Trasferimento del marchio “DIEGO MARADONA” registrato presso l’EUIPO: per il Trib. UE è illegittimo in assenza di valida documentazione attestante la cessione
09 Novembre 2023
S. è una società con sede a Buenos Aires (Argentina), appartenente all'ex avvocato del calciatore Diego Armando Maradona. Nel luglio 2001, Maradona aveva presentato all'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) una domanda di registrazione del segno denominativo “DIEGO MARADONA” come marchio dell'Unione europea. La registrazione era stata chiesta per diversi prodotti per l'igiene personale e prodotti di drogheria, nonché per abbigliamento, scarpe e cappelleria, compresi abbigliamento e calzature per lo sport. La domanda comprendeva anche un'ampia e variegata gamma di servizi, che andavano dai servizi di ristorazione e alberghieri ai servizi informatici e di gestione dei diritti d'autore. Il marchio è stato registrato nel gennaio 2008. Maradona è deceduto nel novembre 2020. Nel gennaio 2021, ritenendo che il marchio le fosse stato trasferito, la società S. chiedeva all'EUIPO di iscrivere tale trasferimento sulla base di due documenti emessi da Maradona in suo favore: un'autorizzazione per lo sfruttamento commerciale di marchi del 26 dicembre 2015 e un accordo non datato che autorizzava l'uso del marchio. L'EUIPO, in un primo momento, ha iscritto il trasferimento nel registro. Successivamente, gli eredi di Maradona hanno ottenuto l'annullamento dell'iscrizione del trasferimento del marchio. Infatti, in una decisione del marzo 2022, l'EUIPO ha rilevato che la società S. non aveva presentato documenti idonei a dimostrare validamente il trasferimento del marchio a quest'ultima. S. ha chiesto al Tribunale dell'Unione europea di annullare tale decisione dell'EUIPO. Il Tribunale respinge il ricorso e conferma la valutazione dell'EUIPO: i documenti prodotti da tale società non dimostrano formalmente una cessione del marchio in favore di quest'ultima nell'ambito di un contratto firmato dalle due parti (la società e Maradona). Inoltre, poiché il calciatore è deceduto prima della presentazione della domanda di iscrizione del trasferimento, la società non poteva sanare le irregolarità riscontrate. Essa non era nemmeno in grado di produrre altri documenti. |