Impugnazione del matrimonio per errore

Giuseppe Buffone

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 122 c.c., il matrimonio può essere impugnato da quello dei coniugi il cui consenso è stato dato per effetto di errore sull'identità della persona o di errore essenziale su qualità personali dell'altro coniuge.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

RICORSO EX ARTT. 473-bis.12 e ss. c.p.c., 117 c.c.

Oggetto della domanda: ...

(PARTE ATTRICE)

Nome: ...

Cognome: ...

Luogo e data di nascita: ...

Cittadinanza: ...

Residenza (o domicilio/dimora): ...

Codice fiscale: ...

con l'Avv. ... (nome, cognome, codice fiscale)

Giusta procura alle liti ....

CONTRO

(PARTE CONVENUTA)

Nome: ...

Cognome: ...

Luogo e data di nascita: ...

Cittadinanza: ...

Residenza (o domicilio/dimora): ...

Codice fiscale: ...

CON L'INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO

Esposizione dei fatti e degli elementi di diritto sui quali la domanda si fonda

Il matrimonio è viziato ex art. 122 c.c.: sussiste errore sulle qualità personali che è «essenziale»: l'essenzialità ricorre qualora, tenute presenti le condizioni dell'altro coniuge, si accerti che lo stesso non avrebbe prestato il suo consenso se le avesse esattamente conosciute. Come noto, l'errore essenziale può ricadere sull'esistenza di una malattia fisica o psichica o di una anomalia o deviazione sessuale, tali da impedire lo svolgimento della vita coniugale.

Nel caso di specie: ... [2] .

Si osserva inoltre quanto segue ....

PER QUESTI MOTIVI

Voglia il Presidente designare il Giudice relatore e fissare l'udienza di prima comparizione delle parti assegnando il termine per la costituzione del convenuto, per sentir pronunciare, all'esito del procedimento, le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia il Tribunale adito, contrariis reiectis, così pronunciarsi:

1) Dichiarare l'annullamento/la nullità del matrimonio iscritto/trascritto nei registri dello Stato Civile del Comune di ..., anno ..., parte ..., n. ..., serie ..., con ogni effetto di legge e i conseguenti adempimenti all'Ufficiale di Stato civile;

2) Condannare la (parte convenuta) alle spese del processo, da distrarsi in favore del difensore antistatario.

In ogni caso, con vittoria di spese e competenze di lite.

INDICA

i mezzi di prova di cui l'attore intende avvalersi e ne chiede l'ammissione

a) prova testimoniale sulle seguenti circostanze e con i testi indicati: ...;

b) interrogatorio formale del convenuto sulle seguenti circostanze: ...;

c) consulenza tecnica d'ufficio per ....

OFFRE

i seguenti documenti in comunicazione e ne chiede l'acquisizione.

1) Atto di matrimonio ...;

2) ...;

3) ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Il procedimento è di competenza del Tribunale ordinario ex art. 9 c.p.c., in composizione collegiale, adito per territorio secondo le regole di cui all'art. 18 c.p.c.

2. È necessario esplicitare i caratteri dell'errore nel caso concreto.

Commento

Rito applicabile

Il d.lgs. n. 149/2022 ha modificato il codice di procedura civile prevedendo, in particolare, nuove disposizioni nel libro II, titolo VI-bis ove sono state introdotte: «Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», c.d. pPMF). Quanto al campo di applicazione del nuovo rito unitario – che non è più un procedimento speciale – l'art. 473-bis c.p.c. prevede che le disposizioni contenute nel nuovo titolo IV-bis si applichino a tutti i procedimenti (di natura contenziosa) relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie di competenza del Tribunale ordinario, di quello per i minorenni e del Giudice tutelare, salvo che non sia diversamente stabilito e salve le esclusioni espressamente indicate dallo stesso articolo. Queste riguardano, in particolare, sia i procedimenti che in questa materia siano espressamente sottoposti dal legislatore ad altra disciplina processuale, sia i procedimenti volti alla dichiarazione dello stato di adottabilità, dei procedimenti di adozione dei minori, sia, infine, i procedimenti (di diversa natura e oggetto) attribuiti alla competenza delle sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea. La clausola generale di esclusione del rito unitario poggia le basi su due circostanze: 1) che il procedimento “non sia contenzioso”; 2) che sia “diversamente stabilito”. Le azioni in esame ricadono nel campo di applicazione del rito unitario trattandosi di procedimento in materia di impugnazione del matrimonio.

Ai sensi dell'art. 122 c.c., il matrimonio può essere impugnato da quello dei coniugi il cui consenso è stato dato per effetto di errore sull'identità della persona o di errore essenziale su qualità personali dell'altro coniuge. L'errore sulle qualità personali è essenziale qualora, tenute presenti le condizioni dell'altro coniuge, si accerti che lo stesso non avrebbe prestato il suo consenso se le avesse esattamente conosciute e purché l'errore riguardi: 1) l'esistenza di una malattia fisica o psichica o di una anomalia o deviazione sessuale, tali da impedire lo svolgimento della vita coniugale; 2) l'esistenza di una sentenza di condanna per delitto non colposo alla reclusione non inferiore a cinque anni, salvo il caso di intervenuta riabilitazione prima della celebrazione del matrimonio. L'azione di annullamento non può essere proposta prima che la sentenza sia divenuta irrevocabile; 3) la dichiarazione di delinquenza abituale o professionale; 4) la circostanza che l'altro coniuge sia stato condannato per delitti concernenti la prostituzione a pena non inferiore a due anni. L'azione di annullamento non può essere proposta prima che la condanna sia divenuta irrevocabile; 5) lo stato di gravidanza causato da persona diversa dal soggetto caduto in errore, purché vi sia stato disconoscimento ai sensi dell'art. 233, se la gravidanza è stata portata a termine. L'azione non può essere proposta se vi è stata coabitazione per un anno dopo che siano cessate la violenza o le cause che hanno determinato il timore ovvero sia stato scoperto l'errore.

L'errore invalidante può colpire l'identità della persona o le sue qualità personali essenziali.

È causa di annullamento l'errore sulle qualità personali che sia, però «essenziale»: l'essenzialità ricorre qualora, tenute presenti le condizioni dell'altro coniuge, si accerti che lo stesso non avrebbe prestato il suo consenso se le avesse esattamente conosciute. Ciò però non è sufficiente in quanto la falsa rappresentazione della realtà deve riguardare una delle ipotesi di cui ai numeri 1-5 dell'art. 122 c.c. In particolare, l'errore essenziale può ricadere sull'esistenza di una malattia fisica o psichica o di una anomalia o deviazione sessuale, tali da impedire lo svolgimento della vita coniugale. La giurisprudenza più recente ha operato una lettura restrittiva di questa disposizione ritenendo che l'anomalia o deviazione debba costituire un impedimento oggettivo e non superabile allo svolgimento della vita coniugale. Tale lettura della norma appare coerente all'intento del legislatore che, se pure ha voluto allargare le ipotesi di rilevanza dell'errore, dando rilievo al consenso dei futuri coniugi e rendendo pertanto rilevante, nei casi indicati dall'art. 122, comma 3, n. 1), c.c., l'errore soggettivamente determinante su qualità della persona, ha, nello stesso tempo, richiesto che l'errore verta su un quadro di qualità o requisiti dell'altro coniuge non solo indicati nella norma, ma tali anche da impedire oggettivamente la loro eliminazione. Si spiega in questa prospettiva perché la giurisprudenza di merito sia stata particolarmente rigorosa nel riconoscimento dell'ipotesi di nullità per errori concernenti anomalie o deviazioni sessuali. Anche l'ipotesi della impotentia generandi, per esempio, è stata sottoposta, in giurisprudenza e dottrina, a revisione critica in relazione alla possibilità di ricorrere a terapie o a tecniche di procreazione medicalmente assistita; significativamente sono state invece riconosciute come oggettivamente rilevanti le ipotesi in cui l'errore aveva avuto ad oggetto la condizione di impotentia coeundi permanente del coniuge o il suo transessualismo (cfr. Cass. n. 3407/2013). Oggetto di discussioni è la sorte del matrimonio contratto dal coniuge nell'ignoranza circa l'omosessualità del partner, da questi taciuta: le opinioni prevalenti sono convergenti nel senso di ritenere predicabile una ipotesi invalidatoria ex art. 122 c.c., sub specie di errore. La giurisprudenza più recente ha, però, chiarito che, in questo caso, l'annullamento «non può essere richiesto ai sensi dell'art. 122, comma 3, n. 1, c.c., in quanto l'errore non riguarda una malattia o anomalia o deviazione sessuale, nessun lessico giuridico, medico, sociale ed etico collocando la omosessualità in tale paradigma nosografico; l'annullamento può essere richiesto ai sensi dell'art. 122, comma 2, c.c., in quanto l'errore cade sulla “identità sessuale” del consorte, che ne definisce l'orientamento e la direzione del comportamento sessuale e che non è, né può essere, una mera “qualità” della persona ma ne indica uno degli aspetti che costituiscono, compongono, definiscono la sua identità complessiva, la specifica individualità, la sua soggettività» (Trib. Milano 13 febbraio 2013). Questa lettura risulta condivisa in dottrina.

Il coniuge che impugna il matrimonio a motivo dell'errore è tenuto a provare l'esistenza di una malattia fisica o psichica dell'altro coniuge e la mancata conoscenza della stessa prima della celebrazione del matrimonio, oltre all'influenza di detta mancata conoscenza sul proprio consenso; al Giudice è rimesso l'apprezzamento della rilevanza dell'infermità ai fini dell'ordinario svolgimento della vita familiare (Cass. VI, n. 3742/2017).

Il procedimento è di competenza del Tribunale ordinario ex art. 9 c.p.c., adito per territorio secondo le regole di cui all'art. 18 c.p.c. Il Tribunale decide in composizione collegiale e con la partecipazione del Pubblico Ministero. L'azione di invalidità potrebbe essere promossa mentre già pende l'azione di separazione. La giurisprudenza, al riguardo, ha chiarito che la promozione del giudizio di nullità del matrimonio non incide sulla proponibilità o procedibilità della domanda di separazione personale dei coniugi, né determina l'obbligo di sospendere il relativo procedimento, ma spiega effetto su quest'ultimo solo quando, in pendenza dello stesso, anche in grado d'appello, sopravvenga una pronuncia definitiva che dichiari detta nullità. In tale situazione, per quanto riguarda i rapporti fra i coniugi, i quali non abbiano chiesto l'adempimento di alcuno degli obblighi che discendono dal matrimonio, si determina la cessazione della materia del contendere, tenuto conto, pure in ipotesi di conversione del rapporto nullo in matrimonio cosiddetto putativo, del difetto di un interesse giuridicamente apprezzabile a chiedere un accertamento della responsabilità della separazione (Cass. n. 259/1981). Per quanto riguarda, invece, i rapporti con la prole, il Giudice della separazione conserva il potere-dovere di provvedere sugli effetti che derivino da detto matrimonio putativo (Cass. n. 1762/1975).

Con riguardo alla delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità, le Sezioni Unite hanno affermato che la convivenza “come coniugi”, quale elemento essenziale del “matrimonio-rapporto”, ove protrattasi per almeno tre anni dalla celebrazione del matrimonio concordatario, integra una situazione giuridica di “ordine pubblico italiano”, la cui inderogabile tutela trova fondamento nei principi supremi di sovranità e di laicità dello Stato, già affermato dalla Corte costituzionale con le sentenze Corte cost. n. 18/1982 e Corte cost. n. 203/1989, ostativa alla dichiarazione di efficacia della sentenza di nullità pronunciata dal tribunale ecclesiastico per qualsiasi vizio genetico del “matrimonio-atto” (Cass. n. 16379/2014).

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