Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 74 - Dialogo competitivo.

Germana Lo Sapio
Codice legge fallimentare

Art. 64


Dialogo competitivo.

1. Nel dialogo competitivo qualsiasi operatore economico può chiedere di partecipare in risposta a un bando di gara, o a un avviso di indizione di gara, fornendo le informazioni richieste dalla stazione appaltante.

2. Il termine minimo per la ricezione delle domande di partecipazione è di trenta giorni dalla data di trasmissione del bando di gara ai sensi dell'articolo 84.

3. Le stazioni appaltanti indicano nel bando di gara o nell'avviso di indizione di gara o in un documento descrittivo allegato le esigenze che intendono perseguire, i requisiti da soddisfare, il criterio di aggiudicazione, la durata indicativa della procedura nonché eventuali premi o pagamenti per i partecipanti al dialogo.

L'appalto è aggiudicato unicamente sulla base del criterio dell'offerta con il miglior rapporto qualità/prezzo conformemente all'articolo 108.

4. Prima dell'avvio del dialogo le stazioni appaltanti possono organizzare una consultazione con gli operatori economici selezionati sulla base della documentazione posta a base di gara e sulle modalità di svolgimento del dialogo. Nei trenta giorni successivi alla conclusione della consultazione i partecipanti selezionati possono recedere dal dialogo.

5. Il dialogo competitivo riguarda tutti gli aspetti dell'appalto ed è finalizzato all'individuazione e alla definizione dei mezzi più idonei a soddisfare le necessità della stazione appaltante. Ove previsto nel bando di gara o nel documento descrittivo e in applicazione del criterio di aggiudicazione ivi previsto, il dialogo competitivo può svolgersi in fasi successive per ridurre il numero di soluzioni emerse durante la fase del dialogo. Il dialogo competitivo prosegue finché la stazione appaltante non individua la soluzione o le soluzioni idonee a soddisfare le proprie esigenze. Dichiarato concluso il dialogo e informati i partecipanti rimanenti, la stazione appaltante invita ciascuno di loro a presentare l'offerta finale sulla base della soluzione o delle soluzioni presentate e specificate nella fase del dialogo. L'offerta contiene tutti gli elementi richiesti e necessari per l'esecuzione del progetto. Le offerte presentate possono essere, su richiesta della stazione appaltante, chiarite, precisate e perfezionate. I chiarimenti, le precisazioni e il completamento delle informazioni non possono avere l'effetto di modificare gli aspetti essenziali dell'offerta o dell'appalto, compresi i requisiti e le esigenze indicati nel bando di gara, nell'avviso di indizione di gara o nel documento descrittivo, qualora le variazioni rischino di falsare la concorrenza o di avere un effetto discriminatorio.

6. Le stazioni appaltanti valutano le offerte ricevute sulla base dei criteri di aggiudicazione fissati nel bando di gara, nell'avviso di indizione di gara o nel documento descrittivo.

7. La stazione appaltante può condurre ulteriori negoziazioni con l'operatore economico che risulta aver presentato l'offerta con il miglior rapporto qualità/prezzo per confermare gli impegni finanziari o altri contenuti dell'offerta attraverso il completamento delle clausole del contratto, a condizione che da ciò non consegua la modifica sostanziale di elementi fondamentali dell'offerta o dell'appalto pubblico, comprese le esigenze e i requisiti definiti nel bando di gara o nel documento descrittivo, e che non si rischi di falsare la concorrenza o creare discriminazioni.

Inquadramento

L'art. 3 comma primo lett. vvv) del codice previgente definisce il «dialogo competitivo» come una «procedura di affidamento nella quale la stazione appaltante avvia un dialogo con i candidati ammessi a tale procedura, al fine di elaborare una o più soluzioni atte a soddisfare le sue necessità e sulla base della quale o delle quali i candidati selezionati sono invitati a presentare le offerte; qualsiasi operatore economico può chiedere di partecipare a tale procedura». La procedura si connota pertanto per un'ampia valorizzazione dell'autonomia contrattuale dell'amministrazione nella fase delle trattative e per un profondo coinvolgimento dei concorrenti sia nella fase finale della elaborazione delle soluzioni proposte dell'appaltante sia in quella fase preliminare relativa alla definizione dell'oggetto dell'appalto.

Secondo la definizione contenuta nella Comunicazione della Commissione U.E. 6 luglio 2021, n. 2021/C267/01 Orientamenti in materia di appalti per l'innovazione, il dialogo competitivo è una procedura scandita in due fasi. Nella prima, l'acquirente pubblico descrive le sue esigenze, stabilisce i requisiti minimi per i candidati e definisce i criteri di aggiudicazione dell'appalto sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Dopo la verifica dei criteri di selezione dei candidati, l'acquirente avvia un dialogo competitivo con i partecipanti che soddisfano i requisiti minimi. Le negoziazioni hanno luogo individualmente con ciascun candidato per garantire la riservatezza di ciascuna soluzione e richiedono un livello di competenze elevato da parte del personale dell'acquirente pubblico, nonché la concessione di un congruo lasso di tempo. La definizione di target intermedi permette di valutare il progresso delle negoziazioni e, infine, di selezionare i candidati.

Il potenziale innovativo di tale procedura consiste nella vasta gamma di soluzioni che i partecipanti possono proporre. Nell'ambito di una negoziazione così accurata e approfondita, i candidati devono avere il tempo necessario per acquisire tutte le informazioni pertinenti grazie alle quali poter fornire una soluzione innovativa personalizzata. Il carattere innovativo può consistere negli aspetti tecnici, finanziari o amministrativi, oppure nella completa riorganizzazione del processo operativo dell'acquirente pubblico. Quando l'acquirente pubblico ritiene che il dialogo competitivo abbia raggiunto una fase ottimale, i partecipanti rimanenti sono invitati a presentare le offerte finali. La richiesta iniziale di offerte deve includere criteri qualitativi definiti accuratamente in modo da essere oggettivamente misurabili e comparabili.

Il dialogo competitivo – che era già stato introdotto come istituto facoltativo con la direttiva del 2004 – costituisce una delle risposte procedurali alla esigenza di maggiore flessibilità emergente dal «mercato degli appalti», specie nell'ottica del loro utilizzo quale leva strategica per promuovere l'innovazione “eco-compatibile”. Con particolare riferimento a tale modello procedimentale, il Considerando n. 42 della Direttiva 24/2014/UE espressamente sottolinea l'opportunità «che gli Stati membri abbiano la facoltà di ricorrere ad una procedura competitiva con negoziazione o al dialogo competitivo in varie situazioni qualora non risulti che procedure aperte o ristrette senza negoziazione possano portare a risultati di aggiudicazioni di appalti soddisfacenti. È opportuno ricordare che il ricorso al dialogo competitivo ha registrato un incremento significativo in termini di valore contrattuale negli anni passati. Si è rivelato utile nei casi in cui le amministrazioni aggiudicatrici non sono in grado di definire i mezzi atti a soddisfare le loro esigenze o di valutare ciò che il mercato può offrire in termini di soluzioni tecniche, finanziarie o giuridiche. Tale situazione può presentarsi in particolare per i progetti innovativi, per l'esecuzione di importanti progetti di infrastruttura di trasporti integrati, di grandi reti informatiche o di progetti che comportano un finanziamento complesso e strutturato. Se del caso, le amministrazioni aggiudicatrici dovrebbero essere incoraggiate a nominare un responsabile di progetto per assicurare una buona cooperazione tra gli operatori economici e l'amministrazione aggiudicatrice durante la procedura di aggiudicazione». Tale situazione può presentarsi in particolare per i progetti innovativi, per l'esecuzione di importanti progetti di infrastruttura di trasporti integrati, di grandi reti informatiche o di progetti che comportano un finanziamento complesso e strutturato. Analoghe necessità possono presentarsi per i servizi o le forniture che richiedono attività di adattamento o progettazione, come nel caso di appalti di una certa complessità riguardanti acquisti quali prodotti sofisticati, servizi intellettuali, ad esempio alcuni servizi di consulenza, di architettura o d'ingegneria, o grandi progetti nell'ambito delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) (cfr. in merito commento all'articolo precedente).

In sostanza, con la disciplina del dialogo competitivo il legislatore sovranazionale prende atto del superamento di un modello tradizionale in cui l'Amministrazione stabilisce a monte tutte le regole e i requisiti tecnici, predeterminando ex ante l'oggetto della prestazione a favore di un modello più dinamico aperto alla collaborazione, più coerente con contesto di mercato in cui le innovazione, specie quelle che dipendono dalle tecnologie emergenti di carattere digitale o che richiedono competenze interdisciplinari, sono oggetto di sviluppo continuo e le competenze e conoscenze tecniche specialistiche, sono detenute dagli operatori economici e quindi dal lato dell'offerta di servizi, beni, lavori. In questi casi la negoziazione tra l'amministrazione e le imprese è necessaria per delineare con maggiore precisione il fabbisogno e individuare la soluzione progettuale più confacente. Come ora previsto dal comma 5 dell'articolo in commento, il dialogo competitivo riguarda infatti “tutti gli aspetti dell'appalto ed è finalizzato all'individuazione e alla definizione dei mezzi più idonei a soddisfare le necessità della stazione appaltante”

Elementi distintivi rispetto al codice previgente

Rispetto al testo vigente, l'articolato non contiene più la disposizione relativa all'obbligo di specifica motivazione sulla sussistenza dei presupposti giustificativi del ricorso al dialogo competitivo, tenuto conto che già l'art. 70, regolando l'ambito di applicazione del dialogo competitivo e della procedura competitiva con negoziazione, limita l'onere delle amministrazioni aggiudicatrici che intendano indire tali procedure a giustificare la ricorrenza dei relativi presupposti di utilizzo. Nell'articolo in commento, inoltre, non si rinviene alcun riferimento ad istituti propri dei settori speciali, manifestando la sua diretta applicazione ai dialoghi competitivi indetti nell'ambito dei settori generali. È inoltre stata eliminata dal testo la previsione della possibilità di limitare il numero di candidati idonei da invitare a partecipare alla procedura (trattandosi di facoltà già prevista dall'art. 70) e quella sul rispetto del principio di parità di trattamento (profilo, parimenti, regolato dall'art. 70).

Le resistenze culturali alla diffusione dell'istituto.

È peraltro condivisa l'opinione che l'effettiva diffusione del dialogo competitivo presuppone il superamento di una resistenza culturale, inizialmente propria anche dello stesso legislatore, se solo si considera la parabola evolutiva dell'istituto procedimentale, il quale era previsto – come facoltativo – sin dalla Direttiva n. 2004/18/CE quale «procedura alla quale qualsiasi operatore economico può chiedere di partecipare e nella quale l'amministrazione aggiudicatrice avvia un dialogo con i candidati ammessi (...) al fine di elaborare una o più soluzioni atte a soddisfare le sue necessità e sulla base della quale o delle quali i candidati selezionati saranno invitati a presentare le offerte» (art. 1, par. 11, lett. c).

Nell'impianto del codice previgente, la ritrosia era stata spiegata con la generale diffidenza nei confronti del potere negoziale dell'amministrazione. Secondo autorevole dottrina, “probabilmente, anche le stesse imprese non si fidano delle pubbliche amministrazioni, perché non le ritengono capaci di mantenere la dovuta segretezza delle informazioni che presentano all'interno del dialogo, considerando che, spesso, si tratta di soluzioni innovative che potrebbero venire trasferite ad altri soggetti. Anche con riferimento al dialogo competitivo, quindi, emergono difficoltà culturali, relative a come conciliare la flessibilità delle stazioni appaltanti e il rigore che è indispensabile per garantire la par condicio degli operatori economici» (Clarich). È stato invece merito della Direttiva 2014/24/UE elidere dal meccanismo procedurale in esame il carattere della sua «eccezionalità» venendo meno il presupposto della complessità del contratto da aggiudicare «e presentandolo come finalizzato a consentire alle Amministrazioni aggiudicatrici di disporre di maggiore flessibilità nella scelta della procedura d'appalto» (Sessa). Analogamente, è stato evidenziato come la valorizzazione delle procedure flessibili delinea un nuovo ruolo dell'amministrazione in grado di porsi come soggetto innovatore o comunque promotore dell'innovazione, capace di progettare in collaborazione con i privati soluzioni non presenti sul mercato e di instaurare con esso partnership ben diversi dai tradizionali rapporti contrattuali, in una complessiva ottica di verifica del risultato più che di controllo della conformità (Torchia), tipica di una tradizionale «amministrazione difensiva» (Cafagno).

Tale approccio dovrebbe ricevere nuova linfa nella cornice normativa vigente, se si considera il cambio di prospettiva operato con la valorizzazione dei principi di risultato, di fiducia, di reciproco affidamento.

La procedura: il dialogo e l'eventuale preliminare consultazione

L'art. 74 scandice l'articolazione della procedura. Una volta valutata la sussistenza dei presupposti per ricorrere, di cui si è dato conto nella determina a contrarre, il dialogo competitivo prende avvio con la pubblicazione di un bando di gara, un avviso di indizione o un documento descrittivo in cui l'Amministrazione indica i requisiti da soddisfare, il criterio di aggiudicazione, la durata indicativa della procedura nonché eventuali premi o pagamenti per i partecipanti (comma 3).

Viene però prevista espressamente, nella disposizione vigente, la facoltà delle stazioni appaltanti di far precedere all'avvio del dialogo, una consultazione con gli operatori economici selezionati sulla base della documentazione posta a base di gara e sulle modalità di svolgimento del dialogo. La consultazione non assume valore vincolante né per le stazioni appaltanti, salvi gli obblighi di tutelare la buona fede e l'affidamento, né per gli operatori quanto al prosieguo del “contatto” negoziale i quali possono recedere dal dialogo. Ma tale facoltà è prevista solo se il recesso è manifestato entro trenta giorni successivi alla conclusione della conferenza. La fase preliminare in cui si colloca la consultazione comporta che, in mancanza di una diversa sanzione prevista, l'operatore che receda in ritardo possa rispondere, qualora ne sussistano i presupposti, a titolo di responsabilità precontrattuale.

Anche il dialogo competitivo, come le procedure incentrate sulla negoziazione, può svolgersi in fasi successive. Tale possibilità deve però essere stata previamente indicata bando di gara o nel documento descrittivo e in applicazione del criterio di aggiudicazione ivi previsto; la scansione in fasi è volta a“, ridurre il numero di soluzioni emerse durante la fase del dialogo. Il dialogo competitivo prosegue finché la stazione appaltante non individua la soluzione o le soluzioni idonee a soddisfare le proprie esigenze” (comma 5). Dichiarato concluso il dialogo e informati i partecipanti rimanenti, la stazione appaltante invita ciascuno di loro a presentare l'offerta finale sulla base della soluzione o delle soluzioni presentate e specificate nella fase del dialogo. In questa fase finale, possono essere richiesti – e resi – chiarimenti, precisazioni, perfezionamenti o complementi, ma detti apporti non possono avere l'effetto di modificare gli aspetti essenziali dell'offerta, compresi i requisiti e le esigenze indicati nella documentazione di gara, qualora rischino di falsare la concorrenza o di avere un effetto discriminatorio (comma 5). La valutazione delle offerte è condotta sulla base dei criteri di aggiudicazione prefissati.

I documenti alla base delle offerte ricevute possono essere integrati alla luce di quanto emerso nel dialogo competitivo, e su richiesta della stazione appaltante possono essere condotte negoziazioni con l'offerente che ha presentato l'offerta con il miglior rapporto qualità/prezzo al fine di confermare l'impegno finanziario o altri termini contenuti nell'offerta, a condizione che da ciò non consegua la modifica sostanziale di elementi fondamentali dell'offerta o dell'appalto pubblico, comprese le esigenze e i requisiti definiti nel bando di gara o nel documento descrittivo, e che non si rischi di falsare la concorrenza o creare discriminazioni.

La giurisprudenza ha evidenziato come la connotazione tipica del dialogo competitivo consista nella sua «strutturale flessibilità», poiché viene rimessa unicamente ai concorrenti l'individuazione della “idoneità” delle soluzioni; cosicché, durante il dialogo possono essere discussi “tutti gli aspetti” dell'appalto (...) sì da giungere in maniera progressiva alla definizione degli elementi essenziali dell'offerta e dunque del contratto (T.A.R. Sicilia (Palermo), III, n. 2502/2017). Peraltro, onde fugare i dubbi di irrigidimento che possano derivare da una interpretazione ortodossa delle esigenze di privacy dei partecipanti da far valere reciprocamente, la giurisprudenza da ultimo ha anche precisato che «l'obbligo di segretezza invocato attiene al contenuto delle offerte e non alla semplice conoscenza dei partecipanti al dialogo», non potendosi ricomprendere in esso anche l'identità soggettiva degli altri contendenti (T.A.R. Lazio (Roma) II, n. 1710/2020).

Dialogo ad oltranza o ammissibilità di una interruzione anticipata?

L'esito positivo del dialogo competitivo non è scontato. L'amministrazione può dare atto, motivando adeguatamente, della insufficiente elaborazioni nel corso del dialogo delle soluzioni offerte rispetto al fabbisogno originariamente enunciato, andando esente anche da eventuali obblighi di carattere risarcitorio per responsabilità precontrattuale (da interruzione delle trattative).

È stata infatti ritenuta legittima la revoca della procedura di dialogo competitivo (Cons. St. V, 4310/2020). Nel caso specifico, il dialogo competitivo era stato avviato per l'affidamento in concessione del trasporto pubblico locale nell'ambito territoriale della Città Metropolitana di Genova. Il Consiglio di Stato, in primo luogo, ha ritenuto legittima la motivazione sottesa a tale decisione, consistente sia nell'esigenza di evitare la riduzione dei trasferimenti statali prevista dall'art. 27 comma 2 lett. d) del d.l. n. 50/2017 (riduzione prevista qualora non fosse stata avviata una procedura entro dicembre 2017), sia nella particolare complessità dell'impostazione finanziaria dell'oggetto della commessa, poiché al momento della decisione di procedere mediante il dialogo competitivo vi erano notevoli incertezze sulla percorribilità dell'affidamento del servizio di trasporto pubblico locale alla società in house (opzione comunque ritenuta preferibile e in seguito alla revoca effettivamente adottata) e incertezze anche legate alla copertura finanziaria del servizio. In secondo luogo, ha anche accertato la piena legittimità della successiva revoca della procedura, a favore dell'affidamento in house, fondata sulla considerazione che vi erano state solo due partecipazioni al dialogo; che l'amministrazione aveva espressamente previsto nel bando tale facoltà per domande di partecipazione inferiori a tre (clausola non impugnata dal ricorrente) e che, pertanto mediante tale riserva espressa formulata ex ante, era stata ampiamente garantita la trasparenza circa le prospettive di definizione della gara a beneficio degli operatori economici che ne avevano preso parte, escludendo ogni lesione del legittimo affidamento dei partecipanti.

Bibliografia

Cafagno, Risorse decisionali e amministrazione difensiva. Il caso delle procedure contrattuali, in Dir. amm., 2020, 1, 35; Caringella, Manuale dei contratti pubblici. Principi e applicazioni, Roma, 2021; Caroli Casavola, Il nuovo codice dei contratti pubblici - le procedure di aggiudicazione Giornale Dir. Amm., 2016, 4, 436; Dei Giudici, Il PNRR, i contratti pubblici e la discrezionalità, in Giornale d ir. a mm., 2022, 6, 749; Galli, I contratti pubblici, in Giorn. dir. amm., 2020, 6, 727; Guccione, La procedura competitiva con negoziazione, in Caringella, Giustiniani, Mantini (a cura di), Trattato dei contratti pubblici, Roma, 2021; Taglianetti, La normativa in materia di contratti pubblici e la tela di penelope, in Giornale dir. amm., 2020, 2, 155.

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