Ricorso per la rimozione del genitore dall'amministrazione dei beni del figlio minore ai sensi dell'art. 334 c.c.

Annachiara Massafra

Inquadramento

La rimozione prevista dall'art. 334 c.c. è il provvedimento pronunciato dal Tribunale per i minorenni con il quale uno, o entrambi i genitori, viene, o vengono, esclusi dalla gestione del patrimonio del minore. Essa non costituisce una sanzione ma un rimedio per tutelare il patrimonio del minore dall'incapacità gestionale di uno o di entrambi i genitori. Qualora all'esito del procedimento venga accertata la cattiva amministrazione del patrimonio del minore da parte del genitore, il Tribunale può rimuovere il genitore dall'esercizio della amministrazione e nelle situazioni meno gravi può stabilire le “condizioni” alle quali si devono attenere il genitore o entrambi i genitori.

Formula

TRIBUNALE PER I MINORENNI DI ... [1]

RICORSO AI SENSI DEGLI ARTT. 334,336 C.C. E 38 DISP. ATT. C.C.

I Sig.ri ... nati, rispettivamente, il ... a ... e il ... a ..., residenti in ..., ... via ... (C.F. ... [2] C.F. ... ), rappresentati e difesi, in forza di procura a margine (o in calce del) del presente atto, dall'Avv. ..., C.F. ..., domiciliati per il presente giudizio presso lo studio dell'Avv. ..., sito in ..., via ..., che indica ai fini delle comunicazioni da parte della Cancelleria l'indirizzo PEC ... ed il numero di fax ...;

in qualità di ascendenti del minore ..., nato/a il ... a ..., residente in ..., via ... e

PREMESSO

- che il minore è titolare dei seguenti beni ...;

- che percepisce la pensione ... ovvero l'indennità ... (ovvero che ha ereditato ... );

- che la madre che esercita la responsabilità genitoriale in via esclusiva nei confronti del figlio (ovvero il padre o entrambi) male amministra (o male ha amministrato) il patrimonio del figlio;

- che, in particolare, sono stati alienati dei beni facenti parte dell'asse ereditario senza le necessarie autorizzazioni da parte dell'Autorità giudiziaria;

- che non sono stati pagati gli oneri condominiali relativi agli immobili di proprietà del figlio minore;

- che le somme mensilmente percepite dal minore sono utilizzate dal genitore non per le necessità del figlio ma per far fronte a spese personali;

- in particolare ... [3][4] ;

RITENUTO

che le condotte poste in essere da/dai genitore/i siano chiara espressione della attuale incapacità di gestire il patrimonio del figlio con grave pregiudizio per gli interessi economici del minore, per la salvaguardia del suo patrimonio e soprattutto per il soddisfacimento delle sue esigenze primarie

CHIEDONO

Ai sensi dell'art. 334 c.c., all'intestato Tribunale per i minorenni, di rimuovere, nel superiore interesse del minore ... (nome e cognome) ed in sua tutela, il/i Signor/Signori ..., nato/i il ... a ..., C.F. ... C.F. ..., residenti in ..., via ..., dall'amministrazione dei beni del predetto minore e di privarlo/li dell'usufrutto legale sui beni del figlio.

CHIEDONO

La nomina di un curatore speciale [5] , indicando il nominativo di ....

Il presente procedimento è esente dal versamento del contributo unificato (art. 10, d.P.R. n. 115/2002).

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ...

Firma Avv. ...

Si allegano i seguenti documenti:

1) documentazione comprovante il cattivo uso del patrimonio, estratti conto, etc.

2) testamento, dichiarazione di successione, accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, inventario.

1. È competente il Tribunale del luogo di residenza abituale del minore nei termini di cui all'art. 473-bis.11 c.p.c.

2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale, e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. dispone che gli atti di parte che introducono il giudizio o contengono la prima difesa, redatti dagli avvocati, devono indicare il codice fiscale e il numero di fax del difensore; l'omessa indicazione del fax nonché l'omessa indicazione del codice fiscale della parte comportano l'aumento della metà del contributo unificato. A partire dal 18 agosto 2014 i medesimi atti non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC, essendo sufficiente l'indicazione del numero di fax; l'indirizzo PEC, infatti, è un dato che rimane acquisito nei rapporti con la cancelleria.

3. Occorre specificare e documentare in quali atti si sia concretata la mala gestio.

4. La condotta posta in essere dal genitore deve essere relativa alla gestione del patrimonio del minore, atteso che la rimozione è un provvedimento relativo esclusivamente alla tutela del patrimonio.

5. Tale richiesta deve essere inserita solo nel caso in cui venga chiesta la rimozione di entrambi i genitori dall'amministrazione dei beni del figlio.

Commento

La rimozione di cui all'art. 334 c.c. è il provvedimento pronunciato dal Tribunale per i minorenni, competente ex art. 38 disp. att. c.c., con il quale uno, o entrambi i genitori, viene, o vengono, esclusi dalla gestione del patrimonio del minore. Essa non costituisce una sanzione ma un rimedio per tutelare il patrimonio del minore dall'incapacità gestionale di uno o di entrambi i genitori.

La rimozione ex art. 334 c.c. presuppone che uno o entrambi i genitori amministrino male il patrimonio del figlio minore realizzando condotte concretamente pregiudizievoli, tali da rendere sicuro il rischio patrimoniale. La valutazione di tali condotte, secondo quanto ha recentemente statuito la Corte di Cassazione, deve essere improntata a criteri di oggettività, non essendo sufficienti situazioni di pericolo meramente potenziale o fondate su convinzioni o interessi soggettivi di colui che reclami l'intervento del Giudice (Cass. VI, n. 18777/2018).

Qualora all'esito del procedimento venga accertata la cattiva amministrazione da parte del genitore, il Tribunale può rimuovere il genitore dall'esercizio della amministrazione e nelle situazioni meno gravi può stabilire le “condizioni” alle quali si devono attenere il o entrambi i genitori. In quest'ultimo caso i genitori conservano, in linea di principio, i poteri di amministrazione e rappresentanza, ma la loro discrezionalità è limitata dal contenuto delle condizioni stabilite dal Tribunale per i minorenni.

La rimozione esclude totalmente il genitore dalla amministrazione dei soli beni del minore e non determina l'automatica sospensione dalla amministrazione e godimento dei frutti legali. Di talché, se ritenuta opportuna nel caso di specie, è necessario che il Tribunale esplicitamente disponga la predetta sospensione come sanzione accessoria.

Qualora dall'amministrazione vengano rimossi entrambi i genitori è necessario nominare un curatore speciale che si occupi della gestione del patrimonio. Diversamente, nel caso in cui la pronuncia di rimozione riguardi uno solo dei genitori, l'amministrazione resta affidata all'altro.

Il procedimento è instaurato mediante ricorso ed il provvedimento con il quale è stata disposta la rimozione può essere revocato qualora cessino le condizioni che lo avevano determinato, con le stesse modalità previste per la sua emanazione.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario