Ricorso per la decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale (art. 330 c.c.)InquadramentoL'art. 330 c.c. dispone che il Giudice possa dichiarare il genitore decaduto dall'esercizio della responsabilità genitoriale nei confronti del figlio minore qualora violi, trascuri i doveri ad essa inerenti ovvero abusi dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio. In seguito alla novella di cui alla l. n. 149/2001, qualora la condotta del genitore sia particolarmente grave il Giudice può altresì disporre l'allontanamento del genitore o del minore dall'abitazione al fine di preservare l'incolumità e la serenità di quest'ultimo. Sotto il profilo sostanziale deve rilevarsi che la dichiarazione di decadenza costituisce una extrema ratio e può essere disposta solo ove gli altri provvedimenti disciplinati dal legislatore (ex art. 333 c.c.) non siano idonei a tutelare il minore. Non rileva peraltro, ai fini della dichiarazione di decadenza, che la condotta posta in essere dal genitore sia colpevole, in quanto il provvedimento di cui all'art. 330 c.c. non costituisce una sanzione bensì un rimedio a tutela del superiore interesse del minore (in merito Cass. I, n. 14145/2017). Una volta pronunciata, la decadenza di cui all'art. 330 c.c. determina per tutto il tempo della sua durata la sospensione di uno o di entrambi i genitori dall'esercizio della responsabilità genitoriale, la privazione dell'usufrutto legale, l'esclusione dalla successione in forza di quanto previsto dall'art. 448-bis c.c., mentre permane l'obbligo di mantenimento sul genitore dichiarato decaduto. FormulaTRIBUNALE PER I MINORENNI DI .... [1] RICORSO [2] AI SENSI DELL'ART. 330 C.C., 38 DISP. ATT. C.C. Il Sig./la Sig.ra .... nato/a il .... a ...., residente in ...., .... via ...., C.F. .... [3], rappresentato/a e difeso/a, ...., in forza di procura a margine (o in calce del) del presente atto, dall'Avv. ...., C.F. ...., presso il cui studio è domiciliato per il presente giudizio, in ...., via ...., che indica ai fini delle comunicazioni da parte della Cancelleria l'indirizzo PEC .... ed il numero di fax .... in qualità di genitore esercente la responsabilità nei confronti di .... nato/a il .... e residente abitualmente in .... via ....; PREMESSO – che sia il/la ricorrente che ...., nato/a il .... a ...., residente in ...., esercitano la responsabilità genitoriale nei confronti del minore .... di anni ....; – che tra i genitori del minore non pende alcun procedimento di separazione, divorzio o ex art. 316 c.c. e che pertanto l'intestato Tribunale è l'unica Autorità giudiziaria competente ex art. 38 disp. att. c.c. a pronunciare il richiesto provvedimento ablativo della responsabilità genitoriale [4]; – che, in particolare, il minore a seguito di sentenza pronunciata dal Tribunale di .... il .... è stato affidato ad entrambi i genitori con collocamento prevalente presso la madre (ovvero presso il padre); – che con la citata sentenza è stato altresì disciplinato il dovere di visita del genitore nonché l'entità del contributo al mantenimento dovuto per il figlio; – che da oltre .... (indicare giorni, mesi, anni) il minore non vede il padre non per volontà dello/della scrivente, né per quella del figlio, così come potrà essere verificato anche attraverso l'ascolto del minore, bensì per la condotta totalmente disinteressata e gravemente lesiva dei diritti fondamentali di .... tenuta dal padre del predetto (ovvero dalla madre); – che, in particolare, attualmente il signore (ovvero la signora): 1) non contribuisce al mantenimento del figlio; 2) non partecipa ad alcuna decisione riguardante il figlio in qualsiasi ambito, così rendendo arduo non solo e non tanto l'esercizio della responsabilità genitoriale da parte della ricorrente ma arrecando reale e grave pregiudizio per il minore con particolare riguardo alle decisioni sanitarie, scolastiche e tutte quelle che richiedono l'assenso di entrambi i genitori; Tanto premesso in fatto CHIEDE al Tribunale per i minorenni di dichiarare, nel superiore interesse del minore .... ed in sua tutela, il Sig./Sig.ra .... decaduto/a dalla responsabilità genitoriale in considerazione del grave pregiudizio derivante, per la serena crescita del figlio, dal permanere della citata responsabilità in capo al Sig. ..... Indica quali mezzi di prova: 1) ..... Si allegano i seguenti documenti: 1) .... relazione della ASL ....; 2) .... relazione del medico; 3) ricorso ex art. 316-bis c.c. e relativo decreto del Presidente o del giudice designato del Tribunale di ....; 4) lettera del Preside della scuola .... etc.; 5) certificato di residenza; 6) stato di famiglia. Il presente procedimento è esente dal versamento del contributo unificato (artt. 10 d.P.R. n. 115/2002). Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]Competente a pronunciare il provvedimento di cui all'art. 330 c.c., in forza di quanto prevede l'art. 38 disp. att. c.c. è, di regola, il Tribunale per i minorenni del luogo di abituale residenza del minore alla data della domanda in forza del nuovo art. 473-bis.11 c.p.c. Ove vi sia stato trasferimento del minore non autorizzato, e non sia decorso un anno, è competente il Tribunale del luogo di ultima residenza abituale del minore prima del trasferimento. Il legislatore già con la l. n. 206/2021 e poi con il d.lgs. n. 149/2022, è intervenuto sui criteri di ripartizione della competenza tra tribunale ordinario e tribunale per i minorenni. Questa ripartizione cesserà di esistere e di destare problemi applicativi non appena verranno adottati, in attuazione dell'art. 1, comma 1, della l. n. 206/2021, i decreti legislativi che comporteranno l'assegnazione alle sezioni circondariali dell'istituendo Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, le competenze che sono state fino ad oggi attribuite al Tribunale per i minorenni dal citato art. 38 disp. att.c.c., con la conseguenza che tutte le competenze che ancora oggi sono ripartite tra Tribunale ordinario e Tribunale per i minorenni confluiranno del Tribunale per le persone innanzi citato. [2]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 (Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile), al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'articolo 121 c.p.c., i ricorsi sono redatti con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che il ricorso deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione, rispetto ai limiti dimensionali degli atti, nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro. [3]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale, e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. dispone che gli atti di parte che introducono il giudizio o contengono la prima difesa, redatti dagli avvocati, devono indicare il codice fiscale e il numero di fax del difensore; l'omessa indicazione del fax nonché l'omessa indicazione del codice fiscale della parte comportano l'aumento della metà del contributo unificato (art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificato dalla l. n. 114/2014). A partire dal 18 agosto 2014 i medesimi atti non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC, essendo sufficiente l'indicazione del numero di fax; l'indirizzo PEC, infatti, è un dato che rimane acquisito nei rapporti con la cancelleria. [4]È opportuno precisare tale circostanza al fine di individuare correttamente il Giudice competente. Nel recente passato ove fosse stato pendente un giudizio di separazione, divorzio o ex art. 316 c.c. era competente a pronunciare i provvedimenti di cui agli artt. 330-333 c.c. il Tribunale che procede secondo quanto prevedeva l'art. 38 disp. att. c.c. nella precedente formulazione (cfr. Cass. VI-I, n. 25798/2016) ed il conflitto di competenza tra tribunale ordinario e tribunale per i minorenni andava risolto secondo il criterio della prevenzione (Cass. VI, ord. n. 1866/2019). Il d.lgs. n. 149/2022 ha riscritto, ancora una volta, l'art. 38 disp.att. La disposizione prevede, nell'attuale formulazione la competenza del tribunale per i minorenni per i provvedimenti contemplati dagli artt. 84, 90, 250, ultimo comma, 330, 332, 333, 334, 335 e 371, ultimo comma, del codice civile. Sono di competenza del tribunale ordinario i procedimenti previsti dagli artt. 330,332,333,334 e 335 del codice civile, anche se instaurati dal pubblico ministero, quando è già pendente o è instaurato successivamente tra le stesse parti, giudizio di separazione, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio ovvero giudizio ai sensi dell'art. 250, comma 4, 267,277, secondo comma e 316 del codice civile, o un procedimento per la modifica della condizioni dettate da precedente provvedimento a tutela del minore.. In questi casi il tribunale per i minorenni, d'ufficio o su richiesta di parte, senza indugio e comunque entro il termine di quindici giorni dalla richiesta, adotta tutti gli opportuni provvedimenti temporanei e urgenti nell'interesse del minore e trasmette gli atti al tribunale ordinario, innanzi al quale il procedimento, previa riunione, continua. I provvedimenti adottati dal tribunale per i minorenni conservano la loro efficacia fino a quando sono confermati, modificati o revocati con provvedimento emesso dal tribunale ordinario. Il pubblico ministero della procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, nei casi di trasmissione degli atti dal tribunale per i minorenni al tribunale ordinario, provvede alla trasmissione dei propri atti al pubblico ministero della procura della Repubblica presso il tribunale ordinario. CommentoLa decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale può essere pronunciata a seguito di ricorso dell'altro genitore, dei parenti ovvero del Pubblico ministero. Quest'ultimo agisce in seguito a segnalazioni, esposti e comunicazioni che possono essere presentati non solo dai soggetti legittimati a presentare ricorso ma anche in seguito alla segnalazione di terzi, enti pubblici etc. Il ricorso potrà, a seconda della situazione concretamente esistente, contenere la richiesta di provvedimenti urgenti ovvero di allontanamento del genitore o del figlio stesso. Tale richiesta potrà essere contenuta sia in un ricorso formulato per ottenere la dichiarazione di decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale, ex art. 330 c.c., sia per ottenere un provvedimento conveniente, ex art. 333 c.c. Deve evidenziarsi, peraltro, che anche la disposizione di cui all'art. 342-bis c.c., (abrogata dal d.lgs. n. 149/2022 e oggi nella sostanza trasfusa, per la parte qui in considerazione, nell'art. 473-bis.70 c.p.c.) consentiva l'allontanamento del genitore dall'abitazione da parte di una diversa autorità giudiziaria. L'art. 473-bis.69 c.p.c. oggi prevede, diversamente, che ove la condotta posta in essere possa arrecare danno al minore, in tal caso l'ordine di protezione possa essere pronunciato, anche su istanza del pubblico ministero, dal Tribunale per i minorenni. Trovano applicazione, con riferimento al procedimento in esame, le disposizioni di cui agli artt. 473-bis e ss. c.p.c. per i procedimenti instaurati successivamente al 28 febbraio 2023 mentre per quelli instaurati antecedentemente trovano applicazione gli artt. 336 (nella versione antecedente alle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 149/2022) e 336-bis c.c. La Corte di Cassazione ha di recente affermato che nei giudizi de potestate, che riguardino entrambi i genitori ed ove non sia stato nominato un tutore provvisorio, l'art. 336, comma quarto, richiede la nomina di un curatore speciale ex art. 78 c.p.c. stante la presenza di un conflitto di interessi con entrambi gli esercenti la responsabilità genitoriale. La posizione del figlio, parte necessaria del procedimento, risulta in quest'ottica sempre contrapposta a quella di entrambi i genitori, anche quando il provvedimento venga richiesto nei confronti di uno solo di essi, non potendo in questi casi stabilirsi ex ante la coincidenza e l'omogeneità dell'interessi (Cass. I, n. 5256/2018; Cass. I, n. 1957/2016; Cass. I, n. 16533/2010 citate dalla medesima decisione). Sicché, secondo la richiamata decisione, il processo è nullo ai sensi dell'art. 354 c.p.c. ove non sia stato nominato un curatore speciale con conseguente rimessione della causa al primo giudice affinché provveda all'integrazione del contraddittorio. Al riguardo giova evidenziare che con l'avvento del d.lgs. n. 149/2022 è entrato in vigore l'artt. 473-bis.7 c.p.c. il quale disciplinano i casi di nomina del tutore e curatore del minore. La nomina deve essere disposta nei casi in cui l'autorità giudiziaria pronunci provvedimento, anche temporaneo, la sospensione o la decadenza dalla responsabilità genitoriale di entrambi i genitori. All'esito del procedimento, ove venga disposta la limitazione della responsabilità genitoriale, può essere nominato un curatore al minore. Il successivo art. 473-bis.8 c.p.c. prevede i casi in cui la nomina del curatore speciale debba avvenire a pena di nullità ed in casi in cui il giudice possa comunque, in relazione a specifiche circostanze, nominarlo. Il genitore è comunque litisconsorte necessario, munito del pieno potere di agire, contraddire e impugnare, nei giudizi aventi ad oggetto la limitazione o ablazione della sua responsabilità genitoriale (Cass. I, ord. n. 4099/2018). Il Tribunale per i minorenni pronuncia la decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale, dopo aver assunto informazioni, e soprattutto dopo aver disposto l'ascolto del minore di anni dodici ovvero di età inferiore, se capace di discernimento, ex artt. 473-bis.4. e 473-bis.5 c.p.c. L'ascolto, che costituisce un dovere per il giudice ed un diritto per il minore, tuttavia può non essere effettuato ove sia manifestamente superfluo ovvero possa determinare un pregiudizio per il minore. Deve inoltre evidenziarsi che il raggiungimento della maggiore età da parte del minore, in pendenza del procedimento per la dichiarazione di decadenza, determinando automaticamente la cessazione della responsabilità genitoriale indipendentemente dall'inosservanza dei doveri posti a carico dei genitori, comporta la pronuncia di cessazione della materia del contendere con conseguente caducazione dei provvedimenti eventualmente pronunciati, assumendo rilievo solo la tutela del minore dai comportamenti pregiudizievoli dei genitori e non già l'interesse del genitore all'accertamento negativo dei fatti allegati a sostegno della domanda (Cass. I, n. 23019/2019). In relazione alla disciplina vigente fino al 28 febbraio 2023, la Corte di Cassazione ha chiarito che i provvedimenti de potestate emessi dal giudice minorile hanno attitudine al giudicato, sia pure rebus sic stantibus, in quanto non sono revocabili o modificabili, salva la sopravvenienza di fatti nuovi; pertanto, il decreto della corte di appello che pronuncia in sede di reclamo è impugnabile con ricorso per cassazione ex art. 111 Cost. (Cass. S.U., n. 32359/2018; Cass. VI, ord. n. 1668/2020) ancorché non sia stato emesso a conclusione del procedimento per essere stato, anzi, espressamente pronunciato “in via non definitiva”, trattandosi di provvedimento che riveste comunque carattere decisorio, quando non sia stato adottato a titolo provvisorio ed urgente, idoneo ad incidere in modo tendenzialmente stabile sull'esercizio della responsabilità genitoriale (Cass. I, n. 9691/2022). |