Memoria del convenuto ex art. 473-bis.17 c.p.c. nel procedimento di separazione giudiziale

Francesco Maria Bartolini

Inquadramento

Nella disciplina originaria del codice di procedura civile, dopo la fase presidenziale prevista per il tentativo di conciliazione e i provvedimenti urgenti, la causa doveva proseguire secondo le ordinarie norme dettate per il giudizio di cognizione. Dinanzi al giudice istruttore le parti potevano chiedere i termini difensivi di cui all'art. 183, comma 6, per completare le rispettive difese mediante il deposito di memorie. Per i procedimenti instaurati dopo il 28 settembre 2023 si applicano le diverse regole di cui al rito unico per le controversie in materia di stato delle persone, di minori e di famiglia. Anteriormente all'udienza di comparizione l'attore ricorrente può depositare (almeno venti giorni prima) una memoria nella quale prendere una posizione chiara e specifica sui fatti allegati dal convenuto, modificare e precisare le domande e le conclusioni già formulate, dedurre mezzi di prova e produrre documenti (art. 473-bis.17, comma 1, c.p.c.). In risposta a questa memoria al convenuto è consentito di depositare una propria memoria, entro dieci giorni prima dell'udienza di comparizione, con la quale precisare e modificare le domande, le eccezioni e le conclusioni già proposte con la comparsa di costituzione, proporre le eccezioni non rilevabili d'ufficio che sono conseguenza della riconvenzionale o delle difese dell'attore, indicare mezzi di prova e produrre documenti anche a prova contraria (art. 473-bis.17, comma 2).

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ....

MEMORIA DEL CONVENUTO AI SENSI DELL'ART. 473- BIS.17 C.P.C. NEL PROCEDIMENTO N. ...., PROSSIMA UDIENZA ....[1]

In favore di .... (nome e cognome, C.F. .... [2] ), rappresentata/o e difesa/o dall'Avv. ....

- ricorrente -

CONTRO

.... (nome e cognome, C.F. ....), rappresentata/o e difesa/o dall'Avv. ....

- resistente -

Con la presente memoria, .... (nome e cognome), confermando quanto già rappresentato nella memoria depositata per la costituzione in giudizio, impugna e contesta quando prodotto e dedotto nella memoria di parte ricorrente e

CHIEDE

L'ammissione delle seguenti prove per testi [3].

Con riferimento alle ragioni per le quali la convivenza è divenuta intollerabile:

1) Vero che ....;

2) Vero che ....;

3) Vero che .....

Con riferimento alla capacità lavorativa e reddituale del(la) convenuto(a):

1) Vero che ....;

2) Vero che ....;

3) Vero che .....

Con riferimento all'autosufficienza economica del figlio maggiorenne ....:

1) Vero che ....;

2) Vero che ....;

3) Vero che .....

Con riferimento alla domanda di addebito della separazione:

1) Vero che ....;

2) Vero che ....;

3) Vero che .....

Indica il teste .... (cap. di prova ....), il teste .... (cap. di prova ....).

Con riferimento alla richiesta di affidamento esclusivo del figlio minorenne .... chiede disporsi consulenza tecnica d'ufficio ....

Chiede disporsi interrogatorio formale del/la convenuto/a sulle seguenti circostanze [4] :

1) ....;

2) .....

Con osservanza

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c.; art. 46 disp. att. c.p.c.; d.m. 7 agosto 2023, n. 110) e devono essere depositati esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.).

[2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). I professionisti tenuti all'iscrizione in albi ed elenchi hanno l'obbligo di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'elenco dell'Indice nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese (art. 3-bis d.lgs. n. 82/2005).

[3]Ai sensi dell'art. 244 c.p.c. la prova testimoniale deve essere dedotta mediante indicazione specifica delle persone da interrogare e dei fatti, formulati per articoli separati, sui quali ciascuna di esse deve essere escussa.

[4]Anche l'interrogatorio deve essere dedotto mediante capitoli separati e specifici, secondo quanto previsto dall'art. 230 c.p.c.

Commento

La memoria in esame consentiva, nel processo ordinario di cognizione, in genere, e in quello conseguente alla fase presidenziale nel giudizio di separazione coniugale, di repicare alle domande e alle eccezioni nuove o modificate dalla controparte con la memoria autorizzata ai sensi dell'art. 183, comma 6, n. 1), c.p.c., di di proporre le eccezioni conseguenziali e di indicare i mezzi di prova e le produzioni documentali. L'atto da depositarsi a cura del convenuto in risposta alla memoria dell'attore è attualmente previsto (per i procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023) quale facente parte della preparazione della materia del decidere che deve essere sviluppata ancor prima che si giunga all'udienza di comparizione davanti al giudice istruttore. Alla comparsa di costituzione nel giudizio l'attore può rispondere con una memoria da depositarsi almeno venti giorni prima dell'udienza di comparizione; ad essa può replicare (deposito almeno dieci giorni prima dell'udienza) il convenuto con una memoria nella quale precisare e modificare la posizione difensiva, proporre le domande e le eccezioni conseguenziali e dedurre o produrre mezzi di prova. Le attività propositive sono soggette a decadenza.

In tema di preclusioni processuali è necessario distinguere tra fatti principali, posti a fondamento della domanda, e fatti secondari, dedotti per dimostrare i primi, l'allegazione dei quali non è soggetta alle preclusioni dettate per i fatti principali, ma trova il suo ultimo termine preclusivo in quello indicato nel primo comma, per il ricorrente, e nel secondo comma per il convenuto, dell'art. 473-bis.17.

La Corte di cassazione ha ribadito con ord. sez. III, n. 8525/2023, riferita alla vecchia normativa, che nel caso di nullità della citazione per indeterminatezza del petitum o della causa petendi, non è ammessa la sanabilità attraverso l'esercizio del potere di precisazione e di modificazione delle domande (e delle eccezioni e conclusioni) già proposte, ai sensi dell'art. 183, comma 6 c.p.c., giacché l'esercizio dello ius poenitendi – di cui al citato art. 183, comma 6, c.p.c. – presuppone che le domande principali ed (eventualmente) quelle riconvenzionali siano state ritualmente proposte sin dall'origine o, in caso di nullità, siano state rinnovate od integrate nel termine perentorio all'uopo concesso dal giudice.

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