Reclamo ex art. 473-bis.24 c.p.c. nei confronti dell'ordinanza assunta alla prima udienza di comparizione, contenente provvedimenti temporanei ed urgenti nei procedimenti di separazione e divorzioInquadramentoL'abrogato art. 708 ult. comma c.p.c. disponeva che i provvedimenti presidenziali, resi nei procedimenti di separazione e divorzio, fossero reclamabili davanti alla Corte d'appello, nel termine perentorio di dieci giorni dalla notificazione dell'ordinanza. La disciplina è stata trasfusa dalla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022 nell'art. 473-bis.24 c.p.c., comma 1. Il comma 2 di tale disposizione ha esteso la disciplina del primo comma (reclamo alla Corte d'appello) anche ai provvedimenti temporanei emessi in corso di causa, operando peraltro una selezione; il reclamo è ammissibile solo contro i provvedimenti che sospendono o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale, nonché avverso quelli che prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori, ovvero dispongono l'affidamento a soggetti terzi. Il terzo comma prevede in particolare e come era anteriormente disposto, che il reclamo debba essere proposto entro dieci giorni dalla pronuncia del provvedimento in udienza, ovvero dalla comunicazione o dalla notificazione, se anteriore. FormulaECC.MA CORTE D'APPELLO DI .... RECLAMO EX ART. 473-BIS.24 C.P.C. Il Sig. .... nato a .... il ...., C.F. .... residente in ...., via ...., n. .... titolo di studio ...., cittadino italiano elettivamente domiciliato in .... via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC..., che lo rappresenta e difende come da procura in calce al presente atto ..... 1. IN CAUSA CONTRO La Sig.ra ...., elettivamente domiciliata presso lo studio dell'Avv. .... AVVERSO L'ordinanza ex art473-bis.22 c.p.c. resa all'esito dell'udienza di prima comparizione dal Giudice designato del Tribunale di .... in data ...., nel procedimento di separazione personale inter partes, non notificata ex adverso, (ovvero notificata in data) ...., PREMESSO 2 che con ricorso notificato in data ...., la Sig.ra ha chiesto al Tribunale di .... di: a) pronunciare la separazione con addebito al marito; b) disporre l'affido condiviso del figlio minore .... con collocazione presso la madre e la determinazione del regime di visita da parte del padre; c) assegnare la casa coniugale sita in .... ad essa ricorrente; d) porre a carico dell'Esponente un assegno di mantenimento in misura non inferiore ad Euro .... e) determinare il contributo paterno al mantenimento del figlio nella misura di Euro...., oltre al concorso alle spese straordinarie; che con comparsa in data .... l'Esponente dichiarava di non opporsi alla separazione personale, contestando recisamente la richiesta di addebito ed evidenziando come la separazione fosse invece da addebitare alla moglie. Aderiva alla richiesta di affido condiviso del figlio minore alla madre e all'assegnazione alla stessa della casa coniugale. Evidenziava come i propri redditi fossero ben al di sotto di quelli rappresentati ex adverso, sulla scorta della documentazione fiscale in atti. Si opponeva alla liquidazione di assegno di mantenimento alla Sig.ra, in difetto dei presupposti di legge, instando, in via di estremo subordine, perché lo stesso fosse liquidato in misura comunque non superiore a ....; chiedeva che il contributo al mantenimento del figlio fosse liquidato in misura non superiore a .... Con ordinanza in data ...., all'esito della prima comparizione delle parti, il Giudice designato del Tribunale così decideva: (Copiare dispositivo) .... Avverso detta ordinanza manifestamente ingiusta interpone reclamo il Sig. ...., nella parte in cui il Presidente ha liquidato alla Sig.ra .... un assegno mensile di mantenimento pari ad Euro .... ed ha quantificato il contributo mensile per il figlio minore in Euro ..... Sull'assegno di mantenimento. Il Presidente ha errato perché non ha considerato che la Sig.ra .... oltre al reddito prestato per lavoro dipendente, beneficia anche di quello di locazione dell'immobile sito in .... e che non sopporta oneri alloggiativi, per esserle stato assegnato l'immobile in comunione. Il Presidente, di contro, ha omesso di tener conto che, con il proprio reddito di lavoro dipendente, il Reclamante deve sostenere le seguenti spese fisse ...., con un residuo a proprio favore di Euro, che sarebbe in buona sostanza azzerato ove dovesse far fronte anche all'assegno di mantenimento per la Sig.ra ..... Sul contributo per il figlio. L'importo stabilito per il figlio è manifestamente eccessivo e comunque contrastante con il disposto degli artt. 147 e 316-bis c.c., tenuto conto per di più degli ampi tempi di permanenza del figlio presso il padre, che provvede quindi anche in modo diretto al mantenimento. E ciò a prescindere dal fatto che la somma di Euro .... risulta eccessiva per un bambino di anni ...., tenuto conto anche di un corrispondente contributo da parte della madre. TANTO PREMESSO Il Sig. ...., come in atti rappresentato, domiciliato e difeso Ricorre a codesta Ecc.ma Corte d'appello affinché, previi gli incombenti di rito, voglia accogliere le seguenti conclusioni: Piaccia alla Corte Ecc.ma, contrariis reiectis, in parziale riforma dell'ordinanza reclamata in epigrafe, mandare assolto il Sig. .... dal pagamento dell'assegno di mantenimento in favore della Sig.ra ...., o comunque, in via di estremo subordine, liquidarlo in misura non inferiore ad Euro .... Determinare il contributo paterno al mantenimento del figlio minore in misura non superiore ad Euro .... Vinte le spese ed i compensi. Si producono i documenti di cui in premessa. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Io sottoscritto/a .... nomino quale mio difensore in ogni fase e grado, del presente giudizio, l'Avv. .... del Foro di ...., conferendogli ogni più ampia facoltà di legge. Eleggo domicilio presso lo studio dello stesso, sito in ...., via ..... Dichiaro di essere stato/a informato/a, della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita tramite un avvocato per parte, disciplinata dall'art. 6, d.l. n. 132/2014, convertito nella l. n. 162/2014, nonché della possibilità di formalizzare un accordo davanti all'ufficiale di stato civile, ex art. 12 del predetto d.l. e della relativa legge di conversione. Dichiaro altresì di avere ricevuto tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento sino alla conclusione dell'incarico. Dichiaro, ai sensi e per gli effetti di cui al d.lgs. n. 196/2003 e successive modifiche, di essere stato/a informato/a che i miei dati personali, anche sensibili, verranno utilizzati per le finalità inerenti al presente mandato, autorizzando sin d'ora il rispettivo trattamento. Firma Assistito .... È autentica Firma Avv. .... [1] [1]La procura non è necessaria, se nel ricorso introduttivo o nella memoria per l'udienza presidenziale è stata rilasciata una procura per ogni fase e grado del procedimento. Altrimenti la procura andrà apposta in calce all'atto di reclamo, o a margine di esso. [2] [2]Il reclamo deve contenere una pur succinta esposizione delle domande e dei documenti prodotti, insieme con la decisione resa dal Presidente. CommentoL'art. 708, ultimo comma, c.p.c., come novellato nel 2006, aveva introdotto uno speciale mezzo di impugnazione (reclamo) avverso le ordinanze presidenziali, rese nel procedimento di separazione personale. La norma si applicava anche al procedimento di divorzio in forza del rinvio di cui all'art. 4, comma 2, l. n. 54/2006. Del pari doveva ritenersi applicabile anche ai provvedimenti presidenziali, emessi nel giudizio di scioglimento di unione civile. Con la riforma Cartabia è scomparsa la fase presidenziale, in quanto tutto il procedimento si svolge davanti allo stesso giudice. Alla prima udienza possono tuttora essere emessi provvedimenti temporanei ed urgenti, per i quali l'art. 473-bis.24 ammette il reclamo, come già previsto in precedenza (con modifiche quanto mai rilevanti in ordine ai termini e alle spese di lite); la disciplina sostanziale e l'interpretazione che su di essa si era formata sono rimaste immutate, in difetto di diversa previsione da parte della riforma. Il reclamo è pur sempre uno strumento di impugnazione per il quale vale il principio tantum devolutum quantum appellatum, onde la cognizione della Corte d'appello (giudice competente a decidere) è di regola limitata ai profili oggetto specifico di impugnazione. La Corte, quale giudice minorile dal punto di vista sostanziale, al pari del Giudice di primo grado può tuttavia decidere extra petitum in relazione ai profili relativi ai figli minori, di natura personale e patrimoniale, come in oggi espresso dall'art. 473.bis.3 c.p.c. Il reclamo rappresenta uno strumento alternativo alla richiesta di modifica/revoca dell'ordinanza nel corso del procedimento ex art. 473-bis.29 c.p.c., quando potranno essere fatti valere anche fatti nuovi, successivi all'ordinanza stessa. Il termine per proporre reclamo, al pari è di dieci giorni, che in precedenza decorrevano solo dalla notificazione ad istanza di parte. Per rendere più celere la definizione del procedimento In oggi è previsto che il termine decorra dal primo dei mezzi con cui la parte viene a conoscenza della decisione del giudice (lettura del provvedimento in udienza, comunicazione, da parte della cancelleria, notificazione su istanza di controparte). La disciplina è simile (se pur nella differenza del termine) a quella prevista dall'art. 669-terdecies c.p.c., sul rito cautelare uniforme. Risulta quindi superata la reclamabilità del provvedimento nel termine semestrale di cui all'art. 327 c.p.c., come pure il tentativo della. giurisprudenza di individuare ulteriori termini impliciti di proponibilità del gravame, coerenti con la natura bifasica del procedimento Si era infattti ritenuto inammissibile il reclamo quando la relativa domanda fosse stata già avanzata davanti al G.I., nella memoria integrativa o nella comparsa di costituzione e risposta (App. Torino 10 dicembre 2013, in Fam. e dir., 2014, 257), stante l'alternatività dei due strumenti, ovvero quando fosse prossima l'udienza davanti al G.I. (App. Firenze 9 aprile 2010, in Foro it., 2010, I, 2199; App. Firenze 10 luglio 2008, in Foro it., 2009, I, 12169). In ogni caso il reclamo si riteneva non più proponibile dopo l'udienza di prima comparizione davanti all'istruttore (App. Napoli 26 giugno 2007, in Corr. mer., 2007, 1251). Il termine viene rispettato con il deposito tempestivo nella Cancelleria della Corte d'appello dell'atto di reclamo. In mancanza di esplicita previsione contraria, è da ritenere che il termine sia assoggettato alla sospensione feriale, se scadente nel mese di agosto. Il reclamo deve contenere i motivi di doglianza avverso il provvedimento reclamato, nonché le conclusioni rassegnate alla Corte. Il Presidente della Corte nomina il relatore e dispone con decreto la notifica del ricorso alla controparte, cui assegna un termine per il deposito di eventuale memoria difensiva; con tale memoria potrà essere anche interposto reclamo incidentale. In sede di reclamo non è ammissibile la produzione di documenti nuovi, né possono dedursi nuove istanze istruttorie. Ove indispensabile, tuttavia, il Giudice può assumere sommarie informazioni. La decisione della Corte interviene sulla base degli atti già acquisiti. Eventuali fatti nuovi o documenti successivi potranno essere dedotti e prodotti nel corso dell'istrutroria con una richiesta di modifica dei provvedimenti presidenziali, fatta salva l'ipotesi di esercizio di poteri officiosi del Giudice del reclamo a tutela dell'interesse dei minori (da ultimo, App. Catania 16 gennaio 2020, in IlFamiliarista). Proprio in nome del superiore interesse del minore, non è da escludere la produzione di documenti, a sostegno delle domande che lo riguardano. La giurisprudenza ha sempre dimostrato un evidente rigore in sede di reclamo; è principio consolidato quello per cui, con tale mezzo, possono essere dedotti solo gli errori decisionali palesi (in fatto o diritto) e frutto di una non corretta valutazione dei documenti di massima acquisiti nella fase iniziale del procedimento. Ciò significa che non è ammissibile proporre reclamo per censurare la discrezionalità del primo giudice su profili, che ben potranno essere corretti nel corso dell'istruttoria. In difetto di qualsiasi diversa previsione nell'art. 473-bis.24, comma 1 c.p.c. è da ritenere che detto orientamento continui ad essere operativo. In ordine alle spese di lite nel reclamo, prima della riforma Cartabia, si era consolidato l'orientamento per cui la Corte non dovesse provvedere alla liquidazione, atteso che il procedimento avrebbe costituito una fase cautelare incidentale del giudizio principale. Le spese dovevano, di conseguenza, essere liquidate a cura del Tribunale, anche in relazione alla fase di reclamo, con la sentenza che conclude il giudizio di primo grado (Cass. VI, ord. n. 10195/2021; Cass. I, n. 8432/2020). Il nuovo art. 473-bis.24, al comma 3 prevede invece che la Corte debba decidere pure sulle spese del reclamo, in deroga alla regola de regime cautelare uniforme. Il provvedimento con cui la Corte conferma o modifica l'ordinanza resa all'esito della prima udienza davanti al Tribunale, ovvero dichiara inammissibile il reclamo, con conferma indiretta dell'ordinanza in questione, ha pur sempre natura provvisoria ed interinale. Nel corso dell'istruttoria pertanto il Giudice potrà modificare o revocare il provvedimento, alla luce di fatti nuovi o di nuovi documenti. Avverso i provvedimenti della Corte non è ammissibile ricorso per cassazione, in difetto degli elementi della definitività e della decisorietà (Cass. I, n. 24423/2011). Cass. 1, ord. n. 9344/2023 ha ammesso il ricorso per cassazione ex art. 111 Cost. limitatamente alla pronuncia sulla liquidazione delle spese processuali illegittimamente emessa, la quale, afferendo a posizioni di debito e credito discendenti da rapporto obbligatorio autonomo, imprime al provvedimento i caratteri della decisorietà e definitività, sì da essere idonea ad acquistare autorità di cosa giudicata. Il provvedimento di correzione della riforma Cartabia (d.lgs. n. 164/2024) ha poi espressamente ammesso il ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Costituzione avverso le decisioni pronunciate sul reclamo contro i provvedimenti temporanei emessi in corso di causa che sospendono o limitano sostanzialmente la responsabilità genitoriale e contro quelli che prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori o ne dispongono l'affidamento a soggetti diversi dai genitori. |