Ricorso al Giudice tutelare per ottenere l'autorizzazione alla impugnazione del matrimonio contratto dal beneficiario

Giuseppe Buffone
Aggiornato da Francesco Bartolini

Inquadramento

In ragione della recente evoluzione della giurisprudenza di legittimità, si ritiene che il matrimonio invalido perché contratto da persona incapace di intendere e di volere possa essere impugnato anche dall'amministratore di sostegno della stessa che dovrà, a tal fine, formulare preventivamente apposita istanza di autorizzazione al Giudice tutelare.

Formula

TRIBUNALE DI ...

GIUDICE TUTELARE 1

RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALLA PROMOZIONE DI GIUDIZIO DI IMPUGNAZIONE

Il sottoscritto ... Nome e Cognome, C.F ..., nato/a a ... il ..., residente in ... alla via ..., tel. ...; ... e-mail: ....(eventuale PEC…)

NOMINATO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO DI

Nome ...

Cognome ...

Nato/a il ... a ...

Residente in ... alla via ...

Domicilio: ... 2

CHIEDE

al Giudice tutelare di essere autorizzato, in nome, per conto e nell'interesse della persona beneficiaria, a  ad esercitare l'azione di impugnazione del matrimonio contratto dall'amministrato sig. …. In data….., il ….., con la sig. ra …. nata a ….., il ….., residente in ….., C.F. ….., di cittadinanza …..[[3]]

di nominare un Avvocato familiarista che rappresenti lo scrivente nell'esercizio dell'azione di impugnazione , con ogni attività consequenziale connessa 3 .

MOTIVI

In data ..., in favore del beneficiario è stata aperta amministrazione di sostegno, riconoscendo lo stato di infermità mentale; con decreto del ... il Giudice tutelare di ... ha designato il sottoscritto, amministratore di sostegno.

In data ..., il beneficiario e ... hanno contratto matrimonio con rito ..., iscritto/trascritto nei registri dello Stato Civile del Comune di ..., anno ..., parte ..., n. ..., serie ....

Al momento della celebrazione del matrimonio, il beneficiario era incapace di intendere e di volere, in quanto affetto dalla seguente patologia ... (v. allegati).

Sussistono i presupposti per una azione di annullamento ai sensi dell'art. 412 c,c,

Ragioni della richiesta:

1) Necessità dell'atto ... perché ...;

oppure:

2) Opportunità dell'atto ... perché ...;

3) Utilità dell'atto ... perché ....

Specifica che il beneficiario:

1) Non è in grado di esprimere una sua opinione sull'atto (es. per la sua patologia);

oppure:

2) Ha espresso una opinione favorevole all'atto;

3) È contrario all'adozione dell'atto.

Con decreto immediatamente esecutivo.

Allegati.

Luogo e data ...

Firma Amministratore di sostegno ...

[1] 1. La richiesta deve essere effettuata al Giudice tutelare dinanzi al quale è aperta l'amministrazione di sostegno del beneficiario che ha contratto il matrimonio del quale si assume l'invalidità ex art. 120 c.c.

[2] 2. Ad esempio coincidente con la residenza ovvero presso la Casa di Cura sita in ....

[3] 3. L'azione di impugnativa del matrimonio contratto da persona incapace di intendere e di volere di cui all'art. 120 c.c., può anche essere proposta su iniziativa del rappresentante della persona incapace (amministratore di sostegno). Per la Suprema Corte, infatti, alla luce di una interpretazione sistematica ed evolutiva, deve ammettersi la possibilità per l'amministratore di sostegno, qualora nominato (ed esclusi i casi di conflitto di interessi), di coadiuvare o affiancare la persona bisognosa nella espressione della propria volontà, preservandola da eventuali pressioni o ricatti esterni, anche relativamente al compimento di atti personalissimi. In tal senso già la giurisprudenza di merito aveva autorizzato, previo intervento del Giudice tutelare, l'amministratore di sostegno a proporre ricorso per separazione personale o per cessazione degli effetti civili del matrimonio del beneficiario. In virtù di una interpretazione in senso costituzionale degli artt. 120 e 127 c.c., può essere, insomma, offerto alla persona coniugata o in procinto di contrarre matrimonio uno strumento ad hoc per esercitare, direttamente o indirettamente, il diritto fondamentale di autodeterminarsi nella scelta consapevole di impugnare il matrimonio (Cass. I, n. 14794/2014).

Commento

Rito

Il d.lgs. n. 149/2022 ha trasportato la disciplina delle misure di protezione giuridica degli adulti vulnerabili – inclusa l'amministrazione di sostegno – nell'ambito del c.d. rito unitario familiare regolato dagli artt. 473-bis ss c.p.c. Le norme relative sono attualmente dettate nell'art. 473-bis.52 c.p.c. e ss. In virtù della clausola generale di cui all'art. 473-ter c.p.c., i decreti del Giudice tutelare sono, però, pronunciati in camera di consiglio con decreto immediatamente esecutivo.

Esercizio dell'azione e legittimazione

Cass. I, n. 14794/2014 aveva riconosciuto alla persona coniugata o in procinto di contrarre matrimonio gli strumenti per esercitare, direttamente o indirettamente, il diritto fondamentale di autodeterminarsi nella scelta consapevole di impugnare il matrimonio. Sul punto la giurisprudenza di merito aveva ammesso l'amministratore di sostegno a proporre, previo intervento del Giudice tutelare, ricorso per separazione personale o per cessazione degli effetti civili del matrimonio del beneficiario. Cass. I, n. 11536/2017 ha precisato che il divieto di contrarre matrimonio stabilito per l'interdetto non trova generale applicazione nei confronti del beneficiario dell'amministrazione di sostegno ma può essere disposto dal Giudice tutelare in circostanze di eccezionale gravità, quando sia conforme all'interesse dell'amministrato. In tali casi, il matrimonio contratto da quest'ultimo può essere impugnato da lui stesso (art. 120 c.c.) o dall'amministratore di sostegno (art. 412 c.c.); non anche dai terzi (art. 119 c.c.).

L'amministratore di sostegno deve essere autorizzato alla promozione del giudizio dal Giudice tutelare.

 L'art. 411 c.c. dispone che all'amministrazione di sostegno . che determinate limitazioni previste per l'interdetto o per l'inabilitato possano essere estese al beneficiario dell'amministrazione di sostegno avuto riguardo all'interesse di questi e agli interessi tutelati dalle norme di legge a favore dei soggetti incapaci; tuttavia, ammonisce Cass. I, n. 27691/2023, colui che è soggetto all'amministrazione di sostegno è pienamente capace in relazione agli atti per i quali non è prevista una specifica incapacità e la sua condizione è differenziata da quella dell'interdetto, cosicchè  ne deve essere tenuta distinta la posizione, salvo nel caso in cui il giudice compia una valutazione ad hoc in ordine alla necessità di assimilarne la tutela. Della regola generale così affermata costituisce corollario, secondo Cass. I, n. 11536/2017, l'incoercibile libertà di contrarre matrimonio, la quale non può subire limitazioni se non nei casi tassativamente previsti dalla legge. Ne segue che l'art. 85 c.c., secondo cui non può contrarre matrimonio l'interdetto per infermità di mente, non può trovare applicazione nei riguardi del beneficiario dell'amministrazione di sostegno se non nei casi in cu sussistano gli estremi per applicare l'art. 119 c.c. (interdizione). Anche nel caso in cui è imposto il divieto di contrarre matrimonio, qualora ciò sia ritenuto conforme all'interesse dell'amministrato, deve escludersi che il matrimonio contratto in violazione del divieto possa essere impugnato ai sensi dell'art. 119 ad opera dell'amministratore: dovendosi ricorrere o all'azione ex art. 120 c.c. o all'azione di annullamento secondo il disposto dell'art. 412, secondo comma, c.p.c. (in Guida al dir. 2017, 27, 52 nota di Finocchiaro).

il provvedimento con il quale il Giudice tutelare decide sull'istanza, formulata nell'ambito di una procedura di amministrazione di sostegno, diretta ad ottenere questa estensione al beneficiario (ai sensi del combinato disposto degli artt. 411, comma 4 e 85 c.c.), incidendo in maniera definitiva, sia pure rebus sic stantibus, sulla capacità di autodeterminarsi della persona e quindi su un diritto personalissimo, ha natura intrinsecamente decisoria, sicché la competenza a conoscere del relativo reclamo appartiene alla Corte d'Appello ex art. 720-bis c.p.c. (Cass. n. 4733/2021).

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