Memoria del ricorrente ex art. 473-bis.17, comma 3, c.p.c. nel procedimento di separazione giudiziale

Francesco Maria Bartolini

Inquadramento

L'art. 183, comma 6, c.p.c., applicabile nel procedimento ordinario di cognizione anteriormente alla riforma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022, prevede che il Giudice, se richiesto, concede alle parti i termini perentori di 30 giorni per il deposito di memorie limitate alle sole precisazioni o modificazioni delle domande, delle eccezioni e delle conclusioni già proposte; un termine di ulteriori 30 giorni per replicare alle domande ed eccezioni nuove e modificate dall'altra parte, per proporre le eccezioni che sono conseguenza delle domande e delle eccezioni medesime e per l'indicazione dei mezzi di prova e delle produzioni documentali; ed un termine di ulteriori venti giorni per l'indicazione di prova contraria. Nei procedimenti soggetti al rito unificato in materia di stato delle persone, di famiglia e di minori, instaurati dopo il 28 febbraio 2023, si applicano le diverse disposizioni dettate dall'art. 473-bis.17 c.p.c. Per tali procedimenti la normativa dispone che prima dell'udienza di comparizione dinanzi al giudice istruttore le parti depositino memorie difensive. Le disposizioni in tal senso sono finalizzate a far pervenire le parti (il convenuto deve essersi costituito) alla prima udienza con le reciproche richieste già formulate, precisate e fornite dell'indicazione dei necessari mezzi probatori. La formula che si propone riguarda la memoria che l'attore può presentare per replicare alla memoria del convenuto entro cinque giorni prima dell'udienza di comparizione.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ....

MEMORIA [1] AI SENSI DELL'ART. 473-BIS.17, COMMA 3, C.P.C. NEL PROCEDIMENTO N. ...., PROSSIMA UDIENZA ....

In favore di .... come in ricorso già generalizzato, rappresentata/o e difesa/o dall'Avv. ....

CONTRO

.... (nome e cognome, C.F. ....), rappresentata/o e difesa/o dall'Avv. .....

Con la presente memoria, .... il ricorrente (nome e cognome), confermando quanto già rappresentato nella memoria depositata ai sensi dell'art. 473-bis.17, comma 1, c.p.c., impugna e contesta quanto prodotto e dedotto dal convenuto nella memoria successiva alla comparsa di risposta e, con riferimento alle istanze istruttorie formulate dalla controparte,

OSSERVA

Nel dettaglio quanto segue ....,

....

CONFERMA

la richiesta di ammissione dei mezzi istruttori di cui alle precedenti memorie, depositate rispettivamente il .... ed il ....,

CHIEDE

di essere ammesso alla prova contraria sulle seguenti circostanze:

Con riferimento ai capitoli di prova dal 1 al 5 (relativi alla capacità lavorativa e reddituale del(la) convenuto(a):

1) Vero che ....;

2) Vero che ....;

3) Vero che .....

Indica il teste .... (cap. di prova ....), il teste .... (cap. di prova ....);

....

CHIEDE

L'ammissione della seguente documentazione quale prova contraria rispetto alla documentazione di cui alla memoria punti 1) e 2), relativa al lamentato disinteresse dell'esponente nei confronti del figlio e della dichiarata volontaria mancata partecipazione alle decisioni che lo riguardano:

1) comunicazioni via email ed epistolari tra le parti ....;

CHIEDE

di non ammettere i capitoli di prova, 3, 5 e 6 di cui alla memoria di controparte, depositata il ...., in quanto superflui e meramente valutativi, e di respingere la richiesta di accertamenti tramite la Polizia tributaria, in quanto non fondata su fatti specifici e circostanziati.

CHIEDE

infine, nella denegata ipotesi in cui dovessero ammettersi i capitoli di prova sopra indicati, di essere ammesso alla prova contraria.

Con osservanza.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Trattandosi di un atto endoprocessuale i requisiti di redazione dello stesso possono non seguire in dettaglio le indicazioni di cui all'art. 2 del d.m. n. 110/2023. Il Regolamento recato dal decreto non opera, quanto ai limiti dimensionali ex art. 3, quando vengono in rilievo controversie di valore superiore a 500.000 euro e, dunque, pare doversi ritenere, di valore indeterminabile, come di frequente avviene nel contenzioso familiare. Ad ogni modo, un atto endoprocessuale come quello in esame, se detti limiti si applicano, deve avere un'estensione massima di 50.000 caratteri.

Commento

L'art. 473-bis.17 anticipa, a momenti che precedono l'udienza di comparizione, il deposito delle memorie con le quali le parti dispiegano la materia del decidere e propongono le rispettive istanze istruttorie, in diritto e nel merito. In particolare, a fronte della memoria del convenuto depositata, dopo la sua costituzione in giudizio con la comparsa di risposta, in replica alla memoria dell'attore, la norma citata consente ancora al ricorrente il deposito di un atto difensivo: ma questo è previsto per le sole indicazioni di prova contraria rispetto alle deduzioni del convenuto.

In merito all'oggetto della prova contraria, intesa sia come prova orale che documentale, Cass. III, n. 2656/2005 ha ritenuto che essa possa essere chiesta con riferimento alle prove volte a contrastare tutte le richieste istruttorie formulate entro il termine finale dalla controparte e non solo a quelle formulate nella precedente memoria istruttoria (con riferimento al previgente 184 c.p.c.). La successiva Cass. III, n. 12119/2013 ha poi specificato che, con riferimento all'art. 184 c.p.c., nel testo applicabile ratione temporis, anteriore alle modifiche apportate con d.l. n. 273/2005, il momento in cui scatta per le parti la preclusione in tema di istanze istruttorie è quello dell'adozione dell'ordinanza di ammissione delle prove. Qualora il giudice, su istanza di parte, abbia rinviato il predetto adempimento ad altra udienza, la preclusione di cui innanzi matura invece a seguito dello spirare di un duplice termine. Il primo, concesso per la produzione dei nuovi mezzi di prova e l'indicazione dei documenti idonei a dimostrare l'esistenza dei fatti posti a fondamento della domanda attorea e delle eccezioni sollevate dal convenuto, il secondo previsto, invece, per l'indicazione della (eventuale) “prova contraria”, da identificarsi nella semplice “controprova” rispetto alle richieste probatorie ed al deposito di documenti compiuto nel primo termine. Muovendo da tale premessa è stato quindi affermato che è già il primo termine di cui alla norma suddetta quello entro cui la parte interessata ha l'onere di richiedere prova contraria in relazione ai fatti allegati dalla controparte e definitivamente fissati nel thema decidendum, ai sensi dell'art. 183 c.p.c.

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