Atto di appello avverso la sentenza di divorzioInquadramentoLa sentenza che dichiara lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili del matrimonio celebrato con rito religioso è impugnabile con appello. Nella disciplina dettata dalla l. n. 898/1970 l'impugnazione è da decidersi in camera di consiglio. Il d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile, ha introdotto norme innovative per le impugnazioni proposte avverso le sentenze depositate successivamente al 28 febbraio 2023. Ad esse si applicano le disposizioni di rito unico per le controversie in materia di stato delle persone, di minori e di famiglia, di cui agli artt. 473-bis e ss. c.p.c. L'appello è proposto con ricorso. FormulaCORTE DI APPELLO DI .... RICORSO IN APPELLO [1] Il sottoscritto ...., nato a ...., il giorno ...., residente in ...., C.F. .... [2], rappresentato e difeso dal sottoscritto difensore, Avv. ...., con studio in .... (C.F. ...., fax ...., PEC .... [3] ), presso il quale è domiciliato, in virtù di procura rilasciata nel giudizio di primo grado, con il presente atto propone formale APPELLO Avverso la sentenza del Tribunale di ...., n. ...., depositata il ...., notificatagli il ...., pronunciata nel procedimento di cessazione degli effetti civili del matrimonio promosso contro l'esponente dalla Sig.ra ...., Avv. ....; ed in proposito espone quanto segue. Con ricorso depositato in data [4]...., la sig.ra .... chiedeva la cessazione degli effetti civili del matrimonio con l'esponente, celebrato con rito concordatario in data .... e regolarmente trascritto nei registri dello stato civile del Comune di ...., anno ...., parte ...., serie ...., n. ....; in proposito la ricorrente deduceva che tra i coniugi era intervenuta sentenza di separazione giudiziale, pronunciata dal Tribunale di ...., in data ....; in esito al successivo procedimento di divorzio la sentenza impugnata: 1) dispose l'affidamento del figlio minore alla madre, con diritto, per il padre, di tenerlo con sé a fine settimana alternati; 2) pose a carico dell'esponente un assegno di divorzio di Euro .... mensili; 3) pose a carico dell'esponente un contributo mensile, per il figlio, di Euro ...., oltre al pagamento degli arretrati; 4) assegnò la casa coniugale, in comproprietà tra i coniugi, alla ricorrente. Si impugna, come ingiusta ed illegittima, la detta sentenza nei capi di seguito specificati e si formulano i seguenti motivi, in fatto e in diritto [5] : A) Ingiustizia delle disposizioni concernenti l'affidamento e il diritto di visita del figlio minore. La sentenza che si impugna ha modificato le statuizioni della sentenza di separazione per la quale l'affidamento del figlio minore .... doveva essere condiviso. Si legge in motivazione che il mutamento è stato ritenuto opportuno in quanto ..... Queste ragioni, in realtà, non sussistono e sono dovute al fraintendimento dei fatti, quali risultavano descritti dalle persone che resero al giudice le sommarie informazioni verbalizzate in atti. Risulta, ove tali dichiarazioni siano correttamente intese, che ..... In conseguenza del denunciato fraintendimento, il diritto di visita dell'esponente è stato notevolmente limitato nell'esercizio, con pregiudizio dell'esponente e soprattutto per il minore, che dalla compagnia e dall'esempio del genitore traeva stimolo di crescita e di sviluppo del carattere. B) Insussistenza dei presupposti per l'assegno di divorzio. La previsione di un assegno di divorzio in favore della allora ricorrente non tiene debito conto degli elementi di giudizio indicati dall'art. 5 della l. n. 898/1970 che devono guidare il giudice nella valutazione sia dell'an che del quantum nello stabilire se è dovuto un assegno a favore del coniuge. Ad escludere, nella vicenda di specie, l'an valgono i redditi autonomi della Sig.ra ...., che dopo la separazione ha iniziato con successo una attività commerciale, come dimostrato dalle produzioni documentali effettuate in primo grado. A limitare il quantum vale osservare che l'esponente ha formato una nuova famiglia cui deve provvedere ..... Tutto ciò premesso, con il presente appello l'esponente CHIEDE Che l'eccellentissima Corte di appello, previa fissazione dell'udienza di discussione in camera di consiglio e di assegnazione del termine per la notifica del ricorso e del pedissequo decreto presidenziale, voglia, in accoglimento dei suesposti motivi, pronunciare la parziale riforma dell'appellata sentenza del Tribunale di ...., indicata in epigrafe, e specificamente: disporre l'affidamento del figlio minore .... alla responsabilità genitoriale di entrambi i coniugi, con diritto per il padre di far visita allo stesso due giorni alla settimana, per seguirne gli studi e per accompagnarlo negli impegni sportivi, come già stabilito nella sentenza di separazione giudiziale; escludere l'assegno divorzile a favore della Sig.ra .... o, in subordine, ridurne l'importo mensile nella misura già stabilita dalla sentenza di separazione; con vittoria di spese ed onorari. Si produce originale della sentenza notificata. Si chiede di poter produrre l'ultima dichiarazione dei redditi. Lo scrivente difensore dichiara di voler ricevere le comunicazioni di cancelleria all'indirizzo PEC o al numero di fax indicati in epigrafe. Ai sensi dell'art. 13, comma 1, lett. b) del d.P.R. n. 115/2002, si dichiara che la presente causa è soggetta al pagamento del contributo unificato nella misura di Euro ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... Depositato in cancelleria in forma di documento informatico. [1]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'art. 121 c.p.c., l'atto di impugnazione deve essere predisposto con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorita giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che l'atto di impugnazione deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro. [2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c.; art. 46 disp. att. c.p.c.; d.m. 7 agosto 2023, n. 110) ed essere depositati esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.). [3]L'art. 125 c.p.c. fa obbligo al difensore di indicare nel ricorso il proprio codice fiscale e il numero di fax. L'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, sanziona l'omessa indicazione del numero di fax con l'aumento della metà del contributo unificato. I professionisti tenuti all'iscrizione in albi o elenchi hanno l'obbligo di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'Elenco nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese (art. 3-bis d.lgs. n. 82/2005). [4]È opportuno, nell'atto di appello, ripercorrere, anche sinteticamente, lo svolgimento del processo nel giudizio di primo grado. [5]L'appello è atto di impugnazione a critica libera ma l'art. 342, nel testo introdotto dal d.l. n. 83/2012, conv. in l. n. 134/2012 ed al quale rinvia l'art. 473-bis.30, richiede che l'appello indichi specificamente le parti del provvedimento che si intende impugnare e le modifiche che vengono richieste alla ricostruzione del fatto compiuta dal giudice di primo grado; nonché le circostanze da cui deriva la violazione della legge e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata. CommentoL'art. 4 l. n. 898/1970 (abrogato dal d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile, ma rimasto in vigore per i procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023) dispone che il giudizio di appello avverso le sentenze di divorzio (come avviene per le pronunce di separazione personale) si svolge nelle forme del rito camerale. Alle impugnazioni proposte avverso le sentenze depositate successivamente al 28 febbraio 2023 si applicano le norme di cui al d.lgs. n. 149/2022, dettate per le controversie in materia di stato delle persone, di minori e di famiglia. Per i procedimenti che seguono la normativa del rito unificato per le controversie in materia di stato delle persone, di minori e di famiglia, l'appello si propone con ricorso, che deve contenere le indicazioni previste dall'art. 342. Sul punto pertanto la riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022 non ha introdotto modificazioni significative rispetto a quelle apportate al regime del giudizio ordinario di cognizione. L'appello si propone con ricorso contenente le indicazioni prescritte nell'art. 163. L'appello deve essere motivato, e per ciascuno dei motivi deve indicare a pena di inammissibilità, in modo chiaro, sintetico e specifico: 1) il capo della decisione di primo grado che viene impugnato; 2) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 3) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata. Alcuni principi acquisiti per interpretazione vigente la normativa attualmente soppressa possono essere ricordati come ancora utilizzabili. Si era, ad esempio, affermato che l'atto introduttivo del giudizio, in forma del ricorso, deve essere depositato in cancelleria nel termine perentorio di cui agli artt. 325 e 327 c.p.c., con la conseguenza che l'appello, che sia proposto con citazione, anziché con ricorso, può considerarsi tempestivo, in applicazione del principio di conservazione degli atti giuridici viziati, solo se il relativo atto risulti depositato nel rispetto di tali termini. In particolare, ove l'appello sia proposto con atto di citazione e non con ricorso, non si verifica una nullità dell'impugnazione, stante il principio della conservazione degli atti processuali, sempre che l'atto viziato abbia i requisiti formali indispensabili per il raggiungimento dello scopo e il relativo deposito nella cancellerai del giudice adito sia avvenuto entro i termini perentori fissati dalla legge (Cass. VI, ord. n. 403/2019). Si è anche affermato che la Corte d'appello, investita della cognizione del gravame, può decidere la controversia nella stessa udienza fissata dal presidente con decreto in calce al ricorso notificato alla controparte, non trovando applicazione, in materia, la disposizione di cui all'art. 352 c.p.c. (Cass. n. 1867/2016). |