Scrittura privata di scelta della legge applicabile al divorzio (art. 5, comma 1, Reg. UE n. 1259/2010)InquadramentoIl Regolamento UE n. 1259/2010 consente ai coniugi di scegliere in anticipo e di comune accordo la legge applicabile al divorzio o alla separazione personale, purché si tratti della legge dello Stato membro con il quale essi hanno uno stretto legame. La scelta della legge è possibile tra: quella della comune residenza al momento della conclusione dell'accordo; quella dello Stato dell'ultima residenza abituale dei coniugi, se uno di essi vi risiede ancora al momento della conclusione dell'accordo; quella dello Stato di cui uno dei coniugi ha la cittadinanza al momento della conclusione dell'accordo; la legge del foro (cfr. Riedweg, Divorzio internazionale: legge applicabile, in ilfamiliarista.it, 1° giugno 2015). Formula
CONVENZIONE DI SCELTA DELLA LEGGE APPLICABILE [1] Il Sig. ...., nato a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ....; La Sig.ra nata a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ....; PREMESSO CHE – I contraenti hanno contratto matrimonio in data .... in .... e dal rapporto coniugale non sono nati figli; – i dissapori tra le parti sono divenuti, nel tempo, tali da rendere impossibile la prosecuzione della convivenza; – pertanto, con ricorso congiunto presentato dinanzi all'autorità giudiziaria italiana, competente in ragione della cittadinanza del Sig. ...., i contraenti hanno richiesto pronunciarsi la separazione, omologata in data .... dal Tribunale di ....; – tuttavia le parti, prima di incardinare il relativo procedimento [2], intendono convenire di assoggettare il proprio divorzio non alla legge sostanziale che sarebbe operante in forza delle norme applicabili alla fattispecie concreta (ossia ....), bensì alla legge dell'ordinamento ...., nel quale hanno la propria residenza abituale P.T.M. Il Sig. .... e la Sig.ra ...., ai sensi dell'art. 5 del Regolamento UE n. 1259/2010, convengono sull'applicabilità al proprio divorzio della legge ...., avendo la propria residenza abituale in ..... Luogo e data .... Firma Sig. .... Firma Sig.ra .... [1]L'accordo sulla legge applicabile, la cui esistenza e validità deve essere valutata alla stregua della legge che sarebbe applicabile se l'accordo fosse valido, non è soggetta a particolari requisiti, se non quello della forma scritta (compresa qualsiasi comunicazione elettronica (“che permetta una registrazione durevole dell'accordo”), della data e della sottoscrizione dei coniugi (art. 7, n. 1), salvo eventuali requisiti ulteriori richiesti dalla legge dello Stato membro partecipante in cui i coniugi hanno la residenza abituale al momento della conclusione dell'accordo (art. 7, n. 2); oppure requisiti differenti previsti dalla legge di uno dei due Stati membri partecipanti nel caso in cui i coniugi abbiano residenza abituale diversa (art. 7, n. 3); oppure requisiti supplementari previsti dalla legge dell'unico Stato partecipante del quale uno dei coniugi abbia la residenza abituale. [2]L'accordo delle parti (cittadini marocchini) circa la legge applicabile (diritto marocchino), in ragione del carattere universale del Regolamento UE n. 1259/2010, è stato qualificato come negozio processuale (o negozio di diritto processuale) che può essere formato anche dopo l'instaurazione delle liti (Trib. Milano 10 febbraio 2014). In particolare, in altro precedente di merito, si è ritenuto che lo scioglimento di matrimonio contratto tra cittadini tunisini in Tunisia, ma abitualmente residenti in Italia, in applicazione del diritto tunisino, è stato ritenuto scelto validamente (in quanto invocato nei rispettivi scritti difensivi, sebbene le dichiarazioni non fossero contestuali e contenute in un unico documento) e tempestivamente (sino al termine per il deposito delle memorie ex art. 709, comma 3, c.p.c. e art. 4, comma 10, l. n. 898/1970 o sino al successivo termine ex art. 183, comma 6, n. 1, c.p.c. (Trib. Belluno 23 dicembre 2014, n. 231). CommentoIl Regolamento UE n. 1259/2010 consente ai coniugi di scegliere in anticipo e di comune accordo le legge applicabile al divorzio o alla separazione personale, purché si tratti della legge dello Stato membro con il quale essi hanno uno stretto legame. La scelta della legge è possibile tra: quella della comune residenza al momento della conclusione dell'accordo; quella dello Stato dell'ultima residenza abituale dei coniugi, se uno di essi vi risiede ancora al momento della conclusione dell'accordo; quella dello Stato di cui uno dei coniugi ha la cittadinanza al momento della conclusione dell'accordo; la legge del foro (cfr. Riedweg, Divorzio internazionale: legge applicabile, in ilfamiliarista.it, 1° giugno 2015). L'accordo sulla legge applicabile può essere concluso e modificato in qualsiasi momento, al più tardi al momento della proposizione della domanda davanti all'autorità giurisdizionale ed anche nel corso del procedimento, se la legge del foro lo prevede. È stato osservato che poiché la maggior parte degli ordinamenti non consente ai coniugi la scelta della legge applicabile alla separazione ed al divorzio, l'accordo potrebbe non essere riconosciuto valido dai Paesi terzi, nonché dai Paesi membri che non hanno adottato il regolamento: ciò consentirebbe al coniuge, che intende porre nel nulla la scelta fatta in precedenza, di radicare il procedimento in uno Stato che non la considera valida (cfr. Riedweg). Quanto al nostro ordinamento, la giurisprudenza di merito appare incline a riconoscere la possibilità per le parti di accordarsi sulla scelta applicabile, in presenza dei presupposti richiesti dagli artt. 5 e ss. del Regolamento UE n. 1259/2010, anche ove ciò comporti la possibilità di richiedere il divorzio senza un previo periodo di separazione (Trib. Parma 12 giugno 2014). Non si può trascurare che, quanto all'ambito di applicazione della disciplina uniforme dettata dal Reg. n. 1259/2010, la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha recentemente precisato che nella nozione di “divorzio” di cui al Regolamento in esame non rientrano i c.d. divorzi privati (private divorce), ossia quelle ipotesi di scioglimento del matrimonio non derivanti da pronunce emesse da una autorità pubblica, ma esclusivamente i divorzi pronunciati da un'autorità giurisdizionale statale o da un'autorità pubblica sottoposta al controllo della stessa (CGUE 20 dicembre 2017, C-372/16). |