Memoria del resistente nel procedimento ex art. 473-bis.29 c.p.c.

Rosaria Giordano

inquadramento

Il procedimento per la modifica delle condizioni della separazione tra i coniugi è fondato sull'esigenza di adeguare nel tempo i provvedimenti già adottati. In particolare, dopo e nonostante il passaggio in giudicato della sentenza che ha pronunciato sulla separazione o l'omologa delle condizioni della separazione consensuale, le parti possono sempre chiedere al Tribunale la modifica dei provvedimenti che le riguardino nonché di quelli relativi ai figli.

Formula

TRIBUNALE DI .... [1]

MEMORIA [2] DIFENSIVA [3]

Il Sig. [4]...., nato a .... il .... (C.F. ....) [5], residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato in ...., via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [6]...., C.F. ...., fax .... [7], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti in calce al presente atto;

- resistente -

NEI CONFRONTI DI

La Sig.ra ...., rappresentata e difesa come in atti;

- ricorrente -

ESPONE CHE

Con ricorso ex art. 473-bis.29 c.p.c. depositato dinanzi all'intestato Tribunale in data ...., la Sig.ra .... chiedeva la modifica delle condizioni della separazione personale tra le parti, omologate da questo stesso Tribunale in data .....

In particolare, la ricorrente chiedeva che venisse disposto a carico dell'odierno resistente un assegno mensile pari ad Euro .... per il mantenimento della figlia minore ...., adducendo un peggioramento delle proprie condizioni economiche.

Il ricorso ex adverso proposto è infondato.

Invero, al momento della separazione coniugale la ricorrente era disoccupata e solo successivamente aveva trovato un'occupazione part-time, sicché la condizione economica attuale della Sig.ra .... a seguito del fallimento della società presso la quale era dipendente è identica a quella in sede di accordi di separazione.

Per altro verso, le condizioni economiche dell'odierno resistente – che pure ha sempre versato puntualmente il mantenimento alla figlia .... – sono peggiorate rispetto al momento dell'omologa delle condizioni della separazione perché ha formato una nuova famiglia ed ha avuto un altro bambino, ...., in data .....

Si richiede, quindi, con riserva di articolare le istanze istruttorie nella successiva memoria ex art. 473-bis.17, comma 2, c.p.c. [8], il rigetto del ricorso proposto.

P.T.M.

Voglia l'Ill.mo Tribunale adito rigettare il ricorso della Sig.ra .....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1] La competenza è demandata per materia al Tribunale mentre, quanto alla competenza per territorio, venendo in rilievo la modifica di un provvedimento funzionalizzato alla tutela della prole, anche maggiorenne se non indipendente economicamente, la stessa deve ritenersi demandata, oggi, all'ufficio giudiziario del luogo di residenza abituale dei figli.

[2] In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'articolo 121 del codice di procedura civile, le memorie difensive sono redatte con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

L'art. 3 lett. a) precisa che la memoria deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro.

[3] Poiché trovano applicazione anche ai procedimenti volti alla modifica e/o revoca delle condizioni sancite dalla sentenza definitiva di separazione o di divorzio le norme sul rito unitario dettate dagli artt. 473-bis e ss. c.p.c., il contenuto dell'atto in esame deve essere modulato su quello previsto dall'art. 473-bis.12 c.p.c. per la comparsa di costituzione e risposta del convenuto. La costituzione deve avvenire entro il termine indicato nel decreto di fissazione dell'udienza da parte del Giudice istruttore incorrendo, in mancanza, il convenuto nelle decadenze di cui all'art. 167 c.p.c., ossia dalla proposizione di eccezioni in senso stretto (i.e. riservate alla parte) e domande riconvenzionali.

[4] Trova applicazione la regola generale di cui all'art. 125 c.p.c. per la quale il ricorso deve essere corredato dall'indicazione delle parti.

[5] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio.

[6] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014.

[7] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. Ai sensi del citato art. 13, comma 3-bis: «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F. .... il contributo unificato è aumentato della metà».

[8] Giusta l'art. 473-bis.17 c.p.c., infatti, entro dieci giorni prima della data dell'udienza, il convenuto può depositare un'ulteriore memoria con cui, a pena di decadenza, precisare e modificare le domande, le eccezioni e le conclusioni già proposte, proporre le eccezioni non rilevabili d'ufficio che siano conseguenza della domanda riconvenzionale o delle difese svolte dall'attore con la memoria di cui al primo comma, indicare mezzi di prova e produrre documenti, anche a prova contraria.

Commento

Il procedimento per la revisione delle condizioni della separazione è fondato sull'esigenza di adeguare nel tempo i provvedimenti già adottati (Cass. I, n. 7770/2012), che può presentarsi anche dopo e nonostante il passaggio in giudicato della sentenza che ha pronunciato sulla separazione o sul divorzio (Cass. n. 21874/2014). Il presupposto necessario è che siano intervenuti mutamenti rilevanti delle situazioni di fatto che avevano giustificato l'adozione del provvedimento (Cass. S.U., n. 28287/2018; Cass. I, n. 1119/2020; Cass. I, n. 7555/2020; Cass. I, n. 11504/2017).

Sul piano processuale, già in passato, quando nel sistema previgente alla riforma realizzata dal d.lgs. n. 149/2022, il procedimento per la revisione delle condizioni di divorzio si svolgeva nelle forme camerali di cui agli artt. 737 e ss. c.p.c., la S.C. aveva puntualizzato che lo stesso aveva natura contenziosa e si svolge nel pieno contraddittorio delle parti titolari di confliggenti, connotandosi di conseguenza per un rito caratterizzato: dalla pubblicità degli atti depositati nel fascicolo di causa e accessibili a chiunque vi abbia interesse; dalla ammissione delle parti ad esporre le rispettive ragioni oralmente, di persona o con la assistenza tecnica di un difensore, oppure di farsi rappresentare da altri al fine di tale trattazione orale; dal controllo delle parti medesime sulla fase del procedimento; dal contenuto della decisione che, come tale deve essere motivata nella osservanza del canone di congruità argomentativa, resa pubblica con il deposito e comunicata alle parti costituite essendo così assoggettata al successivo controllo di opinione, che appare idoneo a metterla al riparo da rischi di arbitrarietà. In tale modo è anche assicurato il pieno rispetto delle regole del contraddittorio e garantite le posizioni delle parti dotate del potere di impulso processuale (Cass. I, n. 3028/2020).

In linea con la natura contenziosa del giudizio, l'art. 473-bis.29 c.p.c. ha stabilito che il procedimento da seguire per ottenere la revisione delle condizioni della separazione o del divorzio è il medesimo delineato per il rito unitario e quindi non più, come sinora, un giudizio camerale “puro”, con un incremento delle garanzie processuali per le parti, che potrebbe tuttavia incidere negativamente sulla durata di giudizi che talora meriterebbero un più immediato intervento correttivo da parte dell'autorità giudiziaria.

Quanto alla comparsa di risposta della parte convenuta, dunque, trova applicazione l'art. 473-bis.16 c.p.c. secondo cui il convenuto si costituisce nel termine assegnato dal Giudice, depositando comparsa di risposta che contiene le indicazioni previste, anche a pena di decadenza, dagli articoli 167 e 473-bis.12, commi 2, 3, e 4.

Sicché il contenuto della comparsa di risposta è modellato su quella del ricorso per il quale occorre fare riferimento all'art. 473-bis.12 c.p.c.

Tali previsioni dovranno tuttavia essere intese, anche in armonia con il generale principio di chiarezza e sinteticità degli atti processuali, nel senso che negli atti introduttivi del giudizio di revisione delle condizioni di separazione o di divorzio andranno indicati solo gli elementi rilevanti ai fini della richiesta modifica. Ad esempio, se non è richiesto di incidere sull'affidamento dei figli è assolutamente superflua la predisposizione di un piano genitoriale.

Lo stesso art. 473-bis.17 c.p.c. richiama, rispetto alla costituzione della parte convenuta, poi, le indicazioni che devono essere inserire nella comparsa di costituzione e risposta nel rito ordinario di cognizione ai sensi dell'art. 167 c.p.c.

Ciò comporta che se la parte convenuta, anche nel giudizio di revisione delle condizioni di separazione o divorzio, non si costituisce nel termine assegnato dal Giudice decade dal potere di proporre domande riconvenzionali e delle eccezioni non rilevabili d'ufficio.

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