Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 169 - Procedure di gara regolamentate.

Domenico Galli
Adriano Cavina
Codice legge fallimentare

Artt. 83, 84, 89, 133, 135


Procedure di gara regolamentate.

1. Con propri atti, pubblicati sui propri siti istituzionali e, comunque, accessibili a tutti gli operatori economici interessati, ferme le cause di esclusione automatica di cui all'articolo 94, le imprese pubbliche e i soggetti titolari di diritti speciali esclusivi possono, nel rispetto dei criteri di cui all'articolo 98, stabilire preventivamente quali condotte costituiscono gravi illeciti professionali agli effetti degli articoli 95, comma 1, lettera e) e 981.

2. Qualora le stazioni appaltanti o gli enti concedenti si trovino nella necessità di garantire un equilibrio adeguato tra le caratteristiche specifiche della procedura di appalto e i mezzi necessari alla sua realizzazione, nelle procedure ristrette o negoziate, nei dialoghi competitivi oppure nei partenariati per l'innovazione possono definire norme e criteri oggettivi che rispecchino tale necessità e consentano alla stazione appaltante o all'ente concedente di ridurre il numero di candidati che saranno invitati a presentare un'offerta. Il numero dei candidati prescelti tiene conto dell'esigenza di garantire una adeguata concorrenza.

Inquadramento

La disposizione in rassegna, nel dare attuazione all'art. 78 della Direttiva 2014/25/UE, disciplina le cc.dd. ‘procedure regolamentate'.

Si tratta di procedure di gara che sono precedute dall'adozione di atti interni con i quali stazioni appaltanti o gli enti concedenti adottano una propria disciplina in merito alle cause di esclusione e ai criteri di selezione e sulla base di questa disciplina svolgono tali procedure di gara (Relazione Illustrativa).

La norma in commento in parte innova e in parte si pone in linea di continuità rispetto alla previgente disciplina di cui al d.lgs. n. 50/2016.

Il profilo di novità consiste nella possibilità per le imprese pubbliche e i soggetti titolari di diritti speciali e/o esclusivi di elaborare proprie regole in materia di cause di esclusione, definendo quali condotte siano rilevanti come “grave illecito professionale” ai sensi degli artt. 94 e seguenti (art. 169, comma 1).

Si pone invece in linea di continuità rispetto al passato la previsione di cui al comma 2, che riprende infatti il contenuto del previgente art. 135, comma 2, del codice del 2006in tema di c.d. forcella, stabilendo che, ove ritenuto necessario per assicurare un equilibrio tra le caratteristiche specifiche della procedura di appalto e i mezzi necessari alla sua realizzazione, gli enti aggiudicatori possono – fatto salvo il caso della procedura aperta – definire norme e criteri oggettivi che rispecchino tale necessità e consentano di ridurre il numero dei candidati da invitare a presentare offerta.

Il decreto correttivo (D. Lgs. 209/2024)

Il Decreto correttivo apporta una rilevante modifica all’art. 169 del Codice. In particolare, è stato definito il perimetro entro il quale i soggetti che operano nei settori speciali possono stabilire le fattispecie escludenti del grave illecito professionale. Tale potere deve infatti essere esercitato nel rispetto dei criteri di cui all’art. 98 del Codice.

Problemi attuali

Gravi illeciti professionali e settori speciali

Come visto, un rilevante profilo di novità introdotto dalla disposizione in rassegna è rappresentato dalla possibilità, nei settori speciali, di predefinire quali condotte siano rilevanti come “grave illecito professionale” ai sensi degli articoli 94 e seguenti (art. 169, comma 1).

Sul piano soggettivo, l'art. 169 circoscrive testualmente tale facoltà alle sole “imprese pubbliche e soggetti titolari di diritti speciali e/o esclusivi”.

Il dato testuale potrebbe indurre ad escludere questa possibilità nel caso delle amministrazioni aggiudicatrici operanti nei settori speciali (sull'ambito soggettivo di applicazione della disciplina sui settori speciali, v. commento ad art. 141; v. anche Galli, Cavina, 1026).

In senso contrario, depongono tuttavia sia la Relazione Illustrativa allo schema del Codice predisposta dal Consiglio di Stato che opera un richiamo generalizzato sia a stazioni appaltanti che ad enti concedenti, senza alcuna limitazione; sia la disciplina europea di cui il comma 1 dell'art. 169 è attuativo: l'art. 78, par. 1, della Direttiva 2014/25/UE, infatti, si riferisce agli “enti aggiudicatori” nel cui novero, come noto, sono ricomprese anche le amministrazioni aggiudicatrici laddove operanti nei settori speciali.

Questioni applicative

1) La c.d. forcella opera anche per i settori speciali?

La risposta è affermativa alla luce di quanto previsto espressamente dall'art. 169, comma 2, in rassegna (oltre che dall'art. 156, comma 2, che richiama espressamente l'art. 70, comma 6, al cui commento si fa dunque rinvio).

Difatti, qualora gli enti aggiudicatori si trovino nella necessità di garantire un equilibrio adeguato tra le caratteristiche specifiche della procedura di appalto e i mezzi necessari alla sua realizzazione, possono, nelle procedure ristrette o negoziate, nei dialoghi competitivi oppure nei partenariati per l'innovazione (quindi nelle procedure multifasiche e non anche nelle procedure aperte), definire norme e criteri oggettivi che rispecchino tale necessità e consentano all'ente aggiudicatore di ridurre il numero di candidati che saranno invitati a presentare un'offerta. Il numero dei candidati prescelti tiene conto tuttavia dell'esigenza di garantire un'adeguata concorrenza.

L'istituto della c.d. forcella presenta peraltro carattere di particolare delicatezza in quanto comunque incidente in maniera restrittiva su principi generali quali quelli della massima concorrenza, imparzialità e par condicio.

Diversi sono ovviamente i meccanismi di selezione.

Premesso che, come noto, i criteri utilizzati debbono essere resi preventivamente noti nella lex specialis, la selezione dei candidati da invitare a presentare offerta può avere luogo sulla base di meccanismi diversi basati su dati quantitativi-qualitativi rispetto ai soli requisiti di qualificazione (ad esempio, livelli di specializzazione, ecc.), sulla base di fattori meramente casuali o statistici (ad es. sorteggio, il ricorso al quale, tuttavia, nel nuovo Codice riveste carattere di eccezionalità da motivare debitamente), così come sulla base di un criterio misto (in parte sulla base di elementi quanti-qualitativi, in parte mediante fattori casuali o statistici).

Bibliografia

Galli, Cavina, I settori speciali, in Corradino, Galli, Gentile, Lenoci, Malinconico, I contratti pubblici, Milano, 2017.

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