Memoria difensiva con eccezione di difetto di giurisdizione ai sensi dell'art. 7 del Regolamento UE n. 1111/2019InquadramentoL'art. 7 del Regolamento UE n. 1111/2009 individua, in conformità al principio di vicinanza o di prossimità, come già l'art. 1 della Convenzione dell'Aja del 25 ottobre 1980, ratificata con l. n. 64/1994, sugli aspetti civili della sottrazione internazionale dei minori, nella “residenza abituale” il titolo di giurisdizione che in via generale, ovvero fatta salva l'applicazione in particolari fattispecie dei criteri speciali dettati dalle disposizioni immediatamente successive, determina la giurisdizione di uno Stato membro nelle cause relative alla responsabilità genitoriale. FormulaTRIBUNALE PER I MINORENNI DI .... [1] MEMORIA DIFENSIVA [2] PROC. N. .... / .... R.G. - SEZ. .... - G.I. DOTT. .... PER Il Sig. [3]...., nato a .... il .... (C.F. [4]: ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato in ...., via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [5].... C.F. [6].... che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti in calce al presente atto .... [7]. Per le comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'avvocato .... indica il numero fax .... [8]. - resistente - CONTRO Sig.ra ...., rappresentata e difesa dall'Avv. ..... - ricorrente - PREMESSO CHE Con ricorso depositato in data ...., la Sig.ra ...., adiva l'intestato Tribunale affinché fosse dichiarata la decadenza dell'esponente dalla potestà parentale sulla figlia minore .... in quanto ....; Con il presente atto si costituisce nel procedimento il Sig. .... deducendo quanto segue. Prima di contestare la ricostruzione dei fatti compiuta dalla Sig.ra ...., si eccepisce, in via pregiudiziale, la carenza di giurisdizione-competenza di questo Tribunale ai sensi dell'art. 7 del Regolamento UE n. 1111/2019[9]. Invero, le parti, sebbene di nazionalità italiana, hanno risieduto, negli anni del proprio matrimonio, in Francia per ragioni di lavoro. Soltanto da due mesi, la Sig.ra .... svolge una nuova attività lavorativa in Italia: peraltro, la minore .... continua a vivere pressoché stabilmente a Parigi dove ha il proprio centro di affetti ed interessi [10], atteso che frequenta lì da due anni la scuola materna e segue una scuola di nuoto. Inoltre ..... Pertanto, ai sensi dell'art. 7 del Regolamento UE n. 1111/2019 sussiste la giurisdizione delle autorità giudiziarie francesi in favore delle quali si richiede in via pregiudiziale declaratoria di difetto di giurisdizione. Nel merito, ..... Tanto premesso, il Sig. ...., come in atti rapp., difeso e dom.to, CHIEDE che l'Ill.mo Tribunale adito voglia: 1) In via pregiudiziale, dichiarare il proprio difetto di giurisdizione ex art. 7 del Regolamento UE n. 1111/2019 in favore delle autorità giudiziarie francesi; 2) in subordine, rigettare il ricorso proposto dalla Sig.ra ..... Con vittoria di spese. IN VIA ISTRUTTORIA Si depositano in copia i seguenti documenti: 1. ....; 2. ....; 3. ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente procedimento l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]Mancando nella specie qualsivoglia collegamento con un'altra controversia relativa al rapporto tra i genitori, il procedimento di decadenza deve essere incardinato ex art. 38 disp. att. c.c. dinanzi al Tribunale per i minorenni. [2]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'articolo 121 del codice di procedura civile, la prima memoria difensiva è redatta con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che la memoria deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro e, dunque, sembra anche per le cause di valore indeterminabile, tra le quali sono frequenti quelle in materia familiare. [3]Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. la memoria difensiva deve contenere, tra l'altro, l'indicazione delle parti. [4]In tutti gli atti introduttivi del giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). [5]A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore, è sufficiente l'indicazione del numero di fax, poiché l'indirizzo PEC è un dato ormai acquisito nei rapporti con la cancelleria: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014. [6]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. [7]La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. [8]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. Ai sensi del citato art. 13, comma 3-bis: “Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F .... il contributo unificato è aumentato della metà”. [9]Nella redazione dell'atto, sia nella parte espositiva che nelle conclusioni, è opportuno rispettare l'ordine logico delle questioni che l'autorità giudiziaria dovrà esaminare e, quindi, esporre prima le eccezioni di carattere processuale, quindi eventuali eccezioni preliminari di merito (ad esempio, la prescrizione del credito) ed infine passare alla ricostruzione alternativa dei fatti rispetto a quella prospettata dall'altra parte. [10]Difatti, la residenza abituale ai fini del radicamento della giurisdizione corrisponde ad una situazione di fatto, dovendo per essa intendersi il luogo nel quale il minore, in virtù di una durevole e stabile permanenza, ha il centro dei propri legami affettivi, non solo parentali, derivanti dallo svolgersi in detta località della sua quotidiana vita di relazione, ossia il luogo dove il minore custodisce e coltiva i suoi più radicati e rilevanti legami affettivi ed i suoi reali interessi ed il cui accertamento è riservato all'apprezzamento del Giudice di merito (Liuzzi, Sottrazione internazionale di minori e questioni processuali: ancora in tema di ascolto e di residenza del minore, in Fam. e dir., 2008, n. 10, 887). Di conseguenza, in giurisprudenza è stata ritenuta irrilevante l'eventuale diversa residenza anagrafica del minore (Cass. n. 19544/2003), nonché il luogo in cui lo stesso si trovi a seguito di trasferimenti di carattere contingente e transitorio o il luogo in cui abiti occasionalmente al momento della proposizione della domanda, ad esempio per un periodo di vacanza (Cass. n. 558/1982). Il parametro di riferimento è, in sostanza, quello della c.d. residenza affettiva (cfr. Corbetta, La Convenzione dell'Aja del 1980 sugli effetti civili della sottrazione internazionale di minori, in Fam. pers. succ., 2008, nn. 8-9, 715), intesa come luogo dove il minore può svolgere pienamente ed accrescere la propria personalità e con il quale ha il rapporto, non solo materiale, ma anche e soprattutto affettivo, più stretto, in cui può coltivare quel supremo interesse che deve sempre essere alla base di ogni decisione che riguardi i minori (Astiggiano, Sottrazione internazionale di minori, residenza abituale, trasferimento temporaneo all'estero, in Fam. e dir., 2009, n. 10, 877 ss.). CommentoL'art. 7 del Regolamento UE n. 1111/2019 individua, come già l'art. 8 del Regolamento CE n. 2201/2003 e sul modello dell'art. 1 della Convenzione dell'Aja del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale dei minori, nella “residenza abituale” il titolo di giurisdizione che in via generale, ovvero fatta salva l'applicazione in particolari fattispecie dei criteri speciali dettati dalle disposizioni immediatamente successive, determina la giurisdizione di uno Stato membro nelle cause relative alla responsabilità genitoriale. Tale regola è conforme al criterio di vicinanza o prossimità (Magrone, La disciplina del diritto di visita nel regolamento (CE) n. 2201/2003, in Riv. dir. internaz. priv. proc., 2005, 339 ss., spec. 353). La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha evidenziato che la nozione di «residenza abituale», ai sensi dell'art. 8, n. 1, del Regolamento n. 2201/2003, deve essere interpretata nel senso che tale residenza non può essere determinata tenendo conto della normativa interna dei singoli Stati Membri e corrisponde al luogo che denota una certa integrazione del minore in un ambiente sociale e familiare: a tal fine, si deve in particolare tenere conto della durata, della regolarità, delle condizioni e delle ragioni del soggiorno nel territorio di uno Stato membro e del trasloco della famiglia in tale Stato, della cittadinanza del minore, del luogo e delle condizioni della frequenza scolastica, delle conoscenze linguistiche nonché delle relazioni familiari e sociali del minore nel detto Stato. Compete al giudice nazionale stabilire la residenza abituale del minore, tenendo conto delle peculiari circostanze di fatto che caratterizzano ogni caso di specie (CGUE 2 aprile 2009, n. 523, in Riv. dir. proc., 2010, n. 2, 461, con nota di Gozzi ed in Fam. e dir., 2009, n. 10, 876, con nota di Astiggiano). Le Sezioni Unite hanno evidenziato che, in tema di riparto di giurisdizione tra autorità di Stati diversi in ambito UE, le controversie in materia di affidamento e di determinazione delle modalità di visita sono devolute al giudice del luogo di residenza abituale del minore (Cass. S.U., n. 22238/2009). Pertanto, ai fini dell'individuazione del luogo di residenza abituale, il dato fattuale deve prevalere su quello anagrafico, dovendosi fare sostanziale riferimento al centro di vita del minore, ai suoi effettivi legami sociali e familiari, non solo parentali, ed all'elemento temporale, stanti gli effetti del trascorrere del tempo sul consolidamento delle consuetudini di vita e sul radicamento ambientale a seguito di una stabile e continua permanenza in un determinato luogo (cfr. Salzano, Considerazioni sulla competenza giurisdizionale a disporre l'affidamento della prole e ad adottare misure provvisorie e urgenti di protezione di minorenni asseritamente sottratti nella applicazione del Regolamento (CE) n. 2201/2003, e sulla individuazione della residenza abituale dei neonati nella applicazione della Convenzione de l'Aja del 25 ottobre 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, in Dir. fam., 2011, n. 1, 226). Le stesse Sezioni Unite hanno inoltre precisato che, in tema di responsabilità genitoriale, al fine di stabilire la competenza giurisdizionale, occorre dare rilievo – per principio generale – al criterio della residenza abituale del minore al momento della domanda, intendendo come tale il luogo del concreto e continuativo svolgimento della vita personale, e non quello risultante da un calcolo puramente aritmetico del vissuto (Cass. S.U., n. 5418/2016: nella specie, applicando l'enunciato principio, la S.C. ha ritenuto corretta la motivazione del giudice di merito, per la quale doveva considerarsi abitualmente residente in Brasile il minore che vi aveva vissuto fra i tre e i sei anni di età, periodo intensamente relazionale, con un intervallo di appena sei mesi, trascorso in Italia). Le Sezioni Unite hanno altresì chiarito che, per individuare la residenza abituale di un minore di tenera età (nella specie, 2 anni), necessaria per la scelta del Giudice competente, si devono valorizzare indicatori di natura proiettiva, quali l'iscrizione all'asilo in un determinato Paese, l'incardinamento in tale sistema pediatrico (cfr. Cass. S.U., n. 8042/2018, per le quali altri elementi, come i periodi non brevi trascorsi dal minore in un altro Paese sono, invece, da considerarsi ‘recessivi' rispetto a quelli sopra indicati). Le Sezioni Unite hanno inoltre precisato che le domande relative alla responsabilità genitoriale e al mantenimento dei figli minori appartengono alla giurisdizione dell'autorità giudiziaria dello Stato di residenza abituale dei minori al momento della loro proposizione, anche se alle stesse vi è affiancata la domanda di separazione personale dei coniugi (v., di recente, Cass. S.U., n. 29171/2020; Cass. S.U., n. 15728/2019, con nota di Conti). L'attribuzione della competenza al Giudice del luogo di residenza abituale del minore ha carattere esclusivo e inderogabile (Cass. S.U., n. 27160/2020). |