Provvedimento dichiarativo del difetto di c.d. giurisdizione-competenzaInquadramentoL'art. 18 del Regolamento UE n. 1111/2019 stabilisce che il Giudice investito di una causa per la quale è privo di competenza in base al Regolamento, deve dichiarare d'ufficio la propria incompetenza o, rectius, carenza di giurisdizione in favore del Giudice di altro Stato Membro (cfr., tra le altre, Cass. I, n. 19004/2014). FormulaREPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DI ... [1] Il Tribunale, in composizione collegiale, nelle persone dei seguenti magistrati: ... - Presidente ... - Relatore – ... - Giudice specializzato ha emesso la seguente SENTENZA Nel procedimento iscritto al n. ..., discusso all'udienza del ... e vertente tra La Sig.ra ..., rappresentata e difesa come in atti; -ricorrente- E Il Sig. ..., rappresentato e difeso come in atti; -resistente- RAGIONI DI FATTO E DI DIRITTO DELLA DECISIONE - In data ..., la Sig.ra ... adiva l'intestato Tribunale affinché fossero regolate le condizioni di affidamento della figlia minore; - Nel costituirsi in giudizio, il Sig. ..., oltre a contestare l'avversa ricostruzione dei fatti, eccepiva in via pregiudiziale il difetto di giurisdizione dell'autorità adita in favore delle autorità giudiziarie spagnole; - Detta eccezione pregiudiziale è fondata e deve essere accolta. Invero, alla stregua di quanto dedotto e documentato dal convenuto, la residenza abituale della minore è ormai radicata sul territorio spagnolo nel quale .... Sussiste pertanto la giurisdizione delle autorità giudiziarie spagnole ai sensi dell'art. 7 del Reg. UE n. 1111/2019[2]. Le spese seguono la soccombenza processuale. P.T.M. Declina la giurisdizione, ex art. 10 del Reg. CE n. 2201/2003 in favore delle autorità giudiziarie spagnole; condanna la Sig.ra ... al pagamento delle spese del presente procedimento in favore del Sig. ..., liquidando le stesse nella misura complessiva di Euro ... per esborsi e di Euro ... per compensi, oltre accessori di legge. Luogo e data ... Il Presidente ... Il Giudice estensore ... 1. Il ricorso afferente le condizioni di affidamento dei figli minori, anche se nati da coppie non coniugate, è demandato alla competenza del Tribunale ordinario e non a quella del Tribunale per i minorenni. 2. Tale disposizione individua infatti il principale criterio di collegamento della giurisdizione nella residenza abituale del minore. CommentoIl Giudice investito di una causa per la quale è privo di c.d. giurisdizione-competenza deve dichiarare d'ufficio la propria incompetenza o, rectius, difetto di giurisdizione in favore del Giudice di un altro Stato Membro (cfr., tra le altre, Cass. I, n. 19004/2014, la quale ha evidenziato che qualora il Giudice ordinario abbia, in primo grado, dichiarato la propria "incompetenza" in favore del Giudice straniero, la relativa sentenza non è impugnabile con il regolamento di competenza, né con il ricorso straordinario per cassazione, trattandosi di una decisione sulla "competenza internazionale" che attiene non alla ripartizione interna della competenza tra i giudici dell'ordinamento italiano, ma ad una questione di giurisdizione tra i giudici di diversi Stati). La norma, analoga a quella espressa dall'art. 17 del Reg. CE n. 2201/2003, appare fondata sulla reciproca fiducia tra le autorità giurisdizionali di diversi Stati membri poiché la verifica della competenza è di fatto affidata esclusivamente al Giudice adito, senza prevedere alcun controllo successivo da parte di autorità giurisdizionali di un altro Stato membro (Baratta, Scioglimento e invalidità del matrimonio nel diritto internazionale privato, Milano, 2004, 164). Il momento nel quale il Giudice deve effettuare la verifica è rimesso alle legislazioni nazionali. Nell'ordinamento italiano, essendo la sussistenza della giurisdizione la prima condizione dell'azione, un tale controllo dovrebbe avvenire, preferibilmente, in limine litis ma, in conformità all'art. 37 c.p.c., può avvenire in ogni stato e grado del processo. Tuttavia, ormai da alcuni anni, siffatta regola è stata intesa dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nel senso, più attenuato, per il quale l'interpretazione dell'art. 37 c.p.c., secondo cui il difetto di giurisdizione "è rilevato, anche d'ufficio, in qualunque stato e grado del processo", deve tenere conto dei principi di economia processuale e di ragionevole durata del processo ("asse portante della nuova lettura della norma"), della progressiva forte assimilazione delle questioni di giurisdizione a quelle di competenza e dell'affievolirsi dell'idea di giurisdizione intesa come espressione della sovranità statale, essendo essa un servizio reso alla collettività con effettività e tempestività, per la realizzazione del diritto della parte ad avere una valida decisione nel merito in tempi ragionevoli. All'esito della nuova interpretazione della predetta disposizione, volta a delinearne l'ambito applicativo in senso restrittivo e residuale, ne consegue che: 1) il difetto di giurisdizione può essere eccepito dalle parti anche dopo la scadenza del termine previsto dall'art. 38 c.p.c. (non oltre la prima udienza di trattazione), fino a quando la causa non sia stata decisa nel merito in primo grado; 2) la sentenza di primo grado di merito può sempre essere impugnata per difetto di giurisdizione; 3) le sentenze di appello sono impugnabili per difetto di giurisdizione soltanto se sul punto non si sia formato il giudicato esplicito o implicito, operando la relativa preclusione anche per il Giudice di legittimità; 4) il Giudice può rilevare anche d'ufficio il difetto di giurisdizione fino a quando sul punto non si sia formato il giudicato esplicito o implicito. In particolare, il giudicato implicito sulla giurisdizione può formarsi tutte le volte che la causa sia stata decisa nel merito, con esclusione per le sole decisioni che non contengano statuizioni che implicano l'affermazione della giurisdizione, come nel caso in cui l'unico tema dibattuto sia stato quello relativo all'ammissibilità della domanda o quando dalla motivazione della sentenza risulti che l'evidenza di una soluzione abbia assorbito ogni altra valutazione (ad es., per manifesta infondatezza della pretesa) ed abbia indotto il Giudice a decidere il merito per saltum, non rispettando la progressione logica stabilita dal legislatore per la trattazione delle questioni di rito rispetto a quelle di merito (Cass. S.U., n. 24883/2008, in Giust. civ., 2009, I, 1, 47, con nota di Nappi). |