Comparsa di costituzione e risposta nel procedimento per la decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale

Annachiara Massafra

Inquadramento

L'art. 330 c.c. dispone che il Giudice possa dichiarare il genitore decaduto dall'esercizio della responsabilità genitoriale nei confronti del figlio minore qualora violi, trascuri i doveri ad essa inerenti ovvero abusi dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio. In seguito alla novella di cui alla l. n. 14/2001, qualora la condotta del genitore sia particolarmente grave il Giudice può altresì disporre l'allontanamento del genitore o del minore dall'abitazione al fine di preservare l'incolumità e la serenità di quest'ultimo.

Sotto il profilo sostanziale deve rilevarsi che la dichiarazione di decadenza costituisce una extrema ratio e può essere disposta solo ove gli altri provvedimenti disciplinati dal legislatore (ex art. 333 c.c.) non siano idonei a tutelare il minore. Il pregiudizio derivante dalla condotta del genitore secondo parte di dottrina deve essere attuale mentre secondo altri autori può anche essere potenziale purché esso sia inerente ad un pericolo serio e grave. Non rileva peraltro, ai fini della dichiarazione di decadenza, che la condotta posta in essere dal genitore sia colpevole, in quanto il provvedimento di cui all'art. 330 c.c. non costituisce una sanzione bensì un rimedio a tutela del superiore interesse del minore (in merito Cass. I, n. 14145/2017).

Una volta pronunciata la decadenza di cui all'art. 330 c.c., essa determina per tutto il tempo della sua durata la sospensione di uno o di entrambi i genitori dall'esercizio della responsabilità genitoriale, la privazione dell'usufrutto legale, l'esclusione dalla successione in forza di quanto previsto dall'art. 448-bis c.c., mentre permane l'obbligo di mantenimento sul genitore dichiarato decaduto.

Formula

TRIBUNALE PER I MINORENNI DI .... [1]

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA [2] NEL PROCEDIMENTO EX ART. 330 C.C.

Il/la Sig./ra .... nato/a il .... a ...., residente in ...., .... via ...., C.F. .... [3], rappresentato/a e difeso/a, in forza di procura a margine (o in calce del) del presente atto, dall'Avv., ...., C.F. ...., domiciliato/a per il presente giudizio presso lo studio dell'Avv. ...., sito in ...., via ...., .... che indica ai fini delle comunicazioni da parte della Cancelleria l'indirizzo PEC .... ed il numero di fax .... ....:

in qualità di genitore esercente la responsabilità nei confronti di .... nato/a il .... a ...., residente in .... via ....

PREMESSO

che con ricorso del ..... Il/la Sig./ra .... nato/a il .... a ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., rappresentato/a e difeso/a dall'Avv., domiciliato/a per il presente giudizio presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. .... (ovvero uno dei soggetti indicati dall'art. 336 c.c.) ha chiesto all'intestato Tribunale per i minorenni di dichiarare la decadenza dalla responsabilità genitoriale dell'esponente, sostenendo che il predetto non contribuirebbe al mantenimento del figlio ...., non rispetterebbe il calendario di incontri stabilito dal Tribunale con sentenza del ...., si disinteresserebbe delle decisioni di carattere sanitario e scolastico arrecando grave pregiudizio alla serena crescita del figlio;

RAPPRESENTA

– che, diversamente da quanto evidenziato nel ricorso depositato il ...., dal momento in cui la convivenza tra i due genitori è cessata, il/la ricorrente ha ostacolato ogni rapporto tra < .... ed il figlio ed in particolare ha determinato, con la propria condotta il rifiuto da parte del piccolo .... nei confronti della figura paterna/materna;

– che, a differenza di quanto affermato dal/dalla ricorrente, l'istante ha da poco intrapreso una nuova attività lavorativa che gli ha consentito di concorrere al mantenimento del figlio in diversa misura (tant'è che è stata chiesta la revoca/modifica del decreto pronunciato dal Presidente del Tribunale ex art. 316-bis c.c.);

– che dalle email e comunicazioni che si producono si evince peraltro che l'istante ha sempre cercato di partecipare alle decisioni relative alle scelte riguardanti il figlio ed in particolare alle decisioni in tema di salute ma che il ricorrente non lo ha informato in plurime circostanze;

– che, nel caso di specie, come sopra evidenziato, la condotta del genitore istante non integra in alcun modo il comportamento stigmatizzato dall'art. 330 c.c., né è tale da rendere opportuna la richiesta adozione di provvedimenti convenienti di cui all'art. 333 c.c.

PER TALI MOTIVI

CHIEDE

Previo ascolto dell'istante e del minore, ove ritenuto capace di discernimento, di respingere il ricorso e di pronunciare le opportune prescrizioni nei confronti del genitore ...., al fine di tutelare la serena ed equilibrata crescita del figlio nonché il diritto fondamentale alla bigenitorialità, di cui all'art. 315-bis c.c.

Il presente procedimento è esente dal versamento del contributo unificato (artt. 10, d.P.R. n. 115/2002)

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

Si allegano i seguenti documenti:

1) copia del contratto di assunzione presso la società .... e estratto conto dell'ultimo anno;

2) sentenza di separazione giudiziale del .... pronunciata dal Tribunale di ....;

3) corrispondenza intercorsa tra le parti;

4) ricorso ex art. 316-bis c.c. la modifica del decreto pronunciato il ....;

5) certificato di residenza;

6) stato di famiglia.

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ....

Firma Avv. ....

[1]Competente a pronunciare il provvedimento di cui all'art. 330 c.c., in forza di quanto prevede l'art. 38 disp. att. c.c. è, di regola, il Tribunale per i minorenni del luogo di abituale residenza del minore alla data della domanda in forza del nuovo art. 473-bis.11 c.p.c. Ove vi sia stato trasferimento del minore non autorizzato, e non sia decorso un anno, è competente il Tribunale del luogo di ultima residenza abituale del minore prima del trasferimento. Il legislatore già con la l. n. 206/2021 e poi con il d.lgs. n. 149/2022, è intervenuto sui criteri di ripartizione della competenza tra tribunale ordinario e tribunale per i minorenni. Questa ripartizione cesserà di esistere e di destare problemi applicativi non appena verranno adottati, in attuazione dell'art. 1, comma 1, della l. n. 206/2021, i decreti legislativi che comporteranno l'assegnazione alle sezioni circondariali dell'istituendo Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, le competenze che sono state fino ad oggi attribuite al Tribunale per i minorenni dal citato art. 38 disp. att. c.c., con la conseguenza che tutte le competenze che ancora oggi sono ripartite tra Tribunale ordinario e Tribunale per i minorenni confluiranno del Tribunale per le persone innanzi citato.

[2]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 (Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile), al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'art. 121 c.p.c., le comparse di costituzione devono essere redatte con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che la comparsa di costituzione deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione, rispetto ai limiti dimensionali degli atti, nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro.

[3]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. dispone che gli atti di parte che introducono il giudizio o contengono la prima difesa, redatti dagli avvocati, devono indicare il codice fiscale e il numero di fax del difensore; l'omessa indicazione del fax nonché l'omessa indicazione del codice fiscale della parte comportano l'aumento della metà del contributo unificato (art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificato dalla l. n. 114/2014). A partire dal 18 agosto 2014 i medesimi atti non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC, essendo sufficiente l'indicazione del numero di fax; l'indirizzo PEC, infatti, è un dato che rimane acquisito nei rapporti con la cancelleria.

Commento

La decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale può essere pronunciata a seguito di ricorso dell'altro genitore, dei parenti ovvero del Pubblico ministero. Quest'ultimo agisce in seguito a segnalazioni, esposti e comunicazioni che possono essere presentati non solo dai soggetti legittimati a presentare ricorso ma anche in seguito alla segnalazione di terzi, enti pubblici etc.

Il ricorso potrà, a seconda della situazione concretamente esistente, contenere la richiesta di provvedimenti urgenti ovvero di allontanamento del genitore o del figlio stesso. Tale richiesta potrà essere contenuta sia in un ricorso formulato per ottenere la dichiarazione di decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale ex art. 330 c.c. sia per ottenere un provvedimento conveniente ex art. 333 c.c.

Trovano applicazione, con riferimento al procedimento in esame, le disposizioni di cui agli artt. 473-bis e ss. c.p.c. per i procedimenti instaurati successivamente al 28 febbraio 2023 mentre per quelli instaurati antecedentemente trovano applicazione gli artt. 336 (nella versione antecedente alle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 149/2022) e 336-bis c.c.

La Corte di Cassazione ha di recente affermato che nei giudizi de potestate, che riguardino entrambi i genitori ed ove non sia stato nominato un tutore provvisorio, l'art. 336, comma quarto, richiede la nomina di un curatore speciale ex art. 78 c.p.c. stante la presenza di un conflitto di interessi tra il minore ed entrambi gli esercenti la responsabilità genitoriale. La posizione del figlio, parte necessaria del procedimento, risulta in quest'ottica sempre contrapposta a quella di entrambi i genitori, anche quando il provvedimento venga richiesto nei confronti di uno solo di essi, non potendo in questi casi stabilirsi ex ante la coincidenza e l'omogeneità dell'interessi (Cass. I, n. 5256/2018; Cass. I, n. 1957/2016; Cass. I, n. 16533/2010 citate dalla medesima decisione). Il genitore è comunque litisconsorte necessario, munito del pieno potere di agire, contraddire e impugnare, nei giudizi aventi ad oggetto la limitazione o ablazione della sua responsabilità genitoriale (Cass. I, n. 4099/2018). Al riguardo giova evidenziare che con l'avvento del d.lgs. n. 149 del 2022 è entrato in vigore l'artt. 473-bis.7 c.p.c. il quale disciplinano i casi di nomina del tutore e curatore del minore. La nomina deve essere disposta nei casi in cui l'autorità giudiziaria pronunci provvedimento, anche temporaneo, la sospensione o la decadenza dalla responsabilità genitoriale di entrambi i genitori. All'esito del procedimento, ove venga disposta la limitazione della responsabilità genitoriale, può essere nominato un curatore al minore. Il successivo articolo 473-bis.8 c.p.c. prevede i casi in cui la nomina del curatore speciale debba avvenire a pena di nullità ed in casi in cui il giudice possa comunque, in relazione a specifiche circostanze, nominarlo. Il genitore è comunque litisconsorte necessario, munito del pieno potere di agire, contraddire e impugnare, nei giudizi aventi ad oggetto la limitazione o ablazione della sua responsabilità genitoriale (Cass. I, ord. n. 4099/2018). Il Tribunale per i minorenni pronuncia la decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale, dopo aver istruito il procedimento e soprattutto dopo aver disposto l'ascolto del minore di anni dodici ovvero di età inferiore, se capace di discernimento, ex artt. 473-bis.4 e 473-bis.5 c.p.c. L'ascolto, che costituisce un dovere per il giudice ed un diritto per il minore, tuttavia può non essere effettuato ove sia manifestamente superfluo ovvero possa determinare un pregiudizio per il minore.

In relazione alla disciplina relativa ai procedimenti instaurati prima del 28 febbraio 2023 la Corte di Cassazione ha osservato che i provvedimenti de potestate emessi dal giudice minorile ai sensi degli artt. 330 e 336 c.c. hanno attitudine al giudicato, sia pure rebus sic stantibus, in quanto non sono revocabili o modificabili, salva la sopravvenienza di fatti nuovi; pertanto, il decreto della corte di appello che pronuncia in sede di reclamo è impugnabile con ricorso per cassazione ex art. 111 Cost. (Cass. S.U., n. 32359/2018; Cass. VI, ord. n. 1668/2020) ancorché non sia stato emesso a conclusione del procedimento per essere stato, anzi, espressamente pronunciato “in via non definitiva”, trattandosi di provvedimento che riveste comunque carattere decisorio, quando non sia stato adottato a titolo provvisorio ed urgente, idoneo ad incidere in modo tendenzialmente stabile sull'esercizio della responsabilità genitoriale (Cass. I, n. 9691/2022).

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