Ricorso per la concessione di provvedimenti indifferibili in presenza di un pericolo per l'attuazione del provvedimento in caso di convocazione dell'altra parte (art. 473-bis.15 c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'art. 473-bis.15 c.p.c., rispondendo ad esigenze di tutela avvertite da tempo, colma una lacuna normativa, prevendo espressamente la possibilità, per il presidente o il Giudice dallo stesso delegato di emettere con decreto provvisoriamente esecutivo i provvedimenti necessari nell'interesse dei figli e, nei limiti delle domande da queste proposte, delle parti ove ricorra un pregiudizio imminente e irreparabile o quando la convocazione delle parti potrebbe pregiudicare l'attuazione dei provvedimenti. Tale decreto può essere infatti emesso anche prima della celebrazione dell'udienza di comparizione delle parti.

Formula

TRIBUNALE DI ....

PROCEDIMENTO DI SEPARAZIONE GIUDIZIALE R.G. .... – G.I. DOTTOR

RICORSO [1] PER LA CONCESSIONE DI PROVVEDIMENTO INDIFFERIBILE [2]

La Sig.ra ...., rappresentata e difesa come da ricorso per separazione giudiziale;

NEI CONFRONTI DI

Il Sig. ...., nato a ...., residente in .... via .... [3];

ESPONE CHE

– la ricorrente ha contratto matrimonio con il resistente in data .... e dall'unione coniugale sono nati due figli, ...., in data ...., e ...., in data ....;

– tuttavia da alcuni mesi la convivenza coniugale è divenuta intollerabile, sicché in data .... l'odierna istante ha depositato, dinanzi all'intestato Tribunale, ricorso per la separazione giudiziale;

– peraltro, l'udienza di comparizione dei coniugi dinanzi al Giudice istruttore, è stata fissata soltanto per la data del ....;

– tuttavia, il Sig. .... ha già lasciato la casa familiare da due mesi, si è reso irreperibile, si sta liberando velocemente dei propri beni al fine di sottrarli alla garanzia patrimoniale che seguirebbe all'emanazione dei provvedimenti temporanei sul pagamento del contributo economico all'udienza [4];

– si ritiene pertanto necessaria l'emanazione, ai sensi dell'art. 473-bis.15 c.p.c., di un provvedimento indifferibile volto di sequestro di tutti i beni del resistente affinché possa essere scongiurato il dedotto pericolo di pregiudizio;

P.T.M.

Si richiede all'Ill.mo Giudice istruttore, inaudita altera parte, l'emanazione di un decreto immediatamente esecutivo, posto che la convocazione dell'altra parte potrebbe pregiudicare l'attuazione del provvedimento.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

Si depositano:

1. Ricorso per la separazione giudiziale con pedissequo decreto di fissazione dell'udienza di comparizione dei coniugi;

2. Visura ipotecaria a nome del resistente;

3. ....;

4. .....

[1]Nell'ipotesi in cui il provvedimento da assumere sia nell'interesse dei figli della coppia genitoriale l'autorità giudiziaria potrà adottare i provvedimenti di cui all'art. 473-bis.15 c.p.c. anche se non vi è stata una domanda delle parti.

[2]Quanto all'estensione di tale atto sembra dover trovare applicazione l'art. 3, comma 1, lett. b), del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, essendo un ricorso in corso di causa e dunque non equiparabile agli atti introduttivi o di impugnazione, bensì alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio e dunque lo stesso deve essere contenuto nella misura di 50.000 caratteri (salvo che riguardi controversie aventi un valore economico superiore a 500.000 euro e di valore indeterminabile, dunque, circostanza che ben può sovente ricorrere nelle controversie in materia familiare).

[3]Si ipotizza che, al momento della proposizione del ricorso, il resistente non si sia ancora costituito nel procedimento di separazione giudiziale.

[4]La giurisprudenza che ha avuto occasione, rispetto all'art. 700 c.p.c., di ricostruire la nozione di irreparabilità del pregiudizio, ha più volte affermato che, sebbene in linea di principio un pregiudizio irreparabile non può riguardare i diritti di credito, in giurisprudenza è ormai consolidato l'orientamento per il quale è possibile l'emanazione di un provvedimento d'urgenza ex art. 700 c.p.c. anche ai fini della tutela di crediti di natura pecuniaria qualora la tutela cautelare sia essenziale considerata la funzione del diritto per la persona del ricorrente (cfr., tra le molte, Trib. Udine 13 aprile 2010, in Banca borsa tit. cred., 2011, II, 504).

Commento

Problematica tradizionalmente avvertita nel contenzioso della famiglia è stata quella della mancanza di forme di tutela prima di quella che sinora era la c.d. udienza presidenziale.

A fronte di tale vuoto di tutela, una parte della giurisprudenza di merito si era spinta a ritenere che, qualora ricorresse un pregiudizio imminente ed irreparabile, prima della celebrazione di tale udienza, era possibile adire il Gudice ordinario per ottenere un provvedimento d'urgenza ai sensi dell'art. 700 c.p.c., in ragione della vocazione di strumento di tutela cautelare generale propria di un provvedimento siffatto (tra le altre, Trib. Napoli (ord.), 24 marzo 2005, in Fam. dir., 2005, 641; Trib. Modena 27 gennaio 2005, in Corr. merito, 2005; Trib. Napoli (ord.), 8 febbraio 1999, in Fam. dir., 2000, 392, con nota di Frassinetti).

L'art. 473-bis.15 c.p.c. costituisce una risposta a queste esigenze di tutela (cfr. Danovi, 2022; Graziosi 2022) sul piano normativo, laddove introduce espressamente la possibilità, per il presidente o il giudice dallo stesso delegato di emettere con decreto provvisoriamente esecutivo i provvedimenti necessari nell'interesse dei figli e, nei limiti delle domande da queste proposte, delle parti ove ricorra un pregiudizio imminente e irreparabile o quando la convocazione delle parti potrebbe pregiudicare l'attuazione dei provvedimenti.

La Relazione Illustrativa precisa che la misura inaudita altera parte, rispondendo alla necessità di assicurare protezione contro situazioni di grave e urgente pregiudizio che possono verificarsi anche in corso di causa, può essere adottata anche nel corso del giudizio.

L'emanazione dei provvedimenti indifferibili è subordinata sul piano del periculum in mora alla ricorrenza di due presupposti alternativi.

La concessione dei provvedimenti indifferibili (anche) prima della celebrazione dell'udienza è subordinata dall'art. 473-bis.15 c.p.c. al pericolo che la convocazione dell'altra parte potrebbe pregiudicare l'attuazione del provvedimento. Sembra dunque che si tratti di un decreto riservato alla tutela della parte attrice (e/o, rectius, in presenza di figli degli stessi tutte le volte che possa apparire probabile a fronte di condotte pregiudizievoli sul piano economico o su quello personale poste in essere dal convenuto, che sarebbe vanificata la funzione del provvedimento cautelare convocando la controparte. L'esempio tipico è quello del sequestro conservativo dei beni del convenuto (v., ancora, Giordano (-Farina-Metafora), La riforma del processo civile, ...). Come è stato infatti osservato, l'espressione utilizzata fa riferimento, verosimilmente, ad eventuali provvedimenti provvisori a carattere conservativo, nelle ipotesi nelle quali sussista il rischio che, a causa dell'instaurazione del contraddittorio, la controparte venga a conoscenza della misura provvisoria richiesta e modifichi lo status quo al fine di renderla concretamente inattuabile (cfr. Graziosi 2022, il quale, tuttavia, prima dell'emanazione del decreto attuativo auspicava che la delega fosse interpretata nel senso più rigoroso che i due requisiti previsti dalla norma in commento fossero considerati concorrenti e non alternativi).

Mutuando la disciplina dettata nell'ambito del procedimento cautelare uniforme dall'art. 669-sexies, comma 2, c.p.c., l'art. 473-bis.15 c.p.c. precisa che l'autorità giudiziaria, con il medesimo decreto, fissa entro i successivi quindici giorni l'udienza – che deve ritenersi autonoma (ed ulteriore) rispetto a quella di prima comparizione – per la conferma, modifica o revoca dei provvedimenti adottati con il decreto, assegnando all'istante un termine perentorio per la notifica.

L'individuazione della misura di tale termine, tuttavia, a differenza di quanto avviene nel contesto dell'art. 669-sexies, comma 2, c.p.c., è rimessa alla discrezionalità del Giudice.

I principi più volte espressi dalla giurisprudenza di merito chiamata a confrontarsi con ipotesi di tardiva notifica del decreto cautelare alla parte resistente sono molto rigorosi, ovvero nel senso che la violazione del termine perentorio per l'effettuazione della stessa comporterà l'inefficacia del provvedimento (cfr., tra le molte, Trib. Napoli, decr. 5 dicembre 2019, che pure ammette la possibilità, in presenza dei presupposti dell'art. 153, comma 2, c.p.c. per il ricorrente di chiedere la remissione in termini).

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