Ricorso per la separazione giudiziale con richiesta di affidamento esclusivo del figlio minorenne

Francesco Maria Bartolini

Inquadramento

A seguito del la separazione personale la responsabiità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. In tal senso dispone l'art. 337-ter c.c. che in dettaglio disciplina le modalità e i casi di tale esercizio comune. Dispone però il successivo art. 337-quater che il giudice può disporre l'affidamento ad uno soltanto dei genitori se ritiene che l'affidamento all'altro sia contrario all'interesse del minore. Quando ne ricorrono le condizioni ciascuno dei genitori può chiedere in qualunque momento l'affidamento esclusivo.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ....

RICORSO [1] PER LA SEPARAZIONE GIUDIZIALE CON RICHIESTA DI AFFIDAMENTO ESCLUSIVO AI SENSI DEGLI ARTT. 151 C.C., 337-BIS C.C., 337-QUATER C.C., 473-BIS E SS. C.P.C.

La Sig.ra .... nata il .... a ...., residente in ...., .... via ...., C.F. .... [2], (indicare inoltre l'attività lavorativa ed il titolo di studio) rappresentato/a e difeso/a dall'Avv. ...., C.F. ...., giusta procura a margine (ovvero in calce) del presente ricorso, e domiciliato/a per il presente giudizio presso il suo studio in ...., via ...., .... indica ai fini delle comunicazioni l'indirizzo PEC .... fax ....

PREMESSO QUANTO SEGUE

In data .... in .... ha contratto matrimonio, con rito ...., con .... e dalla predetta unione sono nati ...., rispettivamente, il .... ed il ...., ed oggi hanno quindi .... anni.

Nel corso degli ultimi anni la convivenza tra i coniugi è stata segnata da numerosi litigi ed incomprensioni, divenuti insuperabili al punto tale da imporre la separazione dei predetti [3].

Sia la ricorrente che il coniuge sono economicamente indipendenti.

In particolare il/la Sig./Sig.ra .... svolge la professione di .... ed il/la Sig./Sig.ra .... la professione ...., sono titolari dei seguenti beni immobili e mobili registrati (indicare nel dettaglio) ed il regime patrimoniale scelto è quello ....

Per quanto concerne l'affidamento dei figli .... (nome e cognome) si chiede, nel superiore interesse dei predetti, che vengano affidati in via esclusiva all'istante [4].

Nel dettaglio si evidenzia che il genitore da tempo infatti vive all'estero e, soprattutto, non mantiene rapporti significativi con i figli, si disinteressa di ogni decisione che li riguarda; di talché l'affidamento condiviso, nel caso di specie, costituirebbe un vulnus alla serena crescita dei figli ed anzi sarebbe foriero di disfunzioni e situazioni pregiudizievoli in quanto molte decisioni rilevanti per la prole sarebbero ostacolate, e quindi di fatto non prese, dall'assenza materiale e morale dell'altro genitore [5].

La casa familiare, infine, è di esclusiva proprietà della ricorrente che la abita unitamente ai figli.

In forza di quanto sopra evidenziato

Il/la Sig./Sig.ra, come sopra rappresentato/a e difeso/a,

CHIEDE

che venga fissata la comparizione personale delle parti,

con indicazione del termine entro il quale il ricorso ed il decreto debbano essere notificati a .... (nome e cognome), e che venga indicato il termine entro il quale il coniuge convenuto possa depositare memoria difensiva e documenti.

CHIEDE

che, previo esperimento del tentativo di conciliazione, ex art. 473-bis.48 c.p.c., vengano pronunciati i provvedimenti conseguenti, autorizzando i coniugi a vivere separati e disponendo ogni provvedimento opportuno riguardo ai figli.

CHIEDE

che vengano accolte le seguenti

CONCLUSIONI

1) dichiarare la separazione personale dei coniugi .... (nome e cognome);

2) affidare i figli (nome, cognome, data di nascita) esclusivamente a .... ed assegnare la casa coniugale al ricorrente;

3) conseguentemente disporre, alla luce di quanto sopra evidenziato, che la responsabilità genitoriale venga esercitata esclusivamente da .... sia con riferimento alle decisioni ordinarie che a quelle di maggiore rilevanza;

4) disporre che le frequentazioni tra i figli e .... avvengano secondo il seguente calendario .... e che con riguardo alle festività e le vacanze i tempi di permanenza presso ciascun genitore vengano così ripartiti ....;

5) che l'obbligo di contribuzione, tenuto conto del collocamento presso il/la Sig./Sig.ra ...., venga fissato per ciascun figlio in Euro ....;

6) che le spese straordinarie e sanitarie non prevedibili vengano ripartite in ragione del 50%, in considerazione del reddito di entrambi i genitori e delle specifiche necessità dei figli (specificare età, attività svolte nell'accordo dei genitori fino alla data del ricorso).

Si dichiara, ai sensi dell'art. 473-bis.12, comma 2 c.p.c. che non esistono altri procedimenti aventi a oggetto le medesime domane o domande ad esse connesse.

Con vittoria di spese e competenze.

Si allega il pagamento del contributo unificato per Euro 98,00 (art. 13 d.P.R. n. 115/2002).

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA

Io sottoscritto/a ...., nato/a il .... a .... (C.F. ....) delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge, ivi inclusa quella di promuovere azioni connesse o conseguenti al presente giudizio.

Luogo e data ....

Per autentica della sottoscrizione ....

Firma Avv. ....

Si allegano i seguenti documenti:

1) certificato di residenza;

2) stato di famiglia;

3) dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni;

4) documentazione attestante la titolarità di diritti reali su immobili e mobili registrati;

5) estratti conto dei rapporti bancari e finanziari degli ultimi tre anni [6];

6) piano genitoriale.

[1]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'art. 121 c.p.c., i ricorsi sono redatti con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato co l'indicazione dell'autorita giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che il ricorso deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione, rispetto ai limiti dimensionali degli atti, nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro: ciò fa presumere che non operi, per tale parte, anche rispetto alle controversie di valore indeterminabile, molto ricorrenti nel contenzioso familiare.

[2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale, ed in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). L'indicazione del C.F. del difensore è richiesta dall'art. 125 c.p.c.: ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F., il contributo unificato è aumentato della metà. I professionisti tenuti all'iscrizione in albi ed elenchi hanno l'obbligo di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'elenco dell'Indice nazionale dei domicili digitai dei professionisti e delle imprese (art. 3-bis d.lgs. n. 82/2005).

[3]Nel ricorso devono essere evidenziate le ragioni per le quali la convivenza è divenuta intollerabile e se vi sono figli minorenni o maggiorenni economicamente non autosufficienti. Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c.; art. 46 disp. att.; d.m. 7 agosto 2023, n. 110) e devono essere depositati esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.).

[4]La richiesta di affidamento esclusivo, e c.d. “super esclusivo”, può essere formulata anche successivamente, ex art. 337-quinquies c.c., e deve essere provato, ai fini dell'accoglimento della domanda, che l'affidamento condiviso costituisca fonte di pregiudizio per il minore. Non è invece sufficiente l'esistenza di una mera situazione conflittuale o la circostanza che in genitori risiedano in comuni, ovvero in Stati, differenti.

[5]In merito deve evidenziarsi che Cass. I, n. 6535/2019 ha escluso che la circostanza che uno dei genitori viva all'estero costituisca, di per sé, ragione sufficiente per escludere l'affidamento condiviso anche se accompagnata da una situazione conflittuale tra i genitori qualora quest'ultima venga di fatto stemperata dalla lontananza in modo che non assuma una connotazione ostativa a tale modalità di affidamento.

[6]In assenza del deposito di tali documenti, ovvero in presenza di documentazione insufficiente, può essere disposto un accertamento dei redditi tramite la Polizia tributaria, secondo quanto prevedono gli artt. 337-ter, ultimo comma, c.c. e 473-bis.2 c.p.c.

Commento

La separazione personale dei coniugi può essere consensuale o giudiziale (art. 150 c.c.). Quest'ultima può essere chiesta quando, indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi i coniugi, si verificano fatti tali da rendere intollerabile la convivenza ovvero da recare grave danno ai figli (art. 151 c.c.).

La Corte di Cassazione ha chiarito che l'intollerabilità della convivenza deve essere intesa in senso soggettivo, non essendo necessario che sussista una situazione di conflitto riconducibile alla volontà di entrambi i coniugi. La frattura tra i coniugi può infatti dipendere dalla condizione di disaffezione e distacco di una sola delle parti, verificabile in base a fatti obiettivi, come la presentazione stessa del ricorso ed il successivo comportamento processuale, con particolare riferimento alle risultanze negative del tentativo di conciliazione, dovendosi ritenere venuto meno, al ricorrere di tali evenienze, quel principio del consenso e della compartecipazione che caratterizza ogni vicenda del rapporto coniugale (Cass. I, n. 16698/2020).

Con la riforma del 2015 (l. n. 55/2015) sono stati ridotti i termini che devono intercorrere tra la data di comparizione dei coniugi e la domanda di cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Nel dettaglio, nel caso in cui tra le parti sia stata pronunciata separazione giudiziale devono essere trascorsi 12 mesi (e non più tre anni) di ininterrotta separazione e nel caso in cui sia stata pronunciata separazione consensuale devono essere trascorsi 6 mesi: termini decorrenti entrambi dalla data della pronuncia giudiziale di autorizzazione a vivere separati. Il termine di 6 mesi trova applicazione anche nel caso di negoziazione assistita e di accordo concluso davanti all'Ufficiale dello stato civile nonché nei casi in cui il giudizio da contenzioso si sia trasformato in consensuale.

Quando il procedimento riguarda minori, la competenza per territorio spetta al tribunale del luogo di residenza abituale del minore. Se vi è stato trasferimento non autorizzato, la competenza, entro l'anno dal trasferimento, è del tribunale del luogo dell'ultima residenza abituale (art. 473-bis.11 c.p.c.). La domanda di separazione ha la forma del ricorso e deve contenere, essenzialmente, l'esposizione dei fatti sui quali è fondata oltre all'indicazione dell'eventuale esistenza di figli di entrambi i coniugi. Il contenuto dell'atto è specificato in dettaglio dall'art. 473-bis.12 c.p.c.

Il procedimento, nella disciplina originaria del codice di procedura civile e per i procedimenti che proseguono con il vecchio rito, ha una struttura bifasica, come quello del divorzio. La prima fase si svolge dinanzi al Presidente del Tribunale ed è finalizzata alla conciliazione o, in difetto, alla pronuncia di provvedimenti urgenti tesi a consentire ai coniugi di vivere separati mentre la seconda si svolge dinanzi al giudice istruttore ed è tesa all'emissione della sentenza di separazione da parte del Tribunale in composizione collegiale. Questa struttura è stata abbandonata dalla riforma del processo civile disposta con il d.lgs. n. 149/2022, per i procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023: il procedimento è regolato dalle forme del rito unico per le controversie in materia di stato delle persone, di minori e di famiglia (artt. 473-bis e segg. c.p.c.).

Ciascuno dei genitori può chiedere, in qualsiasi momento (sia in sede di ricorso per separazione che successivamente), l'affidamento esclusivo del figlio, qualora sussistano le condizioni previste dall'art. 337-quater c.c. Ove, tuttavia, la domanda risulti essere palesemente infondata, oltre a trovare applicazione l'art. 96 c.p.c., il giudice potrà valutare la condotta posta in essere dal genitore e disporre gli opportuni provvedimenti nell'interesse dei minori. In proposito il giudice deve attenersi al criterio fondamentale rappresentato dall'esclusivo interesse morale e materiale della prole, privilegiando quel genitore che appaia più idoneo a ridurre al massimo il pregiudizio derivante dalla disgregazione del nucleo familiare e ad assicurare il migliore sviluppo della personalità del minore (Cass. VI, ord. n. 28244/2019).

L'affido condiviso dei figli, in particolare, può essere derogato ma solo in casi residuali ed ove la sua applicazione risulti “pregiudizievole per l'interesse del minore” (in merito Cass. I, n. 6535/2019; Trib. Roma 16 giugno 2017; Trib. Mantova 5 maggio 2017; Trib. Cosenza 18 ottobre 2017). Ciò comporta che la mera conflittualità esistente tra i coniugi, di per sé, non preclude al Giudice la possibilità di disporre l'affidamento condiviso (ove la conflittualità si mantenga nei limiti di un disagio tollerabile per la prole e non si esprima in forme atte ad alterare e porre in serio pericolo l'equilibrio e lo sviluppo psico-fisico dei figli: Cass. I, n. 6535/2019), atteso che in questo modo si eluderebbe la volontà del legislatore (in merito: Cass. I, n. 16593/2008; Cass. I, n. 27/2017) così come non costituisce circostanza preclusiva il risiedere in un luogo diverso da quello di abituale residenza del minore.

Diversamente deve ritenersi preferibile l'affidamento esclusivo nel caso di grave conflittualità esistente tra i genitori, qualora essa sia sfociata nella commissione di reati da parte dell'uno nei confronti dell'altro. Tale grave condotta, infatti, è dotata di rilevante influenza sul regime di affidamento più consono, in virtù della preminenza dell'interesse del minore, da intendersi come riferito alle sue fondamentali ed imprescindibili esigenze di cura, educazione, istruzione e sana ed equilibrata crescita psicologica (Cass. I, n. 18559/2016; sul punto, si veda anche Cass. I, n. 5108/2012).

Al riguardo assume particolare rilievo Cass. I, n. 13217/2021 la quale ha cassato la decisione che aveva disposto l'affido c.d. “super-esclusivo” al padre, attesa la gravità dei comportamenti della madre, senza tuttavia valorizzare il suo positivo rapporto con la minore e senza operare una più ampia valutazione circa la possibilità di intraprendere un percorso di effettivo recupero delle capacità genitoriali. La citata decisione ha quindi affermato che qualora un genitore denunci i comportamenti dell'altro tesi all'allontanamento morale e materiale del figlio da sé, indicati come significativi di una sindrome di alienazione parentale (PAS), nella specie nella forma della sindrome della cd. “madre malevola” (MMS), ai fini della modifica delle modalità di affidamento, il giudice di merito è tenuto ad accertare la veridicità dei suddetti comportamenti, utilizzando i comuni mezzi di prova comprese le consulenze tecniche e le presunzioni, a prescindere dal giudizio astratto sulla validità o invalidità scientifica della suddetta patologia, tenuto conto che tra i requisiti di idoneità genitoriale rileva anche la capacità di preservare la continuità delle relazioni parentali con l'altro genitore, a tutela del diritto del figlio alla bigenitorialità e alla crescita equilibrata e serena.

Le norme sull'affidamento, condiviso o esclusivo, non si applicano nel caso di figli maggiorenni portatori di handicap grave ai sensi della l. n. 104/1992, mentre si applicano quelle di cui all'art. 337-septies in tema di visita, cura e mantenimento da parte di genitori non conviventi e di assegnazione della casa familiare (Cass. I, ord. n. 2670/2023).

Ai sensi dell'art. 473-bis.12 c.p.c. al ricorso sono allegate le dichiarazioni dei redditi presentate negli ultimi tre anni, la documentazione attestante la titolarità di diritti reali su beni immobili e su beni mobili registrati nonché gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari degli ultimi tre anni. In assenza, ovvero in caso di documentazione insufficiente, il Giudice può disporre un accertamento sui redditi tramite la Polizia tributaria. Deve inoltre essere allegato al ricorso un piano genitoriale descrittivo degli impegni e delle attività quotidiane dei figli relative alla scuola, al percorso educativo, alle attività extrascolastiche, alle frequentazioni abituali e alle vancanze normalmente godute.

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