Modello comunicazione ex art. 1, comma 24, l. n. 76/2016InquadramentoL'unione civile viene meno, quando le parti hanno manifestato anche disgiuntamente, davanti all'ufficiale di stato civile, la volontà di sciogliere il vincolo. In questo caso, la domanda di scioglimento dell'unione civile non potrà essere proposta prima del decorso di tre mesi. FormulaRACCOMANDATA A.R. [1] DICHIARAZIONE DI SCIOGLIMENTO DI UNIONE CIVILE EX ART. 1, COMMA 24, L. N. 76/2016 Il sottoscritto ..., nato a ..., residente in ..., C.F. ...; PREMESSO Di aver costituito in ... in data ... unione civile, trascritta negli atti di stato civile di quel Comune (estremi), con il Sig. ..., nato a ..., residente in .... Di voler sciogliere detta unione. Tanto premesso, COMUNICA FORMALMENTE al Sig. ..., nato a ..., residente in ... la propria intenzione di voler sciogliere l'unione civile di cui sopra e contestualmente manda all'Ufficiale di stato civile perché voglia annotare la presente comunicazione ai sensi dell'art. 63, lett. g-quinquies) del d.P.R. n. 396/2000 e di quanto previsto dal d.m. 27 febbraio 2017. Luogo e data ... Firma della parte ... 1. L'art. 1 del d.lgs. n. 5/2017, introducendo la lett. g-quinquies) all'art. 63, d.P.R. n. 396/2000 fa riferimento alla lettera raccomandata quale mezzo per portare a conoscenza della controparte la volontà di sciogliere l'unione civile con una comunicazione che precede la richiesta di annotazione all'ufficiale di stato civile. La disposizione non esclude che siano utilizzate altre forme, che garantiscano pur sempre la ricezione dall'interessato: raccomandata a mani, notifica tramite ufficiale giudiziario, comunicazione a mezzo PEC. Il Tribunale di Novara (sent. 5 luglio 2018) ha affermato che l'omissione della raccomandata e della formale dichiarazione dinanzi all'ufficiale dello stato civile (“fase amministrativa”) non condiziona la procedibilità della domanda di scioglimento: tuttavia, tra l'udienza presidenziale e la sentenza devono decorrere almeno tre mesi, vale a dire il lasso intercorrente tra la raccomandata e l'udienza. CommentoLa l. n. 76/2016 non contempla per l'unione civile la separazione personale, che, quindi, non rappresenta momento propedeutico allo scioglimento del vincolo; si tratta di elemento che differenzia in maniera notevole il regime dell'unione civile da quello del matrimonio (in tal senso, ad es.: Trib. Pordenone 13 marzo 2019). Salvi i casi di divorzio “diretto” (taluni estesi pure allo scioglimento dell'unione civile ex art. 1, comma 23, l. n. 76/2016), il matrimonio si scioglie (o ne vengono meno i soli effetti civili), a fronte del decorso del termine di legge in presenza di una separazione “titolata” (non di fatto). La regola non vale invece per l'unione civile: quando la comunione materiale e spirituale tra le parti viene meno, lo scioglimento del vincolo si attua in modo più semplice. Le parti dell'unione civile, insieme o separatamente, ove intendano sciogliere il vincolo, devono farne dichiarazione all'ufficiale di stato civile, come prevede il comma 24 dell'art. 1, l. n. 76/2016; se la dichiarazione proviene da una sola parte, essa deve essere stata preventivamente comunicata all'altra, con raccomandata a.r. alla residenza anagrafica, o all'ultimo domicilio, ovvero all'ultimo indirizzo noto, piuttosto che con ogni altra forma parimenti idonea (notificazione tramite ufficiale giudiziario, PEC). Detta ultima previsione è stata introdotta dall'art. 1 comma 1, lett. m), d.lgs. n. 5/2017, con la finalità di rendere edotta la parte prima che l'altra provveda a formalizzare la propria intenzione di sciogliere il vincolo. Il Ministero degli Interni con d.m. 27 febbraio 2017, ha dettato disposizioni integrative ed ha predisposto i modelli con i quali annotare la dichiarazione di scioglimento dell'unione civile. L'ufficiale di stato civile deve iscrivere nel registro delle unioni civili la dichiarazione congiunta o separata con cui viene manifestata la volontà di sciogliere il vincolo, ai sensi del novellato art. 63, comma 1, lett. g-quinquies, d.P.R. n. 396/2000 (cfr. la formula 121-undecies del predetto d.m.). La legge non specifica quale sia l'ufficiale di stato civile competente a ricevere la dichiarazione in questione. Dovrebbe ritenersi allora la competenza di qualsiasi ufficiale di stato civile della Repubblica, salvo l'obbligo di iscrizione di cui sopra. Il d.m. 27 febbraio 2017 prevede però (formule 121-decies e undecies) che la dichiarazione possa essere resa solo davanti all'ufficiale del Comune ove era stata costituita; si tratta di una previsione incoerente e come tale da ritenere non vincolante, tenuto conto fatto che quel Comune potrebbe non presentare più alcun criterio di connessione “forte” con una o entrambe le parti dell'unione civile. Decorsi tre mesi dal deposito presso l'ufficio di stato civile della dichiarazione di scioglimento dell'unione civile, si potrà procedere con la richiesta di scioglimento del vincolo. Tale richiesta potrà essere inoltrata anche dalla parte che non aveva manifestato inizialmente detta volontà. La legge non indica quale sia l'efficacia temporale della manifestazione di volontà; deve allora ritenersi che non vi siano limitazioni e che la parte possa chiedere lo scioglimento dell'unione anche in forza di una manifestazione di volontà risalente nel tempo. Il decorso del termine di tre mesi rappresenta condizione di proponibilità della domanda, che dovrà essere dichiarata inammissibile se presentata prima. Esso assolve a quella funzione di invito alla riflessione, propria, in buona sostanza, della separazione personale in previsione dello scioglimento del matrimonio. La domanda di scioglimento potrà essere proposta in forma giudiziale (in un giudizio contenzioso ovvero congiunto), ovvero tramite negoziazione assistita ex art. 6, d.l. n. 132/2014, piuttosto che con la procedura amministrativa ex art. 12, d.l. n. 132/2014. Nell'ambito di una giurisprudenza ancora molto contenuta, v. Trib. Milano 3 giugno 2020, in IlFamiliarista. |