Ricorso per la modifica delle condizioni di affidamento dei figli minori per il trasferimento del genitore collocatarioInquadramentoIl procedimento per la modifica delle condizioni della separazione (o del divorzio) tra i coniugi è fondato sull'esigenza di adeguare nel tempo i provvedimenti già adottati. In particolare, dopo e nonostante il passaggio in giudicato della sentenza che ha pronunciato sul divorzio, le parti possono sempre chiedere al Tribunale la modifica dei provvedimenti che le riguardino nonché di quelli relativi ai figli. Un'importante questione che può sorgere è quella che deriva dal trasferimento di uno dei genitori a distanza di molti chilometri rispetto alla residenza precedente per ragioni personali e/o soprattutto lavorative. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] RICORSO [2] PER LA MODIFICA DELLE CONDIZIONI DI AFFIDAMENTO DELLA PROLE Il Sig. [3]...., nato a .... il .... (C.F. ....) [4], residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato in ...., via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [5]...., C.F. ...., fax .... [6], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti in calce al presente atto; - ricorrente - NEI CONFRONTI DI La Sig.ra ...., nata a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/ piazza .... n. .... - resistente - ESPONE CHE Nel verbale omologato con sentenza dall'intestato Tribunale, in data ...., delle condizioni di separazione consensuale tra le parti, le stesse avevano convenuto il collocamento della figlia minore ...., affidata congiuntamente ad entrambi i genitori, presso la madre, con diritto di visita del ricorrente ogni mercoledì pomeriggio ed a fine settimana alterni. Peraltro, la Sig.ra ...., con lettera del ...., ha comunicato all'odierno istante il mutamento del proprio cambio di residenza, dovuto ad un trasferimento per ragioni di lavoro, nel Comune di ..... La notevole distanza di detto Comune dal domicilio del ricorrente rende opportuna una rivisitazione del regime del diritto di visita [7]. In particolare, .... P.T.M. Voglia l'Ill.mo Tribunale adito, disattesa ogni contraria istanza, previa convocazione delle parti, modificare le condizioni della separazione (oppure del divorzio), in ordine al diritto di visita della figlia minore .... da parte del Sig. .... nel senso indicato in ricorso. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente ricorso e degli altri atti del procedimento l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]La competenza è demandata per materia al Tribunale mentre, quanto alla competenza per territorio, venendo in rilievo la modifica di un provvedimento inerente il mantenimento della prole minorenne, la stessa è demandata, oggi, all'ufficio giudiziario del luogo di residenza abituale del minore. [2]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'articolo 121 del codice di procedura civile, i ricorsi vanno redatti con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che il ricorso deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro. [3]Trova applicazione la regola generale di cui all'art. 125 c.p.c. per la quale il ricorso deve essere corredato dall'indicazione delle parti. [4]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. [5]A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014. [6]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. Ai sensi del citato art. 13, comma 3-bis: «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F. .... il contributo unificato è aumentato della metà». [7]La S.C. ha tuttavia chiarito il principio il quale l'importanza del ruolo di ciascuno dei genitori e la vicinanza fisica degli stessi ai figli sono essenziali per la crescita equilibrata della prole, di talché l'interesse del minore alla corretta frequentazione di entrambe le figure genitoriali non può essere compromesso dalla rimodulazione delle modalità di comunicazione, facendo ricorso alle comunicazioni via skype, atteso che in tal modo i contatti tra il padre ed il figlio subirebbero una significativa compromissione che lederebbe il superiore interesse del minore ad avere una paritetica frequentazione con ciascuno dei genitori (Cass. n. 19694/2014). CommentoIl procedimento per la modifica delle condizioni della separazione o del divorzio tra i coniugi è fondato sulla necessità di adeguare nel tempo, sulla base di una più attuale e concreta valutazione dell'interesse della prole, i provvedimenti già adottati (Cass. I, n. 7770/2012). Infatti dopo (e nonostante) il passaggio in giudicato della sentenza che ha pronunciato sulla separazione o sul divorzio, le parti possono sempre chiedere al Tribunale la modifica dei provvedimenti che le riguardino nonché di quelli relativi ai figli (Cass. n. 21874/2014). Un'importante questione che può sorgere è quella che deriva dal trasferimento di uno dei genitori a distanza di molti chilometri rispetto alla residenza precedente per ragioni personali e/o soprattutto lavorative. In questo caso, nasce il problema di ridefinire le modalità dell'affidamento ed in particolare di regolamentare in modo puntuale i tempi e le modalità della presenza dei figli presso il genitore più lontano, atteso che la nuova distanza territoriale tra i genitori potrebbe non rendere possibile o comunque difficilmente praticabile la conservazione del regime di visita precedente (cfr. Logoluso, Diritto di visita, in ilfamiliarista.it). Invero, il coniuge separato che intenda trasferire la residenza lontano da quella dell'altro coniuge non perde l'idoneità ad avere in affidamento i figli minori, sicché il Giudice deve esclusivamente valutare se sia più funzionale all'interesse della prole il collocamento presso l'uno o l'altro dei genitori, per quanto ciò ineluttabilmente incida in negativo sulla quotidianità dei rapporti con il genitore non affidatario (Cass. I, n. 18087/2016; Cass. I, n. 9633/2015). Già in passato, quando nel sistema previgente alla riforma realizzata dal d.lgs. n. 149/2022, il procedimento per la revisione delle condizioni di divorzio si svolgeva nelle forme camerali di cui agli artt. 737 e ss. c.p.c., la S.C. aveva puntualizzato che lo stesso aveva natura contenziosa e si svolge nel pieno contraddittorio delle parti titolari di confliggenti, connotandosi di conseguenza per un rito caratterizzato: dalla pubblicità degli atti depositati nel fascicolo di causa e accessibili a chiunque vi abbia interesse; dalla ammissione delle parti ad esporre le rispettive ragioni oralmente, di persona o con la assistenza tecnica di un difensore, oppure di farsi rappresentare da altri al fine di tale trattazione orale; dal controllo delle parti medesime sulla fase del procedimento; dal contenuto della decisione che, come tale deve essere motivata nella osservanza del canone di congruità argomentativa, resa pubblica con il deposito e comunicata alle parti costituite essendo così assoggettata al successivo controllo di opinione, che appare idoneo a metterla al riparo da rischi di arbitrarietà. In tale modo è anche assicurato il pieno rispetto delle regole del contraddittorio e garantite le posizioni delle parti dotate del potere di impulso processuale (Cass. I, n. 3028/2020). In linea con la natura contenziosa del giudizio, l'art. 473-bis.29 c.p.c. ha stabilito che il procedimento da seguire per ottenere la revisione delle condizioni della separazione o del divorzio è il medesimo delineato per il rito unitario e quindi non più, come sinora, un giudizio camerale “puro”, con un incremento delle garanzie processuali per le parti, che potrebbe tuttavia incidere negativamente sulla durata di giudizi che talora meriterebbero un più immediato intervento correttivo da parte dell'autorità giudiziaria. |