Impugnazione del matrimonio dell'interdettoInquadramentoAi sensi dell'art. 119 c.c., il matrimonio di chi è stato interdetto per infermità di mente può essere impugnato dal tutore, dal Pubblico Ministero e da tutti coloro che abbiano un interesse legittimo se, al tempo del matrimonio, vi era già sentenza di interdizione passata in giudicato, ovvero se la interdizione è stata pronunziata posteriormente ma l'infermità esisteva al tempo del matrimonio. FormulaTRIBUNALE DI 1 .... RICORSO EX ARTT. 473-bis.12 e ss. c.p.c., 117, 119 c.c. Oggetto della domanda: ... Per: Nome Cognome ... (C.F. ...), nato il ..., in data ..., residente in ..., alla via ..., nella sua qualità di ..., tutore designato dal Giudice tutelare di ..., con riguardo al Sig. ……, nato a ….., in ….., il ….., per effetto di sentenza di interdizione pronunciata in data ..., passata in giudicato il ... e giusta autorizzazione del GT del ... 2 (eventualmente, oppure: in persona del curatore speciale ...); elettivamente domiciliato in ..., alla via ..., presso lo studio legale dell'Avv. ..., C.F. ..., PEC..., del Foro di ..., che lo rappresenta e difende in forza di mandato alle liti steso a margine del/in calce al presente atto - ricorrente- CONTRO ... (nome, cognome, residenza, C.F.). - convenuta -
Esposizione dei fatti sui quali la domanda si fonda In data ..., il Sig. …. e la Sig. ra ….. hanno contratto matrimonio con rito ..., iscritto/trascritto nei registri dello Stato Civile del Comune di ..., anno ..., parte ..., n. ..., serie .... Prima del matrimonio, in data ..., il Sig. era stato dichiarato interdetto, giusta sentenza del ..., passata in giudicato il .... Il provvedimento ha nominato lo scrivente quale tutore del sig. …. e in questa qualità il sottoscritto ricorrente ha chiesto e ottenuto il decreto di autorizzazione a proporre, debitamente rappresentato, il presente ricorso per impugnazione di matrimonio. Altri elementi in fatto (principali o secondari) importanti per la controversia: (...). IN DIRITTO 3 L’art. 85 c.c. vieta all'interdetto per infermità di mente di contrarre matrimonio.4 Nel caso di violazione del divieto così imposto il tutore (come altri soggetti espressamente indicati dalla legge) è legittimato all’esercizio dell’impugnazione del matrimonio per farne dichiarare la nullità. Non è prevista la concomitanza di particolari requisiti, posto che l’invalidità del matrimonio discende direttamente dalla violazione di una norma imperativa. Nel caso di specie, si osserva inoltre quanto segue .... PER QUESTI MOTIVI Voglia il Presidente designare il Giudice relatore e fissare l'udienza di prima comparizione delle parti assegnando il termine per la costituzione del convenuto, per sentir pronunciare, all'esito del procedimento, le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito, contrariis reiectis, così pronunciarsi: 1) Dichiarare la nullità del matrimonio contratto tra il Sig. …. e la Sig. ra ….., iscritto/trascritto nei registri dello Stato Civile del Comune di ..., anno ..., parte ..., n. ..., serie ..., con ogni effetto di legge e i conseguenti adempimenti all'Ufficiale di Stato civile; 2) Condannare la (parte convenuta) alle spese del processo, da distrarsi in favore del difensore antistatario. In ogni caso, con vittoria di spese e competenze di lite. INDICA i mezzi di prova di cui l'attore intende avvalersi e ne chiede l'ammissione, OFFRE i seguenti documenti in comunicazione e ne chiede l'acquisizione. 1) Atto di matrimonio ...; 2) Sentenza di interdizione; 3) Apertura della tutela e designazione del tutore; atti del GT; .... Luogo e data ... Firma Avv. ... [1] 1. Il procedimento per il rinvio ex art. 473-bis.11 c.p.c., è di competenza del Tribunale ordinario ex art. 9 c.p.c., adito per territorio secondo le regole di cui all'art. 18 c.p.c. Il Tribunale decide in composizione collegiale e con la partecipazione del Pubblico Ministero. [2] 2. L'interdetto non ha un'autonoma legittimazione processuale ed in luogo dello stesso sta in giudizio il tutore. [3] 3. Indicare la causa di invalidità prevista dalla legge. CommentoRito applicabile Il d.lgs. n. 149/2022 ha modificato il codice di procedura civile prevedendo, in particolare, nuove disposizioni nel libro II, titolo VI-bis ove sono state introdotte: «Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», c.d. pPMF). Quanto al campo di applicazione del nuovo rito unitario – che non è più un procedimento speciale – l'art. 473-bis c.p.c. prevede che le disposizioni contenute nel nuovo titolo IV-bis si applichino a tutti i procedimenti (di natura contenziosa) relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie di competenza del Tribunale ordinario, di quello per i minorenni e del Giudice tutelare, salvo che non sia diversamente stabilito e salve le esclusioni espressamente indicate dallo stesso articolo. Il tutore rappresenta l'incapace in tutti gli atti civili (artt. 357 e 424 c.c.) e può promuovere giudizi per il rappresentato, anche se per essi gli occorre l'autorizzazione del giudice tutelare, salvi i casi di cui all'art. 374, n. 9, c.c. La rappresentanza estesa a tutti gli atti civili, in particolare, esclude la capacità di agire dell'interdetto pressochè per tutta la vasta gamma di negozi possibili secondo la normativa vigente. Restano riferiti alla capacità dell'incapace i diritti detti personalissimi: e tuttavia l'art. 85 vieta espressamente all'interdetto di contrarre matrimonio. La disposizione è dettata a tutela di costui e a difesa del contraente; in nome di principi che ravvisano nel matrimonio un elemento fondante della società, se rispondente alle finalità volute dalla legge e riconosciute in un determinato momento della vita sociale. La regola di cui alla norma citata non riguarda la diversa situazione dell'amministrazione di sostegno. Questa meno incapacitante misura protettiva è considerata inidonea ad incidere sulla libertà di contrarre matrimonio in assenza di specifiche norme imperative impedienti. Cass. I, n. 11536/2017 aveva in proposito affermato che il dettato dell'art. 85 non può essere esteso nei confronti del beneficiario dell'amministrazione di sostegno e che deve escludersi la possibilità dell'invalidazione del matrimonio da costui contratto attraverso il ricorso all'art. 119 c.c. L'azione di invalidità potrebbe essere promossa mentre già pende l'azione di separazione. La giurisprudenza, al riguardo, ha chiarito che la promozione del giudizio di nullità del matrimonio non incide sulla proponibilità o procedibilità della domanda di separazione personale dei coniugi, né determina l'obbligo di sospendere il relativo procedimento, ma spiega effetto su quest'ultimo solo quando, in pendenza dello stesso, anche in grado d'appello, sopravvenga una pronuncia definitiva che dichiari detta nullità. In tale situazione, per quanto riguarda i rapporti fra i coniugi, i quali non abbiano chiesto l'adempimento di alcuno degli obblighi che discendono dal matrimonio, si determina la cessazione della materia del contendere, tenuto conto, pure in ipotesi di conversione del rapporto nullo in matrimonio cosiddetto putativo, del difetto di un interesse giuridicamente apprezzabile a chiedere un accertamento della responsabilità della separazione (Cass. n. 259/1981). Per quanto riguarda, invece, i rapporti con la prole, il Giudice della separazione conserva il potere-dovere di provvedere sugli effetti che derivino da detto matrimonio putativo (Cass. n. 1762/1975).
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