Ricorso per la revoca del decreto pronunciato dal Presidente del Tribunale ex art. 316-bis c.c.InquadramentoL'art. 316-bis c.c. è stato introdotto dall'art. 40 del d.lgs. n. 154/2013. Esso riproduce, senza rilevanti modifiche, il contenuto del previgente art. 148 c.c. (che oggi rinvia integralmente alla disposizione testé citata) e disciplina il procedimento volto a rendere effettivo l'obbligo di contribuzione gravante sui genitori nei confronti dei figli minorenni e di quelli maggiorenni non economicamente autosufficienti. La disposizione è stata collocata nell'ambito del titolo IX del libro primo del codice civile, dedicato alla responsabilità genitoriale e ai diritti e del figlio, in quanto l'obbligo di contribuzione costituisce uno dei doveri dei genitori ed è uno dei diritti fondamentali del figlio, di cui all'art. 315-bis c.c. In particolare l'art. 316-bis c.c. prevede che ciascuno dei genitori sia tenuto a contribuire al mantenimento dei figli “in proporzione alle rispettive sostanze e secondo le capacità di lavoro professionale e casalingo”. Peraltro ciò vale nei rapporti interni, in quanto verso l'esterno il genitore è tenuto ad adempiere per l'intero detta obbligazione, salvo poi agire tramite l'azione di regresso per la quota di spettanza dell'altro. Nel caso in cui uno o entrambi gli esercenti la responsabilità genitoriale non adempiano al dovere di mantenimento soccorre la disposizione in commento. In particolare ove uno dei genitori non adempia, l'altro può rivolgersi al Presidente del Tribunale del luogo di residenza e chiedere, previa assunzione di informazioni ed ascolto dell'altro genitore, l'emanazione di un decreto con il quale si impone che una quota dei redditi dell'obbligato sia versata direttamente all'altro genitore ovvero a chi sopporta le spese di mantenimento ed istruzione della prole. Qualora entrambi i genitori del minore non ottemperino all'obbligo di contribuzione al mantenimento, chiunque vi abbia interesse può rivolgersi al Presidente del Tribunale per ottenere il decreto nei confronti degli ascendenti. In tal caso parte della giurisprudenza di merito ha ritenuto che possa essere disposto un obbligo di contribuzione anche parziale (cioè finalizzato ad integrare l'obbligo di contribuzione del genitore capace di adempiere solo in parte). FormulaTRIBUNALE DI .... RICORSO [1] PER LA REVOCA DEL DECRETO PRONUNCIATO DAL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE (OVVERO DAL GIUDICE DELEGATO ....) IL .... Ai sensi dell'art. 316-bis ultimo comma c.c.[2] Nell'interesse dei signori .... (ove il decreto sia stato pronunciato nei confronti degli ascendenti) nati rispettivamente il .... a ...., C.F. .... [3] C.F. ...., residenti in via .... in ...., rappresentati e difesi dall'avvocato .... C.F. .... giusta procura in calce (o a margine del) al presente atto, presso il cui studio sito in .... in via .... - hanno eletto domicilio, che dichiara di voler ricevere le comunicazione dalla Cancelleria al numero di fax .... ed all'indirizzo di posta elettronica certificata .... - attori- CONTRO La Sig.ra .... (nome, cognome, C.F. ....), nata il .... a .... residente in .... in via ....; - convenuta- PREMESSO IN FATTO che con ricorso del .... la Signora .... legalmente separata da .... (nome e cognome) figlio degli esponenti, rappresentava di essere madre dei minori ...., di non svolgere attività lavorativa e di non essere nelle condizioni di provvedere al soddisfacimento delle esigenze primarie dei predetti; che, in particolare, la Sig.ra .... specificava di essersi separata legalmente da .... (nome e cognome) e che il Tribunale aveva posto a carico di quest'ultimo un assegno mensile di Euro .... a titolo di mantenimento dei figli minorenni .... ma che il coniuge era inadempiente .... [4]; che, pertanto, la Sig.ra .... (nome e cognome) adiva il Presidente del Tribunale di .... chiedendo ....; che, dopo aver sentito gli esponenti, il Presidente del Tribunale (ovvero il Giudice delegato) ordinava con decreto immediatamente esecutivo, pronunciato il .... e notificato agli opponenti il ...., di .... [5] in favore di ....; RILEVATO IN DIRITTO che è decorso oltre un anno da quando il decreto n. .... è stato pronunciato; che sono mutate le originarie condizioni economiche di entrambi i genitori; che, in particolare, il padre dei minori oggi percepisce un reddito pari ad Euro .... e provvede direttamente a tutte le necessità dei figli, indipendentemente dalla corresponsione delle somme versate in favore della signora .... [6]; che pertanto sussistono le condizioni previste dall'ultimo comma dell'art. 316-bis c.c. per la revoca del decreto n. .... pronunciato il ....; TUTTO CIÒ PREMESSO CHIEDONO al ill.mo Presidente dell'Intestato Tribunale di fissare la dell'udienza di prima comparizione delle parti e, indicano sinora le seguenti conclusioni: Piaccia al Tribunale adito, respinta ogni avversaria eccezione e deduzione e domanda, revocare il decreto emesso dal Presidente dal Tribunale per i motivi sopra indicati. In via istruttoria chiedono, senza inversione dell'onere probatorio: 1) .... 2) ..... Con vittoria di spese e competenze. Si deposita: Dichiarazione dei redditi degli esponenti; Dichiarazione dei redditi dei genitori dei minori; Il valore della causa ai fini del pagamento del contributo unificato è di ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1] In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 (Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile), al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'articolo 121 c.p.c., i ricorsi sono redatti con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che il ricorso deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione, rispetto ai limiti dimensionali degli atti, nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro. [2] In seguito all'emissione del decreto di cui all'art. 316-bis c.c., è possibile proporre anche opposizione nel termine di 20 giorni decorrenti dalla notifica del ricorso. [3] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. dispone che gli atti di parte che introducono il giudizio o contengono la prima difesa, redatti dagli avvocati, devono indicare il codice fiscale e il numero di fax del difensore; l'omessa indicazione del fax nonché l'omessa indicazione del codice fiscale della parte comportano l'aumento della metà del contributo unificato (art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificato dalla l. n. 114/2014). Dal 18 agosto 2014 i medesimi atti non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC, essendo sufficiente l'indicazione del numero di fax; l'indirizzo PEC, infatti, è un dato che rimane acquisito nei rapporti con la cancelleria. [4] Specificare se colpevolmente o incolpevolmente. [5] Riportare il contenuto del decreto per la parte d'interesse. [6] Ovvero, ad esempio, gli attori non sono attualmente percettori di alcun reddito atteso che sono stati licenziati in data ..... CommentoLa finalità principale dell'art. 316-bis c.c. è quella di ottenere, nel più breve tempo possibile e nel modo più efficace, un provvedimento giudiziario che, con la forza propria del titolo esecutivo, assicuri ai minori ed ai maggiorenni non economicamente autosufficienti il mantenimento da parte dei loro genitori. Nel caso in cui un genitore non adempia all'obbligo di contribuzione è stato quindi previsto, in primo luogo, che le somme dovute vengano versate direttamente a chi si prende cura dei figli, “così garantendo nell'immediatezza al minore i mezzi necessari per il sostentamento” (Cass. I, n. 3402/1995). Ove ciò non risulti sufficiente possono essere disposti la prestazione di idonea garanzia personale o reale, il sequestro dei beni dell'obbligato (art. 3 comma 2, l. n. 219/2012) e, da ultimo, la distrazione delle somme dovute dal terzo debitore in favore di colui che si prenda cura del minore. Il soddisfacimento delle esigenze del minore avviene tramite un procedimento strutturato sulla falsariga di quello monitorio ed è legittimato ad esperirlo “chiunque vi abbia interesse”. Il Presidente, assunte informazioni e sentito l'obbligato, pronuncia il decreto, che costituisce titolo esecutivo, contro il quale può essere presentata opposizione dall'obbligato e dal terzo debitore nel termine di 20 giorni decorrenti dalla notifica del decreto. L'opposizione è regolata dalle norme di cui agli artt. 473-bis e ss. c.p.c. Il decreto pronunciato dal Presidente del Tribunale può, peraltro, essere oggetto di impugnazione nei termini indicati dalla disposizione di cui all'art. 316-bis c.c. e può essere altresì oggetto di autonoma istanza di revoca o modifica, disciplinata dalle medesime disposizioni innanzi indicate in forza dell'espresso richiamo (testualmente “con le medesime forme”) al procedimento di cui agli artt. 473-bis c.p.c. per i procedimenti relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie attribuiti alla competenza del tribunale ordinario, del giudice tutelare e del tribunale per i minorenni. |