazione mafiosa presso il Ministero dell'interno sia presieduto da un Prefetto. Viene poi aggiunto il comma 9bis, ove si prevede l'adozione di un decreto del Ministero dell'interno, di concerto con il Ministero della giustizia e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al fine di individuare le modalità di funzionamento e la composizione del Comitato di cui al precedente comma 9. Infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale: pianificazione/programmazioneIn passato, gli strumenti di pianificazione e programmazione delle infrastrutture strategiche e degli insediamenti produttivi erano, nella sostanza, rappresentati dal Programma Infrastrutture Strategiche (PIS) approvato dal CIPE. L'inserimento in tale documento comportava – con effetti costitutivi – la qualificazione dell'intervento quale opera a carattere strategico e di preminente interesse nazionale. La ricomprensione di una data opera nel programma ne determinava quindi l'automatica ricomprensione anche nel Piano Generale dei Trasporti, nelle intese istituzionali di programma e negli accordi di programma quadro nei settori idrici ed ambientali. Il programma doveva anche indicare le necessità finanziarie e gli stanziamenti riferibili a singolo intervento. Abrogati la l. n. 443/2001 e il d.lgs. n. 163/2006 è venuto meno l'obbligo dell'adozione del Programma delle infrastrutture strategiche da allegare al Documento di Economia e Finanza (DEF); con il d.lgs. n. 50/2016 (art. 201) furono quindi introdotti due nuovi strumenti di pianificazione e programmazione delle infrastrutture e degli insediamenti ritenuti di particolare rilevanza per lo sviluppo del Paese: – il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL); – il Documento Pluriennale di Pianificazione (DPP). La disciplina recata dalla norma in esame si sostituisce interamente al quadro regolatorio dettato in materia dal codice del 2016, il quale, come visto, aveva a sua volta previsto l'abrogazione dei commi da 1 a 5 dell'art. 1 della l. n. 443/2001 (Legge Obiettivo) e della previgente disciplina speciale relativa alla progettazione, approvazione e realizzazione delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale (contenuta nel capo IV del titolo III della parte II d.lgs. n. 163/2006). La regolamentazione dettata dal codice del 2016 per la programmazione e il finanziamento delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari [anche con riferimento al ruolo degli “Allegati infrastrutture” al DEF nella individuazione delle priorità infrastrutturali, alla progressiva ridefinizione del concetto di opera prioritaria a seguito dell'introduzione della figura dei commissari straordinari nominati ai sensi dell'art. 4 del d.l. n. 32/2019 (c.d. decreto “sblocca cantieri”) e alla crescente sovrapposizione degli strumenti di pianificazione e programmazione], aveva determinato rilevanti problematiche interpretative e applicative esaminate dal cap. 1 del Rapporto 2022 “Infrastrutture strategiche e prioritarie – Programmazione e realizzazione”, a cura del Servizio Studi della Camera dei deputati in collaborazione con l'istituto di ricerca Cresme e con l'Autorità nazionale anticorruzione. Anche nell'ottica di superare tali problematiche, la nuova disciplina (art. 39, comma 2) prevede che spetti al Governo qualificare una infrastruttura come strategica e di preminente interesse nazionale: a) con delibera del Consiglio dei Ministri; b) su proposta dei Ministri competenti, sentite le Regioni interessate, ovvero su proposta delle regioni al Governo, sentiti i Ministri competenti; c) e tenendo in considerazione il rendimento infrastrutturale, i costi, degli obiettivi e i tempi di realizzazione dell'opera. Da questo punto di vista, la norma in esame riprende i contenuti essenziali della legge obiettivo. L'elenco delle infrastrutture qualificate come strategiche e di preminente interesse nazionale è inserito nel Documento di economia e finanza, con l'indicazione: a) dei criteri di rendimento attesi in termini di: i) sviluppo infrastrutturale; ii) riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale; iii) sostenibilità ambientale; iv) garanzia della sicurezza strategica; v) contenimento dei costi dell'approvvigionamento energetico del Paese; vi) adeguamento della strategia nazionale a quella della rete europea delle infrastrutture; b) degli esiti della valutazione delle alternative progettuali; c) dei costi stimati e dei relativi stanziamenti; d) del cronoprogramma di realizzazione. Gli interventi di cui sopra (quindi inclusi nel Documento di economia e finanza) sono automaticamente inseriti nelle intese istituzionali di programma e negli accordi di programma quadro ai fini della individuazione delle priorità e ai fini dell'armonizzazione con le iniziative già incluse nelle intese e negli accordi stessi (art. 39 comma 4). La progettazione delle infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionaleCon riguardo alla progettazione delle opere in oggetto sono stati introdotti, rispetto al passato, significativi elementi di semplificazione e accelerazione delle relative procedure. In questa prospettiva, viene innanzitutto prevista l'istituzione presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici, senza nuovi o maggiori oneri, di un comitato speciale per l'esame dei progetti relativi agli interventi inerenti alle infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale (comma 6). All'approvazione di tali progetti trova applicazione la disciplina di cui all'art. 38 (al cui commento si fa dunque rinvio), rispetto alla quale, tuttavia, i termini sono ridotti (cfr. comma 5 dell'art. 39 in esame): – a trenta giorni per l'espressione del parere da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici o del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche; – a quarantacinque giorni, non prorogabili, per la conclusione della conferenza di servizi. Sempre nell'ottica della semplificazione e accelerazione procedurale, si prevede inoltre che ai fini della verifica preventiva dell'interesse archeologico: i) la stazione appaltante trasmette alla competente soprintendenza il progetto di fattibilità tecnico ed economico decorsi quindici giorni dalla sua trasmissione al Consiglio superiore dei lavori pubblici; ii) le risultanze della valutazione di assoggettabilità preventiva dell'interesse archeologico sono acquisite nel corso della conferenza dei servizi di cui all'art. 38, comma 3 (comma 7). Qualora nell'ambito della conferenza di servizi vi siano dissensi qualificati ai sensi dell'art. 14-quinquies, comma 1, della l. n. 241/1990, la procedura di cui ai commi 4, 5 e 6 del medesimo art. 14-quinquies può essere sostituita dall'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e trasporti, previa deliberazione del CIPESS, integrato dai presidenti delle regioni o delle province autonome interessate, sentita la Conferenza unificata di cui all'art. 8 del d.lgs. n. 281/1997 (comma 8). Come noto, i citati commi 4, 5 e 6 dell'art. 14-quinquies della l. n. 241/1990 prevedono, in caso di opposizione da parte di una amministrazione qualificata alla tutela di interessi sensibili, lo svolgimento, su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei ministri, di una riunione, ripetibile una seconda volta, con la partecipazione delle amministrazioni che hanno espresso il dissenso e delle altre amministrazioni che hanno partecipato alla conferenza, finalizzata all'individuazione in chiave collaborativa di una soluzione condivisa, che sostituisca la determinazione motivata di conclusione della conferenza con i medesimi effetti. Qualora all'esito di tali riunioni sia raggiunta un'intesa tra le amministrazioni partecipanti, l'amministrazione procedente adotta una nuova determinazione motivata di conclusione della conferenza, mentre, in caso di mancato raggiungimento di un'intesa, la questione è rimessa al Consiglio dei ministri. Dunque tale articolata procedura può essere sostituita dall'adozione di uno specifico d.P.C.M. di approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica idoneo a produrre i medesimi effetti della determinazione conclusiva della conferenza di servizi previsti all'art. 38, comma 10. Questioni applicative1) Attività di monitoraggio per la prevenzione e repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa Il monitoraggio delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per la prevenzione e la repressione di tentativi di infiltrazione mafiosa è attuato da un Comitato di coordinamento istituito presso il Ministero dell'interno, secondo procedure approvate con delibera CIPESS, su proposta del medesimo Comitato di coordinamento (comma 9). A tali fini, si applicano, altresì, le modalità e le procedure di monitoraggio finanziario di cui all'art. 36 del d.l. n. 90/2014 (riferito peraltro alla disciplina dettata dal vecchio Codice dei contratti pubblici di cui al d.lgs. n. 163/2006) in attuazione del quale è intervenuta la Deliberazione del CIPE 28 gennaio 2015, n. 15/2015, recante linee guida per il monitoraggio finanziario delle grandi opere (MGO), ai cui contenuti si fa quindi rinvio. BibliografiaCaringella, Protto, Il codice dei contratti pubblici dopo il correttivo, Roma, 2017; Carullo, Iudica, Commentario breve alla legislazione sugli appalti pubblici e privati, Milano, 2018; Portaluri, Infrastrutture e insediamenti prioritari, in Garofoli, Ferrari, La nuova disciplina degli appalti pubblici, Molfetta, 2016; Tariciotti, Infrastrutture e insediamenti prioritari, in Garofoli, Ferrari, Codice dei contratti pubblici, Molfetta, 2017. |