Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 152 - Estrazione di gas e prospezione o estrazione di carbone o di altri combustibili solidi.

Domenico Galli
Adriano Cavina
Codice legge fallimentare

Artt. 121, 3, 8, 11, 14, 114, 115


Estrazione di gas e prospezione o estrazione di carbone o di altri combustibili solidi.

1. Le disposizioni del codice si applicano alle attività relative allo sfruttamento di un'area geografica, ai seguenti fini:

a) estrazione di petrolio, estrazione o produzione di gas;

b) prospezione o estrazione di carbone o di altri combustibili solidi.

2. Rimangono escluse dall'applicazione delle disposizioni del codice le attività relative allo sfruttamento di un'area geografica, ai fini di prospezione di petrolio e di gas naturale, nonché di produzione di petrolio, in quanto attività direttamente esposte alla concorrenza su mercati liberamente accessibili.

Inquadramento

La disposizione in commento riprende, con minime variazioni formali, il precedente art. 121 del d.lgs. n. 50/2016 e costituisce il recepimento dell'art. 14 della Direttiva 2014/25/UE.

A tal proposito è necessario ricordare che il previgente art. 121 aveva innovato parzialmente la disciplina dettata dal precedente art. 212 del d.lgs. n. 163/2006, così come in parte emergeva già dalla sua rubrica che, al pari dell'attuale art. 152 in rassegna, recava una locuzione (“estrazione di gas e prospezione o estrazione di carbone o di altri combustibili solidi”) non coincidente con quella di cui al precedente art. 212 del d.lgs. n. 163/2006 (“prospezione ed estrazione di petrolio, gas, carbone e altri combustibili solidi”).

Quest'ultimo, infatti, stabiliva che le norme relative ai settori speciali si applicassero “alle attività relative allo sfruttamento di un'area geografica, ai fini della prospezione o estrazione di petrolio, gas, carbone o di altri combustibili solidi”, senza operare, ai fini della definizione della disciplina applicabile, alcuna differenziazione tra attività di prospezione ed attività di estrazione.

Il codice del 2016 aveva poi sottratto alle norme relative ai settori speciali le attività relative allo sfruttamento di un'area geografica finalizzate alla prospezione di petrolio e gas naturale nonché di produzione di petrolio in quanto, per espressa previsione del comma 2 dell'art. 121 del d.lgs. n. 50/2016, “direttamente esposte alla concorrenza su mercati liberamente accessibili”.

Tale impostazione resta confermata con il Codice del 2023 (art. 152, comma 2).

Di converso, restano assoggettate agli obblighi dei settori speciali le attività relative allo sfruttamento di un'area geografica finalizzate all'estrazione di gas o di petrolio nonché quelle finalizzate alla prospezione o estrazione di carbone o di altri combustibili solidi, in perfetta aderenza a quanto previsto nell'art. 14 della Direttiva 2014/25/UE.

Tale nuova condizione muove dalla constatazione, evidenziata nel considerando n. 25 della Direttiva 2014/25/UE, che il settore degli appalti finalizzati alla ricerca di petrolio e gas “è stato costantemente oggetto di un'estrema pressione concorrenziale, così da rendere non più necessaria la disciplina contenuta nelle norme unionali in materia di appalti” e che, pertanto, “poiché l'estrazione di petrolio e di gas continua a rientrare nel campo di applicazione della (...) direttiva, potrebbe essere necessario distinguere tra ricerca ed estrazione”.

Del resto, già nella vigenza del d.lgs. n. 163/2006, la Commissione europea, con decisione del 24 giugno 2011, n. 2011/372/UE aveva esonerato la prospezione di giacimenti di petrolio e di gas e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi in Italia dall'applicazione della Direttiva 2004/17/CE proprio perché direttamente esposta alla concorrenza.

La norma in esame deve essere letta in relazione a quanto previsto dall'art. 146 con riferimento agli appalti nei settori del gas e dell'energia termica: in questo modo il regime dei settori speciali viene esteso ad ulteriori attività, quali la prospezione o estrazione di petrolio che presentano comunque legami con il settore energetico di cui al citato art. 146 (Carullo, Iudica, 1139).

Ambito di applicazione

Come si è visto, sul piano oggettivo la disciplina pubblicistica sui settori speciali attrae nel proprio ambito di applicazione le sole attività relative allo sfruttamento di un'area geografica, ai seguenti fini:

a) estrazione di petrolio, estrazione o produzione di gas;

b) prospezione o estrazione di carbone o di altri combustibili solidi.

Per espressa previsione di legge (art. 152, comma 2), restano invece escluse le attività relative allo sfruttamento di un'area geografica, ai fini di prospezione di petrolio e gas naturale, nonché di produzione di petrolio, in quanto attività direttamente esposte alla concorrenza su mercati liberamente accessibili (Perfetti, 1095).

Così come restano escluse dall'ambito oggettivo di applicazione della norma le attività di raffinazione e distribuzione dei prodotti, in relazione alle quali esistono effettive possibilità di accesso al relativo mercato in condizioni di concorrenza (Carullo, Iudica, 1139).

Per la definizione dell'ambito oggettivo di applicazione della disposizione in esame, le fattispecie rilevanti ai fini sia dello sfruttamento di un'area geografica ai sensi dell'art. 152, comma 1, del d.lgs. n. 36/2023 sia dell'esonero dalla sua applicazione ai sensi del successivo comma 2 consistono quindi nelle attività di prospezione, di estrazione e di produzione.

Secondo quanto precisato nel considerando 25 della Direttiva 2014/25/UE la prospezione (id est la ricerca) deve essere considerata “comprensiva delle attività intraprese per verificare la presenza in una determinata zona di petrolio e gas e, in tal caso, se siano sfruttabili commercialmente”, mentre la produzione rappresenta un quid pluris rispetto all'estrazione in quanto “considerata comprensiva anche dello sviluppo, ovvero della creazione di infrastrutture adeguate per la produzione futura (piattaforme, condotte, terminali ecc.)”.

Più in dettaglio, l'attività di prospezione consiste nell'esecuzione di rilievi geografici, geologici e geofisici volti ad accertare la natura del sottosuolo e l'eventuale presenza di idrocarburi.

L'attività di prospezione di idrocarburi presuppone un “permesso di ricerca” rilasciato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla base della procedura pubblico – comparativa prevista nell'art. 4 del d.lgs. n. 625/1996 (Attuazione della Direttiva 94/22/CEE relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi).

Di contro, ai sensi dell'art. 4 del d.lgs. n. 164/2000 (Attuazione della Direttiva 98/30/CE recante norme comuni per il mercato interno del gas naturale, a norma dell'articolo 41 della l. n. 144/1999), “l'attività di prospezione geofisica condotta da parte dei titolari di permessi di ricerca o di concessioni di coltivazione per idrocarburi, sia ai fini della ricerca tecnologica applicata che ai fini della ricerca e della coltivazione di riserve di idrocarburi, è libera”.

L'attività di estrazione assume nel d.lgs. n. 164/2000 la qualifica giuridica di “coltivazione” ed è assoggettata ad uno specifico regime concessorio.

Concorre, inoltre, a delimitare il perimetro applicativo della disposizione in esame, sia pure ab externo, l'art. 143 del d.lgs. n. 36/2023, che fissa le condizioni in presenza delle quali anche le attività relative alla prospezione ed estrazione di petrolio, gas, carbone e altri combustibili solidi possono essere ritenute “direttamente esposte alla concorrenza su mercati liberamente accessibili”, con la conseguenza che gli appalti e le concessioni ad esse strumentali non sono soggetti al codice.

Infine, sul piano soggettivo, resta fermo che, come per tutti i settori speciali, anche la disciplina di quello in esame opera nei confronti delle stazioni appaltanti o degli enti concedenti che svolgono una delle attività previste dagli artt. da 146 a 152 e degli altri soggetti che annoverano tra le loro attività una o più tra quelle previste dagli artt. da 146 a 152 e operano in virtù di diritti speciali o esclusivi.

Problemi attuali: gli appalti strumentali al settore speciale di cui all'art. 152

Come si è anticipato, ai fini dell'applicazione della disciplina sui settori speciali è necessario che il committente rientri nell'ambito degli enti aggiudicatori, che operi in uno degli specifici settori indicati dalla normativa e che l'affidamento sia funzionale allo svolgimento di attività in uno dei settori indicati dalla normativa.

Per ciò che attiene al settore preso in considerazione dalla norma in commento, è stato escluso il nesso di strumentalità in relazione ai “servizi di agenzia marittima e spedizioniere doganale aventi ad oggetto il disbrigo delle pratiche di arrivo e partenza e delle formalità doganali presso le locali Autorità Competenti dei Porti di Ravenna e Ancona, a mezzo di personale idoneo, qualificato ed abilitato ad operare presso le Capitanerie di Porto ed Uffici Doganali”. Si tratta, infatti, di prestazioni “che sicuramente esulano dalle attività specificamente attribuite ad Eni nell'ambito dei c.d. settori speciali” di cui all'art. 121 del d.lgs. n. 50/2016 (oggi art. 152 del d.lgs. n. 36/2023), e “che neppure si pongono rispetto a queste ultime in termini di mezzo a fine, non essendo ad esse strettamente strumentali, consistendo nel mero disbrigo di pratiche amministrative che tutte le navi devono compiere, indipendentemente dalla destinazione delle persone e delle merci in esse trasportate” (T.A.R. Emilia Romagna (Bologna) II, n. 182/2019).

Così come, difettano del rapporto di strumentalità rispetto al settore speciale in esame:

i) le attività di distribuzione di bevande e snack all'interno degli spazi aziendali (T.A.R. Emilia Romagna (Parma) I, n. 149/2015);

ii) il servizio di riproduzione grafica e stampa, di fotocopiatura, di creazione di carta intestata e biglietti da visita e di realizzazione di progetti grafici (T.A.R. Lombardia (Milano) I, n. 3191/2011);

iii) la fornitura di borsoni, zaini, trolley e sacchettoni a logo ENI per il personale in Italia ed all'estero (T.A.R. Lazio (Roma) III-ter, n. 3878/2017);

iv) il servizio di vigilanza per gli uffici amministrativi della società ENI (Cons. St., Ad. Plen. , n. 16 /2011).

Bibliografia

Carullo, Iudica, Commentario breve alla legislazione sugli appalti pubblici e privati, Milano, 2018; Galli, Cavina, I settori speciali, in Corradino, Galli, Gentile, Lenoci, Malinconico, I contratti pubblici, Milano, 2017; Perfetti, Codice dei contratti pubblici commentato, Vicenza, 2017.

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