Ricorso al Tribunale in caso di disaccordo su questioni di particolare importanza (art. 316 c.c.)InquadramentoL'art. 316 c.c. disciplina l'esercizio della responsabilità genitoriale stabilendo, quale regola generale, che i genitori debbano assumere di comune accordo le decisioni riguardanti i figli, compresa la determinazione del luogo di residenza, tenendo conto delle loro inclinazioni naturali, aspirazioni e capacità. L'intervento dell'Autorità giudiziaria nelle dinamiche familiari, ed in particolare nelle decisioni riguardanti i figli, è stato concepito dal legislatore come eccezionale e residuale. Di talché, i genitori possono rivolgersi al Tribunale solo ove il disaccordo afferisca a situazioni “di particolare importanza”, specifiche e circostanziate. In particolare, nella fattispecie disciplinata dall'art. 316 c.c., che riguarda genitori coniugati o comunque conviventi, l'intervento del Giudice mira, in prima battuta, a non sostituirsi ai genitori nell'assumere la decisione nell'interesse del figlio, permanendo l'unità familiare che deve essere il più possibile preservata; solo nel caso in cui non sia possibile comporre il contrasto l'autorità giudiziaria adotta la decisione più confacente all'interesse del minore. FormulaTRIBUNALE DI .... RICORSO [1] AI SENSI DELL'ART. 316 C.C. E 152-TER DISP. ATT. C.P.C. [2] Il/la Sig./Sig.ra .... (nome e cognome) nato/a il .... a ...., con cittadinanza .... residente in ...., .... via ...., C.F. .... [3], domiciliato/a per il presente giudizio presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., che indica ai fini delle comunicazioni l'indirizzo PEC .... ed il numero di fax .... in qualità di genitore esercente la responsabilità nei confronti di .... nato/a il .... e residente con entrambi i genitori in ...., via ...., PREMESSO – che sia il ricorrente che ...., nato il .... a ...., residente in ...., esercitano la responsabilità genitoriale nei confronti del minore ...., di anni ....; – che l'esercizio della responsabilità genitoriale è stato sempre effettuato di comune accordo tra entrambi i genitori sia con riferimento alle questioni ordinarie che a quelle di particolare rilevanza per la vita, crescita e formazione del figlio con loro convivente; – che, tuttavia, è sorto tra i genitori un insanabile contrasto in merito ad una specifica e circoscritta questione di particolare importanza la cui risoluzione si pone a fondamento non solo della serena crescita del figlio minore ma anche della futura realizzazione delle aspirazioni ed inclinazioni naturali del predetto; – che, in particolare, .... [4]; – che i genitori del minore hanno manifestato in merito antitetiche posizioni e che non può essere d'aiuto l'ascolto del minore la cui tenera età non consente di ritenerlo capace di discernimento [5]; CHIEDE al Tribunale di risolvere il conflitto insorto tra i coniugi suggerendo le determinazioni che ritiene più utili e, ove lo stesso permanga anche a seguito dell'audizione dei genitori e del figlio minore, [6] DI ADOTTARE la soluzione che ritiene più adeguata all'interesse al figlio minore al fine di realizzarne il superiore interesse. Il presente procedimento è esente dal versamento del contributo unificato (art. 10, d.P.R. n. 115/2002) Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... Si allegano i seguenti documenti: 1) ....; 2) ..... [1]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 (Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile), al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'art. 121 c.p.c., i ricorsi sono redatti con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autoritàgiudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che il ricorso deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione, rispetto ai limiti dimensionali degli atti, nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro. [2]L'art. 152-ter disp. att. c.p.c.(disposizione avente effetto dal 28 febbraio 2023 ed applicabile ai procedimenti instaurati successivamente a tale data) prevede che i provvedimenti di cui agli artt. 145 e 316 c.c. siano di competenza del Tribunale del circondario del luogo in cui è stabilita la residenza familiare o, se questa manchi, del Tribunale del domicilio di uno dei due coniugi. Non vi è quindi in merito competenza di altra Autorità, ivi incluso il Giudice tutelare. [3]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale, e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore; è sufficiente l'indicazione del numero di fax poiché l'indirizzo PEC è un dato ormai acquisito nei rapporti con la cancelleria (art. 125 c.p.c. e art. 13 comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modif. dalla l. n. 114/2014). L'indicazione del C.F. del difensore è richiesta dall'art. 125 c.p.c.: ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F., il contributo unificato è aumentato della metà. [4]È necessario evidenziare l'oggetto del contrasto specificando le ragioni per le quali esso costituisce una questione di particolare importanza, unica legittimante il ricorso all'autorità giudiziaria. [5]Ciò ove il minore abbia meno di dodici anni ovvero sia conclamata l'assenza di capacità di discernimento. [6]Ove abbia dodici anni ovvero se di età inferiore abbia la capacità di discernimento. CommentoL'art. 316 c.c. dispone che ciascuno dei genitori possa rivolgersi, in caso di contrasto in merito a questioni di particolare importanza, tra le quali la stessa disposizione individua quelle di particolare rilievo quali l'individuazione della residenza abituale e l'individuazione dell'istituto scolastico, senza formalità al Tribunale. È bene ribadire, e meglio specificare, quanto evidenziato in sede di inquadramento. In particolare deve essere rimarcato che non tutti i contrasti insorti in tema di esercizio della responsabilità genitoriale legittimano l'intervento dell'Autorità giudiziaria. Il contrasto disciplinato dall'art. 316 c.c. è quello che deve intervenire tra genitori conviventi o comunque tra persone tra le quali al momento del ricorso persista un vincolo sentimentale e familiare: pertanto la disposizione di cui alla formula che si propone non può trovare applicazione nel caso in cui il figlio sia stato affidato ad un terzo (ad es. all'ente assistenziale) ed il contrasto intervenga tra il predetto ed uno dei genitori né può trovare applicazione ove sia pendente un procedimento di separazione. In tal caso trovano, infatti, applicazione le disposizioni di cui agli artt. 337-ter c.c. e 473-bis c.p.c. (in questo senso con riferimento alla normativa previgente si veda Cass. I, n. 21553/2021). Detto contrasto deve essere relativo, peraltro, a questioni di particolare importanza che siano specifiche e rilevanti e non potrà invocarsi l'intervento dell'Autorità giudiziaria nel caso in cui i genitori non siano d'accordo sulle modalità educative generali relative al figlio ovvero su questioni di minima importanza. La questione, invero, deve essere tale da poter incidere sulla formazione della personalità del figlio ovvero sulla sua sana e serena crescita, quindi, in astratto, sui diritti fondamentali del figlio. Di conseguenza, nella prassi, le decisioni rientranti nella casistica disciplinata dall'art. 316 c.c. sono principalmente quelle relative alla salute ed all'istruzione scolastica del figlio. Una volta depositato il ricorso, se ritenuto ammissibile, viene fissata l'udienza di comparizione dei genitori e del minore se ultradodicenne ovvero se di età inferiore ma capace di discernimento (e sempre che l'ascolto non sia superfluo ovvero pregiudizievole per il minore), ed in quella sede il Giudice cerca di comporre il contrasto tra i genitori al fine di individuare una soluzione condivisa che sia confacente alle specifiche necessità del minore. Ove, tuttavia, il contrasto permanga, differentemente da quanto avveniva prima dell'intervento del d.lgs. n. 149/2022, così come modificato dalla l. n. 197/2022 (ove il giudice attribuiva il potere di decidere al genitore ritenuto più idoneo a curare gli interessi del figlio), il giudice adotta la soluzione che ritiene più adeguata all'interesse del minore. L'art. 152-ter disp.att. c.p.c. prevede che il provvedimento di cui all'art. 316 c.c. debba essere pronunciato in camera di consiglio e che sia immediatamente esecutivo. L'applicazione delle disposizioni innanzi citate, è circoscritta ai contrasti tra genitori uniti; diversamente troverà applicazione il procedimento di cui agli artt. 473-bis e ss. c.p.c. |