Ricorso per ingiunzione di pagamento per il recupero delle spese straordinarie

Giuseppe Buffone

Inquadramento

La giurisprudenza, nella sua dimensione più recente, manifesta ancora dubbi o comunque orientamenti diversi in merito alla questione “se Il titolo con il quale il Tribunale pone a carico di uno dei genitori il mantenimento della prole in ordine ad una percentuale delle spese straordinarie, costituisca in parte qua titolo esecutivo” oppure se sia a tal fine necessario che dette spese vengano specificate e documentate ed assistite da un titolo esecutivo ottenuto ad hoc. In tale ultimo caso, per ottenere un titolo esecutivo è quindi necessario che il genitore che ha anticipato per intero le spese straordinarie richieda un'ingiunzione di pagamento ovvero spieghi un'ordinaria azione di accertamento.

Formula

TRIBUNALE DI .... [1]

RICORSO EX ART. 633 C.P.C.

Il sottoscritto: Nome ...., Cognome ...., C.F. ...., residente in ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... (C.F. ....) il quale dichiara di voler ricevere le comunicazioni al seguente indirizzo PEC .... ed al seguente numero fax .... ed elettivamente domiciliato presso il suo studio in .... alla via ...., giusta procura speciale allegata al presente atto;

PREMESSO

– che la parte ricorrente ha contratto matrimonio con .... e dall'unione sono nati i seguenti figli ....;

– che in data .... è intercorsa separazione tra le parti in esito alla quale è stato stabilito per i figli, che il .... sia tenuto al versamento del 50% delle spese mediche documentate;

– che parte ricorrente ha sostenuto le seguenti spese mediche ...., tutte documentate;

– che il convenuto richiesto del pagamento pro quota non ha corrisposto alcuna somma;

– che il credito è certo, liquido ed esigibile;

TANTO PREMESSO, LA PARTE ISTANTE

CHIEDE

che la S.V. Ill.ma voglia emetter ingiunzione di pagamento a carico di .... per l'importo complessivo di Euro ...., somma maggiorata di interessi legali, dalla data della costituzione in mora, fino al soddisfo; oltre le spese e gli onorari di questa procedura, pari ad Euro .....

Allegati:

– Fatture delle spese sostenute [2];

– Atto di messa in mora nei confronti dell'altro genitore.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Ai fini della competenza occorre aver riguardo ai criteri ordinari di riparto tra Giudice di pace e Tribunale, non trattandosi di controversia concernente il regolamento dei rapporti tra i coniugi (Cass. n. 1161/2017). Il ricorso deve essere depositato con modalità telematiche.

[2]Condizione necessaria per ottenere il rimborso delle spese straordinarie sostenute per i figli è il deposito della relativa documentazione di spesa.

Commento

Il mantenimento dei figli include anche il concorso nelle spese c.d. extra, ossia in quelle spese che non sono incluse nell'assegno di mantenimento ordinario e, per tali motivi, vengono definite in termini di costi “straordinari”. Devono intendersi «spese straordinarie» quelle che, per la loro rilevanza, imprevedibilità e imponderabilità, esulano dall'ordinario regime di vita dei figli: per queste spese, il contributo dei genitori non può essere “forfetario” e incluso ex ante in una somma predeterminata. In particolare, secondo l'orientamento del Giudice di legittimità, «la loro inclusione in via forfettaria nell'ammontare dell'assegno, posto a carico di uno dei genitori, può rivelarsi in contrasto con il principio di proporzionalità sancito dalla legge e con quello dell'adeguatezza del mantenimento, nonché recare pregiudizio alla prole, che potrebbe essere privata di cure necessarie o di altri indispensabili apporti; pertanto, pur non trovando la distribuzione delle spese straordinarie una disciplina specifica nelle norme inerenti alla fissazione dell'assegno periodico, deve ritenersi che la soluzione di stabilire in via forfettaria ed aprioristica ciò che è imponderabile e imprevedibile, oltre ad apparire in contrasto con il principio logico secondo cui soltanto ciò che è determinabile può essere preventivamente quantificato, introduce, nell'individuazione del contributo in favore della prole, una sorta di alea incompatibile con i principi che regolano la materia» (Cass. I, n. 11894/2015). In altri termini, secondo la Cassazione, non è legittimo un assegno c.d. omnia che includa ogni spesa. Sono, comunque, “straordinarie” tutte quelle spese che non afferiscono alla soddisfazione delle esigenze di vita quotidiana di una persona normale (ovviamente, tali esigenze mutano e si accrescono nel corso del tempo, in ragione del sempre maggiore benessere e in relazione all'età dei figli, secondo l'id quod plerumque accidit). Si è anche affermato che l'aumento delle esigenze economiche del figlio è notoriamente legato alla sua crescita e non ha bisogno di specifica dimostrazione; e che, di conseguenza le esigenze di cura, educazione, istruzione ed assistenza, crescenti con l'età – che devono essere soddisfatte dai genitori ai sensi dell'art. 337-ter, comma 1, c.c. – non possono ritenersi coperte ed assorbite integralmente con l'assunzione del pagamento delle c.d. “spese straordinarie”, dovendosi provvedere ad un proporzionale adeguamento dell'assegno di mantenimento (Cass. I, ord. n. 13664/2022). In conseguenza, le spese di mantenimento straordinarie sono caratterizzate dai seguenti elementi: periodicità più che occasionalità e sporadicità (requisito temporale), gravosità (requisito quantitativo) e necessità o utilità (requisito funzionale). Pertanto, vi rientrano, non solo le spese da sostenere una tantum, ma anche quelle che attengono ad un lasso più o meno lungo ma determinato di tempo (spese periodiche); quelle che hanno una certa consistenza sul piano pecuniario (spese gravose); quelle che mirano a realizzare interessi primari o comunque rilevanti della persona (spese necessarie o utili), fatta esclusione, quindi, di quelle meramente voluttuarie. Sono, quindi, spese straordinarie quelle che, non riguardando la soddisfazione di esigenze di vita quotidiana della persona normale (dell'homo ejusdem condicionis et professionis), quali lavarsi, mangiare, vestirsi – aspetto negativo –, siano periodiche e non fisse, gravose e non vili, necessarie o utili e non meramente futili o voluttuarie – aspetti positivi –, nonché le spese a esse immediatamente propedeutiche o consequenziali. Applicando i suddetti principi, a titolo esplicativo, le spese straordinarie si possono raggruppare in tre filoni tipici, con tutti i menzionati limiti di una simile classificazione, anche con riferimento alla loro accezione: a) spese relative alla salute (acquisto di particolari farmaci, non certo dell'aspirina o dell'acqua ossigenata; visite specialistiche; interventi chirurgici; pratica di particolari terapie, quali inalazioni termali, fisioterapia); b) spese relative all'istruzione (rette di asili privati; tasse scolastiche, tasse universitarie, libri, corsi di specializzazione); c) spese relative alla cultura e allo sport (abbonamento ad una rivista specialistica e non certo ad una ludica, palestra, piscina). Tale contributo alle spese straordinarie presuppone che sia data adeguata documentazione degli importi e delle causali di detti esborsi. È ovvio che può essere il Giudice – onde evitare dubbi – a dettare le regole delle “spese straordinarie” indicando, con precisione, quali siano da intendersi collocate fuori dall'assegno di mantenimento ordinario. Ad esempio, il tribunale di Milano è solito escludere dall'importo ordinario espressamente le spese scolastiche e mediche che, dunque, vanno sostenute in pari misura dai genitori, man mano che sopravvengono gli esborsi. Cosa accade se il genitore tenuto a contribuire alle spese extra si renda inadempiente? Ad esempio come può tutelarsi il genitore collocatario che abbia anticipato interamente le spese dentistiche, anche molto elevate, e non recuperi il credito che grava sul genitore non collocatario?

Al riguardo, la giurisprudenza è in contrasto ma, certamente, ammette l'azione per il recupero pro quota. Giova ricordare che la controversia relativa al rimborso della quota parte delle spese straordinarie relative ai figli, sostenute dal coniuge affidatario, non è solo soggetta agli ordinari criteri di competenza, in quanto diversa da quella concernente il regolamento dei rapporti tra coniugi, ma, ove le somme non risultino previamente determinate o determinabili, in base al titolo e con un semplice calcolo aritmetico, è anche caratterizzata dalla necessità di un accertamento circa l'insorgenza dell'obbligo di pagamento e dell'esatto ammontare della spesa, da effettuarsi in comparazione con quanto stabilito dal Giudice della separazione.

È possibile il ricorso diretto per decreto ingiuntivo?

Secondo un primo orientamento, la natura di titolo esecutivo è riconosciuta nei provvedimenti di famiglia riguardo alle obbligazioni già definite nell'ammontare (ad esempio, il contributo al mantenimento per il coniuge e per i figli), non anche per le spese che debbano essere affrontate in prosieguo. Pertanto, nel caso in cui il coniuge onerato alla contribuzione delle spese straordinarie, sia pure pro quota, non adempia, al fine di legittimare l'esecuzione forzata, occorre adire nuovamente il Giudice affinché accerti l'effettiva sussistenza delle condizioni di fatto che determinano l'insorgenza stessa dell'obbligo di esborso di quelle spese, e ne determini l'esatto ammontare (Cass. n. 2815/2014). Secondo altro indirizzo, il provvedimento con cui in sede di separazione si stabilisca quale modo di contribuire al mantenimento dei figli, che il genitore non affidatario paghi, sia pure pro quota, le spese mediche e scolastiche relative ai figli, costituisce esso stesso titolo esecutivo e non richiede, nell'ipotesi di non spontanea ottemperanza da parte dell'obbligato ed al fine di legittimare l'esecuzione forzata, un ulteriore intervento del Giudice, qualora il genitore creditore possa allegare ed opportunamente documentare l'effettiva sopravvenienza degli specifici esborsi contemplati dal titolo e la relativa entità; ed impregiudicato beninteso il diritto dell'altro genitore di contestare – ex post ed in sede di opposizione all'esecuzione, dopo l'intimazione del precetto o l'inizio dell'espropriazione – la sussistenza del diritto di credito per la non riconducibilità degli esborsi a spese necessarie o per violazione delle modalità di individuazione dei bisogni del minore (Cass. n. 11316/2011).

Almeno quanto alle spese mediche deve ritenersi che sia corretto il secondo degli orientamenti, atteso il fatto che esse sono documentabili in modo certo e agevole e costituiscono una spesa “necessaria” per i figli, rispetto alla quale non sono ammessi ritardi.

La giurisprudenza di merito più recente afferma che il provvedimento con il quale, in sede di separazione, si stabilisce che il genitore non affidatario paghi pro quota le spese straordinarie per il mantenimento dei figli, costituisce idoneo titolo esecutivo e non richiede un ulteriore intervento del Giudice in sede di cognizione, a condizione però che il genitore creditore possa allegare e documentare l'effettiva sopravvenienza degli esborsi indicati nel titolo e la relativa entità (Trib. Marsala 20 gennaio 2021; Trib. Piacenza 14 maggio 2020).

Di recente, la Suprema Corte (Cass. n. 379/2021) ha offerto una soluzione diversificata, in ragione della tipologie di spese ed ha avuto modo di affermare – in materia di rimborso delle spese c.d. straordinarie sostenute dai genitori per il mantenimento del figlio – che occorre in via sostanziale distinguere tra: a) gli esborsi che sono destinati ai bisogni ordinari del figlio e che, certi nel loro costante e prevedibile ripetersi, anche lungo intervalli temporali, più o meno ampi, sortiscono l'effetto di integrare l'assegno di mantenimento e possono essere azionati in forza del titolo originario di condanna adottato in materia di esercizio della responsabilità in sede di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio ovvero all'esito di procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio, previa una allegazione che consenta, con mera operazione aritmetica, di preservare del titolo stesso i caratteri della certezza, liquidità ed esigibilità; b) le spese che, imprevedibili e rilevanti nel loro ammontare, in grado di recidere ogni legame con i caratteri di ordinarietà dell'assegno di contributo al mantenimento, richiedono, per la loro azionabilità l'esercizio di un'autonoma azione di accertamento in cui convergono il rispetto del principio dell'adeguatezza della posta alle esigenze del figlio e quello della proporzione del contributo alle condizioni economico patrimoniali del genitore onerato in comparazione con quanto statuito dal Giudice che si sia pronunciato sul tema della responsabilità genitoriale a seguito di separazione, divorzio, annullamento e nullità del vincolo matrimoniale e comunque in ordine al figli nati fuori dal matrimonio.

In ogni caso, il genitore collocatario non è tenuto a concordare preventivamente a ad informare l'altro genitore di tutte le scelte dalle quali derivino tali spese, poiché l'art. 337-ter c.c. consente a ciascuno dei coniugi di intervenire nelle determinazioni concernenti i figli soltanto in relazione “alle decisioni di maggiore interesse” mentre, al di fuori di tali casi, il genitore non collocatario è tenuto al rimborso delle spese straordinarie, salvo non abbia tempestivamente addotto validi motivi di dissenso (Cass. VI, ord. n. 15240/2018).

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