Atto di messa in mora al debitore ex art. 473-bis.37 c.p.c.InquadramentoAi sensi dell'art. 473-bis.37 c.p.c., il creditore dell'assegno può, senza ricorrere al Giudice, chiedere al terzo, tenuto a corrispondere somme di denaro all'obbligato principale, di versargli direttamente gli importi corrispondenti all'assegno di mantenimento, distraendoli da quelli dovuti all'inadempiente. Può fare ciò, decorsi trenta giorni dal ricevimento di lettera raccomandata a.r. di messa in mora, di cui all'esemplificazione in esame, diretta al coniuge inadempiente. FormulaSig. ... ATTO DI MESSA IN MORA EX ART. 8, L. DIV. [1] La Sig.ra ..., C.F. ..., residente in ..., via ..., n. ..., premesso che: in virtù della sentenza inter partes dal Tribunale di ... del ..., il Sig. ..., è tenuto a corrispondere alla stessa la somma mensile di Euro ... a titolo di assegno divorzile; Il Sig. ... risulta, peraltro, inadempiente non avendo corrisposto da tempo all'esponente gli assegni dovuti, per la somma complessiva di Euro ..., per assegni non versati per i mesi da ... a ...; con la presente, mette formalmente in mora, ai sensi dell'art. 473-bis.37 c.p.c., il coniuge inadempiente Sig. ..., per il pagamento delle somme dovute, avvertendo lo stesso che, in difetto, si farà istanza di pagamento diretto di dette somme al datore di lavoro. Luogo e data ... [2] Firma Avv. ... 1. È espressamente previsto che l'atto in esame debba essere effettuato mediante lettera raccomandata a.r. e che, soltanto decorsi trenta giorni dalla ricezione della stessa da parte del coniuge obbligato, potrà essere effettuata la richiesta di pagamento diretto al terzo (in genere, ma non necessariamente, il datore di lavoro o l'ente erogante la pensione al debitore). 2. Trattandosi di atto stragiudiziale, lo stesso può essere sottoscritto direttamente dall'avente diritto senza l'intervento del proprio difensore di fiducia, sebbene la prassi sia orientata in quest'ultimo senso, restando nella facoltà della parte far sottoscrivere la missiva all'Avvocato. CommentoAi sensi dell'art. 8, l. n. 898/1970, il creditore dell'assegno poteva, senza ricorrere al Giudice, chiedere al terzo, tenuto a corrispondere somme di denaro all'obbligato principale, di versargli direttamente gli importi corrispondenti all'assegno di mantenimento, distraendoli da quelli dovuti all'inadempiente (in arg., per tutti, Simeone, Garanzie: richiesta di pagamento diretto, in Ilfamiliarista.it). Tale disciplina è ora confluita nell'art. 473-bis.37 c.p.c. secondo cui il creditore al quale spetta la corresponsione periodica del contributo in favore suo o della prole, dopo la costituzione in mora del debitore, inadempiente per un periodo di almeno trenta giorni, può notificare il provvedimento o l'accordo di negoziazione assistita in cui è stabilita la misura dell'assegno ai terzi tenuti a corrispondere periodicamente somme di denaro al soggetto obbligato, con la richiesta di versargli direttamente le somme dovute, dandone comunicazione al debitore inadempiente. Il terzo è tenuto al pagamento dell'assegno dal mese successivo a quello in cui è stata effettuata la notificazione. Ove il terzo non adempia, il creditore ha azione esecutiva diretta nei suoi confronti per il pagamento delle somme dovute. La procedura ha dunque inizio con l'invio, da parte dell'avente diritto all'assegno all'obbligato, di una lettera di messa in mora - di cui all'esemplificazione in esame - a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento. Successivamente all'invio della raccomandata ed al decorso dei trenta giorni, il creditore, se permane l'inadempimento dell'obbligato principale, deve notificare al terzo, a propria volta tenuto a corrispondere “periodicamente somme” all'inadempiente obbligato, un invito al pagamento unitamente al provvedimento con il quale sono stati fissati gli assegni dovuti e alla copia della raccomandata di “messa in mora”. Dal mese successivo al perfezionamento della procedura il terzo è obbligato a versare direttamente al titolare dell'assegno le somme che esso terzo dovrebbe versare all'obbligato principale. Se il terzo non adempie, l'avente diritto ha azione esecutiva diretta nei suoi confronti. |