Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 117 - Garanzie definitive.Codice legge fallimentare Art. 103 Garanzie definitive. 1. Per la sottoscrizione del contratto l'appaltatore costituisce una garanzia, denominata «garanzia definitiva», a sua scelta sotto forma di cauzione o fideiussione con le modalità previste dall'articolo 106, pari al 10 per cento dell'importo contrattuale; tale obbligo è indicato negli atti e documenti di gara. Nel caso di procedure realizzate in forma aggregata da centrali di committenza, l'importo della garanzia è indicato nella misura massima del 10 per cento dell'importo contrattuale. Nel caso di procedure aventi ad oggetto accordi quadro di cui all'articolo 59, l'importo della garanzia per tutti gli operatori economici aggiudicatari è indicato nella misura massima del 2 per cento dell'importo dell'accordo quadro; l'importo della garanzia per i contratti attuativi può essere fissato nella documentazione di gara dell'accordo quadro in misura anche inferiore al 10 per cento del valore dei contratti stessi con l'indicazione delle modalità di calcolo della maggiorazione prevista dal comma 2. 2. Per salvaguardare l'interesse pubblico alla conclusione del contratto nei termini e nei modi programmati in caso di aggiudicazione con ribassi superiori al 10 per cento, la garanzia è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti il 10 per cento. Se il ribasso è superiore al 20 per cento, l'aumento è di due punti percentuali per ogni punto di ribasso superiore al 20 per cento. Nel caso di accordi quadro con più operatori che prevedono una riapertura del rilancio, la maggiorazione di cui al presente periodo è stabilita dalla stazione appaltante nella documentazione di gara dell'accordo quadro. 3. La garanzia è prestata per l'adempimento di tutte le obbligazioni del contratto e per il risarcimento dei danni derivanti dall'eventuale inadempimento delle obbligazioni stesse, nonché per il rimborso delle somme pagate in più all'esecutore rispetto alle risultanze della liquidazione finale, salva comunque la risarcibilità del maggior danno verso l'appaltatore. La garanzia cessa di avere effetto solo alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione e secondo le modalità previste dal comma 8. La stazione appaltante può richiedere all'aggiudicatario la reintegrazione della garanzia ove questa sia venuta meno in tutto o in parte; in caso di inottemperanza, la reintegrazione si effettua a valere sui ratei di prezzo da corrispondere. Alla garanzia definitiva si applicano le riduzioni previste dall'articolo 106, comma 8, per la garanzia provvisoria. 4. Negli appalti di lavori l'appaltatore può richiedere prima della stipulazione del contratto di sostituire la garanzia definitiva con l'applicazione di una ritenuta a valere sugli stati di avanzamento pari al 10 per cento degli stessi, ferme restando la garanzia fideiussoria costituita per l'erogazione dell'anticipazione e la garanzia da costituire per il pagamento della rata di saldo, ai sensi del comma 9. Per motivate ragioni di rischio dovute a particolari caratteristiche dell'appalto o a specifiche situazioni soggettive dell'esecutore dei lavori, la stazione appaltante può opporsi alla sostituzione della garanzia. Le ritenute sono svincolate dalla stazione appaltante all'emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione o comunque non oltre dodici mesi dopo la data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato. 5. Le stazioni appaltanti hanno il diritto di valersi della garanzia, nei limiti dell'importo massimo garantito, per l'eventuale maggiore spesa sostenuta per il completamento dei lavori, servizi o forniture nel caso di risoluzione del contratto disposta in danno dell'esecutore. Possono altresì incamerare la garanzia per il pagamento di quanto dovuto dall'esecutore per le inadempienze derivanti dalla inosservanza di norme e prescrizioni dei contratti collettivi, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela, protezione, assicurazione, assistenza e sicurezza fisica dei lavoratori addetti all'esecuzione dell'appalto. 6. Fatto salvo quanto previsto dal comma 4, la mancata costituzione della garanzia di cui al comma 1 determina la decadenza dell'affidamento e l'acquisizione della garanzia provvisoria presentata in sede di offerta da parte della stazione appaltante, che aggiudica l'appalto al concorrente che segue nella graduatoria. 7. La garanzia fideiussoria di cui al comma 1 può essere rilasciata dai soggetti di cui all'articolo 106, comma 3, con le modalità previste dal secondo periodo dello stesso comma. La garanzia prevede espressamente la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale, la rinuncia all'eccezione di cui all'articolo 1957, secondo comma, del codice civile, nonché l'operatività della garanzia medesima entro quindici giorni, a semplice richiesta scritta della stazione appaltante. 8. La garanzia di cui al comma 1 è progressivamente svincolata a misura dell'avanzamento dell'esecuzione, nel limite massimo dell'80 per cento dell'iniziale importo garantito. L'ammontare residuo della garanzia definitiva permane fino alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione, o comunque fino a dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato. Lo svincolo è automatico, senza necessità di nulla osta del committente, con la sola condizione della preventiva consegna all'istituto garante, da parte dell'appaltatore, degli stati di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in copia autentica, attestanti l'avvenuta esecuzione. Tale automatismo si applica anche agli appalti di forniture e servizi. Sono nulle le pattuizioni contrarie o in deroga. Il mancato svincolo nei quindici giorni dalla consegna degli stati di avanzamento o della documentazione analoga costituisce inadempimento del garante nei confronti dell'impresa per la quale la garanzia è prestata. 9. Il pagamento della rata di saldo è subordinato alla costituzione di una cauzione o di una garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa pari all'importo della medesima rata di saldo maggiorato del tasso di interesse legale applicato per il periodo intercorrente tra la data di emissione del certificato di collaudo o della verifica di conformità nel caso di appalti di servizi o forniture e l'assunzione del carattere di definitività dei medesimi. 10. L'esecutore dei lavori costituisce e consegna alla stazione appaltante almeno dieci giorni prima della consegna dei lavori anche una polizza di assicurazione che copra i danni subiti dalle stazioni appaltanti a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere, anche preesistenti, verificatisi nel corso dell'esecuzione dei lavori. Nei documenti e negli atti a base di gara o di affidamento è stabilito l'importo della somma da assicurare che, di norma, corrisponde all'importo del contratto stesso qualora non sussistano motivate particolari circostanze che impongano un importo da assicurare superiore. La polizza del presente comma assicura la stazione appaltante contro la responsabilità civile per danni causati a terzi nel corso dell'esecuzione dei lavori il cui massimale è pari al 5 per cento della somma assicurata per le opere con un minimo di 500.000 euro ed un massimo di 5.000.000 di euro. La copertura assicurativa decorre dalla data di consegna dei lavori e cessa alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione o comunque decorsi dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato. Qualora sia previsto un periodo di garanzia, la polizza assicurativa è sostituita da una polizza che tenga indenni le stazioni appaltanti da tutti i rischi connessi all'utilizzo delle lavorazioni in garanzia o agli interventi per la loro eventuale sostituzione o rifacimento. L'omesso o il ritardato pagamento delle somme dovute a titolo di premio o di commissione da parte dell'esecutore non comporta l'inefficacia della garanzia nei confronti della stazione appaltante. 11. Per i lavori di importo superiore al doppio della soglia di cui all'articolo 14, il titolare del contratto per la liquidazione della rata di saldo stipula, con decorrenza dalla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione o comunque decorsi dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato, una polizza indennitaria decennale a copertura dei rischi di rovina totale o parziale dell'opera, ovvero dei rischi derivanti da gravi difetti costruttivi. La polizza contiene la previsione del pagamento dell'indennizzo contrattualmente dovuto in favore del committente non appena questi lo richieda, anche in pendenza dell'accertamento della responsabilità e senza che occorrano consensi ed autorizzazioni di qualunque specie. Il limite di indennizzo della polizza decennale è non inferiore al 20 per cento del valore dell'opera realizzata e non superiore al 40 per cento, nel rispetto del principio di proporzionalità avuto riguardo alla natura dell'opera. L'esecutore dei lavori stipula altresì per i lavori di cui al presente comma una polizza di assicurazione della responsabilità civile per danni cagionati a terzi, con decorrenza dalla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione e per la durata di dieci anni e con un indennizzo pari al 5 per cento del valore dell'opera realizzata con un minimo di 500.000 euro ed un massimo di 5.000.000 di euro. 12. Le garanzie fideiussorie e le polizze assicurative previste dal codice sono conformi agli schemi tipo approvati con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell'economia e delle finanze. Le garanzie fideiussorie prevedono la rivalsa verso il contraente e il diritto di regresso verso la stazione appaltante per l'eventuale indebito arricchimento e possono essere rilasciate congiuntamente da più garanti. I garanti designano un mandatario o un delegatario per i rapporti con la stazione appaltante. 13. In caso di raggruppamenti temporanei le garanzie fideiussorie e le garanzie assicurative sono presentate, su mandato irrevocabile, dalla mandataria in nome e per conto di tutti i concorrenti, ferma restando la responsabilità solidale tra le imprese. 14. Per gli appalti da eseguirsi da operatori economici di comprovata solidità nonché per le forniture di beni che per la loro natura, o per l'uso speciale cui sono destinati, debbano essere acquistati nel luogo di produzione o forniti direttamente dai produttori, o per le forniture di prodotti d'arte, macchinari, strumenti e lavori di precisione l'esecuzione dei quali deve essere affidata a operatori specializzati, l'esonero dalla prestazione della garanzia è possibile previa adeguata motivazione ed è subordinato ad un miglioramento del prezzo di aggiudicazione ovvero delle condizioni di esecuzione. InquadramentoL'art. 117 del “nuovo” codice modifica parzialmente il sistema delle garanzie fideiussorie per la partecipazione e l'esecuzione dei contratti pubblici. Come si legge nella relazione illustrativa, la novella del 2023 è principalmente volta a dare attuazione al criterio di delega di cui all'art. 1, comma 1, lett. cc), della l. n. 78/2022, che appunto richiede la revisione del sistema delle garanzie in questione “prevedendo, in relazione alle garanzie dell'esecuzione dei contratti, la possibilità di sostituire le stesse mediante l'effettuazione di una ritenuta di garanzia proporzionata all'importo del contratto in occasione del pagamento di ciascuno stato di avanzamento dei lavori”. La norma in commento alterna profili di novità e conferme rispetto alla disciplina dettata in materia dal d.lgs. n. 50/2016. Per quanto qui rileva, le principali novità consistono essenzialmente: a) nella predeterminazione di limiti massimi degli importi della garanzia in talune situazioni particolari (v. il comma 1). Nel dettaglio: – per le procedure aventi ad oggetto accordi quadro, l'importo della garanzia è indicato nella misura massima del 2% dell'importo dell'accordo quadro. Ciò costituisce una novità significativa, dal momento che finora mancava una specifica disciplina della garanzia per gli accordi quadro; – per le procedure realizzate in forma aggregata da centrali di committenza, l'importo della garanzia è indicato nella misura massima del 10% dell'importo contrattuale; b) nella possibilità per la stazione appaltante di stabilire, nella documentazione di gara, una maggiorazione della garanzia nel caso di accordi quadro con più operatori che prevedono una riapertura del rilancio (v. il comma 2); c) nel riconoscimento della facoltà per l'appaltatore di richiedere, prima della conclusione del contratto, la sostituzione della cauzione o della garanzia fideiussoria con ritenute di garanzia sugli stati di avanzamento (Cosmai – Buonanno, 334, rilevano che questa previsione è “decisamente innovativa e speculare alla legge delega”). Si disciplinano altresì le modalità di svincolo delle ritenute di garanzia sugli stessi stati di avanzamento, in analogia a quanto previsto per le altre modalità di prestazione della garanzia, cioè con riferimento all'emissione del certificato di collaudo provvisorio, con la previsione, a tutela dell'appaltatore, dello svincolo da attuarsi comunque nel termine di dodici mesi dal certificato di ultimazione dei lavori (v. il comma 4); d) nel rinvio, quanto alle modalità della prestazione della garanzia fideiussoria, all'art. 106 del medesimo d.lgs. n. 36/2023, che disciplina la garanzia per partecipare alla gara, imponendo quindi anche per la fase esecutiva agli appaltatori che optano per la prestazione di garanzia fideiussoria, la stipulazione di polizze c.d. native digitali, emesse e sottoscritte digitalmente, nonché gestite da apposite piattaforme (v. il comma 7); d) nell'individuazione del contenuto delle polizze fideiussorie esteso alla rivalsa verso il contraente e al diritto di regresso verso la stazione appaltante, nonché della nomina di un mandatario o delegatario del garante (v. il comma 12. Questa prescrizione era già contenuta nell'art. 104 del d.lgs. n. 50/2016 e costituisce dunque – più che una vera e propria novità – un intervento di coordinamento normativo); e) nella possibilità per la stazione appaltante di fare ricorso all'esonero dalla prestazione della garanzia non solo subordinatamente ad un miglioramento del prezzo di aggiudicazione, ma anche in presenza di un miglioramento di tipo qualitativo delle condizioni di esecuzione, laddove un intervento al ribasso sul prezzo fosse difficilmente praticabile (v. ancora il comma 14, ultimo periodo). Per il resto, come si è accennato sopra, l'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023ripropone con taluni adattamenti il contenuto del citato art. 103 del d.lgs. n. 50/2016, così realizzando – sostanzialmente – un'opera di maquillage legislativo. Nel dettaglio, il d.lgs. n. 36/2023mantiene l'impostazione dettata dal d.lgs. n. 50/2016 per cui la complessa disciplina delle garanzie della fase esecutiva è racchiusa in due sole norme (gli artt. 117 e 118, sostitutivi degli artt. 103 e 104 del vecchio codice del 2016). Si tratta certamente di una scelta condivisibile e migliorativa rispetto al d.lgs. n. 163/2006, in cui la materia era frammentata tra gli artt. 113 e 129 e le disposizioni del Titolo VI, Parte II, del d.P.R. n. 207/2010 (Corrado). Il sistema delle garanzie nell'esecuzione dei contratti pubbliciCome si avrà modo di vedere nei paragrafi seguenti, l'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023 – in sostanziale continuità rispetto all'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016 – si sofferma sulle c.d. “garanzie definitive” e disciplina quattro diverse prestazioni. Ossia: i ) la garanzia definitiva propriamente detta, cioè la garanzia per l'adempimento di tutte le obbligazioni derivanti dal contratto, per il risarcimento dei danni dovuti all'eventuale inadempimento di tali obbligazioni e per il rimborso di quanto pagato in più all'esecutore dalla stazione appaltante rispetto a quanto effettivamente risultante dalla liquidazione finale (v. il comma 3); ii ) la garanzia per il pagamento della rata di saldo, di importo pari alla rata medesima (v. il comma 9); iii ) la garanzia a copertura dei danni causati a terzi o subiti dalle stazioni appaltanti nel corso dell'esecuzione dei lavori, in seguito al danneggiamento o alla distruzione totale o parziale di impianti ed opere anche preesistenti, che l'esecutore deve consegnare alla stazione appaltante almeno dieci giorni prima della consegna dei lavori (v. il comma 10); iv ) e, limitatamente ai lavori il cui importo superi il doppio della relativa soglia di rilevanza comunitaria, le polizze decennali a copertura dei rischi di rovina totale o parziale dell'opera (v. il comma 11). La garanzia definitiva propriamente detta La garanzia definitiva propriamente detta è disciplinata dai primi otto commi dell'art. 117 del nuovo codice (parzialmente corrispondenti ai primi cinque commi dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016). Per quanto qui rileva, si tratta di una garanzia: – che l'appaltatore è tenuto a costituire per la sottoscrizione del contratto, sotto forma – in alternativa – di fideiussione o di cauzione (cioè mediante il deposito di una somma di denaro a garanzia della corretta esecuzione delle obbligazioni assunte con il contratto d'appalto), per un importo pari al 10% dell'importo del contratto stesso o al 2% dell'importo dell'accordo quadro; – che è prevista a copertura dei rischi di un eventuale mancato adempimento totale o parziale del contratto; – e che va effettivamente prestata soltanto dal soggetto aggiudicatario. La giurisprudenza che si è formata nella vigenza del citato art. 103 del d.lgs. n. 50/2016 – con un orientamento che può ritenersi ancora attuale, stante la sostanziale conformità della maggior parte della nuova norma rispetto alla precedente – ha rilevato che la natura e funzione della “garanzia definitiva” è quella di assicurare, da un lato, l'adempimento del contratto di appalto stipulato e, dall'altro lato, quella di tenere indenne l'amministrazione dagli oneri conseguenti al pronunciamento di risoluzioni in danno dell'appaltatore disposte per inadempienza contrattuale di questi. Ovverosia, la causa di risoluzione tutelata è quella riconducibile alla corretta esecuzione delle obbligazioni negoziali ed opera, per così dire, “all'interno” del contratto (T.A.R. Puglia (Bari) II, n. 291/2023). La garanzia definitiva assolve dunque a una duplice finalità. Da un lato, mira a garantire l'adempimento di tutte le obbligazioni derivanti dal contratto, nonché il risarcimento dei danni causati dall'eventuale inadempimento alle stesse obbligazioni. Dall'altro lato, assicura il rimborso delle maggiori somme pagate all'esecutore rispetto a quanto dovuto in base alle risultanze della liquidazione finale, restando salva in ogni caso la facoltà della stazione appaltante di agire nei confronti dell'appaltatore per il maggior danno eventualmente subito (Caringella, 555). Operativamente, poiché il primo comma dell'art. 117 in commento stabilisce che l'appaltatore è tenuto a prestare la garanzia definitiva in favore della stazione appaltante “ per la sottoscrizione del contratto”, si è ritenuto che l'adempimento in questione dovesse essere assolto prima della firma di cui si tratta. La giurisprudenza ha peraltro precisato che nella fase successiva all'aggiudicazione l'Amministrazione ha la facoltà di auto vincolarsi e di auto imporsi (o meglio, di fissare) un termine perentorio per l'adempimento delle incombenze finalizzate alla stipulazione del contratto, tra cui v'è – appunto – la presentazione della garanzia definitiva (T.A.R. Puglia (Bari) III, n. 521/2023). È altresì possibile che la stazione appaltante manifesti tale volontà (di fissare un termine perentorio per l'invio della documentazione necessaria ai fini della stipula del contratto) anche in mancanza di espressa previsione nella lex specialis in proposito (Cons. St. V, n. 8685/2022, che riconosce espressamente questo diritto dell'Amministrazione). Laddove manchi del tutto (sia nella legge di gara, sia in altri atti della stazione appaltante) l'espressa indicazione del termine in questione, si ritiene che la garanzia possa essere prestata al più tardi entro la stipula del contratto di appalto (Cons. giust. amm. sic., sez. giur., n. 512/2021). Ciò appare ragionevole anche alla luce della finalità assolta dalla garanzia definitiva, che è quella di garantire il puntuale adempimento della prestazione contrattuale. Conseguentemente, la stazione appaltante può legittimamente revocare l'aggiudicazione in seguito alla mancata presentazione della garanzia entro il suddetto termine ultimo stabilito. Al riguardo si precisa che il provvedimento di decadenza dall'aggiudicazione è atto dovuto, rispetto al quale la stazione appaltante non dispone di alcun potere discrezionale, dovendo limitarsi a prendere atto della mancata presentazione della garanzia (per tutto questo, tra le tante, T.A.R. Campania (Napoli) II, n. 7627/2022; T.A.R. Puglia (Bari) I, n. 172/2018). La dottrina, partendo da taluni specifici precedenti in materia (Cons. St. IV, n. 738/2018; T.A.R. Lomabrdia (Milano) I, n. 1766/2017), ha specificato che la circostanza per cui la lex specialis non stabilisca un termine per l'invio della documentazione necessaria ai fini della stipula del contratto consente alla stazione appaltante – e precisamente al RUP – di imporre un termine perentorio a pena di decadenza per la produzione della documentazione di garanzia, purché tale termine sia ragionevole e congruo. Si vuole in tal modo evitare che la fase provvisoria si protragga indeterminatamente (Corrado). Tale impostazione è stata ancora di recente confermata integralmente dall'ANAC in relazione a una gara per la fornitura continuativa di materiale elettrico nella quale l'operatore economico aggiudicatario ha lamentato la revoca dell'aggiudicazione disposta a suo danno dalla stazione appaltante a causa della mancata costituzione della garanzia definitiva. In particolare l'Autorità, nella delibera del 16 novembre 2022, n. 539, ha ribadito che: – l'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016 prevede l'obbligo per l'aggiudicatario ed esecutore dell'appalto di costituire una garanzia definitiva e dispone che la mancata costituzione della garanzia determina la decadenza dell'affidamento e l'acquisizione della cauzione provvisoria presentata in sede di offerta da parte della stazione appaltante (tali disposizioni non sono mutate nell'art. 117 del nuovo codice, sicché queste statuizioni si ritengono tuttora valide e cogenti); – conformemente a quanto stabilito in giurisprudenza, dalla natura e finalità connesse alla prestazione dalla garanzia definitiva si desume che si tratta di un adempimento dovuto, la cui inadempienza va collegata al mero fatto dell'affidatario, senza alcuna discrezionalità da parte della stazione appaltate in ordine alle conseguenze del mancato adempimento; pertanto la mancata presentazione della garanzia, entro il termine prestabilito, costituisce un giusto motivo di revoca della aggiudicazione;– e la decadenza dall'aggiudicazione, con conseguente impossibilità di stipulare il contratto, costituisce una notizia potenzialmente incidente sull'integrità o affidabilità dell'operatore economico ed essa rientra tra quelle soggette all'obbligo di segnalazione all'ANAC stessa, la quale ha il dovere di valutare, in concreto, se il fatto che ha dato origine al provvedimento dell'amministrazione è rilevante al fine di una valutazione sull'affidabilità e sull'integrità dell'operatore economico da parte delle stazioni appaltanti. Proseguendo nell'esame dei profili operativi più rilevanti in tema di garanzia definitiva – oltre alle novità di cui si è dato conto nell'“inquadramento” della norma in commento – merita soffermare l'attenzione sui seguenti aspetti. Quanto all'importo della garanzia definitiva, come si è già anticipato, l'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023 ha confermato l'impianto dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016, secondo cui la garanzia stessa dev'essere pari al 10% dell'importo contrattuale, per tale intendendosi l'importo di aggiudicazione e non quello posto a base di gara. Tuttavia, al fine di promuovere il ricorso a centrali di committenza, il legislatore ha rinnovato la possibilità per la stazione appaltante, in caso di procedure di gara realizzate in forma aggregata (appunto, da centrali di committenza), di richiedere una garanzia definitiva d'importo anche inferiore (e certamente mai superiore) al 10% dell'importo di aggiudicazione (Caringella, 555 – 557). Sempre in via di agevolazione – come si è parimenti già detto – la novella ha pure innovativamente stabilito che per gli accordi quadro l'importo della garanzia per tutti gli operatori economici aggiudicatari è indicato nella misura massima del 2% dell'importo dell'accordo quadro stesso e per i contratti attuativi può essere fissato nella documentazione di gara dell'accordo quadro in misura anche inferiore al 10% del valore dei contratti in questione. Viene inoltre riproposta nel comma 2 dell'art. 117 del nuovo codice (in analogia al primo comma dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016) la norma in forza della quale, al fine di tutelare l'interesse pubblico alla conclusione del contratto nei termini e nei modi stabiliti, in caso di aggiudicazione con ribassi superiori al 10% la garanzia da costituire è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti il 10%. Ove il ribasso sia superiore al 20%, l'aumento è di due punti percentuali per ogni punto di ribasso superiore al 20%. In ogni caso, la misura della garanzia deve essere indicata negli atti e nei documenti che sono alla base dell'affidamento dei lavori, servizi e forniture. Continuando sul crinale degli aspetti patrimoniali della garanzia definitiva, si segnala che il d.lgs. n. 36/2023 (all'art. 117 comma 3) conferma la possibilità, già presente nel comma 1 dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016), di operare le riduzioni previste (oggi all'art. 106, e prima dall'art. 93, comma 7, del d.lgs. n. 50/2016) con riferimento alla garanzia provvisoria in forza del possesso, da parte dell'operatore economico, di determinate certificazioni. Del pari resta fermo che, quando la garanzia è venuta meno in tutto o in parte, la stazione appaltante può richiederne la reintegrazione all'aggiudicatario. In caso di inottemperanza, la reintegrazione ha luogo sui ratei di prezzo ancora da corrispondere all'esecutore. Accanto alla possibilità – di nuovo conio – per l'appaltatore di richiedere la sostituzione della garanzia fideiussoria o della cauzione con ritenute di garanzia sui S.A.L., la novella ha mantenuto lo svincolo di queste ritenute di garanzia sugli stati di avanzamento in modo analogo a quanto avviene per le altre modalità di prestazione della garanzia, cioè all'emissione del certificato di collaudo provvisorio, con la previsione, a tutela dell'appaltatore stesso, dello svincolo da attuarsi comunque nel termine di dodici mesi dal certificato di ultimazione dei lavori (per tutto ciò v. il comma 4 dell'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023). Com'è evidenziato nella Relazione illustrativa, tale scelta si pone nel solco tracciato dalla legge delega e mira a contemperare le esigenze di risparmio dei costi da parte delle imprese con quelle di garanzia delle stazioni appaltanti. È stato confermato che la garanzia cessa di avere effetto soltanto alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione (v. il comma 3 dell'art. 117 del nuovo codice, ripropositivo del comma 1 dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016). L'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023, al comma 7, ribadisce altresì che la garanzia fideiussoria deve espressamente prevedere la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale e all'eccezione di cui all'art. 1957, comma 2, c.c. (ossia la rinuncia all'eccezione di intervenuta scadenza della fideiussione o, in altri termini, “ad eccepire di essersi obbligato fino al termine di scadenza dell'obbligazione principale”: T.A.R. Puglia (Bari) III, n. 1729/2022), e deve essere operativa entro quindici giorni a semplice richiesta della stazione appaltante. Sulla scorta di tali norme la dottrina ha osservato che il legislatore ha voluto configurare la garanzia definitiva come sostanzialmente autonoma e pertanto priva –a differenza della fideiussione – del carattere dell'accessorietà. Inoltre, l'esigenza di assicurare la maggiore tutela possibile agli interessi pubblici ha spinto gli interpreti a ritenere che la garanzia definitiva negli appalti pubblici sia sussumibile nel paradigma del contratto autonomo di garanzia (Cabiddu–Colombo, 410). Di analogo avviso è la giurisprudenza (T.A.R. Puglia (Bari) III, n. 1729/2022). A mente dell'art. 117, comma 8, del d.lgs. n. 36/2023 (pienamente coincidente con l'art. 103, comma 5, del d.lgs. n. 50/2016), lo svincolo della garanzia avviene progressivamente in relazione all'avanzamento dell'esecuzione, nel limite massimo dell'80% dell'iniziale importo garantito. Il suo ammontare residuo deve permanere fino alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione, o comunque fino a dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante del relativo certificato. Ciò si spiega in ragione del fatto che, dopo l'ultimazione del servizio, possono sempre insorgere motivi per escutere la polizza, in relazione ad accadimenti avvenuti in precedenza (T.A.R. Campania (Napoli) II, n. 7627/2022). La garanzia è inoltre svincolata automaticamente, senza cioè che sia necessario un nulla osta da parte del committente, previa consegna all'istituto garante – da parte dell'appaltatore o del concessionario – degli stati di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in copia autentica, attestanti l'avvenuta esecuzione. Tale automatismo si applica anche agli appalti di forniture e servizi e sono nulle le pattuizioni contrarie o derogatorie. Qualora entro quindici giorni dalla consegna degli stati di avanzamento o della documentazione analoga non si proceda allo svincolo della garanzia, si avrà un'ipotesi di inadempimento del garante nei confronti dell'impresa per la quale la garanzia è stata prestata. Sul piano processuale si evidenzia che l'azione avverso il mancato svincolo della polizza fideiussoria va proposta al Giudice ordinario (T.R.G.A. Trento, n. 181/2018 e Cons. St. V, n. 1819/2015, con ampie citazioni di giurisprudenza). Le “altre garanzie definitive” L'art. 117 del nuovo codice, in continuità con l'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016, disciplina anche “altre garanzie definitive”, che sono cioè ulteriori rispetto alla garanzia definitiva propriamente detta di cui si è dato conto nel sotto-paragrafo precedente. Ciascuna di tali diverse e aggiuntive garanzie è deputata ad assolvere una specifica funzione. In particolare, queste stesse garanzie presentano le seguenti caratteristiche. a) Il comma 9 dell'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023 (ripropositivo del comma 6 dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016) disciplina la c.d. garanzia per il pagamento della rata di saldo. Si tratta di una forma di garanzia già prevista dall'art. 124 del d.P.R. n. 207/2010 e riguardante i soli appalti di lavori, ora estesa altresì agli appalti di servizi e forniture. Più precisamente, è la garanzia da prestare ai fini del pagamento della rata di saldo, che sarà infatti effettuato solo previa costituzione di una cauzione o di una garanzia fideiussoria o bancaria o assicurativa di importo pari alla rata medesima, maggiorato del tasso di interesse legale applicato per il periodo intercorrente tra la data di emissione del certificato di collaudo o della verifica di conformità nel caso di appalti di servizi o forniture e l'assunzione del carattere di definitività degli stessi provvedimenti (Caringella, Giustiniani, Mantini, 1443 – 1445). b) Il comma 10 dell'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023 prevede che negli appalti di lavori – accanto alla garanzia dell'offerta e alla garanzia di esecuzione – l'esecutore è tenuto a presentare una garanzia assicurativa volta: – per un verso, a proteggere la stazione appaltante dai danni che possono verificarsi in corso di esecuzione a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere, anche preesistenti; – e, per altro verso, ad assicurare la stessa stazione appaltante contro la responsabilità civile per i danni causati a terzi e derivanti dall'esecuzione dei lavori. La formulazione della novella è sostanzialmente identica a quella del comma 7 dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016 (e, prima ancora, dell'art. 125 del d.P.R. n. 207/2010). Sicché si ritiene che le indicazioni operative emerse in relazioni a tali disposizioni siano tuttora valide. In sintesi, l'esecutore dei lavori deve costituire e consegnare alla stazione appaltante la polizza assicurativa di cui si tratta almeno dieci giorni prima della consegna dei lavori. Il che porta a ritenere che sulla stazione appaltante gravi l'obbligo di comunicare tempestivamente all'esecutore la data di consegna dei lavori (Caringella, Giustiniani, Mantini, 1444). L'importo della somma da assicurare è stabilito negli atti a base di gara ed è quindi rimesso alla discrezionalità della singola stazione appaltante. In ogni caso, di regola, la richiesta corrisponde all'importo del contratto, salvo che ricorrano motivate particolari circostanze che impongano di assicurare somme maggiori. In tal senso la giurisprudenza ha ritenuto corretto il calcolo della polizza assicurativa effettuato sulla base dell'importo non solo dei lavori, ma anche delle opere preesistenti (Cons. St. V, n. 20/2010). Il massimale dell'assicurazione contro la responsabilità civile verso terzi è calcolato in base all'importo della somma assicurata, cosicché la sua indicazione negli atti di gara è presupposto indefettibile. Esso è pari al 5% della somma assicurata per le opere con un minimo di 500.000 euro ed un massimo di 5.000.000 di euro. La copertura assicurativa decorre dalla data di consegna dei lavori e rimane efficace sino all'emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione o comunque trascorsi dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato. Per il periodo di garanzia la polizza assicurativa è sostituita da una polizza che copre la stazione appaltante dai rischi derivanti dall'utilizzo delle lavorazioni in garanzia o dagli interventi per la loro eventuale sostituzione o rifacimento. La norma prevede infine un'eccezione al principio di ultrattività della polizza contemplato dall'art. 1901 c.c., secondo cui l'assicurazione resta sospesa in caso di mancato pagamento del premio da parte del contraente. Infatti, se l'esecutore omette o ritarda il pagamento delle somme dovute a titolo di premio o di commissione, la garanzia nei confronti della stazione appaltante resta comunque efficace. c) Da ultimo, l'art. 117 del nuovo codice al comma 11 (ripropone testualmente il comma 8 del “vecchio” d.lgs. n. 50/2016 e quindi) disciplina le polizze decennali per i danni derivanti dall'opera dopo l'ultimazione. Essa è dovuta dall'esecutore di lavori d'importo superiore al doppio della relativa soglia di rilevanza comunitaria e mira a tutelare le stazioni appaltanti: – da un lato, dai rischi di rovina totale o parziale dell'opera o dai rischi derivanti da gravi difetti costruttivi che eventualmente dovessero verificarsi nel decennio successivo al collaudo (c.d. polizza indennitaria decennale); – e, dall'altro lato, contro la responsabilità civile per i danni causati a terzi e derivanti da rovina dell'opera (c.d. polizza di responsabilità civile decennale). Le polizze di cui si tratta devono essere prestate alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione, o comunque trascorsi dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato. La loro costituzione è condizione essenziale per il pagamento all'appaltatore della rata di saldo. La polizza indennitaria decennale deve prevedere il pagamento immediato in favore del committente su sua richiesta, anche in pendenza dell'accertamento della responsabilità e senza che occorrano consensi ed autorizzazioni di qualunque specie. Nel rispetto del principio di proporzionalità con riferimento alla natura dell'opera, la polizza di cui si tratta deve prevedere un indennizzo non inferiore al 20% e non superiore al 40% del valore dell'opera realizzata. La polizza di assicurazione della responsabilità civile per danni cagionati a terzi deve prevedere un indennizzo pari al 5% del valore dell'opera realizzata e comunque non inferiore a 500.000 euro e non superiore a 5.000.000 di euro. Profili comuni a tutte le garanzie definitive I commi 12 e 13 dell'articolo in commento disciplinano taluni profili comuni a tutti i tipi di garanzie definitive prese in esame dalla norma. Segnatamente, nel comma 12 è stata inserita la previsione – già contemplata dall'ultimo comma dell'art. 104 del d.lgs. n. 50/2016 – del contenuto delle polizze fideiussorie esteso alla rivalsa verso il contraente e al diritto di regresso verso la stazione appaltante, nonché quella della nomina di un mandatario o delegatario del garante. A questa disposizione fanno rinvio, nel d.lgs. n. 36/2023, sia l'art. 118 (per i lavori di particolare valore), sia l'art. 106 (per la garanzia provvisoria), ai cui commenti si rimanda. Lo stesso comma 12 dell'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023 stabilisce altresì che le garanzie fideiussorie e le polizze assicurative devono essere conformi agli “schemi tipo” approvati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e previamente concordato con le banche e le assicurazioni o loro rappresentanze. Al riguardo, si segnala che con il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 16 settembre 2022, n. 193, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 291 del 14 dicembre 2022, è stato adottato il “Regolamento contenente gli schemi tipo per le garanzie fideiussorie e le polizze assicurative di cui agli articoli 24,35,93,103 e 104 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, e successive modificazioni”. Tale provvedimento è in vigore dallo scorso 29 dicembre 2022 e si applica alle procedure e ai contratti per i quali i bandi o avvisi con cui si indice la procedura di gara siano pubblicati successivamente a tale data oltre che, in caso di contratti senza pubblicazione di bandi o di avvisi, qualora non siano ancora stati inviati gli inviti a presentare le offerte. Il citato d.m. si compone di 4 articoli e 2 allegati (Allegato A e B) e regola tutta la disciplina degli schemi di garanzie fideiussorie e di polizze assicurative previste dal d.lgs. n. 50/2016. Dal punto di vista applicativo Le norme regolamentari si applicano: – ai settori ordinari ai sensi dell'art. 3, comma 1, lettera gg), del d.lgs. n. 50/2016; – ai settori speciali ai sensi dell'art. 3, comma 1, lettera hh), del d.lgs. n. 50/2016 e alle concessioni, se i documenti di gara lo prevedono espressamente. Nel dettaglio, le garanzie fideiussorie e le coperture assicurative del Codice sono conformi agli schemi tipo di cui all'a llegato A e gli offerenti e gli appaltatori, al fine della semplificazione delle procedure, presentano alla stazione appaltante le schede tecniche contenute nell' allegato B. Per completezza si segnala che l'allegato A è suddiviso in due sezioni (una per le “garanzie fideiussorie” e una per le “coperture assicurative” e contiene i diversi schemi tipo di riferimento, ossia: Sezione I – Garanzie Fideiussorie • Schema tipo 1.1 – Garanzia fideiussoria provvisoria o Schema tipo 1.1.1 – Garanzia fideiussoria provvisoria costituita da più garanti • Schema tipo 1.2 – Garanzia fideiussoria per la cauzione definitiva o Schema tipo 1.2.1 – Garanzia fideiussoria per la cauzione definitiva costituita da più garanti • Schema tipo 1.3 – Garanzia fideiussoria per l'anticipazione o Schema tipo 1.3.1 – Garanzia fideiussoria per l'anticipazione costituita da più garanti • Schema tipo 1.4 – Garanzia fideiussoria per la rata di saldo o Schema tipo 1.4.1 – Garanzia fideiussoria per la rata di saldo costituita da più garanti • Schema tipo 1.5 – Garanzia fideiussoria per la risoluzione o Schema tipo 1.5.1 – Garanzia fideiussoria per la risoluzione costituita da più garanti • Schema tipo 1.6 – Garanzia fideiussoria di buon adempimento o Schema tipo 1.6.1 – Garanzia fideiussoria di buon adempimento costituita da più garanti Sezione II – Coperture Assicurative • Schema tipo 2.1 – Copertura assicurativa della responsabilità civile professionale del dipendente pubblico incaricato della progettazione di lavori • Schema tipo 2.2 – Copertura assicurativa della responsabilità civile professionale dei progettisti liberi professionisti o delle società di ingegneria • Schema tipo 2.3 – Copertura assicurativa per danni di esecuzione, responsabilità civile terzi e garanzia di manutenzione • Schema tipo 2.4 – Copertura assicurativa indennitaria decennale e per responsabilità civile decennale. L'allegato B contiene invece le schede tecniche relative alle garanzie fideiussorie e alle coperture assicurative secondo gli schemi tipo presenti nell'allegato A. Si ritiene che tale fonte secondaria possa costituire (quantomeno) un punto di partenza per la futura, eventuale nuova regolamentazione della materia. Il comma 13 dell'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023 ripropone – senza alcun intervento innovativo – il comma 10 dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016, a mente del quale in caso di raggruppamenti temporanei è onere della mandataria fornire alla stazione appaltante le garanzie fideiussorie e assicurative per conto dell'intero raggruppamento, ferma peraltro restando la responsabilità solidale tra imprese. Anche con riferimento a tale fattispecie trovano applicazione gli schemi tipo di cui al d.m. n. 193/2022. Le esenzioni dall'obbligo di prestare garanzie definitiveIl comma 14 dell'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023 disciplina l'esonero dalla garanzia in ipotesi particolari. La norma consente cioè alle le stazioni appaltanti, in casi specifici e previa adeguata motivazione, di rinunciare alla garanzia di esecuzione. Ciò costituisce una forma di attuazione del principio di proporzionalità del sistema delle garanzie ed è di recente istituzione. Invero la disposizione in esame non era contemplata nel d.lgs. n. 163/2006 ed è stata introdotta nel nostro ordinamento dall'art. 103, comma 11, del d.lgs. n. 50/2016. Da ultimo, il nuovo codice del 2023: – ha eliminato il riferimento (contenuto nell'omologa previsione del suddetto art. 103, comma 11) ai contratti sotto soglia comunitaria perché la relativa disciplina è stata inserita nella parte ad essi dedicata; – e ha aggiunto un inciso finale per favorire l'applicazione delle fattispecie di esonero dalla prestazione della garanzia lì indicata, consentendo alla stazione appaltante di farvi ricorso subordinatamente ad un migliore prezzo di aggiudicazione, ma anche a condizioni di esecuzione più vantaggiose, cioè in presenza non solo di un miglioramento di tipo qualitativo laddove quello economico sia difficilmente praticabile. In concreto, infatti, il miglioramento delle condizioni economiche è spesso rimasto inapplicato a causa delle difficoltà di esperire per le procedure più strutturate delle modifiche successive all'aggiudicazione. Si pensi ad esempio ad ipotesi di aggiudicazioni dichiarate dopo la verifica di congruità dell'offerta presentata in corso di gara. Sotto il profilo contenutistico merita rilevare che l'articolo in commento: – si riferisce unicamente agli appalti e, dunque, non trova applicazione alle concessioni (Caringella, Giustiniani, Mantini, 1446); – e riproduce sostanzialmente l'art. 54, commi 8 e 9 del r.d. n. 827/1924 (recante il Regolamento di contabilità generale dello Stato), tuttora vigente. Anche in base a questa norma, laddove gli aggiudicatari siano operatori di notoria solidità e per i casi e le materie previsti dalla legge, l'amministrazione procedente ha la possibilità di non richiedere una cauzione a garanzia dell'esecuzione di forniture o lavori, a condizione che si dia luogo ad un miglioramento del prezzo di aggiudicazione. Sull'applicabilità di tale facoltà all'istituto della cauzione si era pronunciata l'AVCP (oggi ANAC). In quell'occasione l'Autorità aveva ribadito il carattere imperativo e non derogabile, neppure su comune accordo delle parti, della norma in materia di garanzie di esecuzione e, conseguentemente, aveva fornito un'interpretazione ristretta dell'art. 54 del r.d. n. 827/1924, ritenendolo applicabile unicamente agli acquisti in economia, in cui le esigenze di semplificazione e celerità del procedimento potevano prevalere sulle garanzie richieste (v. il parere AVCP 8 marzo 2012, n. AG 41/2011; parere AVCP 5 dicembre 2012, n. AG 21/2012). È evidente che, con il suo esplicito recepimento all'interno del d.lgs. n. 50/2016 e con la riproposizione nel nuovo codice, la norma assume una portata ben più ampia e perde quel carattere di residualità attribuitole dall'AVCP/ANAC (Corrado). Sotto il profilo oggettivo, l'esenzione è subordinata dalla legge al ricorrere di precisi e tassativi presupposti, che non possono formare oggetto di interpretazioni analogiche: si tratta di una facoltà di cui la stazione appaltante può discrezionalmente scegliere di avvalersi, ma solamente in presenza dei presupposti di legge. Nel dettaglio, l'esonero dalla prestazione della garanzia dev'essere: – adeguatamente motivato; – e subordinato ad un miglioramento del prezzo di aggiudicazione. In ossequio al principio di trasparenza pare opportuno che già nel bando o nella lettera di invito si preveda la possibilità di una rinuncia alla prestazione della garanzia, al ricorrere dei relativi presupposti. L'espressione “ operatori economici di comprovata solidità” è molto vaga e lascia spazio a dubbi che ne impongono un'utilizzazione moderata e limitata agli appalti di discreto importo e di rapida esecuzione. Invero, più è elevato l'importo del contratto (e più è lunga la durata dell'esecuzione), maggiore è il rischio che la situazione di comprovata solidità possa mutare. In ogni caso, si ritiene che l'operatore economico debba fornire prova puntuale di tale solidità (Caringella, Giustiniani, Mantini, 1446-1447). Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, con il parere 22 ottobre 2021, n. 1075, si è espresso sulla possibilità di esonero della cauzione definitiva e della richiesta di miglioramento del prezzo negli affidamenti diretti di importo inferiore a € 40.000. In tale parere il medesimo Ministero ha chiarito che – fermi restando i pre-requisiti della motivazione e del miglioramento del prezzo – qualora la determina a contrarre o altro atto di avvio del procedimento equivalente sia adottato entro il 30 giugno 2023, la stazione appaltante può non richiedere la garanzia definitiva unicamente nei seguenti casi: – per i contratti di importo inferiore ai 40.000 euro affidati tramite affidamento diretto; – nonché per gli appalti da eseguirsi da operatori economici di comprovata solidità e per le forniture di beni che per la loro natura, o per l'uso speciale cui sono destinati, debbano essere acquistati nel luogo di produzione o forniti direttamente dai produttori o di prodotti d'arte, macchinari, strumenti e lavori di precisione l'esecuzione dei quali deve essere affidata a operatori specializzati. Lo stesso Ministero, con il successivo parere del 27 aprile 2022, n. 1299, in applicazione delle previsioni di cui al “decreto Semplificazioni” n. 76/2020 (convertito con l. n. 120/2020), ha precisato che la facoltà di non richiedere la garanzia in questione si estende al caso di affidamento diretto per lavori di importo inferiore a 150.000 euro e per servizi e forniture, ivi compresi i servizi di ingegneria e architettura e l'attività di progettazione, di importo inferiore a 139.000 euro. Ciò al fine di incentivare gli investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture e dei servizi pubblici e di far fronte alle ricadute economiche negative a seguito delle misure di contenimento e dell'emergenza sanitaria globale del COVID-19. Le garanzie definitive e l'interdittiva antimafia: una relazione travagliataUn ultimo profilo di particolare interesse riguarda il rapporto intercorrente tra l'emanazione di un'interdittiva antimafia (ex art. 92 e 94 del d.lgs. n. 159/2011) e l'escussione delle garanzie definitive. In particolare, il problema che si pone è se, a fronte della sopravvenienza della suddetta interdittiva antimafia, la stazione appaltante possa automaticamente incamerare la garanzia definitiva. In proposito v'è contrasto in giurisprudenza. Invero, è pacifico che le stazioni appaltanti, ai sensi degli artt. 92 e 94 del Codice Antimafia, nel caso di sopravvenienze di un'interdittiva antimafia, cui si riconnette l'accertamento dell'incapacità originaria del privato ad essere destinatario di un rapporto con la pubblica amministrazione, sono tenute a recedere dai contratti, fatto salvo il pagamento del valore delle opere già eseguite e il rimborso delle spese sostenute per l'esecuzione del rimanente, nei limiti delle utilità conseguite. Le determinazioni amministrative di caducazione del contratto d'appalto sono emanate, dunque, nell'esercizio di un potere vincolato della stazione appaltante. Del pari, è assodato che in applicazione dell'art. 103 del d.lgs. n. 50/2016 (e quindi anche dell'art. 117 del d.lgs. n. 36/2023 che per larghi tratti ripercorre la “vecchia”, appena citata, norma) la “garanzia definitiva” mira, da un lato, ad assicurare l'adempimento del contratto di appalto stipulato e, dall'altro lato, a tenere indenne l'amministrazione dagli oneri conseguenti al pronunciamento di risoluzioni in danno dell'appaltatore disposte per inadempienza contrattuale di questi. Fermo ciò, sono invece dibattute le conseguenze patrimoniali della risoluzione del contratto circa l'escussione della garanzia definitiva (mentre sull'incameramento della cauzione provvisoria non vi sono dubbi). Precisamente: a) un primo orientamento “dilata” la nozione di inadempimento contrattuale fino ad includervi il sopraggiungere del “fatto esterno” dell'interdittiva antimafia, senza distinguere tra “cauzione provvisoria” e “cauzione definitiva”, di cui all'art. 103 d.lgs. n. 50/2016 e quindi all'art. 117 del nuovo codice (Cons. St. III, n. 5093/2022 e T.A.R. Calabria (Catanzaro) I, n. 2284/2022); b) mentre un secondo orientamento ritiene che la “sopravvenienza” dell'interdittiva antimafia legittimi la risoluzione-recesso dal contratto di appalto affidato a un operatore economico, ma non comporta di per sé (ossia automaticamente) l'incameramento della “cauzione definitiva” per inadempienza negoziale (ancora di recente T.A.R. Puglia (Bari) II, n. 291/2023, con ampie citazioni di giurisprudenza, anche del Consiglio di Stato). Nel dettaglio, secondo questa giurisprudenza, in una fattispecie come quella appena descritta è obbligatoria, per la stazione appaltante, l'escussione della sola “garanzia provvisoria”, in quanto essa tutela l'amministrazione dalla mancata sottoscrizione del contratto, dopo il provvedimento di aggiudicazione, dovuta ad ogni fatto che sia riconducibile all'affidatario, ivi comprendendosi expressis verbis anche “l'adozione di informazione antimafia interdittiva” (Cons. St., Ad. plen.,n. 7/2022). Dal momento che – come si è fin qui rilevato – il nuovo codice non ha modificato i tratti essenziali delle garanzie definitive, si ritiene che il suddetto contrasto giurisprudenziale sia ancora attuale e che pertanto si renda necessaria una precisa – e soprattutto univoca – presa di posizione da parte del Consiglio di Stato o di un intervento nomofilattico dell'Adunanza Plenaria. Bibliografia: Cabiddu, Colombo (a cura di), Commentario al nuovo codice dei contratti pubblici, 410; Caringella, Giustiniani, Mantini (a cura di), Trattato dei contratti pubblici, Roma 2021; Caringella, Manuale dei contratti pubblici, Roma 2021; Caringella, Protto, Il Codice dei contratti pubblici dopo il correttivo, Roma, 2017; Corrado, Sub art. 103 d.lgs. n. 50/2016, in Codice dei contratti pubblici commentato, a cura di Caringella, Milano, 2022; Cosmai – Buonanno, La riforma dei contratti pubblici, Vicenza, 2023; De Nictolis, I nuovi appalti pubblici. Appalti e concessioni dopo il d.lgs. n. 56/2017, Bologna, 2017; Esposito, Nicodemo, in Codice dei Contratti Pubblici, (a cura di Esposito) Milano, 2017; Mastragostino (a cura di), Diritto dei contratti pubblici. Assetto e dinamiche evolutive alla luce del nuovo codice, del decreto correttivo 2017 e degli atti attuativi, Torino, 2017, 452; Matha, Il sistema delle garanzie nell'esecuzione dei contratti pubblici; Provenzano, Codice dei Contratti Pubblici (a cura di Giuffrè, Provenzano, Tranquilli), Napoli, 2019; Raiola, Commento all'art. 103 del Codice, in Garofoli, Ferrari (a cura di), Codice dei contratti pubblici, p. 1821. |