Impugnazione del matrimonio contratto dall'incapace di intendere e volereInquadramentoIl matrimonio può essere impugnato da quello dei coniugi che, quantunque non interdetto, provi di essere stato incapace di intendere o di volere, per qualunque causa, anche transitoria, al momento della celebrazione del matrimonio. L'azione non può essere proposta se vi è stata coabitazione per un anno dopo che il coniuge incapace ha recuperato la pienezza delle facoltà mentali. FormulaTRIBUNALE DI 1.... RICORSO 2 EX ARTT. 473-BIS.12 E SS. C.P.C., 117 C.C. OGGETTO DELLA DOMANDA Impugnazione di matrimonio (PARTE ATTRICE) Nome: .... Cognome: .... Luogo e data di nascita: .... Cittadinanza: .... Residenza (o domicilio/dimora): .... Codice fiscale: .... con l'Avv. .... (nome, cognome, codice fiscale, PEC) Giusta procura alle liti .... CONTRO (PARTE CONVENUTA) Nome: .... Cognome: .... Luogo e data di nascita: .... Cittadinanza: .... Residenza (o domicilio/dimora): .... Codice fiscale: ....
ESPOSIZIONE DEI FATTI In data ...., le odierne parti – sig. …., ricorrente e sig. ra ….,convenuta, come sopra generalizzati – hanno contratto matrimonio con rito ...., iscritto/trascritto nei registri dello Stato Civile del Comune di ...., anno ...., parte ...., n. ...., serie ..... Al momento della celebrazione del matrimonio, parte attrice era incapace di intendere e di volere, in quanto affetto dalla seguente patologia .... (v. allegati). In data ...., successivamente a un percorso terapeutico mirato, .... ha riacquisito la pienezza delle facoltà mentali e si è reso conto di essere stato vittima di un matrimonio da altri imposto e certamente da lui non voluto. Tra le parti non vi è stata coabitazione per un anno dopo che il coniuge incapace ha recuperato la pienezza delle facoltà mentali. Ne fanno fede gli elementi di prova dei quali si chiede l’ammissione e l’assunzione: …. Altri elementi in fatto (principali o secondari) importanti per la controversia: ( ....). IN DIRITTO 3 Il matrimonio può essere impugnato da quello dei coniugi che, quantunque non interdetto, provi di essere stato incapace di intendere o di volere, per qualunque causa, anche transitoria, al momento della celebrazione del matrimonio. L'azione non può essere proposta se vi è stata coabitazione per un anno dopo che il coniuge incapace ha recuperato la pienezza delle facoltà mentali. Come sarà dimostrato, questo impedimento non sussiste, in quanto … Nel caso di specie, si osserva inoltre quanto segue ..... PER QUESTI MOTIVI Voglia il Presidente designare il Giudice relatore e fissare l'udienza di prima comparizione delle parti assegnando il termine per la costituzione del convenuto, per sentir pronunciare, all'esito del procedimento, le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito, contrariis reiectis, così pronunciarsi: 1) Dichiarare l'annullamento/la nullità del matrimonio iscritto/trascritto nei registri dello Stato Civile del Comune di ...., anno ...., parte ...., n. ...., serie ...., con ogni effetto di legge e i conseguenti adempimenti all'Ufficiale di Stato civile, 2) Condannare la (parte convenuta) alle spese del processo, da distrarsi in favore del difensore antistatario. In ogni caso, con vittoria di spese e competenze di lite. INDICA i mezzi di prova di cui l'attore intende avvalersi e ne chiede l'ammissione, ..... OFFRE i seguenti documenti in comunicazione e ne chiede l'acquisizione: 1) Atto di matrimonio ....; 2) Fascicolo sanitario della parte attrice. ..... Luogo e data .... .... Firma Avv. .... .... [1] [1]Il procedimento anche per il rinvio ex art. 473-bis.11 c.p.c., è di competenza del Tribunale ordinario ex art. 9 c.p.c., adito per territorio secondo le regole di cui all'art. 18 c.p.c. Il tribunale decide in composizione collegiale e con la partecipazione del P.M. [2] [2]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'art. 121 c.p.c., il ricorso con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Il richiamato Regolamento non trova invece applicazione, anche quanto ai limiti dimensionali degli atti, nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro e, dunque, sembra anche per le cause di valore indeterminabile, tra le quali rientra quella in esame. [3] [3]Indicare la causa di invalidità prevista dalla legge. CommentoRito applicabile Il decreto legislativo n. 149/2022 ha modificato il codice di procedura civile prevedendo, in particolare, nuove disposizioni nel libro II, titolo VI-bis ove sono state introdotte: «Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», c.d. pPMF). Quanto al campo di applicazione del nuovo rito unitario – che non è più un procedimento speciale – l'art. 473-bis c.p.c. prevede che le disposizioni contenute nel nuovo titolo IV-bis si applichino a tutti i procedimenti (di natura contenziosa) relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie di competenza del tribunale ordinario, di quello per i minorenni e del Giudice tutelare, salvo che non sia diversamente stabilito e salve le esclusioni espressamente indicate dallo stesso articolo. L’incapacità Il matrimonio può essere impugnato da quello dei coniugi che, quantunque non interdetto, provi di essere stato incapace di intendere o di volere, per qualunque causa, anche transitoria, al momento della celebrazione del matrimonio: purchè idonea ad impedire al coniuge la comprensione del significato e delle conseguenze dell’impegno assunto (Trib. Teramo, 30/12/2022). L'azione non può essere proposta se vi è stata coabitazione per un anno dopo che il coniuge incapace ha recuperato la pienezza delle facoltà mentali. Legittimato alla impugnazione è il coniuge che abbia recuperato le proprie facoltà mentali; ove ne ricorrano le condizioni e se sia stato nominato, l'impugnazione può essere proposta da un amministratore di sostegno. Sono due i presupposti costitutivi dell'azione ex art. 120 c.c.: l'uno positivo (lo stato di incapacità di intendere o di volere del nubendo, per qualunque causa, anche transitoria, al momento della celebrazione del matrimonio); l'altro negativo (che non vi sia stata coabitazione per un anno, dopo che il coniuge incapace ha recuperato la pienezza delle facoltà mentali). L'istituto rappresenta un risvolto applicativo della regola generale di cui all'art. 428 c.c. (negozio concluso dall'incapace), depurato della rilevanza della riconoscibilità esterna dell'incapacità e, dunque, della tutela dell'affidamento del coniuge capace. Il matrimonio può essere impugnato, ai sensi dell'art. 120 c.c., per la mera incapacità di intendere e di volere del coniuge al momento della celebrazione, intesa come menomazione della sfera intellettiva e volitiva di tale grado da impedire di far comprendere il significato e le conseguenze dell'impegno assunto, senza che abbia rilievo il pregiudizio dell'incapace o il vantaggio dell'altro contraente, né il dolo o la malafede di quest'ultimo, poiché la nullità del matrimonio è prevista a tutela dell'integrità del consenso dei coniugi, che l'ordinamento vuole formato in piena libertà e consapevolezza (Cass. I, n. 20862/2021). Per cass. I, n. 28409/2023 la disposizione in oggetto dà rilievo all’incapacità di intendere e di volere di un soggetto intesa quale deficit psichico, per la cui sussistenza non è necessaria la totale privazione delle facoltà intellettive e volitive mentre è necessario che le stesse siano grandemente menomate, al punt da impedire in ogni caso la formazione di una volontà cosciente; tale non sarebbe la mera “immaturità o fragilità affettiva”, riconducibile all’essere il soggetto, di volta in volta, semplicemente “giovane” , magari, “anziano” In Dir. e giust. 12 ottobre 2023, nota di N. Frivoli). Ai fini dell'annullamento del matrimonio per incapacità naturale, non è necessaria la prova che, al momento del compimento dell'atto, il soggetto fosse affetto da una malattia idonea ad escludere in modo totale ed assoluto le sue facoltà mentali, ma è sufficiente l'accertamento di un perturbamento psichico, anche transitorio e non dipendente da una precisa forma patologica, tale da menomare gravemente, pur senza farle venire completamente meno, le capacità intellettive e volitive (Cass. n. 9662/2003), e quindi da impedire o ostacolare una seria valutazione dei propri atti e la formazione di una cosciente volontà (Cass. n. 21493/2014). L'intervenuto accertamento di una patologia mentale a carattere permanente tale da determinare, sia pure transitoriamente, l'offuscamento delle facoltà cognitive e volitive del soggetto comporta l'insorgenza di una presunzione juris tantum d'incapacità per effetto della quale si verifica un'inversione dell'onere della prova, nel senso che incombe a chi abbia interesse a sostenere la validità dell'atto la dimostrazione che lo stesso fu posto in essere in una fase di lucido intervallo della malattia (cfr. Cass. n. 17130/2012). L'azione di invalidità potrebbe essere promossa mentre già pende l'azione di separazione. La giurisprudenza, al riguardo, ha chiarito che la promozione del giudizio di nullità del matrimonio non incide sulla proponibilità o procedibilità della domanda di separazione personale dei coniugi, ne determina l'obbligo di sospendere il relativo procedimento, ma spiega effetto su quest'ultimo solo quando, in pendenza dello stesso, anche in grado d'appello, sopravvenga una pronuncia definitiva che dichiari detta nullità. In tale situazione, per quanto riguarda i rapporti fra i coniugi, i quali non abbiano chiesto l'adempimento di alcuno degli obblighi che discendono dal matrimonio, si determina la cessazione della materia del contendere, tenuto conto, pure in ipotesi di conversione del rapporto nullo in matrimonio cosiddetto putativo, del difetto di un interesse giuridicamente apprezzabile a chiedere un accertamento della responsabilità della separazione (Cass. n. 259/1981). Per quanto riguarda, invece, i rapporti con la prole, il Giudice della separazione conserva il potere-dovere di provvedere sugli effetti che derivino da detto matrimonio putativo (Cass. n. 1762/1975). |