PMA, genitore di intenzione e genitore sociale: non è sufficiente il sentimento di paternità da parte dell’adulto

17 Novembre 2023

Nel caso di specie, Tizio si rivolgeva al Tribunale di Milano per sentire dichiarare, in via principale ex art. 250 comma 4 c.c., che il minore Caio fosse suo figlio; in subordine, chiedeva l’autorizzazione al riconoscimento del minore; la pronuncia dei provvedimenti opportuni in relazione all’affidamento e al mantenimento del minore e l’adozione di tutti i provvedimenti utili per ripristinare la relazione col figlio; in caso di opposizione della madre, chiedeva, infine, la pronuncia di una sentenza non definitiva che tenesse luogo del consenso mancante.

In particolare, il minore Caio era nato all'estero a seguito di PMA avviata tramite embrioni crioconservati provenienti da donatori anonimi.

Nel rivolgersi al Tribunale, Tizio allegava di aver istaurato una relazione sentimentale con la madre del bambino; che la coppia aveva deciso di intraprendere un percorso di PMA visto che la donna non poteva concepire naturalmente; che si erano pertanto recati all'estero ove era nato il bambino; che la relazione con la donna era proseguita a distanza senza convivenza e che egli aveva assunto un ruolo di riferimento per il bambino fino a quando, venuta meno anche la relazione sentimentale con la madre del piccolo, la donna avrebbe interrotto i rapporti tra Tizio e Caio. La donna, nell'opporsi al riconoscimento di Tizio, affermava che, diversamente da quanto prospettato dall'attore, questi non avesse partecipato al progetto di genitorialità, non essendo dunque il genitore c.d. intenzionale, che il progetto fosse tutto della donna la quale, appunto, si era recata all'estero per sottoporsi alla PMA quale “donna single”, non ammessa in Italia e che gli incontri tra padre e figlio erano stati pochi, nell'ordine di 48 giorni in 4 anni. Il Tribunale nominava un Curatore Speciale.

Il genitore di intenzione

Compiuta un'accurata istruttoria, sentiti i testimoni, il Tribunale rigettava la domanda di Tizio stante la mancanza della prova che l'attore fosse genitore di intenzione del figlio nato dalla donna. È mancata, infatti, la prova per cui il progetto di dare alla luce quel bambino tramite PMA fosse un progetto comune alla coppia. Anzi, dalle testimonianze e dall'interrogatorio libero dello stesso Tizio era emerso con chiarezza che era la donna a voler diventare madre, indipendentemente da una relazione sentimentale con un'altra persona; che il progetto, pertanto, fosse solo della donna e l'uomo si era limitato ad esserle accanto e ad accompagnarla in clinica. I moduli del consenso informato alla tecnica di PMA erano firmati soltanto dalla donna quale “donna single”. Prova dell'assenza in capo a Tizio di un progetto di divenire genitore intenzionale è anche la circostanza di fatto che la donna si fosse rivolta ad una clinica di un paese estero in cui la PMA è ammessa anche alle donne single.

In Italia la coppia avrebbe ben potuto sottoporsi alla PMA e l'uomo avrebbe potuto utilizzare il proprio materiale biologico. Tizio non è stato un genitore intenzionale e cioè il partner che ha deciso di costruire un progetto familiare con la propria compagna e che ha inteso assumere la responsabilità di scegliere le tecniche di PMA per consentire la nascita di un bambino che diventa figlio della coppia. Pertanto, il Tribunale rigetta la domanda di riconoscimento ex art. 250 comma 4 c.c.

Il genitore sociale

L'eventuale intenzione di Tizio, dopo la nascita del bambino, di esercitare un ruolo genitoriale nei confronti del nato potrebbe portare al riconoscimento di un ruolo di “genitore sociale” e cioè di una relazione forte tra l'adulto e il minore, figlio della compagna tanto che l'interruzione del rapporto da parte della donna potrebbe integrare un pregiudizio per il minore. Manca, però, anche qui la prova di una genitorialità sociale: la scarsa frequentazione di Tizio con piccolo, la relazione occasionale, tra i due, non forniscono la prova di assunzione di responsabilità genitoriale da parte dell'uomo verso il minore.

Il sentimento dell'adulto

L'affetto provato dall'uomo nei confronti di quel bambino ed il desiderio di essere per quel minore un punto di riferimento anche genitoriale – sentimento dell'adulto - non è sufficiente nemmeno per farlo divenire un genitore sociale.

Fonte: dirittoegiustizia.it

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