Controricorso per cassazione nel giudizio contro la sentenza definitiva della separazione giudiziale resa in grado di appello

Francesco Maria Bartolini

Inquadramento

L'art. 370 c.p.c. disciplina autonomamente l'atto con il quale la parte, evocata nel giudizio di cassazione, si costituisce in causa e propone le proprie difese. Questo atto assume la forma e il contenuto di un controricorso. La disciplina relativa si applica anche con riferimento ai procedimenti instaurati con ricorso già notificato alla data delli 1° gennaio 2023 per i quali non è stata ancora fissata udienza o adunanza in camera di consiglio, in materia di stato delle persone, di minori e di famiglia, disciplinati dagli artt. 473-bis e ss. c.p.c., come introdotti dal d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile.

Formula

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE

CONTRORICORSO

Di ..., nata a ..., il ..., C.F. ... [1], rappresentata e difesa dall'Avv. ... del Foro di ..., patrocinante in Cassazione, C.F. ..., fax ..., PEC ... [2], domiciliato in ..., presso l'Avv. ..., nello studio in ..., come da procura speciale e contestuale elezione di domicilio in calce al presente atto [3] ;

NEI CONFRONTI

di: ..., nato a ..., il ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., del Foro di ... e presso di lui domiciliato, ricorrente per l'annullamento della sentenza Corte di Appello di ..., in data ..., n. ...

IN FATTO E IN DIRITTO

Con ricorso in data ... [4] l'esponente, attuale contro ricorrente, ... proponeva domanda al Tribunale di ... per la separazione giudiziale, con addebito, nei confronti del marito, odierno ricorrente per cassazione, deducendo l'esser venuta meno la comunione spirituale e materiale tra i coniugi a causa della relazione adulterina, pubblica e ingiuriosa nelle modalità, intrattenuta dal coniuge. Con l'atto riferiva che dal matrimonio era nato un figlio, ad oggi ancora minorenne, e che per seguire il marito e provvedere al bambino essa aveva lasciato il proprio lavoro, rinunciando ad un impiego ben retribuito. In conseguenza di questa situazione chiedeva la dichiarazione di separazione con addebito al coniuge, l'affidamento in via esclusiva del figlio minore nonché l'attribuzione di un congruo contributo economico, da accollare al coniuge, che quantificava, salva migliore determinazione, in almeno Euro ... mensili.

Con sentenza ... il Tribunale accoglieva il ricorso; la sentenza era integralmente confermata dalla Corte di Appello di ..., su impugnazione del coniuge dell'esponente, Sig. ....

Nel successivo ricorso per cassazione, il detto Sig. ... ha formulato motivi di impugnazione, con i quali si deducono: la nullità del procedimento di primo e di secondo grado, con conseguente nullità della sentenza di appello; e la violazione o falsa applicazione di legge relativamente sia alla pronuncia di affidamento esclusivo del figlio alla madre e sia all'attribuzione di un assegno economico in favore del coniuge, odierno resistente.

In proposito, con il presente atto, si osserva preliminarmente e ai sensi dell'art. 360-bis c.p.c., che il ricorso per cassazione di controparte deve essere dichiarato inammissibile. La pronuncia impugnata ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza di codesta ill.ma Corte Suprema e l'esame dei motivi non offre elementi per confermare o mutare l'orientamento della stessa.

Soltanto per completezza difensiva si contestano le deduzioni del ricorrente, come infondate e inammissibili. E infatti:

Sul primo motivo, si osserva che la pretesa nullità non è prevista da alcuna norma processuale, come richiede invece il principio espresso dall'art. 156, comma 1, c.p.c. In difetto di espressa previsione non può sussistere alcuna nullità, se non nel caso in cui essa trovi ragione di porsi nell'impossibilità di un atto del processo di raggiungere lo scopo al quale è destinato. Nella specie, il ricorrente assume esser viziato l'atto ... e, in conseguenza, di avere subito pregiudizio in quanto non ha potuto proporre in modo completo le proprie difese. Risulta, per contro, che .... L'eccezione è, pertanto, da ritenere pretestuosa e deve essere disattesa. Al riguardo la giurisprudenza di legittimità è conforme nell'affermare che la nullità per difetto formale dell'atto processuale, se non espressamente disposta dalla legge, sussiste soltanto quando .... Nella vicenda di specie questa condizione non sussiste, come ampiamente si è dimostrato in atti. In proposito il ricorrente non ha formulato ragioni che possano condurre ad un mutamento di giurisprudenza di codesta Ecc.ma Corte. Come si è premesso, il ricorso deve essere dichiarato, sul punto, inammissibile.

Sul secondo motivo, avente duplice riferimento, si contestano le asserzioni svolte nel ricorso. In particolare:

- il motivo di gravame con il quale l'appellante deduce l'erroneità della pronuncia concernente l'affidamento del figlio minore in via esclusiva alla madre è, in principalità, inammissibile e comunque è infondato, in fatto e in diritto. Come ha rettamente rilevato il Tribunale, infatti, l'appellante ha proseguito nei suoi comportamenti disordinati, motivati dalla passione per le donne che ebbero a cagionare la separazione coniugale. La presenza di un figlio che cresceva faceva sperare ad un ritorno ad un modo di vita più responsabile. Purtroppo, però, e citiamo il Tribunale: .... Si richiamano sul punto le precise testimonianze di ... e di .... Nessuna violazione di norme giuridiche è pertanto addebitabile alla Corte di Appello, che ha esattamente interpretato e applicato il disposto dell'art. 337-ter c.c. La valutazione che tale norma demanda al giudice è stata effettuata, in modo logico e coerente, nel rispetto dei principi interpretativi dettati da codesta Ecc.ma Suprema Corte. Si vedano, in proposito, tra le altre, Cass. n. ...; Cass. n. ....

- in ordine all'attribuzione del contributo economico stabilito dal Tribunale e confermato in appello deve dirsi che dell'attribuzione sussistevano tutti gli elementi richiesti dalla legge. La coniuge improvvisamente abbandonata per una relazione adulterina a suo danno è rimasta priva di risorse economiche con le quali provvedere a sé e al figlio minorenne. L'odierno ricorrente assume di non avere disponibilità economiche ma le informazioni assunte presso il datore di lavoro hanno rivelato che il medesimo usufruisce di utili percepiti “in nero”, in misura affatto trascurabile. Dover provvedere ai bisogni del coniuge separato e soprattutto a quelli del figlio in età minore costituisce l'osservanza di un obbligo di legge, nella separazione coniugale in genere e in specie a carico di chi con il proprio comportamento ha dato causa alla cessazione del rapporto affettivo nel matrimonio. In linea di diritto si osserva che nelle argomentazioni della corte territoriale, che ha rinviato a quelle del primo giudice, non si colgono vizi logici o insufficienze. E che sono stati rettamente applicati i principi affermati da codesta Suprema Corte in modo uniforme e costante. Si vedano al riguardo le seguenti decisioni: ....

Tanto premesso, richiamate tutte le proprie difese, l'esponente

CHIEDE

In via preliminare, di dichiarare inammissibile, ai sensi dell'art. 360-bis c.p.c. il ricorso proposto dal Sig. ...;

in ogni caso, di rigettare il ricorso in quanto infondato.

Con vittoria di spese di tutto il processo.

Si depositano: l'originale del ricorso notificato; l'originale del controricorso notificato, procura speciale notarile in data ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA SPECIALE

Delego a rappresentarmi e difendermi per resistere nel presente giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione per l'impugnazione della sentenza pronunciata dalla Corte di Appello in data ..., n. R.G. ... l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

...

Per autentica della sottoscrizione

Firma Avv. ...

1. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c.) e devono essere depositati esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.).

2. L'art. 125 c.p.c. fa obbligo al difensore di indicare nell'atto difensivo il proprio codice fiscale e il numero di fax. L'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, sanziona l'omessa indicazione del numero di fax con l'aumento della metà del contributo unificato. I professionisti tenuti all'iscrizione in albi o elenchi hanno l'obbligo di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'Elenco nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese (art. 3-bis, d.lgs. n. 82/2005).

3. Nel giudizio di legittimità, la procura rilasciata dal controricorrente in calce o a margine della copia notificata del ricorso, anziché in calce al controricorso medesimo, non è idonea per la valida proposizione di quest'ultimo, né per la formulazione di memorie (Cass. III, n. 6793/2016; la pronuncia reitera il principio dettato da Cass. S.U., n. 13431/2014).

4. Nel controricorso è necessario esporre sommariamente i fatti di causa nonché lo svolgimento del procedimento fino al giudizio di cassazione; nella prassi, così come per il ricorso per cassazione, anche nel controricorso si descrivono i fatti e lo svolgimento del giudizio estrapolando parti della sentenza che si impugna. La pedissequa riproduzione dell'intero, letterale, contenuto degli atti processuali è innanzitutto superflua, non essendo richiesto che si riportino meticolosamente le vicende processuali, e, per altro verso inidonea a soddisfare la necessità dell'esposizione sommaria dei fatti (Cass. S.U., n. 5698/2012). In ossequio, tuttavia al c.d. principio di autosufficienza, è necessario che i termini esatti della vicenda processuale e dei fatti verificatisi sia evincibile e comprensibile in base ai soli atti di parte.

Commento

In esito al procedimento di primo e di secondo grado il giudizio di cassazione si svolge secondo le norme dettate dagli artt. 360 ss. c.p.c.

La parte contro la quale è diretto il ricorso, se intende contraddire, deve proporre un controricorso. Così dispone l'art. 370 c.p.c., che poi rinvia agli artt. 365 e 366 stesso codice per quanto concerne la sottoscrizione dell'atto, la sua forma e il suo contenuto. Il testo della norma indica nel contraddittorio la funzione del controricorso, vale a dire, nel consentire la manifestazione delle contestazioni e delle obiezioni che la parte evocata nel giudizio oppone al ricorrente. L'atto è rivolto alla Corte (e per questo aspetto assume la forma del ricorso in genere) ma deve essere notificato al ricorrente (e per questo verso partecipa della natura della comparsa di risposta). Con esso la parte chiede il rigetto dell'avversa impugnazione, espone le ragioni che ne impediscono l'accoglimento e formula le eccezioni ancora proponibili. Ove intenda impugnare a propria volta la sentenza su questioni sulle quali è rimasta soccombente, deve proporre il ricorso incidentale: esso si risolve nella proposizione di una domanda nel contesto dell'atto di controricorso, salve le norme relative al caso del ricorso incidentale tardivo.

In mancanza di controricorso la parte non può presentare memorie ma soltanto partecipare alla discussione orale, se il giudizio la prevede. Non è consentito sostituire al controricorso una qualunque memoria difensiva depositata in prossimità dell'udienza o in essa presentata (Cass. S.U., n. 3602/2003; Cass. n. 1737/2005; Cass. n. 20029/2011). Il controricorso, avendo la sola funzione di contrastare l'impugnazione altrui, non necessita dell'esposizione sommaria dei fatti di causa, potendo richiamarsi a quanto già esposto nel ricorso principale. Tuttavia, quando esso include anche un ricorso incidentale deve contenere, in ragione della sua autonomia rispetto al ricorso principale, l'esposizione sommaria dei fatti della causa, ai sensi degli artt. 371, comma 3, e 366, comma 1, n. 3 c.p.c. (Cass. n. 18483/2015; Cass. n. 76/2010).

Il controricorso, anche se contenente ricorso incidentale, va depositato nella Cancelleria dove si trova l'atto principale secondo le modalità previste per il deposito del ricorso. Il deposito del controricorso sconta il versamento di un contributo unificato integrativo di Euro 200,00 (nonché di una marca di Euro 27,00), salvo si tratti di un ricorso successivo avverso la stessa decisione, ipotesi nella quale, come disposto con decreto del Primo Presidente dell'8 giugno 2010, viene assegnato un unico numero di ruolo generale a tutti i ricorsi successivi ed il contributo deve essere corrisposto in ragione del valore della causa.

La parte contro la quale il ricorso è diretto, se intende contraddirvi, deve farlo mediante controricorso contenente, ai sensi dell'art. 366 c.p.c. (richiamato dall'art. 370, comma 2, c.p.c.), l'esposizione delle ragioni atte a dimostrare l'infondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata dal ricorrente. In mancanza di tale atto, essa non può presentare memoria, ma solamente partecipare alla discussione orale (Cass. III, n. 4049/2023: nella specie, la S.C. ha escluso che integrasse un controricorso l'atto con il quale la parte si era limitata a chiedere "la partecipazione del difensore costituito alla trattazione e discussione orale, onde esperire le opportune difese", invocando la declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione).

Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c.) e devono essere depositati esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.). In tema di deposito telematico di un atto processuale, la presenza, all'esito dei controlli della cancelleria, di un "errore fatale" che, non imputandosi necessariamente a colpa del mittente, esprime soltanto l'impossibilità del sistema di caricare l'atto nel fascicolo telematico, impedendo al cancelliere l'accettazione del deposito, oltre a consentirne l'eventuale rinnovazione con rimessione in termini, non determina effetti invalidanti, quando vi sia il pieno raggiungimento dello scopo, ai sensi dell'art. 156, comma 3, c.p.c. (Cass. sez. lav., n. 238/2023).

Per Cass. I ord., n. 37829/2022, nel giudizio di legittimità, la valutazione della procedibilità del ricorso ex art. 369, comma 1, c.p.c., come quella di tempestività del controricorso ex art. 370, comma 1, c.p.c., deve essere effettuata tenendo conto esclusivamente del contraddittorio come concretamente instaurato da chi ha intrapreso il giudizio, senza che abbia alcuna rilevanza l'integrità, o meno, del contraddittorio medesimo (per essere stato il procedimento intrapreso contro tutte le parti necessarie).

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